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La “Buona morte”: cosa influenza le opinioni degli italiani, Tesine universitarie di Metodologia della ricerca

La questione dell'eutanasia, dal punto di vista storico, sociale e medico. In particolare, si concentra sugli atteggiamenti degli italiani verso la tematica, cercando di comprendere quali siano i fattori che influenzano le opinioni degli italiani. Vengono esaminati i principali argomenti pro e anti-eutanasia, nonché i fattori sociodemografici che possono influire sull'accettazione dell'eutanasia.

Tipologia: Tesine universitarie

2021/2022

In vendita dal 27/02/2023

violettacarlotta
violettacarlotta 🇮🇹

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Scarica La “Buona morte”: cosa influenza le opinioni degli italiani e più Tesine universitarie in PDF di Metodologia della ricerca solo su Docsity! 1 La “Buona morte”: cosa influenza le opinioni degli italiani Di Viola Falchi Anno 2022/2023 Riassunto La discussione sull’eutanasia nasce molto prima del secolo attuale. Già nel mondo antico era stata sollevata la questione di ciò che veniva chiamata, e ancora oggi viene chiamata, “buona morte”. Il termine eutanasia deriva dal greco “buona morte” e indica un modo per aiutare a morire in modo indolore persone che ritengono che la qualità della loro vita sia inaccettabile a causa di un malessere fisico o psicologico di grave entità. Nel corso del XX secolo, in particolare negli ultimi anni, la tematica ha subito una trasformazione radicale, principalmente in Occidente. Infatti, i profondi cambiamenti sulle condizioni del morire degli esseri umani, dal punto di vista sociale e medico, hanno portato a una trasformazione anche dei termini riguardanti proprio l’eutanasia. Il miglioramento della qualità della vita e il conseguente prolungamento della vita media hanno portato a una nuova tendenza ad affrontare in strutture ospedaliere la fine naturale degli esseri umani, garantendo spesso la sopravvivenza in modo artificiale. Nella storia più recente, il diffondersi di casi di esseri umani tenuti artificialmente in vita in strutture ospedaliere, pur presentando una mancanza di autonomia e coscienza, ha sollevato il dibattito sulla questione dell’eutanasia. Ancora oggi è un argomento discusso e combattuto. Gli atteggiamenti nei confronti dell’eutanasia sono importanti anche dal punto di vista sociale, in quanto si presentano in stretta relazione con il tipo di società e cultura. La presente ricerca si occupa di comprendere quali siano i fattori che influenzano le opinioni degli italiani verso la tematica in questione. Abstract The discussion on euthanasia began long before the current century. Already in the ancient world the question of what was called, and is still called, "good death" was raised. The term euthanasia derives from the Greek "good death" and indicates a way to help people who believe that the quality of their life is unacceptable due to a serious physical or psychological illness. 2 Over the course of the twentieth century, particularly in recent years, the issue has undergone a radical transformation, mainly in the West. In fact, the profound changes in the conditions of dying of human beings, from a social and medical point of view, have also led to a transformation of the terms concerning euthanasia itself. The improvement in the quality of life and the consequent prolongation of the average life span have led to a new tendency to face the natural end of human beings in hospitals, often guaranteeing survival in an artificial way. In more recent history, the spread of cases of human beings kept artificially alive in hospitals, while presenting a lack of autonomy and conscience, has raised the debate on the issue of euthanasia. Even today it is a discussed and fought topic. Attitudes towards euthanasia are also important from a social point of view, as they are closely related to the type of society and culture. The present research is concerned with understanding what are the factors that influence the opinions of Italians towards the issue in question. 