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la bella e la bestia, Dispense di Sociologia

riassunto la bella e la bestia

Tipologia: Dispense

2017/2018

Caricato il 20/02/2018

betty2
betty2 🇮🇹

4.5

(33)

63 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica la bella e la bestia e più Dispense in PDF di Sociologia solo su Docsity! LA BELLA E LA BESTIA PROLOGO IL TIPO UMANO Il tipo 425 I testi presentati costituiscono quattro variazioni anomale sul tema de la bella e la bestia: anomale perche tendono in modo eccessivo e irregolare della struttura dell’ononima fiaba, ne risulta compromessa la morfologia poiché sono rimossi e trascurati tutti i motivi storici e ne viene conservata solo la dinamica di contrapposizione fra bellezza positiva e una bestialità negativa. Il topos del racconto tradizionale è noto e rientra in quello che nel sistema di classificazione delle fiabe arne- thompson ,corrisponde al tipo 425 e cioè il la ricewrca del marito perduto, nella variante del sottotipo A , mi lui nucleo è dato dalle nozze della bella protagonista con un marito dalle sembianze mostruose. Per rendersi conto del tasso di variazione dell’immagine e dei caratteri del protagonista, basta ricorrere per sommi capi alcuni momenti della loro rappresentazione. Si noterà subito che della bella è detto sempre molto poco. La bella è sempre i contrasto alla bestia. Ma anche la bestia delle origini è sfumata e indefinita. Ben presto però gli illustratori hanno bisogno di dar forma all’immaginario e di fissarlo in un rappresentazione dell’orrido e del repellente, la bestia si fa cosi maiale e rospo, pesce e lucertola. Ma la bestia si dà soprattutto come orso che come ci raccontano i bestiari medievali, è re della bestie e perciò è simbolo di potere. L’orso è belva credibile per porsi come allegoria animale dell’uomo e figura di mediazione fra mondo fantastico e mondo reale. Con la sua goffa capacità di camminare in posizione eretta sulle zampe posteriore. Dunque il modificarsi continuo del passaggio storico delle paure muta di riflesso la percezione e l’immagine della bestia. La morale della favola istituisce e lavora il confine fra il bello e il brutto, che è anche frontiera fra il buono e il cattivo. La bella e la bestia è in primo luogo un racconto di paura: rappresenta il momento critico in cui una giovane donna lascia la famiglia per sposare un estraneo, è la favola dell’ignoto, della dipendenza dal padre ad un altro uomo forse violento, è il racconto del commercio umano di chi è scambiato e può scambiare. La bellezza diviene una dote naturale, un capitale da investire nel mercato coniugale. L’anti-Tipo È l’800 l’epoca d’oro della categorizzazione e tipizzazione dell’umano, come il 900 lo sarà della sua standardizzazione. Il ripetuto tentativco di estrazione di un uomo medio produrrà iconografie della normalità e della devianza, della bella e della bestia, del tipico e dell’atipico. La favola delle api rinnova il principio di convergenza tra organizzazione sociale e organizzazione morale secondo cui ogni società ideale ha un suo tipo ideale. I tipi ideali sono funzionali al governo dei tipi reali. Poiché il tipo ideale è un ideale regolativo PARTE I IL PROPRIO DISEGNO PREPARATOPRIO PER UN’INCHIESTA SUI FUNERALI DI STATO I MEDIOCRAZIA Corpo di Stato 20 anni dopo la morte, Il corpo di Napoleone è ancora una questione politica. Più volte si è richiesta all’Inghilterra la restituzione dei resti dell’imprenditore, ma solo nel maggio del 1840 il governo britannico acconsente al ritorno delle ceneri. Così nel 12 maggio il ministro dell’interno Monsieur de Rèmusat prende parola con la camera dei deputati per annunciare di recarsi sull’isola di sant’Elena per raccogliere i resti dell’imprenditore Napoleone e per chiedere i mezzi per riceverlo degnamente sulla terra di Francia. La cerimonia si presenterà di ritorno all’imbocco della Senna, una cerimonia religiosa e militare. Tra i numerosi resoconti dell’evento, uno se ne distinguerà per qualità letterarie: è una nota redatta da Victor Hugo, il testo compare nel 1887. Il 15 dicembre Hugo