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La Guerra Mondiale 1914-1918: L'Italia e la Decisione di Entrare in Conflitto, Schemi e mappe concettuali di Storia

La situazione politica in italia prima e durante l'ingresso del paese nella prima guerra mondiale. Vengono presentate le motivazioni che hanno portato il governo di antonio salandra a dichiarare la neutralità e poi a entrare in guerra, le posizioni dei diversi schieramenti politici e le conseguenze economiche e militari. Una panoramica dettagliata della situazione internazionale e italiana in quegli anni.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 18/01/2024

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Scarica La Guerra Mondiale 1914-1918: L'Italia e la Decisione di Entrare in Conflitto e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! 4- L’ITALIA DI FRONTE ALLA GUERRA Antonio Salandra, Presidente del Consiglio il 2 agosto 1914 dichiarò la neutralità dell’Italia, avvalendosi solamente di carattere difensivo della TRIPLICE ALLEANZA, il quale obbligava gli Stati all’intervento solo nel caso in cui uno di loro fosse attaccato. → LE MOTIVAZIONI DI FRONTE A QUESTA DECISIONE: - questione delle terre irredente, rimaste sotto il dominio austriaco a seguito dell’unificazione italiana; - l'impero austro-ungarico avesse dichiarato guerra senza consultarsi o avvertire il governo di Roma; - incertezza sul grado di preparazione delle forze armate italiane, ancora provate da ciò che era successo in Libia. A questo punto si formarono due schieramenti: 1. fronte neutralista: facevano parte i liberali giolittiani e lo schieramento cattolico; ritenevano che il paese avrebbe potuto ottenere dagli imperi centrali ricompense territoriali in cambio della loro astensione alla guerra; 2. schieramneto interventista: liberali di destra, Benito Musoolini, il quale faceva parte dei socialisti, ma avendo un’idea differente venne esplulso dal partito; erano favorevoli alla guerra a fianco dell’INTESA e non della TRIPLICE ALLEANZA. PATTO DI LONDRA Salandra aderiva alle posizioni della destra liberale e suggerì di impostare la politica estera secondo il sacro egoismo dell’italia, offrendo la disponibilità al paese di entrare in guerra. Così il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri, Sidney Sonnino, poichè l’Austria sarebbe stata disposta a ben poche concessione per le terre irredente, il 26 aprile 1915, all’insaputa del Parlamento firmarono Il patto di Londra con i rappresentanti di Francia, Gran Bretagna e Russia. Il trattato prevedeva che dovevano entrare in guerra entro un mese a fianco dell’intesa e in caso di vittoria, l’Italia avrebbe ottenuto Trentino e il Tirolo meridionale, Venezia Giulia con Trieste, penisola istriana, parte della Dalmazia e le isole adriatiche. LE REAZIONI DELL’ITALIA AL PATTO DI LONDRA E LA DICHIARAZIONE DI GUERRA Il 1° maggio 1915 le trattative con l’Intesa furono annunciate al Consiglio dei ministri. Salandra aveva davanti un Consiglio di maggioranza neutralista, ma godeva dell’appoggio del re Vittorio Emanuele III e dei nazionalisti. Salandra prevedendo una crisi istituzionale diede le dimissioni e diede l’incarico a Giolitti di formare un nuovo governo. A questo punto i neutralisti diedero vita a quelle che oggi sono definite “radiose giornate di maggio”. Tra i più interventisti aggressivi vi fu Gabriele D’Annunzio. Giolitti di fronte all’aggressività rinunciò a ogni opposizione attiva e affidò nuovamento il governo a Salandra, il quale il 20 maggio riuscì a ottenere dal Parlamento la concessione dei pieni poteri per l'entrata in guerra con la sola opposizione dei socialisti. IL 23 maggio 1915 l’Italia dichiara guerra all'austria-ungheria. I POTERI ECONOMICI FAVOREVOLI ALLA GUERRA L’italia stava vivendo un periodo di crisi economica e la guerra avrebbe potuto avere un ruolo favorevole in questa situazione. L’ascesa in campo a fianco dell’Intesa avrebbe garantito: rifornimenti di combustibile e materie prime, neutralismo per le esportazioni e le importazioni italiane ed,inoltre, l’Italia si sarebbe guadagnata un ruolo importante nelle relazioni commerciali europee. Un altro aspetto favorevole erano i legami economici con Gran Bretagna e Francia. 