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L'italiano in rete, Prada - Riassunto, Appunti di Linguistica

Riassunto del libro L'italiano in rete di Massimo Prada. Corso di linguistica italiana

Tipologia: Appunti

2017/2018
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Caricato il 12/05/2018

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Scarica L'italiano in rete, Prada - Riassunto e più Appunti in PDF di Linguistica solo su Docsity! IL FENOMENO DI INTERNET Internet è una realtà sempre più pervasiva e importante, in Italia e nelle società avanzate: pervasiva stando ad alcune statistiche, nel 2014 avevano accesso a Internet oltre tre miliardi di persone, cioè più del 40% della popolazione mondiale; importante attraverso la rete gli utenti compiono operazioni sempre più differenziate che incidono direttamente sulla loro vita di tutti i giorni, modificando la stessa percezione della realtà. Diffusa in tutto il mondo, nei primi decenni del nuovo millennio la rete è diventata anche una risorsa multilingue vi hanno accesso utenti che parlano centinaia di idiomi diversi, mentre quelli che usano nativamente come lingua franca l’inglese divengono percentualmente sempre meno numerosi. A rendere possibile una diffusione così capillare della rete e a permetterle di penetrare nei gangli della quotidianità sono stati strumenti sempre più semplici da usare e sempre più potenti (non solo computer, ma telefoni, tablet, etc.), con interfacce software che vanno via via standardizzandosi e rendendo possibili approcci multicanali, multimediali, crossmediali e convergenti alla comunicazione. Multicanalità si chiama così per la possibilità di sfruttare canali diversi per irradiare informazione (es. uso della televisione per avvertire un utente che il pagamento per un servizio può essere effettuato in posta, che i moduli da compilare possono essere scaricati da un sito web, che le informazioni per le procedure si possono ricevere attraverso un messaggio sms); Multimedialità si chiama multimedialità lo sfruttamento ai fini della comunicazione di più media congiuntamente (testo alfabetico, registrazioni vocali, immagini, etc.); Crossmedialità e convergenza si chiama crossmedialità il fenomeno per cui, fruttando le possibilità offerte dalla digitalizzazione, i contenuti della comunicazione possono adattarsi a media diversi (radio, televisione, stampa, pagina web, etc.). La crossmedialità genera convergenza proprio perché tutti i media sono in grado di trasferire la medesima informazione, sia pur in forma adattata. In questo modo diviene facile richiamare attraverso media diversi lo stesso contenuto e addirittura incorporare un medium nell’altro, cosicché un programma televisivo si può vedere in streaming sul PC o su tablet e i contenuti di un sito social possono essere visualizzati in televisione. INTERNET E LA SCRITTURA Internet è un fenomeno globale e pervasivo; questo significa che sempre più pervasivi sono gli oggetti comunicativi che essa rende accessibili. Questi hanno una componente linguistica assolutamente prevalente e si presentano per lo più in forma scritta. I nuovi media telematici hanno dischiuso, o riaperto, l’universo della scrittura anche a chi non ha mai sentito di avere il bisogno di scrivere e finisce invece per farlo frequentemente, magari per dire dei fatti minuti e triti della vita quotidiana. Per descrivere questa evoluzione della realtà sono stati i termini ipergrafia e graforrea, i quali hanno una connotazione negativa. Una simile e nuova confidenza con il mezzo scritto non è priva di ricadute linguistiche: • deproblematizzazione dell’atto scrittorio; • modificazione del rapporto tra lo scrivente e la norma; • diffusione contaminante di usi grafici e consuetudini linguistiche. L’uso normale, persino estensivo, della scrittura la deproblematizza e desacralizza il testo; i testi diventano deperibili e ciò facilita l’uso e la diffusione di forme linguistiche correnti, se non diafasicamente basse o addirittura substandard. Il minor controllo esercitato dalla media degli scriventi su testi “a perdere”, tende ance a facilitare la presenza di errori e innalza la soglia di tolleranza nei loro confronti. Sono molto comuni i fenomeni come la collaborazione, la condivisione, la folksonomy (tassonomia cooperativa attraverso l’uso di tag) e la diffusione (syndication), che non solo stimolano all’uso della scrittura, ma invitano anche a pratiche di riuso di forme e materiali. La tensione socializzante implicita nell’uso dei media sociali agevola inoltre la formazione di comunità di discorso che proiettano usi linguistici e testuali particolari nel repertorio della comunità e favoriscono in questo modo la costruzione, il consolidamento o la deriva di alcuni generi testuali; la natura paradialogica di molti servizi dei nuovi media favorisce anche l’apertura della scrittura a fenomeni che si ritenevano esclusivi del parlato o molto caratteristici del parlato. LA COMUNICAZIONE MEDIATA TECNICAMENTE (CMT) L’interazione comunicativa mediata da Internet si esprime in un gran numero di forme diverse, tutte unificate dal fatto di essere digitali; mentre qualche anno fa si accedeva ai servizi telematici pressoché solo con i computer e