5 coloro che riconoscono la riduzione di inutili sofferenze che si realizza con un intervento eutanasico2. Nell’articolo Trust Increases Euthanasia Acceptance: A Multilevel Analysis Using the European Values Study di BMC Medical Ethics viene sottolineato che quando si tratta della questione di cosa influisca sul fatto che gli individui accettino o si oppongano alla nozione morale e legale di eutanasia, è noto solo un piccolo numero di fattori. In larga misura, la religiosità e le caratteristiche sociodemografiche come l'età, l'etnia e l'istruzione sono stati considerati fattori chiave, e talvolta le esperienze di cura e la permissività nei confronti di altri comportamenti moralmente carichi come l'aborto. È stato riscontrato che l'istruzione e il permissivismo morale generale aumentano l'accettazione dell'eutanasia, mentre è stato riscontrato che l'età avanzata e lo status di minoranza etnica la riducono. La religiosità di solito mostra un pronunciato effetto negativo sull'accettazione dell'eutanasia, sia per la religiosità individuale che per il clima religioso di un paese. Oltre agli impegni religiosi, sono stati riscontrati effetti sulla denominazione, principalmente in termini di culture protestanti meno contrarie all'eutanasia rispetto a cattolici e musulmani. I risultati sono stati invece contrastanti per quanto riguarda il genere e l'esperienza personale. Kemmelmeier et al. hanno collegato l'argomento pro-eutanasia dell'autodeterminazione mostrando che gli individualisti avevano opinioni piuttosto positive riguardo all'accettabilità dell'eutanasia e quelli con mentalità autoritaria avevano atteggiamenti più negativi. Particolarmente degno di nota, Verbakel e Jaspers hanno cercato di derivare potenziali correlazioni di atteggiamento dai quattro principali argomenti pro e anti-eutanasia - il diritto all'autodeterminazione, la morte con dignità, la religiosità e le paure del ‘pendio scivoloso’ - con quest'ultimo che descrive la paura dell'abuso e morti involontarie. Hanno scoperto che le persone che acconsentono al relativismo morale e anche le persone che vivono in paesi con un alto livello di relativismo morale, erano più favorevoli all'eutanasia. Così come le persone con un locus of control interno, che è stato inteso dagli autori come un fattore che contrasta le paure personali di pendii scivolosi. Il loro approccio, tuttavia, non ha considerato l'effetto difensivo che la fiducia potrebbe avere sui timori di pendii scivolosi. L'argomento del pendio scivoloso è l'obiezione più importante all'eutanasia, con l'eccezione della riluttanza religiosa secondo cui solo Dio dovrebbe interferire nelle questioni della vita e della morte. Pendenza 2 v. Glover, 1977, Causing death and saving lives, pp. 182-202; v. Singer, Practical ethics, 1979, pp. 130-152; v. Kuhse, The sanctity-of-life doctrine in medicine: a critique, 1987. 6 scivolosa significa che consentire, accettare o praticare un'azione desiderabile o almeno neutra (A) potrebbe, a lungo termine, logicamente o praticamente portare a una o più azioni indesiderate (B). Per quanto riguarda l'eutanasia, l'argomento del pendio scivoloso afferma che accettare un tipo di eutanasia, che potrebbe essere considerato benefico, porterà ad altri tipi, che sono ritenuti inaccettabili, il che a sua volta risulta nel rifiuto del primo tipo. Ciò che è considerato un tipo benefico di eutanasia, e ciò che è considerato un tipo inaccettabile, differisce tra persone e culture. Quindi, anche la concezione di ciò che costituisce un pendio scivoloso è diversa. La forma di eutanasia spesso considerata accettabile dal grande pubblico è quella per le persone con malattia terminale, sofferenza insopportabile, bassa aspettativa di vita e in risposta a una richiesta diretta del paziente. Il tipo più condannato, al contrario, è chiaramente l'eutanasia involontaria, che significa eutanasia contro la volontà della persona che sta per morire, o senza il suo consenso. Questo probabilmente costituirebbe quindi il punto finale di un potenziale pendio scivoloso per quasi tutti. I Paesi che hanno legalizzato l'eutanasia hanno stabilito a tal proposito delle salvaguardie per evitare che si verifichi il pendio scivoloso. Ad esempio, in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi è legalmente richiesto che almeno due medici debbano