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Dalla 'Rivoluzione Industriosa' alla Rivoluzione Industriale in Inghilterra - Prof. Fruci, Schemi e mappe concettuali di Storia Contemporanea

Sulla grande transformazione che si verificò tra metà del settecento e metà dell'ottocento, composta da tre assi fondamentali: politico, economico-sociale e comunicativo-culturale. La storiografia convenzionalmente definisce questi processi come 'rivoluzioni', ma in realtà non sono lineari né brevi. Il termine 'rivoluzione industriale' compare per la prima volta in ambito francese o francofono all'inizio dell'ottocento, mentre gli studiosi e gli storici economici inglesi iniziano a utilizzarlo a fine ottocento. La rivoluzione industriosa, la sua relazione con la classe media commerciale e il consumo, e il ruolo del cotone nella rivoluzione industriale inglese.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 20/06/2022

maurizia-davini
maurizia-davini 🇮🇹

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Scarica Dalla 'Rivoluzione Industriosa' alla Rivoluzione Industriale in Inghilterra - Prof. Fruci e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! LA GRANDE TRASFORMAZIONE: Dalla "rivoluzione industriosa" alla rivoluzione industriale inglese L'Ottocento Lungo: tre assi fondamentali, tre grandi processi di trasformazione politica, economico-sociale, comunicativo-culturale si situano fra metà del '700 e metà dell'800 L'età delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni La "rivoluzione industriosa" prima della rivoluzione industriale La grande trasformazione mediatica AVVERTENZA SULL(AB)USO DEL TERMINE "RIVOLUZIONE" IN AMBITO TECNOLOGICO-ECONOMICO In realtà, si tratta di processi né lineari né brevi di trasformazione, che convenzionalmente la storiografia definisce rivoluzioni stabilendo indirettamente una simmetria con le rivoluzioni politiche, senza che in tale ambito tecnologico-economico gli attori del tempo utilizzino questo termine, se non in casi rari. Révolution industrielle è espressione di cui si trovano occorrenze in ambito francese o francofono a inizio Ottocento per l’evidente parallelo con la Grande Rivoluzione del 1789; in ambito anglosassone sono, invece, gli studiosi e gli storici economici che da fine Ottocento cominciano a utilizzare il termine che poi diventa dominante fino al tempo presente nel discorso pubblico come in quello scientifico. Uso convenzionale del termine «rivoluzione» nell’ambito delle trasformazioni tecnologico-economiche La "RIVOLUZIONE INDUSTRIOSA" La «rivoluzione industriosa» si sviluppa da metà Seicento intorno all’emergere in Europa occidentale, America del nord e in parecchie teste di ponte dell’economia globale di una classe media commerciale e dei suoi valori, a cui si associa solo in un secondo tempo una profonda rivoluzione del sistema produttivo manifatturiero e industriale Ad eccezione dell’Inghilterra centrale e settentrionale in cui si concentra la prima industria moderna, l’ascesa della classe media commerciale è debitrice alla riorganizzazione e globalizzazione dei modelli di consumo nonché a una serie di cambiamenti accumulatisi nei settori artigiani. L’idea di «rivoluzione industriosa» che sintetizza rivoluzione commerciale e rivoluzione del consumatore è debitrice agli studi dello storico economico che insegna all’Università della California (Berkeley) Jan De Vries, autore nel 1994 di un pionieristico articolo pubblicato su «The Journal of Economy», e più di recente del volume The Industrious Revolution. Consumer Behaviour and the Household Economy (1650 to the Present), Cambridge University Press, 2008. L'età del cotone Il cotone è la fibra che più si avvantaggia della macchina a vapore, della filatura meccanica e nell’uso del carbon fossile al posto del carbone di legna nell’industria metallurgica e di altre invenzioni per una serie di motivi: la sua robustezza si adatta bene alla tecnologia ancora rudimentale dei primi macchinari, a lungo termine la moda si orienta verso tessuti più leggeri, si aprono mercati di esportazione in paesi dal clima più caldo, e inoltre l’uso della biancheria si diffonde in tutte le classi sociali. La quantità di cotone importata in Gran Bretagna passa da poco più di 1 milione di chili nel 1750 a 10 milioni di chili nel 1787, epoca in cui la maggior parte del prodotto è oramai pulita, cardata e filata a macchina. Misurata in base al consumo di cotone grezzo, la produzione aumenta di 10 volte fra 1760 e 1785, e ulteriori 10 volte fra il 1785 e il 1827. «Il rapido e prodigioso incremento della manifattura del cotone non ha forse precedenti negli annali delle nazioni dedite al commercio» (John Aikin, Evenings at home, 1795) Perché la rivoluzione industriale è inglese? Per i salari più alti e i costi più bassi dell’energia l’Inghilterra si rivela il contesto più favorevole agli sviluppi tecnologici che stanno alla base della rivoluzione industriale e che si traducono nella macchina a vapore, nella filatura meccanica e nell’uso del carbon fossile al posto del carbone di legna nell’industria metallurgica. Quando nel corso dell’Ottocento queste nuove tecnologie diventano meno costose la rivoluzione industriale si diffonde nel resto d’Europa e in America settentrionale, e da qui successivamente nel mondo (Robert C. Allen, La rivoluzione industriale inglese. Uno sguardo globale, il Mulino, Bologna, 2011). Un altro elemento peculiare, sul lato della domanda, va preso in considerazione, ed è di nuovo riconducibile all’idea di rivoluzione industriosa che si intreccia nel Settecento con una autentica rivoluzione del consumatore. Mai prima di allora nella storia umana un numero così elevato di uomini e donne hanno potuto conoscere la piacevole esperienza di acquistare beni materiali. La rivoluzione del consumatore è il necessario parallelo della rivoluzione industriale, la necessaria svolta dal lato della domanda per eguagliare la svolta dal lato dell’offerta. Il consumatore ha sempre ragione: «Il consumo è l’unico fine e scopo di ogni produzione e l’interesse del produttore dovrebbe essere considerato solo nella misura in cui esso può essere necessario a promuovere l’interesse del consumatore. Questa massima è così chiaramente evidente di per sé stessa che sarebbe assurdo cercare di spiegarla» (Adam Smith, Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni, 1776)
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