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L’IDEALISMO TEDESCO - FICHTE - SCHELLING - HEGEL, Appunti di Filosofia

Il tema di questo documento è l'Idealismo tedesco, movimento filosofico sviluppatosi tra la fine del XVIII° e l'inizio del XIX° secolo. Oltre alle principali caratteristiche di questa corrente filosofica, si approfondisce i filosofi più espressivi del movimento, ovvero Fichte, Schelling ed Hegel, mettendoli a confronto.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 16/10/2022

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Scarica L’IDEALISMO TEDESCO - FICHTE - SCHELLING - HEGEL e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! L’IDEALISMO TEDESCO Si tratta del movimento filosofico coevo al romanticismo, molto influente sull’idealismo. Il romanticismo risponde alla dimensione della fantasia. La natura non è più oggetto di misurazione, ma riflette i sentimenti del poeta. Questa corrente culturale è caratterizzata dall’angoscia causata dal senso di infinito. C’è uno slancio sentimentale. La cultura romantica è ben diversa da quella illuminista, poiché è fortemente surreale. Il genio romantico scopre la realtà e simula una condizione mistica, simile a quella di Dio. L’idealismo tedesco mette al centro della sua indagine l’assoluto. In Kant, la ricerca si ferma alla finitudine e, così, gli idealisti teorizzano un PRINCIPIO ORIGINARIO, da cui tutto ha avuto inizio. Per Kant, il noumeno rimane inconoscibile: conosciamo il soggetto, ma non l’oggetto. Ma gli idealisti pensano che se qualcosa la si può pensare, la si può conoscere. Così, a differenza di Kant, gli idealisti partono dal principio che il pensiero coincide con la realtà. Il principio ricercato è: - ORIGINARIO UNICO: è uno e solo uno; - di natura SPIRITUALE RAZIONALE: i fatti sono materia, la realtà è materia, ma il pensiero è realtà; tutto è materia e nasce dal pensiero; - DINAMICO: è vivente. Ha vita interna. Non è il pensiero comune a creare la realtà, bensì il PENSIERO UNIVERSALE. I principali filosofi dell'idealismo sono Fichte, Schelling ed Hegel. Per Fichte, la realtà prende il nome di Io, per Schelling di Assoluto e per Hegel di Assoluto concepito in termini dialettici. FICHTE L’Io (principio universale) è autocosciente, capace di autopensarsi, e universale. L’Io si oppone al non-io, dunque distinguiamo l’Io dall’io empirico, che è limitato. Facciamo esperienza dell’Io tramite la natura. L’opposizione tra Io e non-io avviene all’interno dell’Io, dunque il non-io è stato inventato dall’Io. Ci si sforza di superare i propri limiti, ma ciò non è possibile, in quanto l’Io è assoluto e continua a creare non-io. La materia è frutto della creazione inconsapevole dell’Io. L’Io ha il dovere di diventare libero, ma per tendere all’assoluta libertà, è necessario avere degli ostacoli da superare, per sperimentare a pieno la libertà. SCHELLING Anche Schelling come Fichte sostiene che il principio fosse l’Io, ma sviluppa degli interessi nelle scienze naturali e si occupa di biologia, chimica e fisica. Questi ultimi culminano nella critica a Fichte. La natura è spiritualità addormentata. La filosofia può prendere due direzioni: dalla NATURA allo SPIRITO, ovvero dall’oggetto al soggetto, oppure dallo SPIRITO alla NATURA, dunque dal soggetto all’oggetto. Si tratta di percorsi diversi, che però si compenetrano e diventano due facce della stessa medaglia. Ciò che si definisce “ASSOLUTO” è l'IDENTITÀ TRA NATURA E SPIRITO. La nostra coscienza è uno dei lati dell’assoluto. Si distinguono tre tipi di fenomeni: - MAGNETICI: caratterizzati da POSITIVO E NEGATIVO; - ELETTRICI: caratterizzati da POSITIVO E NEGATIVO; - CHIMICI: caratterizzati da ATTRAZIONE E REPULSIONE. Passando da questi tre