si parlava di Computer Mediatet Communication (CMC), oggi appare più utile fare riferimento alla comunicazione telematica digitale come Comunicazione Mediata Tecnicamente (CMT), essendo a disposizione degli utenti molti più dispositivi. I testi digitali telematici della CMT sono da sempre considerati testi diafasicamente misti, tali cioè da presentare tratti del parlato e tratti dello scritto in varia composizione. Parlato il pralato prototipale è quello del dialogo naturale e l’interazione dialogica prevede, oltre che lo sfruttamento del canale fonico-acustico, un certo tasso di partecipazione emotiva. Il dialogo naturale prevede la condivisione del contesto spazio-temporale e la possibilità di attivare codici paralinguistici ed extralinguistici. Inoltre, nella conversazione naturale sono in gioco dinamiche di gestione della turnazione e di negoziazione dello status potenzialmente conflittuali. Nel parlato naturale si registrano competizioni per il campo e spesso anche sovrapposizioni in turni. L’alternanza tra i parlanti incide sulla struttura del discorso rendendo inevitabili interruzioni, riprese, cambi di progetto e un impiego particolare dei meccanismi della coesione e una certa ridondanza segnaletica, soprattutto nella forma della ripetizione. Abbondano anche i segnali discorsivi, che verificano la pervietà del canale, sondano la disponibilità e l’accordo dell’interlocutore, mitigano le affermazioni e indicano un atteggiamento empatico e cooperativo. Assumere la presenza nel proprio interlocutore di una volontà di cooperazione rende possibile, nella conversazione, anche un notevole tasso di implicitezza, che riposa su una serie di conoscenze condivise, di tipo enciclopedico e relative alla situazione di enunciazione. La condivisione del contesto rende pure molto frequente l’impiego di deittici personali, specie di prima e di seconda persona, di cronodeittici e di topodeittici. Tratti assolutamente tipici del parlato naturale sono poi quelli prosodici, che consentono di realizzare importanti effetti pragmatici, focalizzando costituenti (e i referenti collegati) e rendendo evidente la struttura informativa dell’enunciato. La progettazione immediata del discorso facilita il ricorso a lessico ad alta estensione e di alta frequenza, a strutture sintattiche semplificate (come il “che” polivalente, o lo “gli” unificato), o pragmaticamente orientate (frasi scisse, segmentate, con dislocazione), talora substandard (temi sospesi), additive, lineari in cui la variabilità dei tempi e dei modi verbali appare ridotta. Scritto lo scritto protipale, che utilizza il canale grafico-visivo, è ben rappresentato da un testo formale a stampa. È permanente e consente la lettura e l’analisi ripetute; è chiuso, cioè non modificabile dal destinatario e opera di un solo autore o di un gruppo definito e numerabile di autori. E’ progettato per raggiungere i suoi obiettivi comunicativi in maniera efficiente e mostra in genere una sintassi complessa, con un numero variabile di subordinate che appartengono a molti tipi diversi e, soprattutto, che sono introdotte da un numero ampio e differenziato di connettivi subordinativi. Anche il lessico è ricco e vario, mirato a raggiungere la precisione referenziale. Quando si scrive un testo, non si condivide il contesto con il destinatario: ciò significa che lo scrivente non può fare conto sulla disponibilità di informazioni facilmente attingibili, né deve attendersi retroazione. I deittici di luogo, di tempo e di persona che appaiono nei testi scritti o puntano a un universo immaginario e finzionale, o sono stati collegati a un qui e a un dove mediante un’operazione di esplicitazione, o sono anaforici e puntano a elementi del testo stesso. Nei testi espositivi formali a stampa non solo si curano l’adeguatezza stilistica, la correttezza formale e la ricchezza lessicale, ma si tende anche a massimizzare i segni espliciti della coesione costruendo una rete di rinvii tra le parti del testo che ne segnalano unitarietà; lo scrivente utilizza parafrasi, sostituenti nominali, incapsulatori e deittici testuali che rendono il processo interpretativo più facile e più vincolante. Le dimensioni dei testi variano ampiamente, ma la loro estensione è tendenzialmente maggiore di quella dei testi parlati. I testi scritti prototipali sono caratterizzati anche da un alto grado di convenzionalità: rispettano una serie di norme su cui si esercitano specifiche attese sociali, le norme di genere. La convenzionalità dei testi scritti è dovuta anche al complesso processo editoriale che ne consente la realizzazione e che prevede più livelli di revisione. Trasmesso i testi prodotti attraverso i servizi della CMT presentano sia tratti del parlato, sia tratti dello scritto paradigmatico, anche se non sembra possibile classificarli entro un continuum basato solo sull’opposizione binaria tra queste due varietà diamesiche a causa dell’importanza dei fattori generalmente culturali, tecnici e situazionali. I testi prodotti usando alcuni servizi (come posta elettronica, o alcuni forum) presentano un consistente numero di tratti dello scritto paradigmatico soprattutto perché in condizioni normali sono usati asincronicamente o sono intesi come asincroni, mentre