presenzia all’arrivo del corteo funebre di Napoleone a Parigi e che nel marzo e maggio successivi tornerà sui luoghi della cerimonia, prima rivedendo il piazzale degli invalidi e poi la cappella di san Girolamo, dove l’imprenditore era stato provvisoriamente deposto, si tratta dunque di un vero e proprio reportage. A mezzogiorno mentre uno strillone spiga lo svolgimento e i programmi della cerimonia, sull’angolo del Quai d’Orsay si vede sbucare il corteo, poi appare il carro dell’imprenditore. Hugo registra e ricostruisce i molteplici investimenti emotivi, morali e politici. Il è carro l’ingranaggio centrale di questa macchina ciò che si vorrebbe vedere, poiché è un falso sarcofago, il vero feretro è invisibile, è stato deposto nel cavo del basamento per diminuire l’emozione. Il carro è trascinato da sedici cavalli probabilmente dal peso dei ventiseimila libbre. Gli allestimenti della cerimonia sono fatti per uno sguardo da lontano, ma da vicino sono meschini e approssimativi .Le statue sembrano di marmo bianco ma in realtà sono di gesso,è tutta apparenza. Anche il cavallo di battaglia di Napoleone è in realtà solo un vecchio cavallo e la maggior parte della gente ci crede davvero. In questa chiave,la cerimonia 1840 si manifesta come segnatura di una monarchia decrepita di un sistema fragile e approssimativo, che poggia su strutture instabili, indice di un regime in via di disfacimento. I padri della patria Queste note muovono dall’idea di ricostruire la sequenza dei funerali di stato dell’italia repubblicana. La decisione per questo studio ha una genesi contingente nella casuale sovrapposizione di due immagini,l’una fissa su carta, l’altra in movimento .Nel settembre 2009 consultando la riproduzione di un volume di alcune opere di Magritte,una televisione da salotto trasmette in diretta le immagini della camera ardente del conduttore televisivo Mike Buongiorno. Così per alcuni istanti l’opera di Magritte Prospective II che raffigurava 4 bare(3 in piedi 1 seduta) viene associata casualmente all’immagine del feretro del noto presentatore. Le due immagini chiaramente del tutto indipendenti si offrono come sintesi di due interrogativi: -uno di ordine più generale riguarda la popssibilità di assumere i processi di come luoghi di osservazione della vita sociale -e l’altro più attinente ai funerali di stato, riguarda di leggere i valori dello stato nella sequenza dei propri funerali pubblici In ogni singolo funerale di stato è attuato il processo di ricordo di chi riceve le esequie di stato, costituisce il tentativo di suscitare e governare la memoria collettiva. Nei funerali di stato si puà leggere l’ideologia politica del governo Funerali di stato: comprende le esequie solenni disposte dalle singole amministrazioni( l 361/87 disciplina delle esequie di stato) Lo stato etico Il discorso dei funerali di stato si è fatto luogo in cui ribadire i rapporti fra stato e società civile,sono diventati luoghi altamente polemici,luoghi di partecipazione e confronto. consiglio dei ministri, decreto che viene emanato il 1° aprile 2008. L’art. 5 del decreto trasferisce le funzioni sanitarie degli ospedali psichiatrici giudiziari e delle case di cura e custodia alle regioni alle aziende sanitarie di riferimento. La commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio nazionale, che aveva in corso un indagine su alcuni aspetti della medicina territoriale con particolare riguardo al funzionamento dei servizi pubblici per le tossicodipendenze e dipartimenti di salute mentale, nel giugno 2010 inizia ad interessarsi delle condizioni degli ospedali psichiatrici giudiziari effettuando una serie di sopralluoghi a sorpresa nelle strutture. L’11 giugno, una delegazione della commissione d’inchiesta, con sopralluoghi a sorpresa, gli ospedali psichiatrici di Barcellona Pozzo di gotto, in provincia di Messina e di Aversa prov. Di Caserta, il presidente comunica l’esito del sopralluogo: celle luride e affollate, internanti seminudi e bagnati di sudore, per lo più l’evidente effetto di forti dosi di psicofarmaci, servizi igienici indescrivibili. Col