1 Dei convinti sostenitori di questa campagna nazionalista furono: l’industria pesante Ansaldo di Genova, quella siderurgica Ilva, l’azienda elettrica Edison e quella automobilistica FIAT. La FIAT finanziò alcuni giornali interventisti e nazionalisti come il “Popolo di Italia” di Mussolini. Questo appoggio al governo garantì all’azienda grandi commesse militari. Iniziarono a produrre autocarri, motori per l’aviazione e sommergibili. 5- LE OPERAZIONI MILITARI DAL 1915 AL 1916 LA SITUAZIONE SUL FRONTE OCCIDENTALE Dall’autunno 1914 sul fronte occidentale, la situazione era rimasta invariata con una guerra di trincea che stava logorando gli eserciti costretti a condizioni di vita durissime. La Germania, per modificare la situazione, decise di tentare uno sfondamento delle linee difensive nella fortezza di Verdun in Lorena. Nell’estate 1916, in risposta all'attacco le forze dell’Intesa ingaggiarono una battaglia nel fiume Somme, della Francia settentrionale, dove per la prima volta furono utilizzati i carri armati. Il risultato non modificò gli elibri delle forze in campo. LA GUERRA NAVALE A due anni dallo scoppio della guerra, le potenze dell’Intesa potevano contare ancora sulla supremazia della flotta britannica sui mari. La Gran Bretagna mise in atto un blocco navale nella Manica con l’obiettivo di ostacolare gli approvvigionamenti di materie prime e di generi alimentari. La Germania, però, decise di contrastare il blocco navale attraverso la “guerra sottomarina illimitata”, condotta grazie ai sommergibili U-Boot: nel quale divennero loro bersaglio tutte le navi che entravano nella “zona di guerra”. 1° maggio 1915 fu affondato il transatlantico inglese "Lusitania", un anno dopo nel giugno 1916, la Germania tentò di sfidare la flotta britannica nella battaglia dello Jutland, il più grande confronto navale della Prima Guerra Mondiale. La Gran Bretagna mantenne la supremazia sul mare. LA SUPREMAZIA SUL FRONTE ORIENTALE E MEDIORIENTALE Sul fronte orientale il 1915 si era chiuso con un rafforzamento degli Imperi centrali: i russi vennero ulteriormente penalizzati dall’intervento della Bulgaria nell’ottobre 1915 a fianco degli Imperi centrali, che portò alla sconfitta della Serbia. Nello stesso anno si aprì lo scontro sul fronte mediorientale nelle regioni della Siria, Palestina e dell’Arabia. L’esercito inglese nell’aprile 1915 aveva tentato una campagna militare nella penisola di Gallipoli con l’obiettivo di arrivare a Istanbul e aprire una via di rifornimento per i russi. Nonostante ciò, l’operazione risultò fallimentare per la resistenza dei turchi. Gli inglesi si ritirarono nel febbraio 1916. IL GENOCIDIO DEGLI ARMENI Nei territori ottomani ci fù il gìfenomeno del genocidio della popolazione armena attuato dai turchi. Gli armeni erano situati nell’Anatolia orientale, al confine con l’impero russo e avevano sempre trovato l’appoggio dello zar alle proprie ambizioni indipendentiste. Con l’avvento dei Giovani turchi, la situazione si aggravò, poiché questi ultimi avevano ideologie nazionalistiche, inoltre allo scoppio della guerra, gli armeni si rifiutarono di combattere contro i russi. La situazione precipitò con lo sbarco