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L'Italia nel dopoguerra: il biennio rosso e l'ascesa del fascismo, Sintesi del corso di Storia

Le difficoltà incontrate dall'Italia nel dopoguerra, tra cui il biennio rosso e l'ascesa del fascismo. Si parla delle rivendicazioni degli operai e dei contadini, della nascita del Partito popolare italiano e dei Fasci di combattimento. Si evidenziano le debolezze del governo e la distanza tra paese reale e paese legale. Si descrive il movimento dei fasci e lo squadrismo. Si parla delle coalizioni con il governo liberale e della violenza perpetrata dalle squadre fasciste.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 06/03/2022

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Scarica L'Italia nel dopoguerra: il biennio rosso e l'ascesa del fascismo e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Apparentemente vincitrice del conflitto, l'Italia aveva la possibilità di completare l'unità del paese. Tuttavia il dopoguerra comportó grandi difficoltà: 1919-1920 -> biennio rosso, lotte operaie e contadine;• 1921-1922 -> dittatura fascista.• Si manifestarono le debolezze del governo presenti fin dalla Destra storica: Divario fra le masse popolari e il governo stesso;➢ Distanza tra paese reale e paese legale; ➢ Il paese registró difficoltà: Economiche, dovute all'inflazione -> le spese belliche avevano comportato un aumento di carta moneta stampata e circolante➢ Riconversione della produzione dalla sfera bellica a quella di pace -> difficoltà per le industrie e aumento della disoccupazione➢ Rivendicazioni degli operai ->➢ e dei contadini Reinserimento dei reduci di guerra -> ➢ (appartenenti per lo più ai ceti medi) "vittoria mutilata" -> ➢ 1919• Anno cruciale che vide: Nascita del Partito popolare italiano -> fondato da Luigi Sturzo, poiché l'elettorato cattolico non aveva alcuna rappresentanza politica, fu dunque creato questo partito di massa che ripresentò i punti della dottrina sociale cattolica espressi nell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII (1891); ➢ Nascita dei Fasci di combattimento, riunitisi a Milano e guidati da Mussolini, raccolsero esponenti di diverse forze politiche. Il fascio, simbolo di coesion e forza, era affiancato al termine combattimento per richiamare la guerra, da trasportare nella vita civile. Il movimento era caratterizzato da: ➢ 1. Esaltazione dell'azione, degli atti di forza esemplari, portarono nella politica l'esperienza dell'interventismo e della guerra; 2. Mitizzazione della guerra che doveva essere continuata contro i nemici interni (socialsti, comunisti, pacifisti); 3. Antipartito che rifiutava la logica dei partiti (che rappresentavano parte del popolo) in quanto voleva rappresentarlo nella sua interezza; 4. Utilizzo sistematico della violenza, tanto da far parlare anche di terrorismo, nei confronti di Stato, istituzioni e anti-fascisti. L'ispirazione antidemocratica e antisocialista del partito fu inizialmente coperta da un programma apparentemente democratico e anticlericale (richiedente il diritto di voto per le donne, la diminuzione della giornata lavorativa, abolizione del senato di nomina regia). Tuttavia alle elezioni (su sistema proporzionale) i fascisti non ottennero seggi in parlamento e assistettero al trionfo dei partiti di sinistra (popolare e socialista), che non riuscirono a dare stabilità al governo, nonostante avessero permesso alle masse popolari di avere rappresentanza sociale e politica. Nel 1922 Nitti si dimise e lasciò il governo a Giolitti, che dovette gestire l'ultimo avvenimento del biennio rosso: lotte sindacali e agitazioni rivoluzionarie cui gli imprenditori risposero in modo intransigente, con serrate che provocarono l'occupazione delle fabbriche da parte degli operai. Giolitti rifiutò di risolvere la situazione con la forza e optò per un compromesso