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La figura del nuovo imprenditore: da yuppie a arte personale, Sintesi del corso di Scienze Della Comunicazione

Sistemi di informazione e tecnologie dell'informazioneMarketingInnovazione e creativitàFinanza d'ImpresaImprese e Management

Il concetto di 'yuppie' e l'evoluzione dell'imprenditore moderno, che richiede equilibrio intellettuale e emotivo nell'affare-impresa. L'autore discute sulla necessità di trovare forme di equilibrio nell'universo dell'impresa, che va dal settore culturale al mondo commerciale transestetico. Egli offre consigli per il cercatore d'impresa, come non fidarsi dei nostri desideri e identificare nuove linee di spinta. Viene inoltre introdotto il concetto di 'artefice dell'impresa' e la necessità di superare le tradizionali divisioni del lavoro.

Cosa imparerai

  • Quali sono le priorità per acquisire una visione nuova e condivisa?
  • Quali sono le cause di perdita di tempo sul lavoro?
  • Quali sono le pratiche eccellenti utilizzate dalle imprese in cerca di conoscenza e competenze?
  • Quali sono le caratteristiche del nuovo imprenditore yuppie?
  • Quali sono le caratteristiche del Business Process Re-engineering?

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 19/05/2018

Julie7
Julie7 🇮🇹

3.5

(10)

9 documenti

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Scarica La figura del nuovo imprenditore: da yuppie a arte personale e più Sintesi del corso in PDF di Scienze Della Comunicazione solo su Docsity! L’Io-Impresa Bonani Nei giorni d’oggi vi è una fuga generale dal lavoro. Il fenomeno dell’inoccupabilità cronica di molti soggetti, determinata o da famiglie che sostengono i giovani economicamente e/o emotivamente, dal sistema del welfare che garantisce il salario minimo, si verifica sempre più spesso. La fuga dal lavoro, sostenuta dalla filosofia edonistica che è il filo conduttore dell’economia capitalistica di oggi, viene accompagnata dalla diffusione di beni di allucinazione che sollecitano l’immaginazione riguardo mondi alternativi. In quest’epoca di consumismo, ognuno si adatta per presentare l’immagine più approvata, più vendibile di sé. Nasce così la figura di “yuppie”, il nuovo carrierista, che non accetta più i ritmi dell’apprendimento e dell’avanzamento di carriera interni all’impresa, riconosce il valore al risultato intelligente richiedendo compensi speciali per prestazioni speciali. Questa figura non solo ha portato alla maggior innovazione e dinamicità delle aziende, ma anche al superamento del significato del successo economica aziendale come fenomeno puramente monetario. Così siamo nell’epoca dell’egonomia, l’economia in cui l’ego è il protagonista. Per un’impresa l’ego squilibrato è una minaccia perché conduce a decisioni senza fondamento e spesso senza possibilità di ritorno. L’atteggiamento giusto con cui entrare nel campo dell’impresa è marcato dalla necessità di cercare e trovare giuste forme di equilibrio. Le grandi virtù dell’equilibrio secondo Marcum e Smith sono: umiltà, curiosità e precisione. IL CAMPO DELLA VITA PRODUTTIVA La psicanalisi ha messo in evidenza che il campo di sviluppo della persona non può evitare di prendere le mosse da un ambiente liquido e vitale originario: il grembo materno, “l’essere gettati nel mondo “, il dovere di esistere, secondo Freud, l’individuo fin dalla prima infanzia procede alla strutturazione del sé, che si trasforme sempre più in una prigione di sentimenti, fonte inevitabile di nevrosi ed alienazione. L’individuo affronta il campo dell’esistenza come un complesso di immagini e stimoli indistinti che vengono trasformati in simboli. Il fenomeno del consolidamento del sapere e della nascita del pensiero razionale è comunemente definito processo di apprendimento. La persona tende verso la razionalità, ma è solo un obbiettivo, mai una conquista definitiva, perché la ragione tende ad eliminare la parte importante dell’esperienza umana che è quella delle contraddizioni non razionali ed emozionali. La società ha creato l’educazione e eretto le scuole affinché i comportamenti degli individui fossero sempre