succedersi di sopralluoghi e provvedimenti di sequestri di alcuni reparti degli Opg, il 19 dicembre 2012 la commissione d’inchiesta sequestra un reparto dell’Opg di Montelupo Fiorentino e dell’intera struttura di Barcellona Pozzo. Il 26 luglio aveva deposto il primo sequestro e lo sgombero di alcuni reparti dell’Opg di aversa. Compiuto il superamento dell’Opg, rimettendo alla dinamica delle forze future la capacità di orientare la riforma in direzione di un ampliamento della sfera della tutela della salute mentale e dei diritti di garanzia. A questi atti di indagine la commissione affianca un’azione di info e sensibilizzazione, tramite un video che documenta i sopralluoghi nelle strutture,in questo contesto diventa proponibile l’emendamento del decreto svuota carceri. Avviene cosi con l’articolo 3- ter il superamento definitivo degli opg . la struttura di stasmpo carcerario e impianto ottocentesco viene ridimensionata a favore di strutture dai volumi ridotti , a matrice sanitaria e su base regionale. Ancora una volta ci si interroga su destino o strategia della lumaca, metafora dei luoghi di custodia del 600 e 700 , ancora è in dubbio se stia spirando, lasciando vuoto il proprio guscio, o se stia spostando altrove la propria fortezza portatile. L’improprio La legge 36/1904, prevedeva la pericolosità a se o agli altri, quale presupposto dell’internamento anche in manicomio civile, e che fino al 68, resterà in vigore l’obbligo di annotazione dei provvedimenti di ricovero degli infermi di malattie mentali e della revoca di essi nel casellario giudiziario come per i condannati. L’improprio è anche infame, soggetto reputato inaffidabile sul piano sociale e inattendibile in campo giudiziario. Qui risiede la sua pericolosità strutturale, la sua radice criminogena. IV VENGHINO SIGNIORI VENGHINO LO SPETTACOLO DEGLI ZOO UMANI Nel 2010 viene presentato a Cannes Venus Noir dal regista Abdellatif kechiche, il film racconta la storia della Venere ottentotta, una donna Sud africana, esibita in Inghilterra e in Francia come fenomeno da baraccone. La pellicola ha dato l’occasione per ripensare a un capitolo della storia europea, nel quale le esposizioni di uomini e donne dei paesi extra europei divennero nono solo una pratica molto diffusa, ma anche un fenomeno sociale politico ed economico, interessando molti paesi come Francia, Olanda Portogallo, Italia ecc. Gli “zoo umani” si presentavano con una struttura scenica, un’organizzazione e soprattutto una logica sempre molto simile che mirava a costruire l’impero coloniale dei paese occidentali a definire un’identità nazionale, a sistematizzare le teorie razziste. Lo spettacolo della differenza Nell’antichità classica, nelle corti medievali, nei palazzi rinascimentali venivano durante le feste, uomini e donne di terre lontane venivano accolti come servi, cortigiane e fatti esibire sui palcoscenici: nani, giganti, donne barbute, umani malformati o con altre stranezze fisiche. Gli esseri mostruosi hanno sempre avuto un ruolo importante nell’immaginario accidentale. Questa costruzione dell’altro rappresentato non soltanto delle minoranze etniche ma anche da tutti loro considerati “anormali” dal punto di vista fisico e mentale, è visibile in diversi musei, all’interno dei quali venivano collocati sullo stesso piano concettuale esemplari di piante, animali e umani, si esibivano in spettacoli etnici come fenomeni da baraccone. Questi ultimi però hanno presentato una differenza rispetto agli altri fenomeni: le esibizioni avevano il proprio presupposto nell’esistenza di razze inferiori e hanno rappresentato un momento fondamentale delle teorie sull’ordine gerarchico delle razze. Le esposizioni si sono tenute in varie parti del mondo, Parigi, Londra, Amsterdam, Chicago ecc. La funzione delle esposizione era triplice: divertire, informare ed educare. La tecnica espositiva si presentava standardizzata, uomini, donne e bambini posti all’interno di un luogo recintato o comunque separato dal pubblico accorso ad assistere all’esibizione. L’esposizione di Parigi del 1889, rappresentò un momento importante nella