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L’Inghilterra elisabettiana, Appunti di Storia Culturale dell'Europa

Appunti su 'L’Inghilterra elisabettiana' del corso 'STORIA, cultura e civiltà d'EUROPA'.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 12/11/2023

mrsrncgr
mrsrncgr 🇮🇹

4

(1)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica L’Inghilterra elisabettiana e più Appunti in PDF di Storia Culturale dell'Europa solo su Docsity! L’Inghilterra elisabettiana Nell’analisi del regno di Elisabetta ci soermiamo su due aspetti: aspetto religioso e politica estera, dimensione geopolitica. Per l’aspetto religioso dobbiamo fare un passo indietro. Europa nel ‘500 frantumata dalla riforma protestante. L’Inghilterra è passata al protestantesimo non attraverso una conversione spontanea dei sudditi, ma con un’azione di vertice > il sovrano Enrico VIII Tudor, desiderano impadronirsi delle ricchezze della chiesa cattolica dell’epoca, decise di passare alla fede protestante prendendo a pretesto un conitto che si era generato con la curia romana provocato dal fatto che, poiché Enrico VIII voleva un erede maschio eCaterina d’Aragona era vecchia e non poteva dare più gli, voleva sposare una donna di corte,Anna Bolena, ma il papa non voleva dare la dispensa per questo matrimonio perché Caterina d'Aragona era zia di Carlo V, che era allora il monarca più potente d'Europa e quindi una concessione di questo tipo a Enrico VIII, avrebbe certamente indispettito Carlo V. Si arrivò a un gesto di rottura: nel 1534, Enrico VIII emise l’act of supremacy con cui si autoproclamò capo supremo della neonata chiesa di Inghilterra costituendo di fatto una sorta di cesaropapismo inedito per la cultura europea > un monarca che è al tempo stesso la massima autorità religiosa. L’atto di supremazia non era esente da ambiguità: denendo il sovrano non più supreme head, ma semplicemente supreme governor (cioè una specie di amministratore delegato) della Chiesa, autorizzava i Lords a pensare che capo supremo fosse ancora il papa. Questo non comportava inizialmente nessuna deviazione dottrinale, tanto che è stato denito uno scisma senza eresia, non riconosceva il papa ma non violava il dogma > Enrico VIII solo supreme head. Enrico VIII era il padre di Elizabeth I Tudor. Enrico muore nel 1547, poi si succedono una serie di monarchi che cambiano un po’ le carte in tavola. Il glio Edoardo VI, un bambino che aveva delle convinzioni fortemente calviniste. Sotto il suo regno, l’Inghilterra diventa un paese più protestante, è qui che lo scisma diventa anche un’eresia. Alla sua morte, ascende al tronoMary Tudor (BloodyMary). Lei era genuinamente cattolica e sotto il suo regno l’Inghilterra torna ad essere cattolica. L’act of supremacy viene abolito. Con la sua morte e l’ascesa al trono di Elizabeth I Tudor, si ha un nuovo rimescolamento di carte. Regna dal 1558 al 1603. Sotto il prolo della politica religiosa, la sistemazione elisabettiana prende corpo in due documenti: l’act of supremacy e l’act of uniformity. L’act of supremacy riporta in vigore l’omonimo act di Enrico VIII con alcune modiche. Se Enrico VIII si era denito supreme head, Elisabetta si denisce supreme governor > l’Inghilterra a quell’epoca era un paese molto diviso dal punto di vista religioso, c’erano contee settentrionali molto cattolici e zone più aperte che erano protestanti. Elisabetta prende atto di questo e dice che è semplicemente il governatore della chiesa, poi il capo supremo può essere anche qualcun altro (tipo il papa). La camera dei lord > modello bicamerale: house of commons (borghesia, gentry, maggioranza protestante) + house of lords (conservatori, cattolici). Nel 1559 viene emesso un secondo provvedimento: act of uniformity > prevedeva l’obbligo per ogni ministro di culto di usare per le cerimonie religiose un manuale liturgico (il prayer book del 1552) in cui era stata introdotta una formula per la consacrazione delle particole