Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

L'idealismo di Hegel e la Fenomenologia dello Spirito, Appunti di Filosofia

L'idealismo di Hegel e la sua critica alle teorie kantiane, con particolare attenzione alla figura del soggetto e alla sua funzione conoscitiva. Viene inoltre presentata la Fenomenologia dello Spirito, che rappresenta la scienza dell'esperienza della coscienza e studia i modi in cui essa si manifesta. Il testo fornisce una panoramica sulla scuola idealistica e sulla figura di Hegel, con particolare attenzione alla sua concezione della ragione e della religione.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 23/04/2022

Ginni.ev.ra
Ginni.ev.ra 🇮🇹

4.9

(7)

30 documenti

1 / 12

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica L'idealismo di Hegel e la Fenomenologia dello Spirito e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! FILOSOFIA IDEALISTA= idea del soggetto, tema portante. Nascita dell’idealismo (romanticismo ‘700); Hegel si confronta con il patrimonio Kantiano e polemizza molto le sue teorie: il noumeno, ad esempio, è oggetto di polemica perché non si può parlare di esso se non lo si conosce. Ciò comporta un ritorno allo scetticismo, mettere in discussione “la cosa in sé” significa polemizzare tutta la famiglia Kantiana, escludendo la dicotomia fenomenica e noumenica. Anche l’io penso è criticato (funzione conoscitiva), sottrae una funzione all’io, c’è un’attività originaria del conoscere, è il soggetto la realtà ultima alla base dell’oggetto ricondotto soggetto= soggettivismo, tutto ridotto all’io, che NON ha funzione regolatrice come in Kant. Il sapere assume una conformazione diversa, la ragione è la dimensione che crea ed è una dimensione certa di verità, la facoltà intellettuale di Kant è fallita, rigore e forma nella Rivoluzione Francese non sono servite, dunque quella conoscenza che divide tutto (bene-male…) NON funziona è necessario cogliere la totalità, si ha la necessità di ricomporre le scissioni causate dall’800, ciò è possibile solo attraverso la RAGIONE, il soggetto coglie le cose al di là dell’apparente contrarietà. Guardare non in maniera unilaterale, bisogna cogliere la totalità, il mondo è contraddittorio e sta alla ragione superare queste rotture. L’io è premessa di conoscenza, il soggetto sta prima del modo in cui conosce perché è lui che ha stabilito la conoscenza. Scuola idealistica: Fitch, Shelling, Hegel. Georg Wilhelm Friedrich Hegel Nasce a Stoccarda nel 1770, era figlio di protestanti: il padre era un funzionario prussiano, la madre era una appassionata di libri liberali; il filosofo si scontrò con il padre il quale era molto severo. Dopo aver fatto il precettore, si affianca a Shelling, presso Jena, ma più avanti prenderà le distanze dall’amico. Dopo aver preso l’abilitazione Hegel diviene docente privato; proprio a Jena pubblicherà i suoi primi scritti. Nel 1829 diviene rettore nell’università di Berlino e nel 1831 muore improvvisamente, forse di colera. Hegel si rifiuta di credere nella separazione di pensiero e realtà, secondo lui è il pensiero che ci permette di cogliere le regolarità e le leggi dei fenomeni che ci circondano, questo perché queste leggi non esistono solo nella nostra mente ma nella realtà: la razionalità distingue contingenza da realtà. Hegel definisce il suo tempo: il tempo della scissione familiare che vive la applica al suo tempo storico. E’ la contraddizione che manda avanti il mondo. La società civile ha in Hegel un valore negativo, tutto è ridotto al successo economico dato dall’insuccesso altrui: il bene collettivo e singolo NON coincide più, il mondo greco era più in armonia, siamo caduti in una scissione che non ci fa riconoscere il bene proprio dal bene comune LA RELIGIONE PUO’ ESSERE DA COLLANTE. L’individuo è spaesato, vive una condizione di vita lacerata, non è sufficiente la razionalità per sanare questa divisione, ma è necessaria la religione (in funzione di un problema sociale). Hegel sostiene che la nostra ragione coincida con quella del mondo: omologia uomo-mondo. (Rottura con Kant in merito al noumeno e alla ragione). Dunque secondo il filosofo la realtà ultima è accessibile al pensiero umano e attraverso la DIALETTICA si può realizzare l’unione tra universale e particolare, viene definita da Hegel non come tecnica della confutazione