altri (sms, chat, messaggistica istantanea, social network) sono più implicati con il parlato, di cui riproducono alcune caratteristiche, perché sono in genere impiegati in interazioni quasi sincrone o sono percepiti come particolarmente adatti ad esse. Un servizio come il chat, per esempio, evidenzia la scarsa attenzione per la correttezza ortografica ha l’esatto corrispettivo nell’ipoarticolazione nel dialogato non progettuale, così come l’uso frequente dei punti di Nell’uso dei connettivi subordinativi si inclina a ricorrere a pochi tipi molto frequenti; abbondano le frasi nominali e il periodare coupé, mentre sono rare, nella media, le strutture distattiche (temi sospesi), che possono affiorare in blog tematici, nei commenti ai post e più generalmente nei servizi più fortemente interattivi, in cui si richiede progettazione immediata del testo. I diversi servizi mostrano, in realtà, notevole variabilità, e mentre la posta elettronica e taluni newsgroup consentono e forse promuovono un’elaborazione accurata, il chat, la messaggistica istantanea e il microblogging sollecitano il ricorso a strutture più semplici e meno progettuali; i blog e Facebook sembrano occupare una posizione intermedia tra quelle dei due gruppi precedenti ma, nonostante siano servizi tendenzialmente asincroni, non offrono in genere testi con sintassi particolarmente architettonica. La testualità nei servizi ad aperto orientamento interazionale e dialogico è fortemente orientata sullo scrivente e sul destinatario e nella segnaletica discorsiva, talora piuttosto fitta. Quanto al lessico, la lingua si apre frequentemente, nel parlato e nello scritto, ad inserti alloglotti, mentre i codici diversi dell’italiano sono talora occasione di gioco allusivo e di invenzione neologica. Il predominio dell’inglese sembra essere assoluto; altre lingue, e tra queste i dialetti dell’italiano, appaiono in maniera più puntiforme e occasionale. Giovanilismi: alcune tra le caratteristiche spesso descritte come tipiche, se non esclusive, del linguaggio di parlanti e scriventi giovani, vale a dire quelle che implicano una notevole connotazione espressiva, il gioco con la lingua e le sue convenzioni, le contaminazioni tra forme, strutture e codici a fini ludici, sembrano particolarmente rappresentate nei testi telematici e la loro frequenza sarà dovuta proprio alluso ampio e intensivo che dei servizi della CMT fanno i giovani. Ci si riferisce a : neoformazioni ironiche e forme di connotato espressivo con sfruttamento di derivazione, composizione, scorciamento, fusione; disfemismi e espressioni tabuizzate; dialettismi o regionalismi lessicali o sintagmatici; stranierismi o pseudostranierismi, anche in contesti di code switching e di adattamento ironico (quasi solo dall’inglese); forme attinte da vari sottocodici, come il droghese, i gerghi della malavita, il giovanilese della scuola, anche in facili neoformazioni; altre forme di varia origine, comunque informali o espressive, talora innovanti e spesso destinate a circolazione ristretta ma a volte virale, che fanno capolino con frequenza variabile un po’ in tutti i testi mediati tecnicamente. Quanto al dialetto, occorre precisare che anche nella sua implementazione mediale telematica si tratta per lo più di presenze frammentarie e citazionali, attinte talora ai mass media, non necessariamente collegate a conoscenza approfondita dell’idioma, ma di norma tali da assumere il valore della sprezzatura, in quanto percepiti come lingue altre rispetto a quella comune. Si innescano così, nei testi neomediali, derive locali che fanno da controcanto a una più generale anglicizzazione lessicale (effetto di dinamiche di globalizzazione), che alcuni studiosi hanno chiamato glocalization e che non è che una faccia del fenomeno dell’inclinazione all’interculturalità e all’eteroglossia che caratterizza il mondo giovanile e si riflette nell’uso che i giovani fanno dei nuovi mezzi comunicativi. Eteroglossia: è etimologicamente l’uso della lingua d’altri; in una situazione di eteroglossia, in particolare tra due lingue o varietà di lingua, si crea una tensione che può essere sfruttata ai fini comunicativi. La CMT appare essere informata all’eteroglossia, perché gli scriventi impiegano varietà altre della propria o da quelli di riferimento innescando un meccanismo di rivalutazione del loro testo che lo rende capace di suggerire distanza o prossimità, conformità o difformità e che rende possibili anche fenomeni di allontanamento metalinguistico, spesso di tipo ironico. Stranierismi e tecnicismi: gli stranierismi e gli speudostranierismi espressivi e giovanilistici non sono gli unici documentati nella CMT, perché vi è anche una notevole rappresentanza di xenismi tecnici o di origine tecnica ma diffusi nella lingua comune, specie giornalistica (quasi esclusivamente anglicismi). Si tratta di forme tecniche di ambito informatico, per esempio. Il gioco verbale si può realizzare, date le circostanze adeguate, anche in relazione a tenicismi veri e propri, in cui lo scrivente opera regolarmente una trascrizione fonetica impressionistica di anglicismi di settore e trascrive addirittura in stringhe fonetiche elementi simbolici altrove usati nella lettura