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la bella la bestia e l'umano rivera , Sintesi del corso di Sociologia Politica

riassunto del libro la bella la bestia e l'umano di Annamaria Rivera

Tipologia: Sintesi del corso

2014/2015

In vendita dal 15/10/2015

robime93
robime93 🇮🇹

4.6

(9)

17 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica la bella la bestia e l'umano rivera e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Politica solo su Docsity! Questo libro si occupa di descrivere in che modo abbiamo concepire l’alterità e come relazionarsi ad essa nel contesto di una società pluriculturale. La società italiana appare segnata dalla difficile convivenza fra gruppi e individui con culture usi e costumi e tradizioni differenti e dal riemergere prepotente di una interpretazione delle identità come ancorata a fattori biologico naturali. Naturalizzazione delle identità significa dare carattere alla valorizzazione ,stigmatizzazione e discriminazione di gruppi e individui. Razzista è dunque,in senso lato,quella concezione che stabilisce un rapporto deterministico fra caratteri somatici,fisici,genetici e caratteri psicologici ,intellettivi,sociali,inchiodando l’altro a un origine nascita che lo definisce una volta per tutte,senza possibilità di cambiamento,di emancipazione. Rom,arabi,albanesi neri sono diversi per usanze e credenze ma il tipo di confine che li identifica è essenzialmente etnico-razziale. Il tratto più caratteristico,almeno per il dibattito italiano,dell’impostazione di Rivera è quello di interpretare razzismo,sessismo e specifismo come espressione di uno stesso paradigma naturalistico-biologistico: sviluppando alcune intuizioni di Bolibor,l’autrice vede all’opera nel sessismo e nello specifismo una modalità di definizione che nell’identità presenta una sostanziale analogia con il razzzismo,una stessa forma di categorizzazione e gli stessi esiti discriminanti e generalizzati. La razza è invece una categoria immaginaria applicata a gruppi umani reali,che serve a nominare differenze di potere,di classe,di status e a “naturalizzare” la stessa valorizzazione,discriminazione,di certi gruppi ,minoranze,popolazioni. Pur non avendo nessun valore scientifico il concetto di razza ha influenzato per lungo tempo la percezione sociale. Non vi era alcun pretesto nemmeno,neppure la più debole evidenza somatica,che giustificasse l’invenzione della razza ebraica o di quella slava,in questi 2 casi si sono inventate delle differenze per convertirle in contrassegni fisici,stigmi. Es paradigmatico è l’uso durante il nazismo di una stella per essere identificato poiché l’ebreo non era distinguibile per tratti somatici che potessero farlo riconoscere come tale al primo sguardo. Il gran parte del razzismo contemporaneo,afferma Rivera che le tassonomie dette razziali e il determinismo biologico sono assenti o mascherati per lo più si essenzializzano differenze sociali,culturali,religiose concepite come a storiche,assolute e immutabili. Le differenze possono essere inventate. Neorazzismo nel contesto italiano. Rivera afferma che bisogna concentrarsi sulla dimensione sociale del razzismo precisando che esso è un sistema subdolo,di disuguaglianze giuridiche economiche,sociali caratterizzato da forti scarti di potere fra gruppi sociali coinvolti. Questo sistema si costituisce e si rafforza mediante una pluralità di strategie usate in modi variabili nel corso del tempo verso i medesimi gruppi:rom,omosessuali,clandestini. Questo sistema è legittimato da leggi,norme,procedure le quali finiscono per indurre una stratificazione di diseguaglianze in termini di accesso alle risorse sociali,materiali e simboliche. Negli anni più recenti le politiche e le norme italiane riguardanti le persone immigrate e le minoranze sono ispirate da un ideologia e caratterizzate da dispositivi tendenti a screditarle,a considerarle e trattarle come se costituissero un problema di ordine pubblico a tenerle in uno status legale e sociale debole e incerto e in condizione di perenne precarietà lavorativa,dunque a renderle ricattabili ed esposte allo sfruttamento economico e all’ostilità popolare. Il termine sessismo termine recente è stato coniato negli anni 60 in assonanza con razzismo:così come è razzista chi proclama la supremazia di una razza è sessista chi proclama e giustifica l supremazia di un sesso sull’altro secondo un dispositivo di interiorizzazione ideologico con conseguenze ad ampio raggio: dalla disuguaglianza sostanziale relativa all’accesso di potere ,al lavoro ,all’intrusione,alla