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L'Impero Arabo-Islamico: Origine, Espansione e Impatto, Appunti di Storia Medievale

La nascita e lo sviluppo dell'impero arabo-islamico, partendo dalla fondazione da parte di maometto nella penisola araba fino all'espansione verso l'egitto, il medio oriente, l'africa e l'europa. Vengono trattati i primi quattro califfi, le dinastie omayyade e abbaside, la religione islamica e i suoi principi, la società araba e i suoi popoli, le cause dell'espansione araba e le relazioni con l'europa.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 28/09/2018

PalmaLombardi
PalmaLombardi 🇮🇹

4.5

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Scarica L'Impero Arabo-Islamico: Origine, Espansione e Impatto e più Appunti in PDF di Storia Medievale solo su Docsity! L'impero arabo-islamico Nel VII secolo nella penisola araba si sviluppò una forza politica legata al nuovo monoteismo predicato dal profeta Maometto, che convertì tutta la popolazione araba. I suoi successori, i primi quattro califfi, estesero le conquiste in Egitto e in medio-oriente. I loro successori, i califfi della dinastia omayyade, continuarono l'opera di conquista (estendendosi ulteriormente ad Est e ad Ovest arrivando in Nord Africa e in Spagna) e fecero di Damasco la loro capitale. La successiva dinastia, quella abbaside, spostò la capitale a Baghdad e rinsaldò l'impero dal punto di vista amministrativo, formando una serie di regni locali autonomi che sopravvissero anche alla caduta dell'impero nel 945 e diedero un grande contributo alla tradizione religiosa, politica e culturale araba. Una parte della penisola araba era detta “arabia felix” per la sua fertilità e ricchezza d'acqua. Questa zona si caratterizzava per un'intensa attività di intermediazione commerciale fra l'India, le regioni mesopotamiche, l'Africa e il Mediterraneo. La strutta politica era di tipo monarchico. Nelle zone desertiche i beduini vivevano di allevamento, di commercio carovaniero e di razzie. Essi si riunivano in tribù capeggiate un membro eletto al loro interno. La religione era di tipo politeista, anche se non mancava l'influenza dell'ebraismo e del cristianesimo. Pratica diffusa era quella del pellegrinaggio in luoghi sacri: il più importante era La Mecca, dove era situata la Ka'ba (un edificio cubico che sarebbe stato costruito da Abramo per custodire la Pietra Nera che l'arcangelo Gabriele avrebbe portato sulla terra). La predicazione di Maometto modificò la realtà araba precedente. Esortato alla predicazione, secondo la leggenda, dall'arcangelo Gabriele, egli inizia a diffondere il messaggio dell'islam (ovvero la totale sottomissione e adorazione ad Allah). La nuova religione si diffonde tra i poveri e gli schiavi ma trova una forte opposizione tra i quraishiti, coloro che gestivano il traffico dei pellegrini a La Mecca. Essi si resero artefici di persecuzioni ai danni dei primi fedeli, che furono costretti all'emigrazione (égira). Maometto si rifugia a Medina, dove continua la sua predicazione e compatta le fila musulmane. L'islam si diffonde anche tra i beduini, le cui razzie danno forza e prestigio al culto musulmano. Nel 630 Maometto e il suo esercito di fedeli conquistano La Mecca e ne fanno la loro città sacra. Alla morte di Maometto tutta la penisola è unita sotto il segno dell'islam. Alla base della nuova religione c'è il Corano, il testo sacro che stabilisce le norme di buona condotta per il rispetto della fede musulmana. Il buon musulmano deve professare la fede, pregare, pagare l’elemosina stabilita per legge, digiunare durante il ramadam, compiere almeno una volta nella vita il pellegrinaggio a La Mecca e promuovere la jihad (ossia sostenere la guerra nei confronti dei nemici dell'islam). Dopo la morte di Maometto, sotto la dinastia degli omayyadi, l'islam si caratterizza per la politica espansionistica. Le cause dell'espansionismo arabo sono da individuare nella debolezza degli imperi circostanti e nella preferenza delle popolazioni assoggettate di un dominio lontano e neutrale. L'impero arabo era anche privo di contrasti interni tra autorità civili e religiose. Dopo aver conquistato gran parte del medio- oriente e dell'Asia centrale gli arabi si spingono oltre lo stretto di Gibilterra e occupano la Spagna. Due sconfitte impedirono all'islam di invadere il mondo cristiano: nel 718 l'imperatore Leone III Isaurico fermò gli arabi alle porte di Costantinopoli e nel 732 il franco Carlo Martello li sconfisse a Poitiers. Gli arabi conquistarono anche la Sicilia, garantendosi una posizione favorevole nel Mediterraneo. Le relazioni fra arabi ed europei non furono soltanto di tipo militare. L'Europa poté beneficiare dell'influenza di una cultura contraddistinta dalla tolleranza (gli arabi non tentavano di convertire le popolazioni dominate, in quanto il Corano proibisce la conversione forzata). La fusione tra culture diverse favorì lo sviluppo di grandi opere architettoniche, artistiche, filosofiche e culturali e aiutò la scienza a progredire in campo medico, astronomico e matematico. Nuove coltivazioni vennero introdotte in Europa e la piccola proprietà contadina si sostituì al latifondo. Nel Mediterraneo gli arabi furono temuti soprattutto per la pirateria. Con il loro definitivo stanziamento sulle coste nordafricane venne meno l’unità mediterranea, come ha sottolineato lo storico Henry Pirenne: una frattura che accelera la ruralizzazione del mondo europeo, che sembra ritirarsi per un periodo lungo dalle sponde del mare dominato per secoli.
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