compitale, operando una doppia codifica. Numerosi stranierismi si incontrano anche nei nickname, nei servizi che li prevedono. Degne d’attenzione sono le numerose neoformazioni collegate per lo più alle tecniche dei servizi telematici: si tratta spesso di verbi denominali o deverbali che sono fatti rientrare nella prima classe flessiva italiana, secondo la norma (es. spammare, chattare). Interesse specifico presentano le rideterminazioni semantiche (es. ignorare=non rispondere in chat). Va infine notata la tendenza, rilevata soprattutto in alcuni blog informativi, a presentare non solo inserti lessicali e fraseologici, ma anche in code-switching e citazioni, anche piuttosto lunghe, in lingue inglese. POSTA ELETTRONICA Uno tra i più antichi servizi resi disponibili da internet è la posta elettronica; al mondo ci sarebbero oltre 4 miliardi di account di posta elettronica e la tendenza è al loro incremento. Per quanto i valori e in termini di utenti e di messaggi scambiati tra loro restino altissimi, recentemente il numero delle persone che fa ricorsa all’email per ragioni non professionali registra una certa flessione a causa della migrazione, soprattutto dei più giovani, verso altri servizi (messaggistica istantanea e social media). La posta elettronica resta comunque ancora la chiave di accesso a tutti gli altri servizi digitali. Considerata un tempo come mezzo caratteristicamente asincorno, oggi per via della maggiore ampiezza di banda, per la diffusione di tariffe forfettarie, per l’evoluzione dei servizi telematici e per la sempre maggiore disponibilità di client mobili, anche la posta elettronica può essere considerata un mezzo semisincrono come altri. Nella sua forma più tipica mette in comunicazione attraverso internet e in maniera immediata un solo mittente con un solo destinatario; i messaggi e-mail sono generalmente formati da solo testo, digitato attraverso la tastiera di un computer e letto a video, anche se molti programmi rendono possibile inserire nei messaggi elementi multimediali. La granularità è estremamente varia. Il messaggio di posta elettronica presenta caratteri particolari: • un debito comunicativo, funzionale, strutturale e formale con altri tipi di testo che ne hanno determinato caratteristiche ormai codificate tecnicamente. La posta elettronica, essendo uno tra i più antichi servizi telematici di massa, presenta con speciale evidenza un aspetto riconfigurato; gli antecedenti si individuano soprattutto nella scrittura epistolare, nei fax e nei messaggi di segreteria, di cui l’e-mail conserva vari aspetti formali. • una notevole variabilità nelle sue realizzazioni, dovuta all’estrema disponibilità e alla polifunzionalità. La posta elettronica è senza dubbio il risultato di estensive pratiche d’uso e della varietà delle situazioni comunicative entro le quali viene adibita alla comunicazione: nel caso di una lista di distribuzione, lo scrivente può non qualificarsi personalmente e indirizzare il messaggio a una platea ampia di lettori in un contesto professionale; in ambiente di lavoro lo scrivente e il destinatario possono stringere una relazione gerarchicamente verticale o semplicemente non essere in rapporto confidenziale e scrivere a fini esclusivamente informativi; mittente e destinatario possono anche essere amici e lo scambio di messaggi può avere anche finalità socializzanti: in questo caso il testo potrà contenere elementi espressivi, orientati al lusus e all’amicazione. • la condivisione di alcuni tratti di fondo con altre strutture telematiche. Per inviare un messaggio è necessario designare, come si farebbe con una lettera cartacea, un destinatario e indicarsi come mittente; inoltre, di solito il testo è preceduto da una riga in cui si indica l’oggetto della comunicazione. Nella posta elettronica il fatto che la relazione tra mittente e destinatario sia mediata da un’interfaccia tecnica e dalla scrittura (che funzionano come diaframma interposto tra gli attori della comunicazione) può predisporre alla mancata percezione dei differenziali di status e quindi all’assunzione di un tono generalmente familiare. Segnali discorsivi (discourse makers): sono elementi linguistici appartenenti a diverse classi lessicali che hanno essenzialmente la funzione di gestire il discorso nella sua struttura e nella sua relazione con gli attori della comunicazione. Essi servono a: • fornire indizi in merito all’organizzazione del testo; • suggerire la relazione tra il discorso e chi lo produce; • gestire la relazione tra gli attori della comunicazione. Tra i segnali discorsivi si contano congiunzioni, avverbi e locuzioni avverbiali, verbi e frasi. Possono fungere da segnali discorsivi anche interiezioni, fatismi (es. mmh..) e, nelle scritture telematiche, fatto che costituisce un’indubbia novità, elementi simbolici come gli emoticon, alcune sigle e altro ancora. Le determinanti di ordine tecnico si risentono in circostanze particolari, come gli scambi sequenziali di messaggi: la costruzione di filiere tende a modificare la struttura dei testi, o almeno di quelli susseguenti al primo, soprattutto se lo scambio avviene in breve giro di tempo; sono infatti omesse le formule di introduzione e spesso anche le formule di saluto e