comprensibili, regolabili e mai troppo imprevedibili. Il tragitto di Sviluppo. Levin ha esplorato il significato del campo psicologico, inteso come luogo dove confluiscono “le relazioni dirette fra lo stato momentaneo della persona e la struttura del suo ambiente psicologico. La consistenza e la continuità del campo psicologico dipende dalla capacità di interpretazione che l’individuo è in grado di esprimere in rapporto alle dinamiche del territorio in cui si muove. Levin ha coniato l’espressione “regioni della mente”, fra loro in relazione, che consentono o inibiscano l’attività. La psiche umana può essere letta e decifrata in termini topologici. Decisivi sono i livelli di interesse, aspirazione e consistenza che l’individuo sa manifestare per conseguire il cosiddetto successo nell’azione. Il fattore continuità è un elemento decisivo, poiché la ripetizione dell’azione significativa consolida ciò che si definisce abilità o competenza operativa. IL problema del tempo. Il movimento della persone nel campo vitale è scandito da passaggi temporali. La persona tende ad avere paura del tempo e del suo fluire inesorabile, proprio perché le sono assegnate della scadenze con risultati obbligati. Il tempo fa risaltare, soprattutto nello spazio psicologico dell’adulto, il significato adulto dell’attività umana. Il tempo monetizzato diventa il simbolo di efficienza dei compiti imprenditoriali e aziendali. Nevrosi e prestazione personale. La persona talvolta si autodeprime, fa confusione e non è in grado di capire come portare al limite più elevato le proprie abilità di intelligenza, realizzazione e controllo emotivo. Nel momento della rinuncia, scatta il meccanismo di difesa anticipatamente che potrebbe essere evitato o mitigato se solo l’individuo accettasse di non dover inseguire le “prestazioni da record” ogni volta. Il più importante meccanismo positivo di difesa che la persona dovrebbe usare nel campo dello sviluppo è l’accettazione della sfida. Il corpo a corpo con la realtà favorisce l’esaltazione energetica e allontana l’avvento della nevrosi. Per anticipare l’evento nevrotico il campo va affrontato ogni giorno formulando il giusto livello di motivazione (non esagerare quando non ve ne è bisogno) Un lieve stato di nevrosi non può essere evitato da nessun essere umano. IMPRESA COME DESIDERIO E INIZIATIVA PERSONALE. Il campo transestetico. Intanto sono cambiate le logiche di produzione. Il senso e la ricerca del “nuovo” si installa nel cuore della parola “prodotto” e da questo percorre tutta la parabola – dall’offerta al pubblico e alla creazione dell’immagine – con cui il mercato viene a contatto del prodotto che incorpora la novità. E il mondo di produzione estetica del capitalismo di iperconsumo. Ogni prodotto è sempre più denso di elementi impalpabili che non solo ne aumentato e garantiscono la consistenza tecnica, ma ne aiutano, facilitano e rendono più gustoso l’uso. Nell’universo dell’impresa aumentata, quello che conta è riuscire a prendere parte del processo di valorizzazione del capitale intellettuale dell’impresa; far sviluppare alle new-entry capacità di prestazione unica, individuale e creativa. Dentro questo contenitore mondiale (transestetico), l’archetipo occidentale dell’iniziativa imprenditoriale non trova più spazio, la concezione ottocentesca dell’imprenditore viene messa in crisi: si passa dal capitalista con la disponibilità di fondi da investire alla finanza che è alla continua ricerca di idee per consolidare i propri investimenti. Impresa come arte personale (e lezione anglosassone) Secondo la società transestetica “l’impresa sei tu”. Sei tu l’artista/artigiano che può mettere in campo l’iniziativa imprenditoriale. L’ottimizzazione delle risorse produttive e il risultato commerciale finale possono essere generati e controllati solo da chi ha l’idea vincente. Ma prima di tutto bisogna capire in profondità il significato del termine “impresa”. Gli anglosassoni hanno almeno 7 diversi termini per tradurre la parola: -Firm- è l’impresa ditta, società costituita in termini giuridici per conseguire un risultato di produzione, commercializzazione e profitto. Ma la –ditta- può essere definita “concern”, che si riferisce ad un coinvolgimento intellettuale ed emotivo nell’affare-impresa. –Paying concern- è una ditta che ripaga, con successo; Going concern è un business che corre bene e che fa affari. – Enterprise- è la parola più nota ed usata per citare l’iniziativa economica e non. Suona come parola composta: entrare, penetrare nella prima parte, premio o bottino nella seconda. - Undertaking- dipinge il gesto imprenditoriale del “mettere su” l’impresa: si parte da sotto, dalle fondamenta, per poi afferrare(take) qualcosa. Ogni impresa è basata sul rischio; è dunque una -venture, un insieme di azzardo e misura o può essere speculazione. Se poi l’impresa ha un risultato glorioso è un -exploit-. C’è infine –l’impresa-risultato-, quella che conta di più perché arriva al fondo delle aspirazioni da cui è nata: si chiama –achievement-. Desiderare (e sognare) l’impresa. Alla radice del fare c’è sempre una voglia di. Rallentamento o blocco dell’inerzia positiva verso nuove realizzazioni produttive sono giustificati da eccessivi stati di benessere e di appagamento. Al contrario, l’uscita da situazioni di grave minaccia fisica individuale e collettiva, da condizioni disagiate, da sempre luogo ad una più alta propensione all’iniziativa personale. Lo spazio dell’impresa. Lipovetsky e Serroy disegnano l’ambiente del capitalismo artista come un circo in cui sono compresi 4 aree essenziali, interagenti fra loro e ormai completamente osmotiche. Al centro troviamo la tradizionale Industria culturale, intorno le attività e luoghi che diffondono la cultura al grande pubblico, seguite dal mondo dell’arte; e infine troviamo Imprese commerciali transestetiche che attraverso le elaborazioni del design e del marketing immette nei propri prodotti e nei messaggi Il successo di qualsiasi impresa dipende dalla sua attitudine a realizzare gli obiettivi e dalla sua capacità di superare le resistenze, le pressioni e i condizionamenti di un complesso di forze esterne ed interne. Le organizzazioni che possiedono carattere imprenditoriale presentano sempre un approccio proiettato al nuovo e al futuro. Ci vogliono atteggiamenti e regole che producono: • lavoro di gruppo • aspirazione a raggiungere più dell0obiettivo immediato • esperimenti per verificare ciò che è possibile fare innovando • costruzione di capacità di apprendimento e di adattamento • riconoscimento precoce e soluzione dei problemi. Le aziende il cui business è maturo con fatturati modesti, tendono a dare la colpa dell’insuccesso a cause esterne; mentre le aziende innovative pensano di controllare il proprio futuro e ammettono che le difficoltà possono essere il risultato delle loro decisioni (graf. P.56-57). Ma ci sono alcuni bisogni fondamentali che sono comuni a entrambe imprenditorialità: • metodi per identificare opportunità • formulare strategie d’impresa adatte al mercato in cambiamento • infondere spirito di corpo alle risorse umane • generare idee applicative del nuovo business continuamente • tollerare l’incertezza generata dalle forti concorrenze e dalla globalità dei mercati. Intraprenditori, per garantire lo sviluppo. Il rinnovamento coincide con la necessità di superare le tradizionali divisioni del lavoro, facendo interagire funzioni centrali dell’impresa con le iniziative territoriali, con i fornitori e con i clienti. Questo processo presuppone che l’azienda a bassa competenza e basso coinvolgimento, si trasformi in sistema ad alta competenza e coinvolgimento. Per fronteggiare i processi di ristrutturazione, nasce la figura di intra-prenditore che si fa promotore di progetti e attività utili perché innovative. Questi, dentro le mura dell’impresa, sono quindi operai, tecnici, quadri o dirigenti datori di impulso. Sono human resources che diventano human drivers: soggetti che si rendono tanto più indispensabili quanto maggiore e l’inerzia e l’insensibilità della macchina organizzativa. Tanto più c’è bisogno di loro quanto più sfavorevole è il loro ambiente aziendale. Manager e professional intraprenditori devono vivere in prima persona il modificarsi dello scenario di produzione; così