alleato a Gallipoli, il 15 aprile 1915, dopo le prime sconfitte militari, i Giovani turchi decisero l’eliminazione sistematica della minoranza armena. Fu ordinata la deportazione di massa di bambini, uomini, donne e anziane verso i campi di concentramento.Nonostante esistano documentazioni 2 8- LA FINE DELLA GUERRA NEL 1918 L’ULTIMO ATTACCO TEDESCO Tra il 1917 e il 1918, approfittando dell’uscita della Russia, i militari tedeschi lanciarono un’offensiva per rompere le resistenze nemiche. Nel mese di marzo l'attacco fu sferrato nella regione francese di San Quintino, dove le truppe tedesche riuscirono a sfondare le postazioni franco-britanniche e a puntare su Parigi. Nell'estate 1918, grazie al supporto dei soldati americani, le forze dell'intesa riuscirono a lanciare l'offensiva decisiva contro i Tedeschi. Questi ultimi furono battuti nella seconda battaglia della Marna e definitivamente sconfitti nella battaglia di Amiens. IL RISCATTO DEGLI ITALIANI E L’AVVIO DELLE TRATTATIVE DI PACE Grazie alle risoluzioni di Diaz, I “ragazzi del 99", i giovani diciottenni dell'ultima leva, furono mandati al fronte nel 1917. il 24 ottobre 1918, nella battaglia di Vittorio Veneto, le truppe italiane ottennero la vittoria contro quelle austriache e riconquistarono le città di Trento e Trieste. il 3 novembre il governo di Vienna fu costretto a siglare l'armistizio. LA FINE DELLA GUERRA Nel frattempo crollarono l'impero turco e quello austro-ungarico, indeboliti sia sul fronte militare che su quello interno. A Praga fu proclamata la Repubblica cecoslovacca, a Zagabria lo Stato Jugoslavia e a Budapest la Repubblica indipendente di Ungheria. il 12 novembre in Austria fu istituito un governo repubblicano. Il 3 novembre 1918 ci fu l'ammutinamento della flotta tedesca a Kiel, fu l'evento che scatenò la rivolta in tutto il paese, dando vita alla settimana rossa. fu proclamata la Repubblica Monaco e a Berlino. 11 novembre la Germania firmò la resa la guerra era finita. L’ESITO DISASTROSO DEL CONFLITTO L'Europa si trovò di fronte a una vera e propria strage. Nel conflitto erano stati mobilitati milioni di persone provenienti non soltanto dalle città ma anche dalle colonie e dominions. disastroso fu il bilancio in termini di perdite umane. Il vecchio continente fu colpito da una pandemia influenzale, la spagnola, un virus che colpiva i polmoni, spesso senza possibilità di guarigione, anche nei casi di soggetti giovani e sani. tra il 1918 e il 1919 la malattia fece più vittime di quanto ne avesse fatte la guerra. in assenza di vaccini di farmaci adeguati, fu possibile cercare di controllare il contagio soltanto attraverso interventi come l'isolamento e la quarantena e l'igiene personale. 9- I TRATTATI DI PACE IL PROGRAMMA DI PACE DI WILSON L'8 gennaio 1918, mentre la guerra era ancora in corso ma era già chiaro che sarebbe conclusa a breve e con la Vittoria dell'intesa, il presidenteWilson enunciò il suo programma per la pace, attraverso 14 punti. I primi 8 si riferivano a questioni territoriali e si sarebbero dovute affrontare tenendo in considerazione gli interessi dei popoli. Su queste basi Wilson prevedeva: la restituzione alla Francia dell'Alsazia e della Lorena, la creazione di uno Stato polacco indipendente, l'evacuazione delle truppe tedesche penetrate in Belgio nel 1914. Alla base del programma vi era l'idea che i nuovi confini territoriali dovessero tenere conto del principio di nazionalità e dell'autodeterminazione dei popoli. Gli altri cinque punti indicavano i principi generali per le relazioni internazionali. L'ultimo punto prevedeva la creazione della Società delle Nazioni, un'organizzazione sovranazionale che avrebbe dovuto assicurare la pace e risolvere diplomaticamente le controversie tra gli stati membri, garantendone l'indipendenza e l'integrità territoriale. 