firma, di modo che ciascun messaggio assume l’aspetto di una battuta di quella che si percepisce come una conversazione tramite mezzo scritto. Aumentano anche i riferimenti intertestuali e la deissi ai testi precedenti e si fanno più frequenti i meccanismi di implicitazione e di presupposizione scatenati dalla presenza del cotesto di riferimento: una serie di fatti tecnici fa sì che un testo scritto assuma molte caratteristiche conversazionali. GLI SMS, IL CHAT E LA MESSAGGISTICA ISTANTANEA DA PC E MOBILE SMS si definiscono tecnicamente e formalmente agli albori della tecnologia telematica, negli anni Novanta del secolo scorso. SMS sta per Short Messaging System e mette in comunicazione in maniera potenzialmente immediata un singolo scrivente con un singolo destinatario. Gli SMS sono formati di solo testo non formattato, digitato sul tastierino di un telefono, che presenta limiti di usabilità anche nel caso degli smartphone. La granularità è ridotta, perché i messaggi si limitano di norma a qualche centinaio di caratteri nonostante i vincoli tecnici che condizionavano la loro trasmissione siano stati superati. Per quanto si tratti di un servizio datato, gli SMS sono ancora molto utilizzati. Nato come benefit marginale per gli utenti di telefoni cellulari, il messaggio telefonico veniva trasmesso nei ritagli di banda e poteva contenere solo 160 caratteri alfabetici. Il limite è ormai superato e la massima concisione non si segnala più come un obiettivo fondamentale, ma l’imperativo alla brevità ha contribuito all’immissione in uso di numerosi artifici brachigrafici che sono diventati tipici di alcune scritture digitali e telematiche, finendo per costituire (soprattutto tra i più giovani) elementi espressivi, tanto da percolare nelle scritture tradizionali. L’SMS occupa una nicchia molto particolare nell’architettura dei servizi telematici per la comunicazione; non sostituisce il contatto telefonico (ritenuto più impegnativo), né il messaggio di posta elettronica (ritenuto più formale). È affine funzionalmente al poke di Facebook, al tweet di Twitter, al semplice squillo che in alcune culture segnala interesse, o al messaggio istantaneo. Offre in ogni caso opportunità molto significative: è meno intrusivo della chiamata, ma è esplicito e persistente, perché il destinatario lo riceve, ma lo può prendere in considerazione quando gli è più comodo; è pressoché istantaneo e non presenta il rischio di non essere letto; può essere inviato in qualsiasi momento ed è visto quasi certamente solo dalla persona cui lo si vuole inviare, consentendo margini di confidenzialità molto alti. L’SMS può ricoprire il ruolo di “servizio ponte” ed essere impegnato, per esempio, per ricordare a qualcuno che gli si è spedita una mail o che si è pubblicato un post. Molti tra i tratti grafici-ortografici come tachigrafie e iconografismi sono frequenti nei messaggi SMS, anche se si ha l’impressone che essi fossero maggiormente rappresentati nei primi anni di diffusione del servizio. Oggi, quando la maggior parte dei contratti telefonici include messaggi gratuiti o a costi molto bassi e quando l’uso delle tecnologie assistive (per esempio, il T9), si è fatto molto frequente, il ricorso alle neografie sembra in riduzione. Il fatto che l’SMS sia un testo breve non significa che esso non preveda la possibilità di ridondanza, soprattutto ai fini espressivi; lo scrivente può ricorrere agli indicatori grafico-tipografici (ripetizione di elementi alfabetici, cumuli di segnali interpuntivi) o fare ricorso alla ripetizione di elementi lessicali. La ripetizione, oltre ad avere finalità espressive, può rispondere anche a esigenze di tipo coesivo in cui si mimano in parte i fenomeni della conversazione naturale; in questi casi il fenomeno ha funzione interazionale e segnala accordo, mancanza di accordo, interesse, stupore, rabbia… La serie di SMS inquadrate in una sequenza presentano caratteristiche che ravvicinano ciascun elemento a un turno dialogico e ne fanno quindi una sorta di chat semisincrono. In questo ambito il testo prodotto attraverso lo scambio comunicativo si analizza come somma di unità elementari che si dispongono in triplette o sequenze di coppie, anche se scambi molto lunghi di messaggi sono piuttosto rari. Chat testuale è un servizio sincrono che mette in comunicazione in maniera immediato un singolo scrivente con un singolo interlocutore o con un gruppo di interlocutori in genere non troppo esteso, attraverso la rete Internet. Le sessioni di chat si svolgono in stanze o canali a tema attraverso applicativi che permettono di scambiarsi stringhe di testo, a volte con il supporto per elementi multimediali. Il testo si sviluppa dialogicamente e dunque la granularità, molto fine, si riferisce ai singoli segmenti che lo compongono e che definiscono i turni di conversazione. Tra tutti i servizi della CMT, il chat è quello in cui si emula più da vicino il parlato conversazionale. La conversazione in chat, oltre a realizzarsi attraverso il codice grafico e non fonico, avviene senza condivisione spaziale e senza che gli interlocutori abbiano la possibilità di sfruttare le informazioni che in quella faccia a faccia sono fornite dai codici extralinguistici e dagli elementi