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La Celestina e Fernando de Rojas, Appunti di Letteratura Spagnola

In questo documento, ci sono gli appunti delle lezioni del professore Crivellari, il quale non utilizza libri di testo. Questo file fa riferimento alle diverse edizioni, alla vita dell'autore, ci sono anche dei riferimenti a determinate pagine analizzate in classe.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 02/06/2023

damoramaria3
damoramaria3 🇮🇹

4

(1)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Celestina e Fernando de Rojas e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! La Celestina Il 1499 è l’anno in cui viene stampata per la prima volta la Celestina. Forse non è la prima edizione, ma è la prima arrivata a noi. (edizione Burgos Comedia de Calisto y Melibea). È un’opera spartiacque, di frontiera, perché si trova a cavallo di due secoli, fra il 400 ed il 500. Gli studiosi utilizzano l’aggettivo crinale. Il suo ibridismo di genere, non ci sono parti narrative perché tutto è dialogato, anche se non si può parlare di un’opera teatrale, ad esempio la sua lunghezza non rientra nei canoni di un’opera teatrale, mancano, inoltre, le parti di paratesto, le didascalie che troviamo in un’opera teatrale. Il testo si suddivide in atti, all’interno degli atti c’è un argomento (riassuntino iniziale) che ci allontana dal teatro. Quest’opera ha davvero supposto una rivoluzione in ambito letterario, Fernando de Roja è un giurista (avvocato) e la rivoluzione parte dal fatto che lui non è un letterato. Dopo il 1499 c’è una raffica di edizioni che si susseguono ogni anno, dimostrazione che questo libro lo si vendeva ed era molto richiesto. Nelle varie edizioni, cambiava anche il testo, fra cui anche il titolo:  Tragicomedia de Calisto y Melibea  Libro de Calisto y Melibea y de la puta vieja Celestina L’autore giustifica il primo cambiamento col fatto che ci sono parti sia comiche ma anche tragiche. L’opera inizia bene, ed è quindi commedia, ma termina male. Prima era la storia di Calisto y Melibea, poi spunta Celestina, oggi l’opera è conosciuta come “la Celestina” che diventa il personaggio più rappresentativo del testo. Calisto e Melibea sono i rappresentanti di un genere che c’era già da tempo, la commedia sentimental. Celestina è invece un personaggio completamente nuovo che cambia gli equilibri, un personaggio come il suo non è mai stato inserito nella letteratura. Questo personaggio viene già caratterizzato all’interno del titolo “puta vieja”. Si da spazi al mondo dei bassifondi che non aveva mai avuto sazio nella letteratura. Al giorno d’oggi Celestina è diventata un termine del dizionario, significa appunto Mezzana. Nel 1499 il testo aveva 16 atti che poi ne diventano 21. L'autore avverte il bisogno di allungare questo testo. Nel tardo medioevo prolungare un testo lo rende più divertente e l’autore lo allunga perché i lettori lo volevano. C’è anche un evoluzione del paratesto. Nell’edizione del 1500 viene inserita anche la lettera ad un amico. a mano a mano che l’opera ha successo, l’autore la modifica. Nella lettera ha due obbiettivi: 1. Fernando dice che l’obbiettivo è mettere sull’avviso i “pazzi d’amore” 2. Non ci dice il suo nome ma dice che lui è un uomo di legge; questo gioco continua anche nelle altre tardi para testuali perché segue un componimento poetico che cela un acrostico, leggendo la prima lettera si parla del “El bachejler Fernando de Rojas se acabo la comedia de Ecalisto y Melyvea y fue nacido en la Pueblo di Montalvon” Il fatto di non rivelare il suo nome ha fatto pensare agli studiosi che lui centrasse con il mondo criptojudeo, ebrei che facevano finta di convertirsi in cristiani. Nel 1514 esce l’edizione di Valencia. Fernando de Rojas Non sappiamo molto di lui, non era tanto famoso come autore ed era un piccolo avvocato. Ha scritto la Celestina, noi lo sappiamo