si afferma l’impresa-rete totalmente aperta al mondo esterno. La forma a rete, connotata da nodi di intelligenza (centri direzionali marketing) e da linee di collegamento capienti e veloci (banda larga) richiede una diversa struttura gerarchica interna che da piramidale tende a diventare piatta, mediante azioni di delega di responsabilità sugli obiettivi. Startuppatori. Dalla fine degli anni ’80, l’impresa è considerata un prodotto del capitale intellettuale più che capitale fisico o finanziario. Il fenomeno innovazione scandisce ogni anno l’ingresso di milioni di nuovi imprenditori sulla scena economica globale. L’imprenditore tipico del momento è l’ideatore di una start up. Una start up è un’idea che cerca un finanziamento. Spesso matura all’interno di un territorio protetto chiamato incubatore d’impresa. La partenza (start) e l’emersione(up) sono consentite da un contributo di capitale di rischio (venture capital) talvolta messo assieme attraverso una raccolta di fondi attivata in rete web (crowdfounding). L’impresa autonoma è quasi sempre la scelta personale di giovani particolarmente dotati che, scelgono la strada più rischiosa perché più amata, soprattutto perché consente loro di “reinventarsi”. Templeton fornisce una lista di 20 ragioni per cui conviene mettersi in proprio (pag 63): dalla determinazione, l’orgoglio, l’indipendenza economica, fino a diventare esperto, il reinventarsi continuamente, e per ultimo il motivo personale. PREPARARSI ALL’IMPRESA Già con i baby boomers(’46-’64) e ancora con i ‘millennials’, nati dopo il 1990, si è avuto un incremento del capitale intellettuale mondiale grazie all’innalzarsi della frequenza nelle aule scolastiche. La grande novità dell’economia, oltre la soglia del 2000, è il definitivo affermarsi dell’analista simbolico come attivatore die più importanti processi produttivi. L’analista simbolico svolge compiti di identificazione, risoluzione e mediazione di problemi in tutte le aree del sapere umano, business compreso. Le sue caratteristiche sono: • non è a contatto con l’utente finale • ha partner più che capi • il salario non è correlato al tempo sul problema • la carriera non è lineare • lavora solo o in team • è spesso davanti al calcolatore • viaggia molto • produce rapporti, piani, progetti…..ecct. Vedi il gioco dell’analista simbolico pag 66. Essere professional. L’analista simbolico è il protagonista principale dell’economia del sapere. I suoi comportamenti sono quelli di un professionista. La formazione dell’analista simbolico è quella che consente di sviluppare funzioni intellettuali, di progettazione, gestione e diagnosi di alto livello, anche in posizioni operative intermedie. I 4 caposaldi previsti per la formazione sono: Astrazione +Collaborazione+Sperimentazione+Pensare sistemi. Le opportunità di collocazione, nelle imprese innovative, del personale altamente qualificato, si organizzano in base alla combinazione delle capacità tecniche e manageriali del soggetto nell’impresa (vedi fig 2 pag 67). Il prevalere del sapere tecnico o di quello di tipo gestionale/manageriale danno vita a 4 posizioni differenti (Professional, leader, addetto, manager). L’azienda sa che il suo destino sul mercato è legato alla disponibilità di cervelli capaci di alte prestazioni, gli smart o talenti d’impresa. Le caratteristiche richieste per vivere con successo l’esperienza concorrenziale sono: • Apprendere ad apprendere • Competenza • Comunicazione • Gestione personale • Adattabilità • Efficacia di gruppo • Influenza (vedi pag 69) Il professional nasce spesso come specialista. Nel tempo, la sua capacità operativa tende ad allargarsi. Alla capacità scientifica e tecnica vengono aggiunte abilità di gestione di progetto, amministrative e di sviluppo delle risorse umane affidate. L’ottica passa da specialista a generalista e questo genera una transazione da ruoli tecnici a manageriali. Il nuovo protagonista è il – knowledge worker-, provvisto di strumenti informatici e telematici, libero dal fattore coincidenza dei tempi, possiede le capacità di organizzare il pensiero nel senso: multimediale, multispaziale, multitemporale, diagnostico, selettivo