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l'inferno dantesco.docx, Appunti di Italiano

appunti relativi all'inferno dantesco

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 19/04/2021

luigi_cerchia
luigi_cerchia 🇮🇹

4.3

(3)

7 documenti

1 / 1

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Scarica l'inferno dantesco.docx e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! La Divina Commedia tutta ma in particolare la cantica dell’Inferno nascono da una particolare esigenza, ossia il raccontare una visione cupa e oscura che Dante Alighieri vive in prima persona come cittadino e come uomo politico: è un palcoscenico in cui il potere imperiale, dopo la morte di Federico II, non risulta più garante della vita civile, impegnato in lotte intestine nei feudi germanici che vedono costantemente i possedimenti italici lontani dall’ottica dell’Impero, mentre la Chiesa ha smesso di perseguire il proprio compito spirituale e diventa sempre più assetata di potere terreno e politico. Dante, proprio in virtù di risanare un ordine sociale proprio di un mondo che non esiste più, si fa portatore di una missione morale con un preciso intento: egli diventerà il terzo uomo dopo Enea e san Paolo a viaggiare nell’oltretomba e vivrà in prima persona il percorso di dannazione delle anime dell’Inferno, di purificazione di quelle del Purgatorio e di ascensione di quelle del Paradiso, col fine di rigenerare i magisteri clericali e imperiali e l’umanità tutta indicando la via della salvezza. Noi oggi ci focalizzeremo sull’Inferno. La forma che assume l’Inferno è una cavità che risiede sotto la base della città di Gerusalemme, una cavità causata dalla caduta di Lucifero dal Paradiso. I gironi infernali sono basati su un sistema di peccati che Dante ha costruito in base alla morale a lui contemporanea e all’Etica Nicomachea di Aristotele. I peccatori sono costretti a seguire la cosiddetta legge del contrappasso: la loro punizione è in contrapposizione o analogia verso la loro colpa. Ciò che ne viene fuori è una descrizione cruda e macabra di un luogo dove regnano dolore, terrore e tristezza. Dante racconta di essersi smarrito in un bosco fitto la notte tra il 7 e l’8 aprile 1300, anno del giubileo indetto da Bonifacio VIII. Nel giungere in cima ad un colle, gli compaiono tre animali feroci (una lonza, un leone e una lupa) e, mentre fugge via dalle bestie, si imbatte nell’ombra di Virgilio che, una volta comunicatogli che quel viaggio è voluto dal Cielo, si offre come sua guida. Oltrepassata la porta dell’Inferno, si ritrovano nel vestibolo dove ci sono gli ignavi, ossia coloro che in vita evitarono sempre di assumersi le proprie responsabilità e pertanto sono costretti a correre pungolati da mosconi e vespe. Superato il vestibolo, Dante e Virgilio guadano l’Acheronte con il demone Caronte, il traghettatore delle anime verso i cerchi. Qui Dante sviene e una volta svegliatosi si ritrova nel primo cerchio infernale: il Limbo, luogo dove si trovano coloro i quali hanno come unico peccato il non essersi mai battezzati. Il secondo cerchio è “governato” all’entrata da Minosse, un demone dirottatore di anime; qui inoltre sono puniti i lussuriosi, travolti da un incessante vortice di vento.
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