ricchezza al fenomeno delle violenze di genere e dei femminicidi. Come nel razzismo è il dispositivo di naturalizzazione che opera ai fini della legittimazione di una interiorizzazione dell’altro,cosi nella categorizzazione sessista sono i rapporti di potere e di dominio ad individuare i soggetti discriminanti. Perciò il noi maschile e maggioritario possiede il potere di definizione,è esso che si definisce universale e che definisce gli altri e l’altro genere come particolari,è esso che elabora le rappresentazioni e le norme alla base delle gerarchie tra i sessi e fra maggioranze e minoranze. A tal proposito basta pensare alla spudoratezza con la quel si è definito suffraggio univerale un sistema nel quale le donne non avevano il diritto di voto : in italia e in francia sarà esteso loro nel 1946. Analogia fra sessismo e razzismo: hanno molteplici affinità: • si ritiene che le donne siano specifiche naturalmente,non già socialmente • la gerarchizzazione tra i 2 sessi si è resa possibile da una preliminare operazione di differenz. Per opposizione • una buona parte della società considera il trattamento discriminatorio delle donne come normale o legittimo. In definitiva il sessismo ,come struttura portante delle società patriarcali è la forma di razzismo più diffusa e condivisa,meno riconosciuta e messa in discussione. IL GENERE Da anni genere è preferito a sesso perché mette l’accento sui processi culturali e sociali e sui rapportidi potere che definiscono gli individui come uopmini e donne. Insomma,il genere non è la semplice rappresentazione culturale delle differenze biologiche fra maschi e femmine bensì il risultato di un processo storico economico sociale che produce e riproduce le identità sessuali. In altri termini è una struttura sociale nella quale è incluso anche l’obbligo di indirizzare il desiderio sessuale verso il sesso opposto. Il genre è il risultato di specifici rapporti sociali di sesso,quasi universalmente legati basati su un contratto sociale originario che ha come perno il tabù e l’incesto. Nell’ambito del pensiero femminista vi sono delle divergenze che riguardano il rapporto sesso e genere che fanno riferimento alla que4stione dell’antecedenza dell’uni rispetto all’altro. F. heritier sostiene che la defferenza sessuale rappresenterebbe il primo fattore di individuazione del se de ogni essere umano e starebbe all’origine di ogni altra categorizzazione dualistica. Invece una parte del pensiero femminista sostiene che i rapporti di potere e dominio hanno prodotto il sistema binomio di genere.il quale a sua volta sarebbe all’origine del concetto di sesso. Quindi secondo Delphy e altri il genere precede il sesso che non è altro che un marchio della divisione sociale:serve a contrassegnare i dominanti dai dominati. 2 CAPITOLO Nonostante le analogie Rivera afferma che è sbagliato inglobare il sessismo dentro la categoria del razzismo. Sessismo e razzismo pur non essendo sovrapponibili non interconnessi storicamente e congiunti da numerosi legami. I 2 processi di categorizzazione procedono da una logica ,se non comune,simile che fa perno sui dispositivi dell’essenzializzazione,della naturalizzazione,della reificazione. Nel caso della razza i casi istituiti come razziali sono adoperati come dei marchi ,qualcosa di analogo accade per i generi nella nostra cultura l’identità di genere è concepita come: • oggettiva (in quanto radicata nella biologia cioè nel sesso) • attribuita alla nascita • prevalente rispetto ad altri indicatori dell’identità • esclusiva (perché i caratteri attribuiti a un genere non sono attribuiti all’altro secondo uno studio francese non tutte le società sono sessualmente connotate in senso gerarchico come gli inuit uno dei 2 gruppi in cui sono ripartiti gli eschimesi ogni essere umano è la reincarnazione di un individuo vissuto in precedenza,dal quale ogni nuovo nato può ricevere il nome,l’identità sessuata e la personalità sociale,può accadere che ad un individuo nato con sesso maschile sia dato il nome della nonna o viceversa. Entrambi saranno considerati ed educati secondo il sesso dell’antenato fino al momento della pubertà quando dovranno assumere comportamenti e ruoli corrispondenti al loro sesso ma manterranno quel nome. In queste società essere uomini e donne è il frutto di ciò che si è appreso ad essere nelle relazioni sociali,nei rapporti con gli altri. Secondo Guillamin quando la categoria “uomo” è usata per designare il maschile,allude sempre alla specie umana alla totalità umana.
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