rispetto alle fonti informative. L’impresa che usa il knowledge-worker assume come principio di lavoro l’integrazione delle intelligenze. Il nuovo lavoratore opera in rete e il fattore che ne mette più in pericolo la produttività è la carenza di mezzi di intercominicazione. Per questo non esistono più aziende che possano dirsi moderne senza possedere una propria intranet operativa. Il kn-w è la perfetta incarnazione dell’analista simbolico che opera spesso in zone geografiche ad alta concentrazione informativa e pratica con successo il duplice processo di posizionarsi e collegarsi, lungo e dentro le reti (vedi fig 4 pag 71). I processi di networking sono la principale miniera di conoscenza per i nuovi professionisti. Percepire e studiare nuove idee in ambienti alternativi rende le migliori intelligenze desiderose di sperimentare avventure in contesti diversi. Credere nel sapere. Le imprese ormai si distinguono in quelle che credono profondamente nella propria missione di sapere e le altre. La creazione del patrimonio del sapere è generata da uno sforzo congiunto di tutti i partecipanti a tutti i livelli. Le regole per acquisire una visione nuova e condivisa sono 5: • Iniziare un processo di apprendimento diffuso e coinvolgente • Riformulare l’immagine del proprio mondo operativo • Identificare nuove linee di spinta • Creare un modello originale di lavoro • Re-ingegnerizzare i processi, puntando sulla valorizzazione dell’information technology. Kanter suggerisce al nuovo imprenditore di incrementare una visione aziendale che includa le seguenti priorità: • Il promotore dell’innovazione deve praticare un pensiero caleidoscopico • Deve comunicare agli altri la sua visione • Essere persistente • Costruire coalizioni • Lavorare attraverso il team • Spartire crediti e riconoscimenti. Nell’impresa che apprende, tutti sono intitolati a promuovere l’accumulazione del know-how e le premesse sono: • Diffusa chiarezza degli obiettivi d’impresa; • Chiarezza dei compiti assegnati • Sfide di mercato comunicate a tutti • Libertà di generare idee dentro l’area di responsabilità • Fecondazione incrociata di idee fra funzioni • Luoghi e metodi di capitalizzazione disponibili • Apertura di credito a gruppi spontanei di innovazione • Sistemi premianti e opportunità di avanzamento per chi genera il nuovo con successo. In effetti l’impresa è considerata un bacino di idee innovative molto più ampio di ciò che si ritrova nel sapere codificato e diffuso ufficialmente. (fig 5 pag 73) Esiste un tipo di sapere tacito, che è sapere professionalmente diffuso, presente nella testa di chi ha fatto esperienza proprio con il prodotto/servizio dell’impresa, di cui l’azienda spesso non sa profittare adeguatamente. L’impresa deve stimolare l’emersione delle idee trattenute dal personale operativo, premiando il contributo volontario al miglioramento continuo. Le procedure di Total Quality Management hanno dimostrato che dalla manifestazione del sapere tacito posso risultare incrementi di produttività e innovazioni estremamente significative. Intorno ai 45-50 anni, professional dovrebbe essere impiegato per la consulenza interna o partenariato. Non dovrebbe essere perso nemmeno nella seconda maturità. L’impresa dovrebbe usarlo come risorsa testimonial, rappresentante del proprio know-how, soprattutto nel contesto internazionale e nei processi di comunicazione e formazione interna. L’impresa aumentata esce definitivamente dalle sue mura fisiche. I principali risultati dell’uso corretto dell’Information and CommunicationTechnology da parte del management sono risparmio dei costi dei processi interni; accelerazione del problem solving; miglioramento della qualità; coerenza nel trattamento delle risorse umane; nuovi guadagni da prodotti nuovi e nuove linee di business; stimolazione all’innovazione. Nelle imprese estese o aumentate il tema centrale è collegarsi e connettersi. I motivi più comuni nella creazione di legami interaziendali sono i seguenti: acquisti e vendite- licenze-trasferimento tecnologico-scambio tecnologico-ricerca e sviluppo congiunto-joint venture. Oggi il criterio