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Formule Dentarie e Identificazione Odontostomatologica, Sintesi del corso di Medicina Legale

Questo documento tratta dei metodi per raccogliere la formula dentale e identificare viventi e cadaveri attraverso elementi dentali. Vengono descritti metodi morfologici e radiologici per determinare età e sesso, oltre a tecniche specialistiche come l'esame del dna. Il testo include anche informazioni sui metodi d'identificazione visiva e dattiloscopico.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 26/04/2022

federica458
federica458 🇮🇹

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Formule Dentarie e Identificazione Odontostomatologica e più Sintesi del corso in PDF di Medicina Legale solo su Docsity! Capitolo XVII L’IDENTIFICAZIONE ODONTOSTOMATOLOGICA 1. Metodiche identificative Le arcate dentarie rappresentano un documento identificativo di grande valore per molteplici motivi:  per la pluralità e la morfologia estremamente varia;  per le caratteristiche chimico-fisiche che gli permettono di resistere ad altissime temperature;  possibilità ai trattamenti odontoiatrici più svariati che rafforzano la validità ai fini identificativi. Non esistono due individui che presentino la medesima condizione odontostomatologica. 2. Formule dentarie Un momento propedeutico e preliminare è quello della raccolta della formula dentale; a tale scopo vi sono diversi metodi. Tra i più utilizzati sono: - quello che impiega la formula secondo Zsgimond nella quale i denti permanenti sono espressi in cifre arabe, i decidui in cifre romane e le quattro emiarcate attraverso una croce; - formula dentale bi digitale nella quale ogni elemento dentale viene identificato attraverso due cifre arabe, la rima delle quali indica l’appartenenza ad un’emiarcata mentre l’altra il tipo di dente corrispondente. 3. Identificazione del vivente Nel vivente le procedure d’identificazione odontostomatologica vengono utilizzate per stabilire l’età e l’identità di un individuo che sia sconosciuto o che dissimuli la propria identità, attraverso metodi descrittivi, radiografici, fotografici, siero-immunologici. -Nella prima fase gli elementi dentari sono in numero di venti ed hanno delle caratteristiche inconfondibili; -Nella fase successiva, intorno a sei anni, gli elementi decidui vengono sostituiti dai corrispettivi permanenti che si aggiungono ad altri privi di precursore deciduo fino a comporre una dentatura definitiva di trentadue elementi. 4. Identificazione del cadavere L’identificazione odontostomatologica del cadavere rappresenta uno strumento utile in caso di ritrovamento di corpi in avanzato stato di decomposizione, carbonizzati, depezzati, corpi sui quali non è più possibile utilizzare dei metodi identificativi che non comportino il ricorso ad esami di laboratorio. A seconda degli elementi disponibili è possibile procedere all’identificazione della specie, della razza, del sesso, dell’età e a quella individuale. 5. Identificazione di specie Le ossa e ancor di più i denti rilevano la specie di appartenenza per peculiari differenze morfologiche. Negli erbivori la dentatura è caratterizzata da lamelle occlusali parallele; nei carnivori il tavolato occlusale presenta delle cuspidi ben strutturate; gli onnivori hanno una dentatura cuspidata ma meno accentuata dei carnivori. La determinazione di specie con metodiche odontostomatologiche avviene attraverso un’analisi che procede dal livello macroscopico a quelli via via inferiori: microscopico, submicroscopico e molecolare. Vi sono delle somiglianze tra i denti umani e quelli di alcuni primati di grossa taglia. Ad esempio gli incisivi centrali superiori dell’uomo sono simili a quelli del bue. All’esame istologico le differenze ossee, sono talmente specifiche, da garantire la certezza diagnostica, ancor più di quanto avviene nell’esame istologico microscopico delle sezioni di dente. Le tecniche biomolecolari utilizzate a questo proposito sono: 1) La PCR (reazione a catena della polimerasi); 2) La PCR-MULRIPLEX nucleare, codificata dai sequenziatori automatici (che analizzano tutta la sequenza genetica analizzata dalla PCR). Lo scopo di queste metodiche è quello d’identificare dal DNA a disposizione, delle molecole specie-specifiche che permettono di stabilire se i resti sono effettivamente umani. 6. Identificazione di gruppo etnico I denti ed i mascellari presentano particolari morfologici che sono geneticamente legati a determinare popolazioni: così in base all’indice dentario, cioè al rapporto tra lunghezza di premolari e molari e la lunghezza della base del cranio, è possibile classificare gli individui in microdonti, sesodonti, megadonti ed opermegadonti. È possibile distinguere i gruppi etnici sulla base di: - morfologia dentale; - caratteristiche ossee dell’apparato buccale; - indici antropometrici. Vi sono dei caratteri distintivi che è possibile considerare per identificare i principali gruppi etnici: - prognatismo alveolare; - nasal sill (“davanzale nasale”); - occlusione; - appiattimento facciale. 7. Identificazione di sesso L’identificazione del sesso su resti scheletrici si basa principalmente sull’osservazione delle differenze morfologiche delle singole ossa che, in via generale, nel maschio hanno dimensione maggiori con creste e tuberosità più sviluppate. I segmenti ossei che presentano segni distintivi più marcati tra i due sessi sono il cranio e la pelvi. La determinazione del sesso mediante metodiche odontostomatologiche avviene attraverso: - rilievi antropologici di tipo morfologico (forma del meucranio e dello splancnocranio); - rilievi antropometrici (peso del cranio, indice cranio-cerebrale, indice cranio-femorale, peso della mandibola, indice cranio- mandibolare, lunghezza della mandibola, larghezza bi condiloidea, diametro intergonieno). Un valido contributo è offerto dalla rilevazione di parametri quali: - il diametro mesio-distale del cranio inferiore che varia in base al sesso; - lo sviluppo dentale che avviene prima nelle femmine; - l’età dentale in relazione all’età ossea in quanto nei maschi l’età dentale corrisponde a quella ossea, nelle femmine la prima è inferiore alla seconda. Anche in ambito odontostomatologico l’identificazione di certezza deriva dalla ricerca del cromosoma X nelle cellule della mucosa orale o dalla ricerca del cromosoma Y nelle cellule nucleare della polpa dentaria. 8. Identificazione di età La determinazione dell’età può essere effettuata in rapporto alla maturazione dei sistemi scheletrico e dentale poiché questi sono direttamente correlati allo sviluppo somatico, rispecchiando la crescita fisiologico dell’individuo. - Satura incisiva. È compresa fra l’incisivo laterale e la fossa incisiva. Si salda in genere intorno ai 25 anni. - Sutura palatina. È considerata il prolungamento posteriore della satura intermascellare e comincia la sua obliterazione a partire dal 25° anno di età; - Sutura intermascellare inizia il suo processo di obliterazione a partire dal 27° anno di vita, per terminarlo verso il 40°-50° anno. - Sutura palato mascellare, inizia a saldarsi intorno ai 22 anni e si completa verso i 40-50 anni. È possibile trarre numerose informazioni dell’esame dell’apparato stomatognatico grazie al fatto che l’uomo presenta nel corso della vita due dentizioni. La metodica morfologica permette di eseguire un confronto diretto tra lo stato della dentizione/dentatura dell’individuo in esame e le tabelle relative allo sviluppo dentario. -La procedura del metodo morfologico prevede come prima fase la raccolta e la registrazione della formula dentaria; dall’esame degli elementi dentari presenti nelle arcate si potrà stabilire innanzitutto se si tratta di un soggetto in crescita o di un individuo adulto. È possibile risalire all’età del soggetto con buona precisione fino ai 18 anni. -La metodica istologica può essere utilizzata solo nel cadavere e prevede la possibilità di analizzare gli elementi dentari di un soggetto in crescita quanto quelli di un adulto. La mineralizzazione dei denti decidui inizia tra il 4° e il 7° mese di vita intrauterina; al 6° mese dopo la nascita comincia la mineralizzazione visibile. La mineralizzazione coincide con la formazione della dentina. La ricerca delle linee incrementali è utile in quanto, essendo queste rappresentative della crescita giornaliera dei tessuti dentina e smalto, conteggiandole al microscopio a partire dalla linea neonatale è possibile risalire all’età. I parametri da prendere in considerazione sono rappresentati da: - usura della superficie occlusale; - apposizione di dentina secondaria; - neoformazione di cemento; - migrazione apicale dell’attacco parodontale; - riassorbimento della radice; - trasparenza dei canali radicolari. -Il dente viene sezionato lungo il suo asse maggiore attraverso il punto centrale della corona, segue l’esame microscopico. L’errore standard calcolato sarebbe di +/- 14 anni; orientativamente si può osservare che fino a 30 anni di età si logora lo smalto, a 40 inizia ad essere interessata anche la dentina e da 70 anni in poi la polpa. A seguito di fenomeni d’invecchiamento è possibile che si manifestino delle discromie dentarie in relazione a: - fenomeni di rifrazione ed assorbimento della luce da parte della superficie del dente dovuti a variazioni di smalto e dentina; - contenuto di nitrogeno dello smalto. Variazioni del colore dei denti possono anche essere espressione di un fenomeno post mortale; i tessuti della polpa dentale, dopo la morte, subiscono una serie di fenomeni autolitici che portano alla liberazione di emoglobina e dei suoi prodotti di degradazione. Un’ulteriore analisi morfologica è quella proposta da Butler riguardante l’orientamento della superficie occlusale dei denti, in riferimento alla loro inclinazione mesio-distale, verticale e vestibolo-linguale, con particolare attenzione alle variazioni che essa subisce negli anni. -La metodica radiologica per la determinazione dell’età pone la propria attendibilità sulla standardizzazione delle fasi di sviluppo delle gemme dentali e dei corrispondenti elementi in arcata. L’ortopantomografia rappresenta oggi una metodica elettiva d’indagine medico-legale per la diagnosi dell’età, sia nel vivente che nel cadavere. Essa consente di documentare fedelmente il grado di mineralizzazione dei denti e di verificare l’avvenuta eruzione. La classificazione della fase di dentizione avviene mediante il confronto tra lo stato degli elementi dentali del soggetto e gli steps clinici ripostati in tabelle standard dove sono indicate le età, minima e massima, corrispondenti all’eruzione di ciascun dente deciduo e permanente. -Un metodo radiologico utile per avere delle informazione circa l’età scheletrica dello scheletro, sia esso vivente che cadavere, è rappresentato dall’esame della radiografia della mano e del capo; è possibile stabilire tramite l’analisi di questo “orologio biologico” se la crescita è terminata o, in caso contrario, per quanti anni si protrarrà. -Negli ultimi anni si è molto dibattuto sulla possibilitàdi stabilire l’età di un soggetto in crescita esaminando il grado di maturazione delle sue vertebre cervicali (metodo CVM); oggi questo può considerarsi valido. -Secondo un’autorevole rivista internazionale, tra i migliori metodi identificativi per stabilire l’età nei soggetti adulti, il principale è rappresentato dalla racemizzazione dell’acido aspartico, che rappresenta una metodica biochimica. Gli studi hanno dimostrato che esiste un rapporto di linearità tra l’incremento delle forme D-animoacidiche che dell’ac.aspartico a livello delle proteine umane e l’età. La racemizzazione è un processo biochimico per cui gli aminoacidi passano dalla forma L (L-enatiomeri) alla forma D (D-enatiomeri). La determinazione dell’età può essere eseguita sugli aminoacidi della dentina e su quelli dello smalto.
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