ma come motore della realtà, il nucleo ultimo della realtà è un principio di mutamento. Hegel sostiene che la sostanza sia l’essere in sé e per sé in cui ogni essenza si presenta nel momento dell’esperienza: i concetti esprimono il lato universale delle cose, ma la realtà è fatta di forme concrete. L’unità di concetto e realtà è chiamata IDEA e quando l’idea conosce se stessa e dunque esprime una soggettività intelligente è SPIRITO. Secondo Hegel la religione condiziona fortemente gli uomini; distingue la religione in oggettiva e soggettiva: la prima consiste nei dogmi e nelle dottrine tramandate, cioè la teologia vera e propria, la seconda non è un’imposizione culturale, ma è la “vera” religione che spinge l’uomo a compiere bene al di là del grado di istruzione e di civilizzazione. Negli scritti sulla religione sostiene che l’intelletto NON sa cogliere l’unità profonda della realtà, questo perché applica astrazioni e distinzioni, non sa condizionare il modo di agire dell’uomo. Hegel rivaluta anche la figura di Cristo: agire bene non per timore ma perché a fondamento della morale è posta la ragione, cioè il principio di autonomia della ragion pura (ETICA RAZIONALE). La religione è proposta come strumento di libertà dei popoli. ULTIMI APPUNTI 11 GENNAIO DA SISTEMARE UNA VOLTA FINITO HEGEL: Hegel dice che non dobbiamo ricorrere alla prospettiva del soggetto cadendo così nel dualismo, sostiene che il sapere debba essere unitario. La fenomenologia è composta da tre figure, o tappe, che sono: coscienza, autocoscienza e ragione che riguardano la coscienza individuale; spirito, sapere assoluto e religione sono altre tre figure che si aggettivano in un popolo. FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO: Risale al 1807, scritto a Jena. Hegel sostiene che per arrivare alla conoscenza dobbiamo svolgere un processo lungo e difficile definito fatica del concetto (e non attraverso l’intuizione come sostenevano i romantici). La fenomenologia dunque sta ad indicare la scienza dell’esperienza della coscienza, e studia i modi in cui la coscienza si manifesta; bisogna verificare che il modo di vedere la realtà, proprio della coscienza, non sia contraddittorio, la verifica si effettua con le esperienze compiute dalla stessa coscienza. Hegel inizia a definire figura le tappe che svolge la coscienza durante la conoscenza; anche se dovesse scoprire una credenza falsa, non significa che non è giunto ad una conoscenza, perché la negazione è sempre determinata, negando qualcosa si afferma qualcos’altro. Questo processo (il fatto che ogni credenza poi giunga a contraddirsi) si chiama esperienza della coscienza e ha termine solo quando scopre che l’assoluto è immanente al pensiero. La prefazione della fenomenologia inizia con Hegel che polemizza contro i romantici, mentre l’introduzione espone i principi fondamentali del pensiero hegeliano. Tale trattazione è divisa in sei momenti che si suddividono in diverse figure (i momenti sono: COSCIENZA, AUTOCOSCIENZA, RAGIONE, SPIRITO, RELIGIONE, SAPERE ASSOLUTO). La COSCIENZA è il primo momento della fenomenologia e comprende tre figure: -La prima figura è la certezza sensibile cioè la prima forma di rapporto fra noi ed il mondo, ma questa non ci induce ad una verità assoluta, perché ogni esperienza immediata nega tutte le altre ed è smentita da tutte le altre, questo perché la verità dipende da qualcosa di soggettivo, MA NON DAL SOGGETTO, bensì nelle qualità universali che il soggetto attribuisce agli oggetti. -La percezione è la seconda figura della coscienza e gli oggetti vengono conosciuti in base alle caratteristiche percepibili con i sensi; la verità però non sta nella cosa percepita, ma nelle caratteristiche che essa ha in comune con altre cose, e dunque nelle proprietà che sono astratte, la coscienza non può stabilire se sia oggettiva o proiezione del soggetto, pertanto la percezione NON è in grado di cogliere l’essenza del reale nei suoi aspetti contradditori. -L’intelletto è la terza figura, viene elaborato il concetto di forza, che esiste solo quando si manifesta, e la realtà è come un grande gioco di forze, questo porta a pensare alla presenza di un mondo sovrasensibile stabile ed eterno che però non conosciamo e dunque rimane una rappresentazione vuota. La sua essenza perciò lo porta ad apparire; si formula il concetto