confermare che il desiderio di morire è volontario e ben ponderato, e in tutti e tre i Paesi un comitato di revisione deve controllare i casi di eutanasia concessa. Van der Burg ha osservato che le persone con un alto livello di fiducia nelle istituzioni politiche e legali esistenti sono più fiduciose che gli sviluppi futuri potrebbero essere fermati, se dovessero andare in una direzione negativa. Precisamente, per quanto riguarda l'eutanasia, diversi autori olandesi hanno fatto riferimento all'alto livello di fiducia nei medici sentito dalle persone nei Paesi Bassi come un fattore che spiega perché l'eutanasia è stata legalizzata lì, ma non in altri Paesi. Allo stesso modo, Cohen et al. ha argomentato che l'eutanasia può essere discussa seriamente solo in situazioni in cui ci sono alti livelli di fiducia nel sistema sanitario, e Battin ha anche affermato che un rifiuto dell'eutanasia potrebbe essere associato alla sfiducia nei confronti dei medici. Nello studio condotto da European Values Study, anche la copertura mediatica di decisioni di fine vita come l'eutanasia, il suicidio assistito o la rinuncia a cure mediche, ha riportato atteggiamenti piuttosto scettici in paesi a bassa fiducia come Italia, Croazia e Portogallo. Al contrario, in Danimarca e Finlandia, entrambi tra i primi paesi per quanto riguarda i climi di alta fiducia, i media hanno assunto una posizione positiva sulle decisioni autodeterminate di fine vita. Il presente studio raccoglie inoltre nuove informazioni sul ruolo della fiducia 7 nell'approvazione dell'eutanasia tra i membri del pubblico in generale. L’impatto della fiducia viene analizzato su quattro diversi attori: 1) il sistema sanitario, 2) le persone in generale, 3) le istituzioni statali e 4) la stampa, e rivolgendosi a fiducia generale e fiducia nell'assistenza sanitaria a livello individuale e nazionale. È stata utilizzata la fiducia nel sistema sanitario, poiché questa percezione dovrebbe riflettere la forza della convinzione che il sistema sanitario fornirà un trattamento adeguato e conveniente. È stata studiata la fiducia nella sua forma generalizzata, cioè la fiducia nelle persone in generale, compresi gli estranei, perché l'eutanasia involontaria e spinta potrebbe essere causata da molte persone, o addirittura dalla società nel suo insieme, o agendo di conseguenza nella propria sfera personale o eleggendo corrispondenti partiti politici pro-eutanasia. Un individuo può trarre la sua impressione sull'ammissibilità dell'eutanasia almeno in parte dai dibattiti pubblici, che potrebbero, in un paese ad alta fiducia, essere dominati dalle assicurazioni sugli aspetti benefici dell'eutanasia, invece che dalle preoccupazioni per gli abusi e dalle pressioni sociali a morire. Un simile effetto indiretto dei dibattiti pubblici è stato riscontrato nello studio su 33 paesi di Verbakel e Jaspers, come spiegazione del fatto che la religiosità personale e la cultura religiosa di un paese influenzare gli atteggiamenti di eutanasia. Per quanto riguarda la fiducia nello Stato, è stata analizzata la percezione dei media come un'adeguata istituzione di monitoraggio a tutela dell'interesse pubblico. Le persone indicano di avere opinioni più favorevoli sull'eutanasia quando credono che ci si possa fidare della maggior parte delle altre persone e quando hanno fiducia nella stampa. A livello nazionale, alti livelli di fiducia nelle altre persone, così come alti livelli di fiducia nel sistema sanitario, hanno aumentato l'accettazione dell'eutanasia. Questa risposta è andata oltre la fiducia a livello individuale, cioè anche se una persona non pensava di potersi fidare degli altri e non era sicura del sistema sanitario, il suo atteggiamento nei confronti dell'eutanasia era più favorevole quando viveva in un paese in cui molti altri le persone erano fiduciose e fiduciose. L'effetto pronunciato della fiducia a livello nazionale è coerente con i risultati di ricerche precedenti, che hanno mostrato che l'accettazione dell'eutanasia è maggiore nei paesi con sistemi sanitari reattivi e fortemente influenzata dalle caratteristiche del paese in generale. Invece, per quanto riguarda la fiducia nello Stato e nel sistema sanitario si ha un atteggiamento più negativo nei confronti dell’eutanasia. 