dell’intercomunicazione ha assunto modalità di scambio globale. Ci si collega e allea con i clienti, fornitori, organizzazioni omogenee per ottenere risultati di ricerca, concorrenti per stabilire standard o servizi di supporto comuni. La ricerca del nuovo. Le grandi fasi del processo di invenzione non sono scontati: • Preparazione è la fase in cui si adottano i metodi di ricerca empirica comuni a tutte le scienze umane e dell’economia mangiare informazione e k-h altrui. Il controllo della produzione tiene sotto controllo i livelli di produttività desiderati. Oltre l’aggiornamento organizzativo e professionale, i principali interventi riguardano: l’anticipazione e soluzione dei problemi, il monitoraggio continuo del mantenimento degli standard qualitativi, il controllo dei costi produttivi. Miglioramento continuo della produttività si ottiene innovando il disegno organizzativo o adottando approcci più globali per l’ottimizzazione del prodotto finale. Il processo di controllo più celebre e utilizzato è quello fondato sull’analisi dei tempi e dei metodi di Taylor. Dagli anni ’70 del 900, in molte fabbriche si seguono le procedure del Just-in-time (Jit) che punta alla realizzazione senza gli sprechi di tempo. In termini analitici le fasi del miglioramento della produttività sono: - Consapevolezza, -Misurazione, -Diagnosi, -Miglioramento. Misurare la produttività. La produttività è la relazione che intercorre tra ciò che viene prodotto da un’azienda e le risorse, il lavoro innanzitutto, che vengono utilizzate per la produzione. La misurazione deve avvenire in modo semplice, sistematico, comprensibile, flessibile. Esistono varie tecniche per misurare il lavoro, schematizzabili in 3 grandi categorie: -Tecniche formali (studio dei tempi e dei sistemi per l’analisi delle procedure e delle tecniche di lavoro); -Tecniche semiformali (campionamenti effettuati sulla base dell’osservazione del lavoro svolto da altri); -Tecniche informali (stime ottenute con dati riferiti al passato). Produttività nei servizi. Il servizio essendo un bene immateriale non si vede, non si tocca, non si può mettere in vetrina, né esporre sugli scafali. Tra l’erogazione, cioè la produzione del servizio, e la fruizione, cioè il momento del consumo, c’è contestualità. Il servizio viene fruito e goduto nel momento esatto in cui viene erogato. Un modello che spesso viene utilizzato per la misurazione del lavoro immateriale è Cosa-Perché-Quanto. Una variante del modello è Cosa-A chi-Come. La risorsa (e il vincolo) Tempo. Il rapporto delle persone con il tempo è per molti versi paradossale (pag 105). Le principali cause di perdita di tempo sul lavoro: -riunioni non preparate; -letture documenti non ordinata; - interruzioni telefoniche, -visitatori casuali, -delega inefficace, -priorità all’urgenza e non all’importanza, ecct. Per rendere le riunioni produttive bastano alcuni accorgimenti tra cui: -chiarire bene l’obiettivo della riunione, -convocare riunione con un certo anticipo, -rispettare tempi prefissati, stendere un verbale, ecct. La tecnologia fornisce un valido aiuto e il tempo risparmiato, visto che non si devono correggere gli errori che avevano luogo con una gestione non computerizzata, diviene una risorsa manageriale. Non si tratta solo di computer. Non si può attivare nessun concept business senza la multimedialità e l’uso intensivo di social media. A livello micro siamo di fronte alla rivoluzione delle App. il computing passa dalle scrivanie al telefono e il risparmio di tempo diventa mobile. L’ufficio diventa multimediale e spesso virtuale, non localizzato. L’obiettivo dei nuovi media è aumentare la flessibilità operativa e la velocità nel processo decisionale. Il risultato della maggiore velocità è la riduzione dei costi. Con lo sviluppo delle reti integrative nei servizi, un’azienda è in grado di assicurare ai propri clienti un altissimo standard di riduzione dei costi operativi, miglioramento e precisione nelle prestazioni, contenendo allo stesso tempo i propri costi di gestione. Il nuovo imprenditore deve essere costantemente aggiornato sulle opportunità applicative delle tecnologie informatiche