di legge, le leggi della natura racchiudono la struttura stabile della realtà, ma la realtà non può essere definita solo come un mondo di leggi, perché le leggi enunciano i rapporti fra elementi differenti, la realtà è data da una serie di passaggi logici. Dunque subentra una nuova visione, quella del CONCETTO ASSOLUTO che include anche le differenze e permette di passare a: AUTOCOSCIENZA poiché mentre pensa alla realtà pensa anche a se stessa. La coscienza si è resa conto che il mondo esterno non dipende da lei, bisogna pensare ad un soggetto che riesca a pensare a se stesso e a qualcos’altro, invece di separare soggetto e oggetto. All’inizio l’autocoscienza tende a superare l’apparente indipendenza dall’oggetto, a mostrare come esso sia dipendente dal soggetto, diventando APPETITO che, non appena viene soddisfatto, rinasce; dunque da un lato la coscienza prende atto della propria dipendenza dai bisogni naturali e dall’altro l’autocoscienza singola si imbatte in altre autocoscienze che vogliono essere riconosciute. Hegel fa un esempio: noi siamo persone solo quando altre persone ci riconoscono come tali; il confronto genera smarrimento, ma poi diventa un elemento positivo, perché ciascuno amplia la propria idea dell’umano. La dialettica del riconoscimento si articola in 3 figure: - Signoria e servitù : prima figura che indica una forma di rapporto stabile tra gli individui, attraverso il servo che lavora per lui, il signore si sente libero e padrone della natura, ma il suo dominio è apparente perché è reso possibile solo dal lavoro del servo. Il lavoro imprime stabilità e diventa sempre più forte del padrone la cui libertà è fine a se stessa. - Stoicismo e scetticismo : seconda figura che racchiude lo stoicismo e lo scetticismo; lo stoicismo prevede che la verità risieda nel pensiero puro, la coscienza si sente libera, l’individuo ormai si è approcciato alla realtà, non è più qualcosa di estraneo. Tuttavia lo stoicismo non riesce ad indirizzare ad una via precisa, qui subentra lo scetticismo. Lo scetticismo mette in discussione l’esistenza della verità ma non l’esistenza del pensiero, al tempo stesso sostiene che l’autocoscienza debba avere un contenuto in quanto deve necessariamente agire in qualche modo. Dalla contraddizione dell’autocoscienza nasce la: - Coscienza infelice : terza figura segna una condizione di lacerazione interiore causata dalla consapevolezza di un essenza eterna, DIO, e dall’impossibilità di far coincidere la sua esistenza con la propria dimensione limitata. L’uomo vuole ridurre questa distanza fra lui e Dio a partire dalla devozione, poi dall’ascetismo e in seguito attraverso l’esigenza di avere un mediatore tra sé ed il divino acquisendo certezza di essere una cosa sola con il divino. RAGIONE: conoscenza certa della razionalità del reale ricercata nel mondo naturale. La prima figura di questo momento è la: -Ragione osservativa: la coscienza è conciliata con il mondo, essa sa che la realtà è pensiero e tale certezza è definita idealismo inteso come visione del mondo NO FILOSOFIA. La ragione osservativa si propone di descrivere e studiare i fenomeni, ma non ha la capacità di comprendere il finalismo della natura e la corrispondenza tra le leggi logiche e psicologiche che guidano l’uomo nel compiere determinate azioni. L’uomo pur di trovare un punto di incontro fra i due fenomeni si è dedicato alla fisiognomica e alla frenologia, fortemente criticate da Hegel (La prima credeva di poter dedurre i caratteri psicologici di qualcuno visione morale pretende di cambiare il corso oggettivo delle cose= difficoltà che riscontra Hegel. RELIGIONE: tentativo dello spirito di cercare di chiarire la propria natura, lo fa per mezzo delle rappresentazioni. La religione si chiede come esprimere queste verità avendo come certezza l’esistenza di una dimensione sovrasensibile. La prima rappresentazione simbolica è la: -Religione naturale: gli antichi identificavano nella natura le divinità, solo che questa religione non era sufficiente, in seguito i greci fanno subentrare la religione artistica, che esprime il divino sotto forma di un principio attivo (che produce opere d’arte, epopee, sculture). Gli dei greci, a differenza dei fenomeni naturali, sono autocoscienti, ma anche questo non è sufficiente: NON SPIEGA IL RAPPORTO FINITO INFINITO, gli dei greci