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LA BELLA MANIERA – Pinelli, Sintesi del corso di Storia dell'Arte Moderna

La bella maniera: artisti del Cinquecento tra regola e licenza. Antonio Pinelli Riassunto dettagliato per il corso di Storia dell'arte moderna del Prof. Villa

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

In vendita dal 11/12/2019

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Scarica LA BELLA MANIERA – Pinelli e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'Arte Moderna solo su Docsity! DATE RINASCIMENTALI 1517. Riforma Protestante 1527. sacco di Roma 1530. Incoronazione dell’imperatore Carlo V, a Bologna Anni 40 svolta rigorista 1545-63. Concilio di Trento Controriforma LA BELLA MANIERA – Pinelli Uso e abuso del termine Manierismo dovuto ad una distinzione tra i periodi che, con il proliferare delle tendenze e delle controtendenze nel corso della storia d’Europa, è stata molto difficile all’interno della storia dell’arte, per via di un succedersi continuo e il sovrapporsi di eventi e stili difficilmente classificabili. Il periodo che apre l’inizio del cinquecento vede in realtà due profonde correnti antitetiche l’ìuna all’altra che lo divideranno profondamente, infatti si avrà il passaggio dalla generazione di artisti di una certa indipendenza intellettuale, morale, di un irrequieto sperimentalismo della Firenze del primo 500 (“sperimentalismo anticlassico”), alla generazione del Vasari, che sarà protagonista negli anni 50 e 60 e sarà segnata dal conformismo morale e intellettuale e una pronta capacità di assicurare lustro e decoro al potere assoluto. (“Età della maniera”). Anticlassicismo, Manierismo - Sperimentalismo anticlassico: inizio 500 Più specificamente toscano, stimolato da opere rivoluzionarie come il Tondo Doni, il cartone per la Battaglia di Cascina o il dipinto murale della Battaglia degli Anghiari. MICHELANGELO: Tondo Doni, Battaglia di Cascina, 1503/04 – DA VINCI: Anghiari, 1503 Anche denominato manierismus per la sua rivalutazione postuma, è considerato quello più aderente alla verità storica per i suoi caratteri di irrazionalismo e anticlassicismo. Anticlassicismo – Si tratta di un periodo apertosi con il presentimento di una decadenza inevitabile, di eventi storici forti: il fallimento dei sogni universalistici e la crisi che hanno assalito il mondo umanistico, una crisi che sfocia in irrequietudine sperimentale, una pittura dai toni forzatamente espressivi che evidenziano una concezione drammatica dell’esistenza esibita con asprezza secondo il gusto per la dissonanza, il rischio e l’eccesso. - Ha il suo culmine per il periodo 1515 – 25 - Maggiori esponenti: Rosso fiorentino, Pontormo ma anche Lotto che condividono una propensione al caricato e al bizzarro che tendono all’ideale grottesco. L’anticlassicismo si manifesta nella forzatura dei toni psicologici, l’espressione marcata dei volti, le torsioni e le fosforescenza, gli scorci e le asimmetrie oltre che un’attenzione nei confronti della cultura d’oltralpe che spinge gli artisti italiani a sperimentarne una mescolanza. Pontormo, Rosso Fiorentino e Jacone secondo Vasari PONTORMO Ritratto letterario delineato dal Vasari che sottolinea una febbrile e insaziabile irrequietezza sperimentale, testimoniato da una sequenza di opere ricca di scarti e ripensamenti. A ciò viene sottolineato il suo temperamento malinconico, caratterizzato da una nevrotica introversione che lo portò ad uno stile di vita solitario; la sua opera riporta un sentimento di impotenza creativa e gli eccessi di una stravaganza sperimentale. CONFRONTO:  Opere di entrambi ne Spesso uno sguardo all’interno della tela si fissa sullo spettatore per coinvolgerlo nella scena. - Camera nuziale, Palazzo Borgherini, 1520 ca Firenze. Andrea del Sarto  Gradua le proporzioni e scandisce i ritmi delle figure con l’aiuto della griglia, secondo una logica geometrica dello spazio. Più specificamente toscano, stimolato da opere rivoluzionarie come il Tondo Doni, il cartone per la Battaglia di Cascina o il dipinto murale della Battaglia degli Anghiari. Anche denominato manierismus per la sua rivalutazione postuma, è considerato quello più aderente alla verità storica per i suoi caratteri di irrazionalismo e anticlassicismo. Classicismo – anticlassicismo – manierismo L’Anticlassicismo si sviluppa come reazione ad un’iniziale, freddo e distaccato classicismo che, a differenza del Manierismo successivo, non ha interesse nel far rivivere temi e miti del mondo antico. Un equilibrato ideale classicistico di questo tipo è ben rappresentato da Perugino e il peruginismo a cui si rivoltano una serie di artisti toscani. L’innesco