tra imprenditori e sindacati, ai quali fu assicurato l'aumento salariale grazie alla mediazione del governo. Questi avvenimenti contribuirono a orientare l'opinione pubblica della classe dirigente e borghese verso soluzioni autoritarie e conservatrici, rappresentate dal movimento dei fasci. Tra il 1919 e il 1922 il fascismo acquistò consensi sempre maggiori grazie a: Coalizioni con il -> ➢ governo liberale Fondamentale per il movimento dei fasci fu lo squadrismo: la formazione di squadre d'azione armate, i cui membri erano ex arditi, reduci dal conflitto mondiale e animati da sentimenti di nazionalismo, convinti di essere un èlite guerriera con i l compito di salvare la patria.le squadre fasciste (finanziate dagli agrari e da tutti gli oppositori del moviemento socialista ) erano composte da giovani che vedevano nel fascismo la "primavera" del popolo italiano, una rigenerazione e un rinnovamento della politica del paese; le squadre scatenarono la loro violenza contro i rossi (socialisti) e i bianchi (cattolici). Tuttavia la violenza sistematica perpetrata dalle squadre non fu in alcun modo arrestata dalle istituzioni preposte al mantenimento dell'ordine pubblico, in quanto in molti simpatizzavano con il carattere antisocialista e patriottico. I sei governi che si susseguirono dal 1918 al 1922 (orlando, nitti, giolitti, due di bonomi e facta) mostrarono tutta l'instabilità politica del paese, in cui inutili si rivelarono le coalizioni di governo tra iberali, democratici, repubblicani e socialisti e popolari. Fu Giolitti a desiderare una coalizione con i fascisti e Mussolini, che avrebbe portato stabilità in parlamento e avrebbe consentito ai Fasci di acquisire una legittimità parlamentare. I Fasci si presentarono nelle liste di blocco nazionale con i liberali alle elezioni del 15 maggio 1921, ottenendo alcuni seggi. Le elezioni non fecero altro che Assenza di stabilità -> Sovvertimento del governo in favore della dittatura. Richiedevano: Riassegnazione delle terre rimaste incolte 1. (promesse loro dalla propaganda bellica); Aumenti salariali;2. Diminuzione della giornata lavorativa;3. Riformisti -> guidati da Turati, richiedevano riforme sociali volte alla democraticizzazione del paese;• Rivoluzionari o massimalisti -> guidati da Serrati, ostili ad un dialogo con la società borghese, utilizzavano come strumenti la violenza di classe e la dittatura del proletariato (sul modello della rivoluzione bolscevica). • Ottenuti dal governo Nitti per opera di organizzazioni sindacali quali la Federterra e la Cgdl. Le richiese dei contadini e degli operai giungevano dal partito socialista, diviso in: Il ceto medio, definito "generazione delle trincee" fu pervaso da sentimenti antisocialisti (che erano stati avversi alla guerra, disfattista), antiparlamentari, antidemocratici: aspiravano a dare ordine alla società e rifiutavano il governo borghese liberale, definito corrotto. Volevano, inoltre, il riconoscimento sociale proporzionato allo sforzo compiuto in guerra e il reinserimento nella società del tempo. Definita così da D'Annunzio. L'Italia aveva firmato il patto di Londra nel 1915, secondo cui avrebbe ottenuto l'Istria e la Dalmazia, il Trentino, l'Alto Adige e il Friuli, mentre Fiume sarebbe rimasta indipendente. Nonostante gli italiani rivendicassero anche il dominio di Fiume, il presidente statunitense Wilson non appariva disposto a concederglielo, tanto che non nel 1919 propose all'Italia di rinunciare a Istria, Dalmazia e Fiume. Questo causò il malcontento dei nazionalisti, i quali marciarono con a capo D'Annunzio, occupando Fiume e facendo perdere credibilità e autorità al governo italiano (secondo gli storici a Fiume si posero le basi per una nuova cultura politica, basata sulla mobilitazione delle masse e sull'azione di esse). Toccò al governo di Giolitti riportare l'ordine con il trattato