paralinguistici; si tratta di elementi fondamentali a che il flusso della conversazione fluisca senza ostacoli, IL WEB 2.0 E OLTRE: IL CASO DEI WIKI, DEI BLOG, DEL MICROBLOGGING E DEI SOCIAL NETWORK Wiki, blog e le piattaforme per il social networking incarnano in maniera paradigmatica le innovazioni tecniche che hanno trasformato il web statico in uno strumento intermodale e interazionale: questi servizi, nati in anni relativamente recenti, rendono possibile la scrittura collaborativa e un’interazione estesa ed immediata; sono anche strumenti decisamente polifunzionali ed estremamente accessibili, perché l’utente può interagire con essi sia attraverso il PC, sia attraverso terminali mobili. Wiki e blog i wiki sono essenzialmente strumenti che consentono la creazione di testi collettivi e condivisi. Esistono in realtà anche wiki personali, che estendono il modello dell’informazione reticolare, additiva, poco strutturata alla scrittura privata, ma l’incarnazione più fedele al modello originale è quella dei wiki pubblici, uno dei quali è la celebre Wikipedia. Di fatto, un wiki, come un forum, è una collezione di testi prodotta utilizzando i servizi di un CMS. Simile a un blog, un wiki non è però, nella sua forma più tipica, un progetto monoautoriale, ma il risultato dell’attività coordinata di più autori. Punto di forza dei wiki è la loro accessibilità: la creazione e l’editazione dei contenuti avvengono in maniera semplice e intuitiva, ciò che rende facile pubblicare testi anche a utenti tecnicamente non smaliziati. I wiki, come i blog, sono documenti ipertestuali nel senso che sono formati da testi interconnessi attraverso link che configurano un testo a costellazione, cioè non lineare e a struttura libera; il testo dei wiki e dei blog è essenzialmente aperto: rielaborabile anche per addizione, incrementabile all’infinito nel numero dei nodi che lo costituiscono; nei blog invece il testo è talora frammentario, nel senso che è frequentemente costituito da una catena di post che si susseguono. Il testo dei blog costituisce una sfida al testo tradizionale nella sua continuità, nella sua fissità e nella sua autosufficienza. Una tra le caratteristiche distintive dei wiki è costituita dal fatto che essi sono in grado di conservare la propria storia redazionale. Come nella gran parte dei testi per il web dotati di qualche estensione, i singoli componenti si presentano spesso fittamente paragrafati, hanno titolazione interna e sono talvolta resi più facilmente decodificabili dal punto di vista informativo, attraverso lo sfruttamento di alcuni tratti tipografici. Dal punto di vista linguistico, la variabilità dei testi è molto ampia: tendenza all’impiego di un italiano di buon livello, corretto, simile alla media delle scritture enciclopediche, con poche concessioni al parlato, che invece emerge con una certa ampiezza nella pagina delle discussioni. I blog sono, come i wiki, un’implementazione particolare delle possibilità offerte dai CMS; a differenza dei wiki, sono normalmente testi che appartengono a un solo autore. Nati come diari personali di navigazione in un momento (i tardi anni Novanta del secolo scorso) in cui i motori non avevano ancora quasi completamente fagocitato ogni attività di ricerca proponendosi come interfaccia unica per l’accesso alla rete e quando ancora i social network non erano sviluppati, sono oggetti poliformi e polifunzionali attraverso i quali si scrive di sé e dei propri vissuti, si parla di politica, si trattano argomenti specialistici, si forniscono collegamenti ad altri siti. I blog in genere sono soggetti ad aggiornamento regolare, anche se questo non è un dato tipizzante. Molti hanno anche caratteristiche pienamente professionali e sono collegati a realtà editoriali importanti; alcuni non solo incorporano elementi mediali, ma si collegano direttamente o indirettamente ai media tradizionali, realizzando la crossmedialità. Presentano tratti strutturali piuttosto riconoscibili, che si possono considerare propri del genere: sono basati sul testo, anche se possono contenere elementi multimediali e in qualche caso limitandosi ad essi e hanno di norma le caratteristiche di un diario con l’ordinamento inverso dei post; spesso gli articoli ospitati dai blog contengono collegamenti a altri siti affini; i link sono presenti anche nella forma del blogroll, cioè dell’elenco colonnare affiancato alla cornice che ospita i post. Molti blog rendono poi possibile l’intervento dei lettori attraverso apposite funzioni di commento; in questo senso il blog finisce per somigliare ai forum e ai newsgroup. Anche nei blog si attivano importanti dinamiche interazionali volte alla costruzione di gruppi di identità, vale a dire gruppo di persone che condividono gli stessi ideali e che cercano sostegno e conferma in ciò che scrivono gli altri. Non tutti i blog prevedono o permettono interazione. La granularità dei testi è svariata. Anche dal punto di vista delle caratteristiche linguistiche le generalizzazioni sono molto difficili. Si rileva che è facile osservare uno stacco tra la lingua degli articoli (post) e quella dei commenti, in genere più informali, linguisticamente meno controllati, sintatticamente più semplici, testualmente meno