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L'Inghilterra vittoriana: un periodo di crescita economica, sviluppo sociale e stabilità, Appunti di Storia

L'epoca vittoriana in Inghilterra fu caratterizzata da crescita economica, sviluppo sociale e stabilità politica sotto il regno di Vittoria. Tuttavia, la prosperità nascose anche disuguaglianza economica e sociale, sfruttamento dei lavoratori e oppressioni politiche e culturali.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 21/09/2023

Zaki1991
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Scarica L'Inghilterra vittoriana: un periodo di crescita economica, sviluppo sociale e stabilità e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L'Inghilterra vittoriana: un periodo di crescita economica, sviluppo sociale e stabilità politica sotto il regno di Vittoria Nell'ammirevole periodo vittoriano, che si estese dal 1837 al 1901, l'Inghilterra ebbe modo di sperimentare una rilevante crescita economica e un significativo sviluppo sociale. La dinamicità dell'astuta macchina industriale britannica e la centrale collocazione della City nel panorama finanziario internazionale assicurarono alla nazione una posizione di prim'ordine nel contesto della leadership mondiale. Tuttavia, a costituire la base di tale successo fu soprattutto la stabilità politica e istituzionale. Sono proprio tali fattori che ne attestarono l'ineguagliabile fondamento. Tale stabilità era garantita dal dialettico e incessante confronto dei due schieramenti politici principali, ovvero i liberali e i conservatori, guidati, in quei momenti temporali, rispettivamente da due figure emblematiche: Gladstone e Disraeli. Il governo dei liberali, sotto il loro magistero leggiadro, introdusse riforme d'importanza inestimabile. Tra queste, risaltò la riforma del sistema educativo che, con maestria, condusse l'educazione elementare verso l'obbligatorietà. Una successiva riforma interessò il suffragio elettorale che, pur se confinato a un risicato 9% della popolazione maschile, venne comunque ampliato. Nel 1886, gli avvincenti conservatori recuperarono i pattini governativi e si dedicarono con assiduità al rinsaldamento dell'impero coloniale britannico, il quale ostentava a diritto la più vasta estensione territoriale in tutto l'orbe terraqueo. Questa politica imperialistica, tuttavia, trascurò le risolute iniziative di natura sociale, generando così un aumento dell'inquietudine all'interno di ampie fasce della popolazione. La brama delle masse lavoratrici di costituire organizzazioni idonee per tutelare i propri diritti, nel 1868, portò alla fondazione del Congresso sindacale del commercio, una coalizione di sindacati che contribuì alla diffusione delle dottrine socialistico-propugnanti e prefigurò la nascita del Partito laburista, il primo partito socialista di Sua Maestà, nel lontano 1906. L'ineffabile trionfo dei liberals alle elezioni del 1906 accrebbe l'avvio di una fase inedita di riforme sociali. Tra queste, degne di nota furono la riduzione dell'orario lavorativo a otto ore, l'istituzione di un'indennità per i disoccupati, l'estensione della pensione di vecchiaia anche a coloro che non avevano versato un tributo e l'agevolazione gratuita di controlli medici per tutti i pueri dell'impero. In conclusione, l'ampio arco di tempo dell'epoca vittoriana si encomiò di un rilevante ampliamento economico, di uno sviluppo sociale profondamente radicato e di una stabilità politica garantita dal confronto tra i due partiti principali. L'epoca stessa giocò un ruolo determinante nell'establishment della società inglese moderna e contribuì a delineare i rapporti dell'Inghilterra con le altre nazioni dell'epoca di dominio coloniale. Nell'era vittoriana, l'Inghilterra si mutò da una società sostanzialmente agricola a una spiccata potenza industriale. L'arduo Onore della Rivoluzione Industriale, che aveva avuto inizio secoli addietro, non smise di progredire e portò in seno considerevoli progressi tecnologici e un aumento incommensurable della produzione. L'ingegnere che incanta le glorie del suolo britannico, come il celebre Isambard Kingdom Brunel, disfogò audaci creazioni come ponti, tunnel e ferrovie, modificando profondamente la geografia della nazione e fornendo un miglioramento tangibile al sistema di trasporti. Radiosi ancor più gli splendori delle scoperte scientifiche e mediche, quali quelle di Charles Darwin sull'evoluzione e di Joseph Lister sull'antisepsi, promossero un notevole approssimarsi della saggezza umana e un miglioramento tangibile delle condizioni di vita e di salute della popolazione. L'epoca vittoriana si concretizzò altresì in un encomiabile ardore morale e in un'importante ondata di riforme sociali. I movimenti per l'emancipazione femminile, quali il movimento delle suffragette, pureggianti una definita estensione dei diritti politici alle donne. L'egregio sforzo per l'abolizione della schiavitù continuò a mietere successi e condusse infine all'annullamento totale della schiavitù all'interno dell'Impero britannico, nel lontano 1833. Furono emanate normative destinate alla tutela dei lavoratori, quali le Leggi sulle Fabbriche del 1833 e del 1844, coprendo regole e migliori condizioni di impiego per i giovani e gli operanti. Non va taciuto che l'era vittoriana fu imporporata di imponenti rasoiate di ordine e di una predeterminante moralità pubblica. Tale dinamismo era ben riflesso nella cultura del tempo, caratterizzata da saldi valori conservatori e da un'enfatizzazione improrogabile sulle doti di buon costume e sul fedele rispetto delle regole sociali. La religione rivestiva un importante ruolo nella vita delle persone e la Chiesa anglicana costituiva a tutti gli effetti la chiesa di stato. Eppure, tanta ostentata stabilità e prosperità celava anche profonde criticità e contraddizioni sociali. L'epoca vittoriana, infatti, vide anche un'ampia disuguaglianza economica e sociale tra le diverse classi sociali. Mentre la classe borghese e aristocratica godeva di una crescente prosperità economica, la classe operaia rimaneva per lo più relegata in condizioni di estrema povertà e sfruttamento. Le fabbriche vittoriane, pur essendo al centro della rivoluzione industriale, erano spesso luoghi insalubri e pericolosi per i lavoratori, che spesso erano costretti a lavorare in condizioni disumane per lunghi orari senza alcun diritto o protezione sociale. Inoltre, l'Impero britannico, sebbene fosse motivo di orgoglio nazionale e contribuisse al prestigio e all'influenza del Regno Unito nel mondo, fu ingiusto e spietato nel suo espansionismo. Gli inglesi sfruttarono le risorse delle colonie e opprimerono le popolazioni indigene, portando a devastanti conseguenze culturali ed economiche. In particolare, la Grande Carestia in Irlanda nel 1845-1852, che causò la morte di un milione di persone e l'emigrazione di altri due milioni, fu un tragico esempio delle ingiustizie dell'imperialismo britannico. Infine, va sottolineato come l'epoca vittoriana fosse anche caratterizzata da una netta repressione di movimenti e idee considerate scomode o pericolose per lo status quo. L'assolutismo dell'epoca portò all'oppressione di movimenti sindacali e socialisti, nonché alla censura di opere letterarie e artistiche considerate immorali o sovversive. L'epoca vittoriana, quindi, fu un periodo di profonde contraddizioni in cui la stabilità politica e sociale andava di pari passo con un'ampia disuguaglianza economica e sociale, nonché con la soppressione di movimenti e idee considerate pericolose. La reputazione di prosperità e
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