e telematiche nella propria azienda. Oltre ai consueti processi d’impiego pubblicitario di radio e TV, l’adozione di strumenti per il networking diffuso sui social media è oggi decisivo. IL DISEGNO D’IMPRESA Dentro un ambito di riferimento dato da obiettivi e strategie, oltre alle capacità direzionali che lui stesso e i suoi manager esprimono, i seguenti elementi compongono l’impresa: 1-Strutture fisiche, 2-le funzioni aziendali, 3-i meccanismi operativi, 4-le risorse umane e i ruoli professionali, 5-il comportamento organizzativo, 6-il sistema premiante. Strutture e organigrammi. L’organigramma è lo schema grafico generale dell’assetto organizzativo, che raffigura le funzioni aziendali; i rapporti di dipendenza o di collaborazione, i passaggi principali della divisione del lavoro. Struttura funzionale, la più diffusa, è impostata sul criterio di divisione del lavoro per grandi aree funzionali, fin dai primi livelli aziendali. St. per prodotto o divisionale risponde al bisogno di controllare meglio i prodotti dal momento in cui l’azienda li diversifica e diventa complicato gestirli con una str. Funzionale semplice. In questo caso le unità responsabili di prodotto si chiamano divisioni. Str. Per progetto= quando l’azienda deve realizzare progetti, intesi come attività specifiche di durata e importanza prestabilita, ognuna in sé conclusa e destinata ad un cliente già individuato, diviene preminente l’esigenza di gestire e controllare la programmazione ed il coordinamento, progetto per progetto. Qui entra in gioco la figura di capo progetto o project manager. Str. a matrice-risulta dall’incrocio tra 2 criteri di divisione del lavoro, ritenuti ugualmente importanti e critici per la realizzazione dei compiti e obiettivi aziendali, si incrociano le funzioni aziendali tradizionali con i progetti che via via si realizzano. (Struttura a matrice prodotti vedi fig 5 pag 115). Funzione direzionale. I direttori normalmente compongono il cosiddetto Vertice Aziendale o Top Management Team. Le posizioni più consuete sono quelle di Chief Executive Officer (CEO) = Direttore generale e Chief Operative Officer (COO) = Direttore operativo o tecnico. La funzione del dirigere si esplicita attraverso le attività di ordine e di indirizzo: del lavoro dei collaboratori, della collocazione degli apparati produttivi e delle componenti tecnologiche, della definizione delle reti di connessione, della valorizzazione del capitale intellettuale. I compiti preminenti del direttore sono: l’acquisizione dei dati di strategia, la diffusione degli obiettivi coordinati, la riunione delle opinioni e info dei collaboratori, la redazione dei rapporti di andamento/risultato. Funzioni operative. Le caratteristiche e le finalità delle funzioni aziendali più diffuse sono: -Funzione produzione, di cui i 3 fattori più importanti sono: Capitale, Lavoro, Tecnologia. -F. commerciale e marketing, i cui obiettivi sono: vendere il prodotto fabbricato, con un margine di profitto accettabile, cercando di incrementare il volume di affari. -F. di ricerca e sviluppo si preoccupa di aggiornare o cambiare il prodotto per renderlo sempre appetibile al mercato e concorrenziale. -F. amministrazione e controllo serve a controllare se l’impiego delle risorse è efficiente e se avviene a condizioni ottimali, tenuto conto di tutti gli elementi contabili, economici, fiscali e giuridici dell’impresa. -F. di gestione e sviluppo del personale = Sviluppo Risorse Umane. -F. Sistemi informativi è il sistema che elabora, attraverso un centro dati proprio o utilizzando fornitori esterni (outsourcing informativo), informazioni, procedure, dati su tutta l’attività aziendale. Principi di funzionamento Gli strumenti devono essere messi in movimento da alcuni principi che regolano il funzionamento dell’intera macchina imprenditoriale e produttiva: -l’autorità e responsabilità: in ogni capo sociale, un principio fondamentale è quello di autorità che viene attribuita sempre insieme alla responsabilità su un’area di lavoro. Al capo quindi è assegnata una responsabilità di lavoro. -coordinamento tre le varie attività. -controllo combinato al