di Rapallo (1920) che dichiarò Fiume città autonoma; nel 1924, con il trattato di Roma, Fiume verrà assoggettata all'Italia. Uso della violenza ->➢ PRIMO DOPOGUERRA ITALIANO (fascismo)(vedi letture pag.153-155) STORIA Pagina 1 governo liberale Debolezza dell'opposizione -> ➢ socialista 1922• Con la marcia su Roma, Mussolini (che non vi partecipò direttamente in quanto si trovava a Milano) riuscì a prendere il potere. Infatti, nonostante il tentativo di Facta di dichiarare lo stato d'assedio, conferendo poteri straordinari all'esercito, il re Vittorio Emanuele III non firmò la dichiarazione per evitare un bagno di sangue e acconsentì a far sì che Mussolini prendesse il governo. Egli, una volta giunto a Roma, pronunciò il 16 novembre dinanzi al parlamento il discorso del bivacco, brutale, in cui sosteneva che se avesse voluto, avrebbe potuto sprangare il parlamento e costituire un governo completamente fascista. Il discorso riscosse molti consensi, anche fra i liberali, i nazionalisti e i popolari; fu, infatti, il primo passo verso la conquista fascista del governo e dello stato. Mussolini tentò di accrescere il consenso degli: Industriali -> liberismo economico: libera iniziativa e privatizzazione dei servizi gestiti dallo stato (telefono);➢ Cattolici -> ➢ Inoltre, nel 1923 fu approvata la legge Acerbo (proposta da Mussolini) in virtù della quale chi avesse ottenuto più del 25% dei voti, avrebbe preso i 2/3 dei seggi in parlamento. Alle elezioni del 1924 i fascisti si presentarono nel "listone" con nazionalisti, cattolici clerico-moderati, liberali e popolari, riuscendo ad avere la meglio sui socialisti anche grazie a brogli ed intimidazioni. Questi furono svelati da Matteotti in un discorso al parlamento, ma l'uomo fu rapito e poi ucciso dalle squadre d'azione. Il delitto scosse l'opinione pubblica aprendo una crisi politica: anche i sostenitori del fascismo ne presero le distanze e con la secessione dell'Aventino le forze politiche presenti in parlamento si rifiutarono di svolgere i lavori delle camere. Tuttavia Vittorio Emanuele III non destituì Mussolini, il quale tenne un discorso al parlamento il 3 gennaio 1925, in cui si assunse tutta la responsabilità politica delle violenze fasciste e del delitto Matteotti, affermando "se il fascismo è stato un'associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere". l'instabilità politica del paese, in cui inutili si rivelarono le coalizioni di governo tra iberali, democratici, repubblicani e socialisti e popolari. Fu Giolitti a desiderare una coalizione con i fascisti e Mussolini, che avrebbe portato stabilità in parlamento e avrebbe consentito ai Fasci di acquisire una legittimità parlamentare. I Fasci si presentarono nelle liste di blocco nazionale con i liberali alle elezioni del 15 maggio 1921, ottenendo alcuni seggi. Le elezioni non fecero altro che aumentare le divisioni presenti in parlamento; intanto Mussolini mise in pausa momentaneamente la violenza fascista con un patto di pacificazione stretto con i socialisti e presentò il fascismo come unico partito capace di risollevare il paese dalla crisi e se stesso come l'unico uomo capace di porre fine alla violenza delle squadre. Inoltre, nel 1921 diede vita al Partito nazionale fascista (Pnf), con programma nazionalista e conservatore, che mirava a ridurre il potere del parlamento ed esaltare la competizione nazionale. Si formò così un partito-milizia (definizione di Enrico Gentile). Alla crescita del partito fascista si accompagnò la divisione del partito socialista, dal quale nel 1921 (congresso di Livorno) si distaccò la sinistra, dando vita al Partito comunista e nel 1922 i socialsiti si divisero tra massimalisti e riformisti, che diedero vita al Partito socialista unitario, guidato da Matteotti. I socialisti furono molto indeboliti. Divisi tra: Sturziani -> restii a qualunque