5 LA CONFERENZA PER LA PACE 18 gennaio 1919, a Parigi nella reggia di Versailles, ci fu la conferenza generale per la pace con la partecipazione delle 32 Nazioni vincenti. Furono esclusi i paesi sconfitti e la Russia bolscevica. Pur avendo come riferimento ideale 14 punti wilsoniani, nella conferenza prevalsero la volontà punitiva delle potenze dell'intesa nei confronti degli imperi centrali. la Francia oltre alla restituzione dell'Alsazia e della Lorena, voleva assicurarsi le zone minerarie del Reno e alcuni territori tedeschi. la Gran Bretagna voleva garantire il controllo dei possedimenti coloniali già acquisiti in Asia e in Africa ricchi di giacimenti petroliferi. I protagonisti della conferenza furono il premier francese Clemenceau,Il primo ministro britannico Lloyd George, il presidente americanoWilson e il capo del governo italiano Vittorio Emanuele Orlando. IL TRATTATO DI VERSAILLES LA PACE CON I TEDESCHI Il Trattato di Versailles stipulato il 28 giugno 1919, vennero sancite le clausole della pace con i tedeschi, imponeva alla Germania: - la cessione di tutte le colonie e la restituzione dell'Alsazia e della Lorena alla Francia; - la cessione di diversi territori alla Polonia, con la creazione del corridoio di Danzica; - la concessione alla Francia per 15 anni di sfruttare il bacino minerario del saar; - imponenti riparazioni di guerra Le clausole severi riguardavano il settore militare: smantellamento della flotta militare e dell'Aeronautica; la riduzione degli effettivi dell'esercito; smilitarizzazione della renania GLI ACCORDI CON GLI ALTRI PAESI Tra 1919 e il 1920 furono siglati altri trattati: - Saint-Germain per la pace con l'Austria. Venne ridimensionata la austriaca. Sorsero nuove Nazioni come l'Ungheria, Repubblica cecoslovacca e il regno dei serbi, croati e sloveni. l'Austria cede i territori alla Polonia, alla Romania e all'Italia, però non furono soddisfatte le richieste italiane riguardanti la Dalmazia e la città di Fiume. - Il trattato di Neuilly per gli accordi con la Bulgaria; - Sèvres per le trattative con la Turchia. Quest'ultima fu ridotta alla sola Istanbul e alla penisola anatolica. - la conferenza di pace di Parigi rivide le clausole della Pace di Brest-litovsk. LA SOCIETA’ DELLA NAZIONI Dal 29 aprile 1919, attraverso l’ultimo punto dei 14 di Wilson era stato firmato il patto che sanciva la nascita della Società delle Nazioni. Stabiliva che la società avesse sede a Ginevra e fosse costituita da un'assemblea e da un consiglio direttivo composto da nove membri cinque dei quali permanenti e quattro eletti dall'Assemblea. L'organizzazione avrebbe dovuto mirare alla risoluzione pacifica e democratica con il ricorso a strumenti diplomatici come la mediazione e l'arbitrato. Essa si rivelò debole fin dall'inizio a causa 1. l'assenza di una forza militare; 2 la mancata adesione degli Stati Uniti; 3 l'esplosione dei paesi come la Germania e la Russia; 4 tutte le decisioni dovevano essere presi all'unanimità. L’INADEGUATEZZA DEI TRATTATI DI PACE 1 La formazione di nuovi Stati aumentò la presenza di minoranze nazionali, in particolare si trovarono ad abitare serbi croati e sloveni nella nuova Jugoslavia; 2 l'imposizione alla Germania di una pace cartaginese costituiva un errore, le cui conseguenze sarebbero state dannose per il mantenimento della democrazia e di equilibri in Europa; 3 la Società delle Nazioni si rivelò un fallimento. 4 la fine di tre imperi immensi, zarista asburgico e Ottomano, creò nuovi fattori di instabilità politica internazionale. 6
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