coordinamento. Criteri di efficienza ed efficacia. Le risorse umane e materiali sono limitati e vincolati, quindi bisogna adottare dei criteri d’azione che garantiscano, quanto più è possibile l’efficienza dei processi e l’efficacia dei risultati. Vi è necessità di: connessioni verticali tra unità e gerarchia e orizzontali tra le diverse funzioni; comunicazione fluida; processi decisionali definiti; flessibilità operativa; sinergie e lavoro di team; previsione e gestione del cambiamento. Business process Re-engineering= progetto rivolto alla ricerca di nuove soluzioni organizzative, alla loro sperimentazione e alla loro successiva generalizzazione e diffusione (BPR). La relazione fornitore-cliente all’interno dell’impresa (Schonberger e la teoria del massimo grado di eccellenza aziendale: stimolare ogni membro dell’azienda a considerare se stesso come fornitore di servizio alla persona che la segue ma anche come cliente di quella che la precede). L’Obiettivo finale è la soddisfazione del cliente consegnando un prodotto o realizzando un servizio al costo più basso, nei tempi più brevi e con la migliore qualità possibile. Il dovere del Planning Planning = pianificazione aziendale = un metodo di analisi preventiva per porre una serie di traguardi che i sistema aziendale o determinati suoi settori debbono raggiungere entro un tempo stabilito. In altri termini è uguale al disegno di un futuro desiderato per gli affari e il modo operativo di soddisfare questo desiderio. Ovviamente nasce la necessità di una serie di metodologie e tecniche. La capacità di pianificare entra in modo decisivo nel ruolo e nelle skill richieste dei dirigenti e dei quadri con responsabilità gestionali. Si devono distinguere 3 livelli convenzionali di planning: -la pianificazione strategica= trae le mosse da una previsione di lunga durata e riguarda argomenti strategici e i vertici dell’azienda, coincidendo con quella che dovrà essere la missione dell’organizzazione negli anni a venire. -la pian. Operativa = a breve o medio termine, che riguarda i settori gestionali e le funzioni dell’azienda (budget). -la pian. A breve termine = quella che riguarda le aree produttive e commerciali e che viene misurata generalmente in settimane o mesi. La pianificazione strategica può essere definita anche come il processo teso a definire le scelte strategiche e a renderle esplicite alla strutture organizzativa. La pia. Operativa può definirsi come processo teso ad articolare ed esplicitare le modalità di attuazione del piano strategico e le responsabilità ad esso connesse. La vision costituisce il modo di essere di un’azienda, com’è vista dall’esterno. La vision è contraddistinta da valori per i quali l’azienda dovrà eccellere rispetto a tutte le altre. Ad essa collegata è mission che esplicita quale segmento di mercato ritiene di dover e poter coprire. Internamente alla mission sono definite le politiche strategiche. I piani divisionali avranno come riscontro la definizione di budget dei costi complessivi di divisione. La somma del budget funzionale e divisionale punta alla composizione ultima di un budget aziendale. Il Budget dà la possibilità di monitorare e controllare in tempo reale l’andamento economico delle attività. Budget è un approccio analitico all’efficienza economica delle aziende. Le uscite del budget economico sono generalmente suddivisi in costi fissi, variabili e investimenti. All’interno del budget economico troviamo B. degli investimenti, B. delle risorse, B. degli acquisti e B. relativo nel caso delle componente finanziaria e patrimoniale. Business Plan e studi di Fattibilità. BP e Studi di Fattibilità (SF) = l’obiettivo di entrambi è di realizzare un modello che preveda l’andamento economico di una determinata serie di azioni in modo da poter prendere delle decisioni o effettuare dei cambiamenti laddove sia richiesto. BP prende in considerazione l’universo di possibilità che presentano all’impresa nel corso dell’anno. I diversi componenti del BP sono: • Specifiche funzionali=novità funzionale e tecnica rispetto alla concorrenza. Le specifiche
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