fenomeni, bisogna distinguere chimicamente la sostanza organica e inorganica. La natura è dormiente, poiché passa dall’assenza di coscienza a esseri coscienti: VEGETALI → ANIMALI → UOMO; si passa, dunque, dal soggetto all’oggetto. La spiritualità è consapevole, la natura è spiritualità inconsapevole. L’uomo può cogliere l’assoluto, attraverso l’arte, poiché essa si compone di spirito (conscio) e natura (inconscia). L'arte, infatti, comprende un’attività consapevole e una inconsapevole e, dunque, segue le stesse dinamiche dell’assoluto. L’artista è consapevole di ciò che vuole creare, ma non sa cosa creerà. HEGEL Hegel è il massimo esponente dell’idealismo tedesco e tutta la filosofia successiva a Hegel dovrà inevitabilmente confrontarsi con lui. Hegel è un’eccezione, poiché critica l’approccio romantico degli altri filosofi. Hegel critica Fichte, poiché l’assoluto vuole rendersi libero; infatti, se lo sforzo è infinito, non esisterà mai l’assoluto. Si tratta di un cattivo infinito, poiché non si compie mai veramente, quindi è solo un INFINITO POTENZIALE. Schelling afferma che l’assoluto è identità tra spirito e natura, ma Hegel afferma che questa identità non è spiegata nella sua differenziazione. Infatti, non è spiegato come distinguere spirito e natura, così essi diventano la stessa cosa. Per i romantici, l’assoluto si coglie con l’intuizione artistica, ma Hegel spiega che non è abbastanza, è necessaria la razionalità. Non si tratta della razionalità aristotelica, ma della logica dialettica. La logica aristotelica segue il principio di non contraddizione: A=A, A≠¬ A. La logica dialettica segue TESI - ANTITESI - SINTESI: noi abbiamo un concetto di A, ma possiamo conoscerlo anche attraverso le sue opposizioni. TESI: A; ANTITESI: ¬A; SINTESI: Au¬A. Se l’assoluto coincide con la dialettica, l’assoluto comprende anche i suoi opposti, la sintesi permette di comprendere tesi e antitesi, tramite un processo di mediazione. Le tappe dialettiche dell’assoluto sono tre. L’assoluto si presenta come IDEA (pensiero puro). L’antitesi dell’Idea è la NATURA. Ciò che unifica Idea e Natura è lo SPIRITO. La sintesi è più matura della tesi. Tra le opere di Hegel distinguiamo la Fenomenologia dello Spirito (1807), che introduce all’assoluto, e l’Enciclopedia delle Scienze Filosofiche in compendio (1817), che spiega l’assoluto nelle sue forme. Nella logica di Hegel ci sono tre momenti: - TESI: momento positivo; - ANTITESI: momento negativo; - SINTESI: momento positivo razionale. Aristotele dice che gli opposti sono separati, Hegel invece sostiene che esiste se così fosse, sarebbe una logica separatrice. La dialettica è una legge, tutt’uno con la ragione: divide gli opposti. In Hegel gli opposti sono unificati, dunque non c’è un momento di contraddizione. La sintesi è l'unione tra tesi e antitesi e il termine che esprime ciò è “AUFHEBUNG”. Non viene eliminata la contraddizione, ma viene unita la tesi all’antitesi. La dialettica è un processo a cerchi concentrici perché ogni sintesi è una tesi per un processo di sintesi successivo. L’Idea è il puro pensiero, ovvero Dio prima della Creazione. Ciò che è opposto all’idea è la Natura, che subisce un processo di sintesi e arriva allo Spirito. L’Idea è spirito consapevole di sé stesso. L’Idea non è consapevole di sé stessa, mentre il Pensiero sì. Nella Fenomenologia dello Spirito, che si occupa di arrivare all’assoluto e alla sua dialettica, si distinguono una parte introduttiva al sistema e un’architettura del sistema. La finalità della Fenomenologia dello Spirito è dunque di ripercorrere il viaggio che la coscienza compie per raggiungere l’assoluto, esso si compone di otto parti: prefazione, introduzione,
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