10 5. Analisi dei dati La prima indagine considerata, Un italiano su due favorevole alla “buona morte”, risalente al 2008, può essere messa a confronto con l’indagine DDL Zan, Ius Soli, Cannabis, Eutanasia e Nucleare, del 2021 in modo da capire come nel corso di alcuni anni sono cambiate fondamentalmente i pensieri e le opinioni. Partendo dal livello di istruzione, la percentuale di individui favorevoli all’eutanasia aumenta dal 2008 al 2021. Nel 2008, coloro che hanno un livello di istruzione medio si distinguono dal livello di istruzione basso per circa 14,7 punti. Tuttavia, mentre le persone favorevoli all’eutanasia con un livello di istruzione medio sono 55,6, quelle che hanno un livello di istruzione basso sono 55,2. Lo scarto è bassissimo e soprattutto è in negativo. Nel 2021 invece, lo scarto tra livello di istruzione basso e medio non c’è, poiché i favorevoli sono per entrambi il 65% del campione. Anzi, i contrari risultano essere il 17% per un livello di istruzione medio e il 16% per un livello di istruzione basso. Infine, il 69% di coloro che hanno un livello di istruzione alto nel 2021 sono favorevoli e il 14% non lo è. Per quanto riguarda le intenzioni di voto, si nota che il centro-sinistra è sempre stato più favorevole all’eutanasia, sia nel 2008 sia nel 2021. Tuttavia, nel corso degli anni, dalla parte del centro-destra c’è stata una diminuzione dell’accettazione dell’eutanasia, contraria a quando è successo con il centro-sinistra, dove è aumentata la propensione a favorire l’eutanasia. Guardando le campagne politiche elettorali attuali possiamo facilmente capire come la destra non abbia mutato le proprie opinioni ma anzi, cerca insistentemente di passarle ai suoi elettori. Il sondaggio del 2021 presenta anche altre due caratteristiche sociodemografiche: il genere e l’età. Rileva che il genere femminile è solitamente più favore all’eutanasia e lo è anche la fascia di età under 35. Si può quindi dire che, andando avanti con gli anni, temi come l’eutanasia e il testamento biologico hanno iniziato ad essere sempre più conosciuti e non solo come qualcosa di profondamente negativo e perfido, ma più come un diritto, soprattutto da parte di alcuni. Il livello di istruzione, così come l’età, sono fattori che influiscono molto sulla scelta individuale. I giovani riescono ad informarsi meglio, ad elaborare idee maggiormente “proprie”. Passando ai sondaggi effettuati da WVS (Trust: People you know personally) si individua che la fiducia nelle persone non è elevata, neanche per quelle che si conoscono molto bene. La maggior parte degli intervistati nel periodo in questione, 2005-2022, ha scarsi livelli di fiducia 11 e questo si traduce in una negatività nei confronti di temi socialmente discutibili, come appunto l’eutanasia. Tuttavia, il dato positivo è che, rispetto al periodo tra il 2005 e il 2009, la fiducia è aumentata e questo rispecchia anche la tendenza alla sempre più accettazione della ‘buona morte’. Infatti, la fiducia completa passa da un iniziale 2% al un 7%, mentre una fiducia media passa dal 19% al 43%. Se la variabile in questione viene correlata all’età, le persone che si fidano di più sono quelle maggiori di 50 anni. La fiducia nelle altre persone include la benevolenza nella natura umana: questa è la convinzione che altre persone nella società rispetteranno regole etiche comuni e non faranno deliberatamente o consapevolmente danni evitabili ad altri esseri umani, ma, se possibile, guarderanno dopo i loro interessi. Come vediamo dalla tabella 1, la fiducia nelle persone è importante ma non così tanto da fidarsi ciecamente. Tabella 1 Per quanto riguarda la confidenza nella stampa (Confidence: The Press), in Italia non ci sono stati rilevanti cambiamenti nel corso degli anni, nel senso che dal 1981 al 2022 i livelli sono molto simili e le oscillazioni piuttosto lievi. Solo tra il 1989 e il 1993, la fiducia nella stampa raggiunge numeri più alti, ma ovviamente dipende molto dal periodo storico. In generale, guardando la tabella 2, si evince che la fiducia nella stampa non è mai stata elevata. La maggior parte degli intervistati risponde “not very much” nella domanda “Hai fiducia nella stampa?”