storia degli zoo umani, per la prima volta apparve la “strada del Cairo”. Ai visitatori si dava l’illusione di visitare la città del Cairo, esplorando gli habitat ricostruiti e le persone che li popolavano. Nel corso del 900 le fabbriche dell’Altro cambiarono, a Parigi il primo ad avere successo fu il “villaggio gabonese” il loro scopo era quello si riprodurre il mondo un miniatura ricreando l’atmosfera credibile che coinvolgesse i cinque sensi del visitatore. Questi spettacoli ebbero grande successo. Attraverso di essi la figura del selvaggio si rese meno minacciosa agli occhi dello spettatore, avvicinandola così all’occidente. (le condizioni spesso si presentavano disumane gabbie e recinti per separare i selvaggi dal pubblico, ci sono stati casi di morte e di suicidi durante le tounèe, gli alloggi venivano deposti negli stessi luoghi degli animali). Le comparse Le esposizione rappresentavano una possibilità per la scienza di disporre persone in carne ed ossa da sottoporre a svariate misurazioni. L’antropologia fisica il cui scopo era quello di stabilire un’analogia fra le misure del cranio e qualità intellettuali e morali. Molte di queste teorie si fondano su canoni estetici a partire dalla bellezza greca simbolo di perfezione, itituisce una scala evolutiva ai cui gradini più bassi si trovavano gli animali e i negri. Gli zoo umani dunque rappresentarono il laboratorio scientifico il quale misuravano e catalogavano corpi che andavano a costruire le prove dell’esistenza delle razze e della loro gerarchia. Uno dei casi più eclatanti fu quello della Venere ottentotta, ciò che faceva di lei un’attrazione era l’aspetto fisico, in particolare la conformazione di due parti del corpo: le natiche molto rialzate e i genitale particolarmente sviluppati. L’esibizione consisteva nell’apparire nuda chiusa ina gabbia e doveva ringhiare come un animale. Posò per molti ritratti. La scienza di avvalse anche con l’aiuto della fotografia per dare vita a gallerie di immagini di tipi umani. Come quelle del fotografo roland bonaparte, membro della società antropologica di parigi che nel 1883, riunì in un album scatti di indiani omaha esibiti nel giardino d’acclimatazione di parigi. Il mondo si trovò catalogato e organizzato in gallerie fotografiche, che raggruppavano le popolazioni del mondo per etnie e quindi per caratteristiche fisiche. Le fotografie etnografiche mostravano l’altro secondo i canoni estetrici e antropologici del pittoresco. La loro immagine corrispondeva alla concezione che gli occidentali avevano del selvaggio. Le immagini funzionavano come mezzo di diffusione della sottomissione e del dominio dei popoli colonizzati e testimoniavano l’azione civilizzatrice dei paesi europei. Il caso italiano Anche l’Italia conobbe il fenomeno delle esposizioni di gruppi africani. La costruzione dell’altro e dell’altrove è stato centrale. Le etnico-esposizioni che hanno preceduto la prima guerra mondiale furono una dozzina, tutte di contenuto africano, organizzate a Torino, Palermo, Roma, Napoli ecc. L’Italia fu interessata anche ad altre due forme di zoo umani: i villaggi-spettacolari, o villaggi-attrazione. L’altro show quotidiano Negli ultimi anni alcune notizie hanno fatto pensare a un ritorno degli zoo umani. Nel 2002 hanno aspramente criticato l’apertura del parco faunistico, all’interno del quale abitavano otto pigmei di etnia Baka. Come si poteva leggere sul depliant i pigmei canteranno e danzeranno. Nel 2012 in india vengono organizzati “safari umani”. Un programma televisivo come lo Show dei records, espone persone che vengono considerate anomale: l’uomo più basso del mondo, quello più alto, la donna col seno più grosso ecc. Alla corrida, ciao darwin, fanno spettacolo individui presentati come fenomeni da baraccone. Nel reality show per eccellenza, Grande fratello persone che vivono la loro vita quotidiana chiusi in una casa e ripresi da telecamere 24 ore su 24. Le telecamere danno vita a un prodotto che è allo stesso tempo laboratorio di osservazione “scientifica” e intrattenimento.
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