sull’altare che era davvero ambigua concettualmente. (rif. Dogma transustanziazione su cui si basa la religione cattolica > la sostanza del pane e del vino che si trasforma. Il protestantesimo, soprattutto calvinista, aveva dato un signicato solo simbolico alla consacrazione, era qualcosa che si compiva solo per ricordare il sacricio di Cristo). La formula che viene introdotta nel prayer book era davvero molto ambigua: in sostanza, se ci vuoi credere ci credi, se no va bene lo stesso > non nega esplicitamente la transustanziazione e quindi era accettata anche dagli estremisti. Nel 1563 furono approvati i 39 articoli, base dottrinale della chiesa di Inghilterra che, a partire dal 1571, tutti gli ecclesiastici dovettero sottoscrivere. Il loro scopo era quello di preservare l’ordine dogmatico della chiesa anglicana e di esercitare un’azione unicatrice su liturgia e canoni. Nella sua estrema povertà dogmatica e dottrinale, il documento si presentava come una via di mezzo fra le posizioni cattoliche da un lato e quelle calviniste e puritane dall’altro. Elisabetta sollecita l’emanazione di questo documento, estremamente povero, accogliendo alcuni dogmi della chiesa luterana, si introducono alcune novità come la lingua inglese nella liturgia, ilmatrimonio per i preti, i sacramenti riconosciuti sono 2 > questa è un po' la dottrina anglicana > lo scopo era quello di preservare l’ordine dogmatico della chiesa anglicana e fare un’azione unicatrice tra liturgia e canoni, una via di mezzo tra posizioni cattoliche e protestanti. Dal punto di vista dell’organizzazione territoriale, la chiesa inglese risultava formata da due province o arcidiocesi: quella diCanterbury, che copriva le contee centro-meridionali (e no al 1920 il Galles) e quella di York, meno ampia e popolata, che comprendeva le restanti contee, entrambe sotto un arcivescovo. Ciascuna provincia era divisa in diocesi, sottoposte ad un vescovo (bishop), queste in arcidiaconati e quindi in parrocchie (pariches). L’organizzazione territoriale era la medesima di quella cattolica. Anche alcuni abusi della chiesa cattolica furono replicati. Nel frattempo, nel paese si diuse una disaezione verso i sentimenti religiosi e anche un po' un decadimento del culto. Declinarono anche le oerte alla chiesa anglicana. L’atteggiamento di Elisabetta verso i cattolici conobbe un progressivo irrigidimento, passando da una relativa tolleranza ad una vera e propria persecuzione. Nel 1563 fu approvata una legge che dichiarava reato di alto tradimento il riuto di prestare il giuramento di supremazia. Nel decennio successivo, la bolla di scomunica di Pio V contro Elisabetta (1570) creò un clima favorevole al diondersi di sentimenti anticattolici che sconnavano in vera e propria intolleranza. Anche da parte della chiesa di Roma, che no a quel momento era causa nei confronti di Elisabetta, arriva un documento di scomunica uciale. Questo crea in Inghilterra un sentimento di odio verso la chiesa cattolica. Da quel momento in poi Elisabeth assunse un comportamento repressivo forte, fu emessa persino negli anni ‘90 la legge delle 5 miglia con cui si stabiliva che tutti i cattolici maggiorenni non potevano allontanarsi dalla propria dimora di più di 5 miglia. Nonostante ciò, la sovrana ancora oggi gode di fama di essere tollerante (al contrario di Mary Tudor). In politica estera, Elisabetta si trovò coinvolta su più fronti. Riessi politici e religiosi di un certo rilievo ebbero le vicende della Scozia, che ancora conservava la sua indipendenza sotto la dinastia degli Stuart. Qui la riforma era penetrata ad opera di John Knox, seguace di Calvino, la cui predicazione spinse la nobiltà scozzese alla rivolta contro la cattolica casa regnante (1599) e contro la chiesa. In Scozia il paese era calvinista mentre il potere regnante era cattolico. Quindi Elisabetta appoggia delle ribellioni che nella Scozia mirano a spodestare gli Stuart, e la reginaMary Stuart. C’era ostilità verso