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la casa in collina di Cesare Pavese, Appunti di Letteratura Italiana

riassunto breve del libro la casa in collina di Cesare Pavese

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 24/11/2018

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4.6

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Scarica la casa in collina di Cesare Pavese e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! La casa in collina-Cesare Pavese- La casa in collina è uno dei romanzi più noti di Cesare Pavese, scrittore piemontese di inizio ‘900. Egli pubblicò per la prima volta questo libro nel ’49 insieme a “Il carcere” nell’unico volume “Prima che il gallo canti” e vi inserì da un lato le sue esperienze autobiografiche riflesse in particolare nel protagonista, Corrado e il rimorso per la sua gioventù trascorsa nella vita di campagna delle colline piemontesi, elemento presente in quasi tutti i suoi libri e dall’altro la storia attuale del suo tempo, con la guerra, la distruzione, la morte, il sangue, la fuga, la paura tanto che lui prese lo spunto per il suo libro proprio durante lo sfollamento a Serralunga di Crea, nel ’43. La casa in collina narra la storia di Corrado, professore di una scuola di Torino che cerca di notte la salvezza nelle colline che circondano la città assieme a Belbo, il cane delle sue padrone di casa. In uno dei suoi vagabondaggi Corrado si imbatte in una comitiva dedita a festeggiamenti e, unendosi al gruppo scopre che tra questi sfollati c’è Cate, vecchia conoscenza di Corrado, ricordo sbiadito della sua gioventù, ragazze madre e il protagonista si affeziona di Dino, suo figlio iniziando a desiderare che egli sia figlio suo. Ma la cospirazione clandestina a cui Cate partecipa con il suo gruppo di amici, i bombardamenti di Torino, il 25 Luglio e l’8 settembre, l’occupazione fascista, la lotta armata sulle montagne fanno si che la guerra sia sempre più presente nella vita dei personaggi e dividono il protagonista dal vecchio amore ritrovato e dal figlio acquisito: Cate è catturata dai fascisti e deportata e Dino fuggito in montagna per raggiungere i suoi amici partigiani cosi anche Corrado tra non poche difficoltà decide di tornare alla casa in collina della sua infanzia, insieme ai suoi genitori giudicando sempre la guerra da spettatore e non da protagonista e rifiutando di mettersi a combattere da partigiano così come Pavese nella sua vita reale rifiutò di combattere al momento opportuno a fianco degli amici. Nel romanzo ricorrono numerosi temi legati strettamente alla guerra: dapprima il tema del vagabondaggio in solitudine, dell’abbandono delle persone amate: dapprima Cate e Dino, poi le padrone che lo ospitavano; poi il tema della fuga che serve a smorzare i ricordi per le scene di sangue e di morte viste dal protagonista (e forse dello stesso scrittore) che rimarranno per sempre impressi nella sua anima tanto che nemmeno la vita del monastero con la sua pace apparente, la meditazione sulla storia dei santi e la lettura del breviario possono diminuire il suo malessere. Inoltre la storia è ricca di antitesi tra le quali il protagonista non riesce a decidersi: la prima è l’antitesi tra la città e la collina poiché con Torino devastata dai bombardamenti inizialmente la campagna delle Langhe si presenta come un luogo sicuro e protetto in cui rivivere i ricordi dell’infanzia ma dopo l’8 settembre, con lo scoppio della guerra tra nazifascisti e partigiani, anche il mondo della campagna inizia ad essere pericoloso. La seconda antitesi è quella tra chi mostra un impegno attivo nel mondo esterno e chi, come Corrado, è vittima del dubbio e dell’incertezza che nel caso del protagonista riguarda non solo la vita pubblica poiché non sa decidersi se aderire alla lotta partigiana ma anche il piano privato poiché egli in questo piano è succube di incertezze e tormenti: non sa se Dino è figlio suo ma prova a identificarsi con lui, cercando di rilevare alcune somiglianze tra lui e il potenziale figlio e svolge un ruolo paterno nei suoi confronti. Inoltre quando egli rivede Cate si chiede se il loro amore sia davvero finito ma non fa nulla per riallacciare il legame tra di loro e preferisce quasi sempre la solitudine al rapporto con gli altri e con il mondo: prima si rifugia nel microcosmo familiare della casa di Elvira e della madre accettando la compagnia di Cate solo durante la sera e rifiutando l’amore segreto di Elvira e poi la scelta di autoescludersi da tutto e tutti tornando alla “casa in collina”. Ultima e più profonda antitesi è quella tra l’uomo e la Storia di cui la guerra è una metafora dove la crisi interiore di Corrado diventa una riflessione dell’autore sul significato dell’esistenza umana, sul valore della nostra vita e sul senso della morte e Corrado non riesce e non sa risolvere questo enigma, come testimoniano le ultime righe del romanzo: “Ci sono dei giorni in questa nuda campagna che camminando ho un soprassalto: un tronco secco, un nodo d'erba, una schiena di roccia, mi paiono corpi distesi... Io non credo che possa finire. Ora che ho visto cos'è la guerra, cos'è la guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: - E dei caduti che facciamo? Perché sono morti? - Io non saprei cosa rispondere. Non adesso, almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero.”
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