classicista. Michelangelo – Ha costituito spesso l’innesco verso conversioni anticlassiche, a partire dai suoi colori che già costituivano un’implicita sperimentazione cromatica, poi elaborata da Rosso Fiorentino e da Pontormo. Raffaello – anche qualche suo aspetto dell’arte ha generato una certa suggestione sul periodo anticlassico, nonostante questo sarà proprio il lavoro a Roma di Raffaello e la sua scuola a far perdere spinta e mordente al moto anticlassico. Paradossalmente, sempre dal raffaellismo e dal michelangiolismo prenderà avvio la lunga stagione della Maniera. L’innesco manierista Manierismo –“Maniera” all’interno dei trattati d’arte del 500 era la definizione del termine “stile”, stile come personale cifra espressiva di ogni singolo artista che come insieme di caratteristiche formali di un’area geografica. Il termine poi, affiancato alla definizione di Età della Maniera, delineerà uno stile nuovo, elegante, artificioso e aristocratico. Nato per porre riparo alla crisi dell’anticlassismo, evitandola, incanalandola in limiti rassicuranti di una garbata dialettica fra norma e eccezione e negarla; si tratta di un linguaggio colto e artificioso atto ad esibire una disinvoltura nel superare la difficoltà dell’arte, una disinvoltura che però celasse lo sforzo e che rimanesse aliena a qualsiasi tensione eccessiva e irrazionalità. La Maniera risulta quindi un indebolimento delle inquietudini anticlassiche, la cui ribellione era entrata ormai nella regola. Si tratta di un periodo particolare per l’arte, Roma per alcuni anni fu governata da papi avversi alle arti, ciò portò una dispersione degli artisti nel resto d’Italia, alcuni di essi non ne fecero neanche più ritorno. 1523 – Papa Clemente VII, famiglia Medici, ascende al trono di Papa e attira a Roma i nuovi talenti artistici dispersi in Europa, artisti della generazione di Vasari e Salviati. - Le prime opere risalgono agli anni 30 del 500, a Roma *** - Età della maniera: anni 30-40 del 500 Età molto legato a Roma, in cui la seconda generazione di artisti si confrontano con le opere romane di Raffaello e Michelangelo, uno degli esponenti più tipici è il Vasari. Il suo linguaggio figurativo aulico conquista il ruolo di tendenza egemone all’interno di una società sofisticata e inflazionata di cultura, elegante e concettosa anche se comunque ricca di estrosità creativa. Il declino crescente della cultura artistica è indicato a partire dalle conseguenze del Sacco di Roma 1527 e questo periodo procederà fino all’inversione di tendenza di Barocci e dei Carracci. Il fenomeno della maniera è rappresentato dalla teatralità gratuita, spazi affollati, eccessi di pratica e culto dell’artificialità, nati a partire da un allontanamento dalla natura e dalla sua imitazione. Diffusione: Anticlassicismo, Manierismo che hanno assalito il mondo umanistico, una crisi che sfocia in irrequietudine sperimentale, una pittura dai toni forzatamente espressivi che evidenziano una concezione drammatica dell’esistenza esibita con asprezza secondo il gusto per la dissonanza, il rischio e l’eccesso. - Ha il suo culmine per il periodo 1515 – 25 - L’Anticlassicismo si sviluppa come reazione ad un’iniziale, freddo e distaccato classicismo che, a differenza del Manierismo successivo, non ha interesse nel far rivivere temi e miti del mondo antico. Un equilibrato ideale classicistico di questo tipo è ben rappresentato da Perugino e il peruginismo a cui si rivoltano una serie di artisti toscani. Classicismo – anticlassicismo – manierismo L’innesco classicista.Raffaello – anche qualche suo aspetto dell’arte ha generato una certa suggestione sul periodo anticlassico, nonostante questo sarà proprio il lavoro a Roma di Raffaello e la sua scuola a far perdere spinta e mordente al moto anticlassicoLe prime opere risalgono agli anni 30 del 500, a Roma Apparati e installazioni Con gli anni ’30 si diffuse la pratica dei grandi apparati effimeri, allestiti in occasione di solenni celebrazioni e cerimonie di corti, per i quali venivano richiesti specialisti per dare forma alla sintesi di arti più magnifica possibile. Il successo di questa pratica favorì la diffusione della Maniera in tutta Europa, che si diffonderà e differenzierà in modo diverso nelle aree europee. VASARI Uomo estroverso e socievole, trattatista della sua epoca, personalità molto influente. Le vite e altre opinioni Vasari si serve della parola maniera per scandire le 3 età in cui ripartisce le Vite e la storia dell’arte fino a quel momento: - Una prima età dominata dalla maniera di Giotto, che giunge sino al 400 - Una seconda, apertasi con Brunelleschi e Masaccio fino alla maniera moderna - Una terza età, cominciata