questa Mary perché erano cugine e poteva rivendicare il trono di Inghilterra perché era la prossima in linea di successione. In meridione, c’era il problema della Francia in cui c’erano le guerre di religione. Elisabetta appoggiava gli ugonotti dal punto di vista nanziario e militare. Le relazioni con la Spagna > esisteva una relazione di conte di Essex, Robert > quando arriva in loco cerca contatti con rivoltosi per instaurare un potere personale. Tornato a Londra nel 1999 viene fatto arrestare. Dopo questa ribellione, Elizabeth muore nel 1603. Un ritratto postumo relativo all’ultima stagione del suo regno, la ragura anziana e meditabonda, troppo stanca per sopportare il peso della corona, che le viene sollevata dal capo da due cherubini. Ai lati, compaiono gure allegoriche: a destra il tempo, a sinistra la morte. In realtà la sua ritrattistica era stata molto diversa, più propagandistica anche. L’Armada Portrait, di autore anonimo, è più simile a un’icona che ad un’opera rinascimentale. Oltre alla disfatta dell’Armada a opera di Dio (sullo sfondo), essa riposta i simboli dell’incontrastato dominio inglese sui mari (il mappamondo) e della dignità regale (la corona). NellaDitchely portrait di Marcus Gheeraerts il Giovane assistiamo ad una vera e propria divinizzazione della regina. Essa domina la natura, allontana le tempeste, porta il bel tempo, possiede l’Inghilterra. Porta come orecchino la sfera armillare, segno di dominio sul cosmo. Il Pelica Portait di Nicholas Hiliard è così chiamato per via del pendente al collo della regina, che ragura un pellicano. Quell’animale simboleggiava sacricio disinteressato, perché negli antichi bestiari era attribuito al volatile il costume di squarciarsi il petto per nutrire i gli quando c’erano tempi di carestia (icona implicita religiosa di cristo che si sacrica) > trasferisce attitudine cristologica alla regina. Sulla stessa falsariga, il Phoenix Portrait, dello stesso autore, in cui la fenice sostituisce il pellicano come pendente: l’immortalità si sostituisce alla capacità di sacricio, rendendo ancora più esplicita la similitudine con il redentore (chiave cristologia: Gesù muore ma vive dopo la morte). Nel Sieve Portrait di Quentin Metsys il Giovane, la colonna accanto alla regina illustra la storia di Didone ed Enea, il quale (come la regina) ha sacricato l’amore e il matrimonio per una causa più grande (viene inteso il senso di sacricio di Enea, e la rinuncia della regina ai piaceri della vita matrimoniale è vista come dedizione alla nazione). Il setaccio, da un lato, esprimeva la capacità di distinguere il bene dal male, dall’altro era un’allusione alla leggenda di Tuccia, la vestale romana che per dimostrare la sua purezza portò un setaccio pieno d’acqua senza versarne neppure una goccia. NelRainbow Portait di Marcus Gheeraerts, identicandosi con Iride (che rappresenta la pace, la quiete) e con il suo ruolo di messaggera della divinità. Elizabeth tiene in mano un arcobaleno, che è tradizionale simbolo di pace. Il particolare più degno di nota è senz’altro il mantello di cui la regina è avvolta, sul quale sono riportati innumerevoli occhi, orecchie e bocche (la protezione dei servizi segreti avvolge la regina come un manto, e per i traditori non ci sarà scampo). Dal punto di vista letterario, ricordiamoThe Fairy Queen, un’allegoria in cui si pensa che Londra sia stata fondata dai Troiani e da Costantino il Grande (colui che rese liberi i cristiani) discende Elizabeth > leggende che hanno un preciso messaggio ideologico: la regina Elizabeth è detentrice di un potere legittimo perché deriva dall’antica Roma e da Costantino che ha legittimano il cristianesimo e la chiesa inglese di cui Elizabeth è il capo è l’autentica chiesa, fondata da Giuseppe di Arimatea, il più sacro custode delle tradizioni cristiane contrapposte alla Chiesa di Roma, fondata da Pietro, il cui discendente è il Papa di Roma.
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