infatti non si curavano del destino dell’uomo. Si arriva ad un’altra religione, il cristianesimo in cui il divino si incarna nell’uomo, conciliazione pensiero realtà che però per i cristiani si realizza in un mondo trascendente, per Hegel no, era già presente questa conciliazione. Lo spirito perciò deve cercare di interpretare questi simboli della religione cristiana; una volta che ci sarà riuscito sarà arrivato al: SAPERE ASSOLUTO: l’essenza della realtà non è sostanza ma soggetto, che non esiste nessuna verità indipendente dal pensiero, ma che sono due facce della stessa medaglia. Il percorso non si ferma qui però, deve ripercorrerlo in modo da essere da un lato la scienza dei momenti essenziali della conoscenza (aver compreso i momenti della conoscenza), dall’altro sarà un’esposizione storica della loro formazione (diventa coscienza comune, attraversa tutti gli eventi storici). La fenomenologia dunque è solo una prefazione del sistema filosofico Hegeliano, la differenza sta nella finalità: la Fenomenologia si cala dal punto di vista della coscienza religiosa, fa capire il processo per arrivare al sapere assoluto; quando parlerà del sistema filosofico vero e proprio, farà parlare la filosofia, come se questo percorso fosse già stato portato a termine. La scienza logica (metafisica) ha 3 tappe: idea, filosofia della natura (idea che esce da sé), filosofia dello spirito (=civiltà umana). Si giunge a parlare di spirito soggettivo che rappresenta l’uomo come singolo (indaga sull’uomo attraverso l’antropologia, psicologia, e sulle modalità con cui avvengono i processi mentali) e di spirito oggettivo che rappresenta gli uomini che si realizzano nella famiglia, nelle consuetudini della società, nelle leggi dello Stato. Dunque Hegel ha costruito una storia della filosofia collettiva che ha come protagonista la coscienza comune= la civiltà del mondo prende consapevolezza di se stessa. Lo spirito oggettivo è tripartito in: -diritto astratto -moralità -eticità= famiglia, società civile, stato. Nella famiglia c’è l’inizio della società civile; per Hegel i membri della famiglia sono legati dall’amore. Il matrimonio è l’atto che unisce due individue che sono tenuti ad agire come se fossero un’unica persona; i due coniugi hanno pari dignità ma naturalmente vivendo nell’800 la visione della famiglia sarà di tipo patriarcale dunque la donna si realizza come moglie e come donna, mentre l’uomo congiunge la famiglia alla società. Per Hegel la famiglia termina il suo lavoro quando i figli sono stati educati e possono raggiungere un’indipendenza tale da andare via di casa. Andare via significa immettersi nella società che Hegel vede come luogo di conflitto perché se non c’è una buona politica lo Stato non può essere gestito. La società civile è un lato nuovo della modernità, e per Hegel è l’insieme conflittuale degli obiettivi egoistici, perché le relazioni sociali sono fondate sul SISTEMA DEI BISOGNI ovvero dipendenze reciproche. Nella società civile però l’individuo è protetto attraverso la giustizia, dunque si ha concretezza dei diritti individuali astratti. All’interno della società civile Hegel individua dei ceti di appartenenza in base alla mansioni: ceto sostanziale, ceto riflettente o formale, ceto universale. Il secondo momento della società civile è l’amministrazione della giustizia, mentre il terzo è la polizia e la corporazione, cioè le autorità disposte a proteggere e tutelare i diritti dei cittadini, condannare i reati e supervisionare le attività economiche. Nella società civile è molto diffuso il pauperismo a causa della grande diseguaglianza di ricchezze, il rimedio per lui sono le cooperazioni professionali affinché siano tutelati gli interessi dei lavoratori (seconda famiglia nella società) Lo Stato deve superare le libertà dei singoli che devono seguire la ragione e adeguarsi ad un comportamento universale. Per Hegel lo Stato è la realtà dell’idea etica. Nello Stato l’interesse comune è anteposto all’interesse soggettivo, esso è gestito da organi istituzionali che hanno lo stesso obiettivo: cioè il benessere dei cittadini. Per favorire l’integrazione dei singoli bisogna condividere: lingua, tradizioni… ciò significa che non esiste per Hegel uno stato ideale vivibile da tutti, ma solo uno stato nazionale.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved