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L'imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia - riassunto, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

Riassunto completo del libro “ L'imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia” di Pier Paolo Portinaro

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 15/02/2022

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Scarica L'imperativo di uccidere. Genocidio e democidio nella storia - riassunto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! “L’imperativo di uccidere” di Pier Paolo Portinaro Tesi del libro: non ci sono ragioni per ritenere che il XXI secolo sarà meno visitato dal flagello del genocidio quanto lo sia stato il secolo precedente, in quanto il genocidio è un evento ricorrente nella storia e poiché nel nostro secolo la sindrome dell’”uomo superfluo” si è aggravata. Genocidio: -il concetto tende oggi a essere inflazionato: lo si trova evocati in relazione ai più diversi fenomeno di discriminazione che possano avere come esito un alto tasso di mortalità. A questa inflazione terminologica fa da contraltare la minimizzazione, la tabuizzazione e la negazione del fenomeno. -a lungo il tema è stato accompagnato da indifferenza e trascuratezza da parte della storiografia. La svolta è stata segnata dalla Shoah che, d’altra parte, ha oscurato gli altri genocidi della storia del ‘900 -per genocidio s’intende il tentativo riuscito da un gruppo di potere politico di decimare con la violenza, fino a perseguire l’estinzione, un gruppo minoritario e vulnerabile, di cui si ritiene impossibile o dannosa l’integrazione nel modello di società che un’altra minoranza egemone vuole affermare -colpiscono primariamente civili non combattenti: un gruppo etnico, sociale o religioso che per essendo minoranza indifesa è visto come minaccia dai persecutori -alla base dei programmi genocidari c’è l’intolleranza -il soggetto genocidario si pone l’obiettivo della costruzione di un nuovo ordine sociale -presuppone l’esistenza di un apparato repressivo altamente organizzato, di un’ideologia identitaria nazionale, di un piano esecutivo - XX secolo il “secolo dei genocidi” non solo per numero di vittime (+100mln), ma anche perché i genocidi sono diventati gli elementi costitutivi di politiche -solo dopo il Processo di Norimberga il genocidio come crimine di autonomizza, risultando inclusi nel genocidio: l’uccisione dei membri di un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, il causa ad essi gravi legioni fisiche o mentali, l’infliggere al gruppo condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, l’imporre misure volte a prevenire le nascite nel suo interno, il trasferimento fornita di bambini dal gruppo di appartenenza, l’esilio sistematico delle élites culturali, la proibizione dell’uso della lingua nazionale, la distruzione del patrimonio culturale del gruppo, Motivazioni: -assuefazione storica alla violenza identitaria -perseguimento di vantaggi economici -assicurazione di uno “spazio vitale” -presunzione di purificare una società corrotta da presenze nefaste per realizzare un tipo di società superiore -invidia, risentimento e odio: a) invidia=distruggere cioè che è percepito in modo positivo b) risentimento: nasce dal senso di un’ingiustizia patita o una perdita inflitta c) odio: frustrazione davanti alla percezione che l’umanità dell’altro resiste agli attacchi più degradanti Tipi di criminale: -fanatico: sa ciò che vuole e lo fa -profittatore violento: agisce per un calcolo utilitaristico -aguzzino: agisce per crudeltà -meccanico esecutore di ordini: agisce in base alle pressioni dopo il comando Vittime: -nemici vinti, in misura preventiva per prevenire conflitti futuri -minoranze potenzialmente ostili e in rapida crescita -gruppi sociali particolari strategici nel settore dei commerci Tipologie di genocidi: 1) genocidi indotti da motivi economici e politici (“egemonici”): finalizzati alla distruzione di popolazioni locali al fine di appropriarsi delle loro risorse ambientali 2) genocidi ideologici (“messianici”): promettono la rigenerazione della società dalla corruzione e dall’oppressione. Possono esserci altri tipi (es. genocidi culturali, parziali o totali), ma tutti hanno la caratteristica di percepire le vittime come estranee dall’etnia non dominante e quindi non ammissibili C’è un abuso del termine, un eccesso (“inflazione”) di definizioni e classificazioni. Si parla di genocidio a proposito di manifestazione di violenza che meriterebbero altre definizioni. Ad esempio, l’espressione genocidio è stata estesa anche alle vittime di bombardamenti atomici. Ma i bombardamenti dovrebbero essere definiti crimini contro l’umanità o crisi di guerra, non genocidio. A tali crimini, per alcuni, sarebbe più appropriata l’espressione “urbicidio”. Nei genocidi si trovano 4 modalità di violenza: 1) violenza dello stato, esercitata contro nemici interni ed esterni 2) violenza sacrificale, secondo cui il sacrificio della vittima è finalizzato a scongiurare disgrazie e catastrofi. La vittima non è solo il nemico, ma diventa il capro espiatorio. Il capro espiratorio non è il singolo individuo o un gruppo ristretto, ma un intero popolo 3) violenza bruta, provocata dall’ira e dalla paura 4) violenza religiosa Rapporto tra genocidio e guerra: Quasi sempre il genocidio è il frutto di guerre internazionali e civili. La relazione guerra-genocidio non è necessaria. Ad esempio, la guerra civile di secessione americana non ha causato un genocidio. Bisogna però ammettere che senza la 1GM molti genocidi del XX sarebbero oggi inimmaginabili. La 2GM è l’esempio, invece, come un genocidio può perfettamente esistere dentro una guerra internazionale. A motivare i persecutori è anche l’esperienza di una sconfitta militare. La violenza si scaglia contro i più deboli perché considerati responsabili di questa sconfitta. Snyder, per esempio, sostiene che lo sterminio degli ebrei è la conseguenza della mancata vittoria sull’URSS. Ragioni del perché la guerra favorisce l’esecuzione del genocidio: 1) la guerra crea le condizioni necessarie per la messa in atto del genocidio 2) le unità, sotto il peso dello sforzo bellico e di una minaccia esistenziale sentita, sono molto più motivate 3) la guerra facilità sul piano morale la disumanizzazione delle vittime 4) la guerra genera la disposizione all’obbedienza incondizionata 5) la guerra rende più facili le attuazioni di misure di isolamento e discriminazione (ghettizzazione) Pandemie genocidarie: fenomeno che producono una grande massa di profughi in seguito a processi di dissoluzione di imperi e formazioni di Stati. Le pandemie si sono diffuse in diverse aree del mondo: -Impero ottomano, nella sua fase di dissoluzione. Esempio principale: genocidio degli armeni (1915), vincitori per i Giovani Turchi un ostacolo alla realizzazione dell’omogeneità nazionale. Massacri di Smirne: in Turchia massacrati migliaia di civili greci -Impero zarista: da secoli conosce una tradizioni di deportazioni e pogroms, processi che si radicalizzano con la 1GM e vengono incrementati con la furia della 2GM. -Terzo Reich hitleriano, durante la sua costruzione: le prime deportazioni degli ebrei si hanno nel 1938, nell’anno successivo la minaccia del loro annientamento fisico divento esplicito nei discorsi di Hitler. -Asia: Cina e Asia sud-orientale. Esempi: Cambogia e Vietnam che, dall’inizio della guerra Indocina nel 1945 ha attraversato 6 periodi di guerra per 43 anni. -Africa equatoriale: qui è l’eredità delle violenze coloniali ad aver generato assuefazioni alla violenza. Esempi: genocidio del Darfur in Sudan e in Burundi (con 80k hutu uccisi) e in Ruanda (con 20k tutsi morti a inizio anni ‘90) -Medio Oriente. Esempio: con la nascita dello Stato di Israele ha inizio in Palestina una vera e propria pulizia etnica. Il processo del genocidio non è statico, ma dinamico: evolve, cambia e conosce un’escalation. L’escalation passa le fasi di discriminazione, espulsione, segregazione e sterminio (in particolare si individuano tappe specifiche: classificazione, vittimizzazione, identificazione, preparazione, controllo totale, atrocità, eliminazione su ampia scala, sterminio parziale e sterminio totale). Questa logica è seguita: -nella shoah: si parte dalle discriminazioni razziali, alla notte dei cristalli, alle azioni delle SS, fino alle camere a gas -durante lo stalinismo: si parte dalla collettivizzazione forzata, alla grande carestia, alla grande purga fino alle pulizie etniche -nella Cina Maoista: dalla fondazione delle Repubblica popolare Cinese, al Grande balzo in avanti alla rivoluzione culturale Genocidio e democidio: GENOCIDIO (razziale): -mira alla distruzione integrale di un gruppo etnico percepito come ostile -% di persone uccise rispetto al gruppo: 70% -nazismo: considerarti il regime genocidario per eccellenza (con il suoi 20mln di morti) DEMOCIDIO (di classe): -punta all’ annientamento integrale di un gruppo particolare interno al proprio collettivo di apparenza -% di persone uccise rispetto al gruppo: 100% -stalinista (25mln di morti) -maoista (58mln di morti)-> caso di sistema di annientamento di umani attraverso il lavoro senza che per questo fosse necessaria l’edificazione di campi di concentramento -cambogiano: chi è stato accusato di vivere in città o di aver esercitato professioni intellettuali costretti a lavorare fino allo sfinimento (imputati al regime khmer rossi 2mln di morti) -> particolarità: non si è fatto ricorso ai campi dì concentramento perché l’intero paese fu trasformato dai khrmer rossi in un gigantesco campo di sterminio Democidio indiretto (“sterminio per fame”): -Holodomor di Stalin in Ucraina (800k vittime per fame) -Grande balzo in avanti cinese (14mln morti di fame -> più devastaste carestia politicamente indotta della storia Sparizioni forzate (tipiche dei democidi): far scomparire gli avversari senza lasciar tracce: far scomparire gli avversari senza lasciar tracce. Per in nazisti e sovietici era solo una pratica fra le altre, diventa lo strumento di repressione principale nella: dittatura franchista e America Latina della Guerra Fredda •Affinità tra i regimi nazista e stalinista: .primato del collettivo sull’individuo .liceità di qualsiasi strumento per il perseguimento del fine .rivolta contro i sistemi normativi vigenti .stessi strumenti usati per conferire continuità ed efficienza alle pratiche eliminazioniste .ossessione di un processo di annientamento, assenza di necessità economiche La Shoah è stati un genocidio particolare ed eccezionale, unico nel suo genere, con caratteristiche senza precedenti è mai ripetute, assumendo un carattere simbolico di valenza universale. Elemento della sua eccezionalità (nb: non è nel numero delle vittime, seppur sempre esorbitante): 1) motivazione ideologica dei carnefici -> puro razzismo: la vittima è un popolo che non può essere accusato di insubordinazione, complotti o tradimenti, gli ebrei erano patrioti tedeschi. Essi sono stati vittima per quel che erano, non per quello che facevano, in quanto presente una gerarchia dell’umanità per cui erano considerati inferiori ad opera del darwinismo sociale secondo cui nacque l’ipotesi che le razze umane sono in competizione tra loro e la più forte ha il dovere di dominare e addirittura sottomettere quelle inferiori. In questa prospettiva l’eliminazione degli ebrei è vista come una misura necessaria 2) natura totale del programma genocidario -> ogni individuo con anche 4 gradi di ascendenza ebraica era condannato a morte 3) carattere globale della sua estensione -> la Shoah è l’unico genocidio commesso fuori dai confini nazionali =-> le persecuzioni degli ebrei non furono circoscritte solo alla Germania, ma si estese a tutta l’Europa sotto il controllo tedesco 4) sistematicità con la quale i campi dì concentramento e sterminio furono organizzati dalle istituzioni statati come industrie di morte 5) lunga durata di incubazione del progetto eliminazionista 6) il processo di elaborazione dopo l’accaduto ha provocato la presa di coscienza dell’enormità del crimine causando una rivoluzione nel modo di atteggiarsi nei confronti dei crimini del passato (nb: la regola per i genocidi che si sono susseguiti nella storia è la rimozione dei fatti da parte degli esecutori e delle vittime) 7) primato delle considerazioni ideologiche razziali che negli altri genocidi assumeva un ruolo secondario (es.: sterminio della popolazione caraibica, degli indios messicani e peruviani da parte degli spagnoli -> prendere il loro oro e ricchezze naturali, genocidio degli armeni -> espansione politico-territoriale turca, genocidio in Ruanda -> volontà degli hutu di appropriarsi del potere dei tutsi, eccidi in Cambogia -> i khmer rossi provvidero ad eliminare tutti i potenziali centri di opposizione e resistenza). Genocidi oggi: Nell’età “della democrazia e dei diritti umani” il genocidio non scompare, diventa solo un fenomeno più difficile da riconoscere perché si mettono in atto strategie di invisibilizzazione: i genocidari dosano e diluiscono nel tempo la violenza in modo da non raggiungere la soglia dell’allerta internazionale. Tra fine XX secolo e inizio XXI i genocidi non hanno solo interessato regioni investite dai travagli della colonizzazione, ma anche paesi europei e aree limitrofe su luoghi in cui si era consumato solo 50 anni prima in più efferato genocidio del ‘900. Nel proliferare di focolai di pulizia etnica il mondo contemporaneo sta assumendo una duplice tendenza: 1) rafforzarsi del messo tra fondamentalismo e pratiche genocidarie 2) crescita del ruolo delle organizzazione criminali nella messa in atto di queste pratiche Genocidio in Ruanda: Nessun genocidio contemporaneo si approssima di più al genocidio totale quanto quello ruandese Caratteristiche: -partecipazione della maggioranza hutu al massacro dell’etnia antagonista -vicinanza tra vittime e carnefici: il genocidio arrivava all’interno delle stesse famiglie per timore delle conseguenze negative della disobbedienza -entità del supporto ricevuto da parte delle grandi potenze -primo caso in cui il capo di Stato ammette di aver pianificato e ordinato l’esecuzione del genocidio. Genocidio degli apolidi: I popoli, di fronte di pretese di dominio fatte valere su di essi, scelgono di migrare. Il mondo contemporaneo sta conoscendo in misura crescente il fenomeno della migrazione individuale di massa, per questo motivo in questo mondo ai campi di prigionia, concentramento e sterminio si sono sostituiti i campi d’internamento riservati ai civili apolitici (=senza cittadinanza). Tali campi servono per proteggere gli internati, non la società dagli internati è anche se le canzoni di i vita nei campi risultano ai limiti del degradante, sono sempre preferibili alla morte quotidiana rischiata nei territori in cui imperversano guerre civili e pulizie etniche. Vi è però anche un’altra faccia della medaglia: nelle aree di pandemia genocidaria i campi profughi tendono a diventare luoghi di raccolta di genocidario e di reclutato di terroristici; in questi luoghi accanto alle vittime proliferano gli infiltrati e la struttura dei campi favorisce questi sviluppi. NB: l’ISIS può essere considerati il primo Stato degli apolidi Terrorismo genocidario: Il terrorismo può sviluppare una vocazione genocidaria =-> il terrorismo presenta caratteri che lo avvicinano al comportamento dei genocidari (eccesso di aggressività, percezione distorta della realtà, incapacità di mettere in discussione il proprio sistema di valori, sopravvalutazione di sè fino al delirio di grandezza). Caratteristiche del terrorismo genocidario: -il terrorista compie azioni simboliche che sono la rappresentazione di genocidi in miniatura: i morti possono esse pochi, ma enorme è la massa degli spettatori che sono costretti a vedere quindi morti. Le tecnologie di comunicazione rendono universale rivendicazione dell’attentato e la notizia di esso in ogni angolo del globo -si genera nel passaggio da un regime politico totalitario a una macro-organizzazione criminale -include l’azione suicida da parte degli attentatori
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