con Da Vinci e culminata con Michelangelo Ma allo stesso tempo né da due accezioni opposte, l’una positiva e l’altra negativa. La maniera si contrappone infatti all’imitazione della realtà, ma diviene anche un’opposizione tra la soggettività dell’artista che esprime con un personale stile e la tendenziale oggettività dell’imitazione naturale; la fedeltà alla maniera corrisponde alla scioltezza dell’operare, alla facilità di mano. Il punto di convergenza tra maniera e natura si realizza nella dottrina dell’electio, ossia dell’imitazione selettiva di quanto di più bello vi sia in natura. Tra i due poli, l’equilibrio delle definizioni di Vasari è però molto precario: - Da un lato, l’eccesso del vero lamenterà un’insufficienza di maniera - Dall’altro, l’eccesso di maniera, quasi intesa in senso negativo perché intesa come ripetere a memoria immagini stereotipate, porta a rompere il proprio legame con la realtà alla quale dovrebbe ispirarsi. Vasari non condanna la maniera, la considera uno dei fattori qualificanti dell’arte moderna, ma il suo eccesso che si manifesta con un esagerato distacco dalla verosimiglianza. L’epoca di vasari, con le opere dei suoi contemporanei, costituiscono quella che lui stesso definisce Terza Età, essa ha radice nei dogmi della seconda, quali: - Regola: modo del misure - Ordine: tutto ciò che concerne grammatica e sintassi = termini legati all’architettura, derivano dallo studio dell’antichità classica - Misura: si riferisce all’organicità e alla proporzione - = termine legato a tutte le arti - Disegno: perviene ora ad imitare il più bello della natura - Maniera: diventò bella maniera Il progresso di fondo è dunque l’electio, ossia l’imitazione selettiva di quanto di più bello vi sia in natura, e l’obiettivo della Terza età era portarli alla perfezione. - Da una parte la natura, su cui si basano ordini, regole e misura - Dall’altra l’artista, che varia queste norme per artificiare una goffa verità naturale e conferirle grazia. Per rispettare tutto ciò, Vasari non propone regole ma fa appello al retto giudizio, precetto discutibile per la soggettività della personale idea di retto giudizio. Maniera e buone maniere: GRAZIA e artificiosità La grazia, ideale estetico che Vasari ripropone continuamente, è una sorta di qualità sociale della bellezza, maniera come modo di essere e di atteggiarsi di una persona, manifestata con eleganza, che implica controllo di se e artificiosità di modi abilmente dissimulati per manifestare spontaneità e naturalezza. La maniera, diventa dunque uno stile caratterizzato da difficoltà abilmente superate per il gusto di mostrare l’abilità propria dell’artista. Infine, la risolutezza è un’altra virtù dell’artista manierista elogiata da Vasari, che corrisponde ad una disinvoltura sapiente nell’affrontare e risolvere difficoltà dell’arte che dissimulano la fatica dello studio. In arte ciò è rintracciabile: nella figura serpentinata di Gianbologna – dinamicità forzata che esibisce la difficoltà superata. Loggia di Psiche, Villa Farnesina – Roma, 1511 Sala di Costantino, Vaticano, 1520-24 Repertorio: sipari, quinte prospettiche, architetture finte che lasciano intravedere il cielo e paesaggio, festoni, finti marmi e stucchi. Rispetto al repertorio di case dipinte, si aprirà un filone architettonico tipico del 500, in cui ritroviamo l’archetipo di Raffaello Palazzo Branconio, Roma, 1520 - demolito *** Una tendenza che emerge nell’architettura del 500 è un allentamento rispetto al rigoroso distacco tra la concezione costruttiva dell’architettura con un naturalismo narrativo e simbolico. GIARDINO, GROTTA E WUNDERKRAMMER (camera delle meraviglie) Di ascendenza teatrale lo sono anche le realizzazioni urbane, i parchi e le ville manieriste che mescolano natura ed artificio. Giulio Romano per i Gonzaga. Palazzo del Te, Mantova, 1524 – 34 All’interno, Giulio Romano Caduta dei giganti Villa Giulia, Roma – Vasari e altri, 1553 Parco mediceo di Pratolino, Firenze. Giambologna e Buontalenti, 1580 ca Villa d’Este, Tivoli Caratteristiche d’uso: squarci panoramici, soffitti il cui disegno si rispecchia in quello del pavimento, giardini con siepi geometriche, labirinti, giochi d’acqua. GROTTA – topos del giardino manierista, con rocce, stalattiti e conchiglie. Orsini, Sacro Bosco di Bomarzo, 1547 I caratteri distintivi di Bomarzo entrano anche nella città, nelle statue e nelle decorazioni fantastiche. Palazzo Zuccari, architetto e proprietario Zuccari. Firenze, 1577. Decorazione fantastica e metamorfica. STUDIOLI - Wunderkrammer Vasari, Studiolo di Francesco I de Medici, 1570. Firenze, Palazzo Vecchio.
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