dialogo con il governo fascista;1. Clerico- moderati -> aperti al dialogo.2. Mussolini abbandonò le posizioni anticlericali per ottenere il favore di Pio XI, varando nel 1923 quella da lui stesso definita come la più fascista delle riforme: la riforma Gentile, che introdusse l'obbligatorietà dell'insegnamento della religione cattolica alle elementari. Questa era fu una legge basata sul principio classista secondo cui i solo coloro che avrebbero frequentato il liceo classico avrebbero ricoperto i ruoli di funzionari, costituendo la futura classe dirigente; il sistema scolastico fu reso sempre più selettivo. DITTATURA TOTALITARIA (vedi lettura pag. 175) Il discorso del 1925 segnò il passaggio al totalitarismo fascista (termine coniato negli anni '20 da Giovanni Amendola, perseguitato dalla violenza dello squadrismo. Con il termine totalitario si intende la volontà dello stato di controllare non solo la vita economica e politica del paese, ma anche la vita sociale e privata degli uomini, fino a manipolare le opinioni degli individui attraverso un indottrinamento ideologico. Lo stato totalitario è caratterizzato da: Circolazione di un'unica ideologia ufficiale;➢ Potere assoluto di un solo partito e del suo capo;➢ Uso sistematico della violenza e della repressione del dissenso;➢ Controllo di tutti i mezzi di comunicazione di massa con finalità propagandistica;➢ Creazione di una società e un uomo nuovi.➢ La dittatura totalitaria ebbe inizio con le leggi fastiscissime del 1925-26, liberticide (su proposa di Rocco): Capo del governo che rende contro del proprio operato solo al re e non al parlamento;➢ Il parlamento non può più varare le leggi senza il consenso del governo;➢ Subordinazione del potere legislativo all'esecutivo, anche in seguito alla legge elettorale secondo cui i cittadini avrebbero votato a favore o contro una liste di 400 candidati stabilita dagli organi supremi del governo: di fatto questa legge andò eliminò le libertà politiche creando un plebiscito controllato dalla dittatura. Gran consiglio del fascismo, organo fondato nel 1923 e composto dalle più alte cariche del partito (gerarchi (dirigenti), federali (segretari provinciali) e potestà (sindaci eletti dal re)) e le più alte cariche dello stato con l'obiettivo di deliberare su questioni costituzionali quali la nomina e la destituzione del duce, avvenuta poi nel 1943. Eliminazione della libertà di associazione -> impossibilità di creare partiti antifascisti;➢ Eliminazione della libertà di stampa -> censura per mettere a tacere l'opposizione;➢ Eliminazione delle autonomie locali (e dei ras) -> creazione della figura del potestà di nomina regia;➢ Introduzione della pena di morte e del Tribunale speciale per la difesa dello stato;➢ Ovra -> polizia segreta che aveva lo scopo di controllare l'opinione pubblica. Gli oppositori al regime erano puniti con il confinodi polizia➢ (domicilio coatto in posti isolati per coloro che erano ritenuti una minaccia per l'ordine pubblico). Il partito volle anche controllare il sindacalismo, dando vita all'ordinamento corporativo con la carta del lavoro del 1927; vennero create 22 corporazioni che non solo permisero allo stato di penetrare nell'economia ma posero anche fine ai conflitti sociali poiché i sindacati facevano riferimento alle corporazioni, gestite dallo stato. Il corporativismo divenne una rappresentanza politica nel 1939, quando la camera dei deputati fu sostituita dalla camera dei fasci e delle corporazioni (smantellamento del vecchio parlamento). Mussolini comprese l'influenza che la chiesa avesse sul popolo italiano, e pose fine alla questione romana con i patti lateranensi (1929. il palazzo del Laterano, quello del Vaticano e quello di Castel Gandolfo costituiscono la Città del Vaticano), composti da tre parti: STORIA Pagina 2
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