. Molti ritengono che la stampa non sia completamente libera e indipendente da pressioni politiche e commerciali, di conseguenza l’obiettività viene messa in discussione. Parlare di temi che possono avere un’influenza sociale, come appunto l’eutanasia, è spesso un modo per convincere i possibili elettori. La vera natura di una testata giornalistica è quella di informare, ma, secondo i lettori, in Italia si è sin dall’inizio perso di vista questo fine. 12 Tabella 2 La fiducia nei partiti politici (Confidence: The Political Parties) si è invece affievolita e ad oggi è piuttosto bassa. Un rapporto trasparente con le istituzioni pubbliche permette di rafforzare la fiducia istituzionale e interpersonale ma, essendo numerosi i problemi che hanno investito la politica negli ultimi anni, le persone hanno perso la fiducia. I politici sono coloro che dovrebbero influenzare l’opinione pubblica in quanto ritenuti ad un livello di conoscenza e culturale maggiore rispetto agli altri. Non tutti però condividono ancora quest’idea e i dati lo dimostrano. La fiducia si è persa soprattutto per la fascia di età che va dai 50 anni in su poiché hanno sperimentato la politica in un arco di tempo più ampio. La tabella 3 mostra come solo l’1% tra il 1981 e il 2022 abbia affermato di avere una completa fiducia nei partiti politici, un dato bassissimo. La maggior parte afferma invece di non avere molta fiducia (48%). Dobbiamo infatti distinguere tra consenso e fiducia: il consenso può avere un carattere effimero, in gran parte determinato da fattori emotivi irrazionali (simpatia/antipatia, fascino del nuovo, risentimenti e rancori, paure dell’ignoto …) del tutto momentanei, cangianti e potenzialmente evanescenti. Tabella 3 15 confusione è il forte dibattito e i diversi punti di vista tra gli anestesisti che operano in terapia intensiva universitaria e quelli che lavorano negli ospedali di comunità. Per verificare la veridicità delle variabili sono state fatte delle analisi di correlazione, poi appurate attraverso analisi di regressione. La tabella 6 corrisponde all’anno 2021. Le variabili demografiche sembrano essere tutte direttamente correlate in modo piuttosto forte con l’accettazione dell’eutanasia. Tabella 6 Tabella 7 Tuttavia, nell’analisi di regressione presentata nella tabella 7, i livelli di istruzione non sono statisticamente significativi nel determinare un’opinione positiva sulla “buona morte”. Invece, le altre variabili, il grado di religiosità (non praticanti – saltuari – assidui) e il partito politico preferito (destra – sinistra – altro), sono importanti nella considerazione dell’eutanasia. Infatti, sia la politica che la religione danno ancora oggi giudizi molto forti sulla tematica. Come vediamo nella tabella 8, che presenta un’analisi attraverso un modello di contingenza, i favorevoli all’eutanasia sono prevalentemente i non praticanti. 16 Tabella 8 La tabella 9 corrisponde invece all’anno 2021. Anche in questo caso, i fattori sociodemografici in questione risultano essere tutti statisticamente significativi. Anche l’età e il genere, che nella tabella del 2008 non venivano menzionati, ad ora hanno alti livelli di correlazione. In particolare, l’età è un fattore che incide particolarmente su ciò che una persona pensa dell’eutanasia, piuttosto che il genere. Tabella 9 17 Nella tabella 10 però vediamo che in realtà le variabili statisticamente significative sono in particolar modo la politica e l’età. Come nella tabella 7, la politica rimane uno dei principali fattori ad influenzare il proprio orientamento nei confronti dell’eutanasia. Molte persone infatti ascoltano i politici verso cui hanno più ammirazione e da lì si formano le idee. È per questo che la tabella 11 riguarda invece i livelli di fiducia. Tabella 10 La tabella 11 presenta un’analisi di correlazione tra i diversi livelli di fiducia. La fiducia nelle persone sembra non essere significativa ma osservando la tabella 12 con un’analisi di regressione vediamo invece come lo sia. In quest’ultima è la fiducia nella stampa ad avere meno influenza sulle persone nella considerazione dell’eutanasia. Tabella 11 Tabella 12
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