organici, oltre che più frequentemente aperti ad eccessi di espressività e a fenomenologia disfemica o a linguaggio aggressivo. Scritture cooperative: la produzione collaborativa del testo da parte di un numero a volte imprevedibile di autore è un processo che richiede vigilanza da parte della comunità, perché gli interventi inadeguati, scorretti, tendenziosi o semplicemente vandalici e distruttivi sono sempre possibili: per questo i wiki hanno strumenti per il controllo delle operazioni di modifica dei documenti. In Wikipedia sono presenti, per ogni testo pubblico, pagine per la discussione e pagine che riportano per intero la storia degli interventi e che forniscono anche la possibilità d raffronti puntuali tra versioni diverse: gli utenti che modificano il testo vi appaiono con il loro username e con il loro indirizzo IP e il sistema indica data e ora della modifica. Social network e microblogging i social network costituiscono un’implementazione innovativa e particolarmente fortunata dei CMS; i due che si prendono in considerazione competono, nel sistema ecologico della CMT, in parte per la medesima nicchia di blog, soprattutto nella forma personale; la loro funzione è però relativamente complessa, in quanto sono talora utilizzati insieme a e a supporto di media più tradizionali, come la stampa e la televisione. Si tratta di servizi che consentono anche alle persone non esperte di informatica di costruirsi con poco sforzo un profilo pubblico che può agganciarsi a quello di un numero indefinito di altri utenti con i quali è possibile confermare, consolidare o stringere relazioni: nei social network prendono così forma visibile le reti sociali in cui il singolo scrivente è inserito. I social network, pur nella differenza di funzionamento, fruizione e diffusione che li caratterizza, assolvono a più funzioni: quella socializzante in primo luogo, quella informativa in secondo luogo e quella funzionale e professionale in terzo, perché alcuni social network rendono possibile entrare in contatto con esperti del mondo dell’impresa e con persone che condividono gli stessi interessi mettendo in comune esperienze. Nella loro forma più tipica, i social network funzionano come aggregatori di messaggi che provengono da scriventi diversi: il singolo può rivolgersi al singolo o al pubblico e i destinatari hanno di norma la possibilità di rispondere. Il flusso di testo non è moderato e le interazioni sono semisincrone. In alcuni social network i testi sono multimediali, in altri sono più spesso formati da testo; nell’uno e nell’altro caso possono essere composti dalla tastiera di un computer o sul tastierino di un telefono e possono avere granularità diversa, anche se sono tendenzialmente brevi (es. 140 caratteri su Twitter). In quanto testi definitoriamente proprietari ma progettati per l’uso sociale, i blog hanno frequentemente orientamento valutativo e irradiano esplicitamente, attraverso mezzi linguistici, la posizione dello scrivente: ciò rende necessario in qualche caso il ricorso a procedimenti di mitigazione epistemica (es. forse, probabilmente, si potrebbe dire che) o attitudinale/affettivo (spero che, confesso che), di dubbio, di distanzazione, di assertività, spesso nella forma di avverbi o di altri modificatori di enunciato collocati nella sua periferia sinistra o destra (fortunatamente, personalmente) o alla segnaletica discorsiva. Si tratta di caratteristiche normali nel parlato naturale che si propagano alla scrittura interazionale. Frequenti appaiono in molti blog personali e professionali, ma anche in quelli giornalistici, i disgrafismi dovuti alla fretta della stesura, mentre poco documentati sono quelli collegati al dominio precario delle regole ortografiche e sono rare le tachigrafie, le scrizioni iconografiche e simboliche che caratterizzano altri servizi. Va considerato che i blog sono spesso scritti da utenti che occupano le fasce medie e alte della scolarizzazione, che hanno buona competenza tecnica e che possiedono una consapevolezza linguistica che consente loro di giocare in maniera creativa e originale con la lingua. Oggi i blog, insieme ad alcuni social network, sono sempre più frequentemente strumenti dell’attivismo politico (e antipolitico) e voce dei politici, soprattutto per la possibilità di raggiungere in maniera economica e rapida un alto numero di persone. Nel caso dei blog non si deve fare l’errore di identificare lo scrivente aggressivo con quello poco padrone della lingua: rompere le convenzioni implica la loro conoscenza e il gioco linguistico, l’impiego di neoformazioni e la creazione di parole sono un segno di dominio del codice. TWITTER Si tratta di un servizio di microblogging che ingloba le funzioni della posta elettronica, della messaggistica istantanea e dei blog, ha lo scopo principale di rendere possibile la disseminazione di informazioni nella forma di pillole di testo, anche attraverso terminali mobili. Si ritiene che il servizio sia prevalentemente orientato all’informazione più che alla pubblicizzazione del sé, sebbene non sia del tutto vero. Twitter è un servizio crossmediale: sono sempre più numerosi i casi di trasmissioni televisive in cui passano tweet e quelli di dirette via Twitter di trasmissioni televisive, concerti, riunioni politiche; l’attivazione di questi circuiti mediali ha in genere un forte effetto amplificativo su tutti i media implicati. Quella di Twitter è una piattaforma che ha inaugurato un genere relativamente nuovo, caratterizzato da varie convenzioni tipizzanti. Alcune tra queste caratteristiche coincidono con altrettante convenzioni metatestuali che hanno importanti ricadute di tipo internazionale e che sono funzionali alla costituzione di comunità virtuali di discorso: si tratta dell’uso di @ come deittico (indicatore di addressività e di menzione), del segno # (hashtag, il “cancelletto”) come elemento topicalizzante e della sigla RT a indicare l’inoltro di un tweet. Esiste poi anche la pratica della stellinatura, che rende possibile contrassegnare un tweet come interessante e di segnalarlo come tale ai propri affiliati. @ significa “at”, svolge propriamente almeno due funzioni separate: può essere utilizzato da uno scrivente per rispondere al messaggio di un altro utente del sistema (addressività), oppure semplicemente per indicare il fatto che a tale utente si fa riferimento (menzione). In genere come deittico addressivo appare all’inizio di un tweet; come indice di menzione può apparire in qualunque posizione e talora essere integrato nel flusso grammaticale del messaggio. Il segno viene a volte utilizzato in sostituzione della preposizione “a”. Gli utenti di Twitter riconoscono la specificità dell’uso e la segnalano linguisticamente in italiano, impiegando il verbo “chiocciolare” come sostituto di “menzionare”. # è un elemento topicalizzante e focalizzatore che consente di trasformare una stringa alfabetica nell’àncora di un link; questo, se attivato, apre una pagina di ricerca che elenca tutti i tweet che la contengono. È il modo più comunemente impiegato per creare buzzword e catalizzare l’interesse della comunità intorno a un determinato argomento. Una stringa con hashtag che sia stata ricercata da molte persone appare nella finestra dei trending topics, ovvero degli argomenti di tendenza. Il segno dell’importanza crescente e della popolarità dei media sociali e delle loro convenzioni formali e linguistiche si osserva non solo nella loro presenza diretta in alcuni programmi televisivi e radiofonici, ma anche nel loro approdare al piccolo schermo nei titoli di trasmissioni per il grande pubblico. RT indica il retweet o l’inoltro di un messaggio a tutti i propri affiliati: secondo alcuni studiosi è il meccanismo più importante mediante il quale si disseminano i contenuti e si portano all’attenzione generale temi che si ritengono focali; è anche il modo in cui i politici, i partiti, i giornali o i gruppi di interesse tentano di delimitare lo spazio di quello che la stampa chiamerebbe notiziabile e di trasferire salienza ad alcune informazioni. Certamente è uno dei modi attraverso i quali in rete circolano in modo viale dati che catalizzano discussioni e poi si estinguono per disinteresse e saturazione. L’insieme della segnaletica funzionale (@, #, RT) e dei link, talora abbreviati, può produrre stringhe di testo la cui informatività tende rapidamente a zero, almeno per chi sia all’esterno della conversazione in cui il tweet assume un senso pieno; in qualche caso la significatività è spostata all’esterno del testo (il senso del messaggio si coglie solo attivando un collegamento o identificando ciò cui puntano deittici e sostituenti). Ciascun utente può organizzare il flusso dei tweet che appare sulla sua pagina base includendone alcuni tra i preferiti: l’operazione si svolge attivando un’etichetta a forma di stella e viene talora chiamata stellinatura (dal verbo stellinare, un neologismo neomediale). Twitter è un servizio semisincrono: sono frequenti le conversazioni (non facili da seguire perché la piattaforma non ricostruisce automaticamente i thread) in cui si trascrive o si simula il parlato. La creatività lessicale degli scriventi di Twitter si rivela molto spesso non solo nei nickname, ma anche negli hashtag. La tipologia è varia: si va da parole semplici a sintagmi di varia natura e frasi intere, prevalentemente referenziali nei tweet informativi. Si trovano spesso anche sigle, frequentemente inglesi e altri composti, a volte ibridi (numerosi i derivati). Anche in Twitter si registrano fenomeni di marcatezza. FACEBOOK Facebook è stato il primo social network di massa a imporsi in Italia e ha conquistato rapidamente un’imponente platea di utenti, la più ampia in assoluto nel panorama dei media sociali (il numero dei suoi iscritti supera di molte grandezze quello degli utenti di Twitter). Facebook è decisamente orientato in direzione multimediale e crossmediale: i post includono spesso immagini, filmati, oggetti musicali e sono arricchiti da link che rinviano ad altri servizi. I messaggi hanno molto frequentemente carattere autorappresentazionale e sono finalizzati all’interazione sociale: la pagina del profilo di Facebook assomiglia dal punto di vista funzionale e formale alle vecchie home-page personali ed è uno degli elementi fondamentali di quel sistema di oggetti e di pratiche integrate pensate per facilitare la proiezione telematica
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