grazie ad alcuni documenti che ci sono giunti indirettamente. Uno è il processo di suo nipote che avvia per far si che gli venga riconosciuto un certo titolo nobiliare, cita il nome dello zio, Fernando de Rojas che era il suo avvocato. Un altro processo riguarda suo suocero, che è accusato di essere un falso convertito ma non si può accusare Fernando de Rojas di essere un giudeo. Da una parte della critica della seconda metà del 900 cercava di sostenere che fosse un giudeo converso e alcuni studiosi hanno sostenuto che sia stato scritto attesi per criticare il cristianesimo in realtà questa chiave risulta un po’ forzata. Fernando de Rojas muore nel 1541, notizie a noi giunta grazie al suo testamento. Alla fine del testo dobbiamo dire ottave aggiunte da Alfonso de Proaza, correttore della stampa. la celestina non ha alcun problema con l'inquisizione a differenza del Lazarillo de Tormes. La Celestina è come un organismo che cresce che non è mai a se stessa; 267. C'è un paratesto in cui solo nel 1507 si conferma in modo non molto esplicito, l'autore ribadisce che ha scritto quest'opera per mettere in guardia il lettore punto nella strofa centrale dice di non fermarci al primo livello di lettura ma invita il lettore a proseguire. insegna una morale, queste follie degli amanti possono condurre a qualcosa di negativo. C'è una simbologia con la morte di calisto e melibea, Carmelo Somonà Mise in luce questa simbologia quella caduta di lucifero dall'alto verso il basso. nella storia solo due muoiono così: Calisto e Melibea, muoiono cadendo ma la caduta e anche allegorica. Calisto cade da una scala, questo ridicolizza anche il suo ruolo e la sua amata, che non poteva sopravvivere al dolore, decide di gettarsi dalla terrazza di camera sua. I due che cadono devono simboleggiare anche una caduta morale. Le altre tre morti, delle quali si parla all'interno del romanzo, non avvengono per una caduta. La costruzione della celestina è molto complessa, ha un sacco di livelli e una spazialità che ricorre nell'opera pur non essendoci una didascalia o un narratore che è molto percettibile e noi passiamo continuamente da uno spazio all'altro. Fernando de Rojas fa riferimento ad un autore, che non ha voluto Rivelare il suo nome; questo è un topos che secondo la critica è solo una strategia. l'opera della celestina si deve a due autori che scrivono il primo atto. A partire da un suo strato letterario che è quello del tardo 400 Fernando de Rojascoscientemente rovescia e cambia rotta con quest’opera. Calisto è all’inizio della narrazione un emulo di protagonista di novela sentimental, è un personaggio che sembrerebbe inquadrato all’interno della corrente cortigiana-cavalleresca da cui non si discosta molto. Se noi leggiamo l’argomento del primo atto, e se leggiamo le prime righe, potremmo vedere un ennesimo esempio di un Leriano qualunque. Gli argomenti sono aggiunti in un secondo momento; 25. comincia uno sproloquio amoroso con cui Calisto si dichiara a Melibea. Ad un lettore dell’epoca questo incipit sarebbe potuto sembrare un inizio di novela sentimental qualunque, c’è però già in questo inizio uno scarto evidente rispetto alla tradizione precedente, che sta nel fatto stesso che Calisto sta parlando a Melibea direttamente, da solo, in uno spazio privato che è quello di Melibea. Questa differenza ci potrebbe sembrare minima ma è una differenza sostanziale; Prima la lettera era fondamentale per mantenere un dialogo fra i due amati: es Laureola e Leriano. Qui siamo sbalzati in media res nel mezzo del primo incontro che è diretto e privato ed è quello che scatena tutte le azioni successive. Calisto viene rifiutato e mette in moto una serie di azioni che lo porteranno ad ottenere quello che vuole. Fernando de Rojaspone già una cosa rivoluzionaria partendo dalla prima pagina. C’è un rapporto molto diverso fra il mondo cristallizzato e costruito da tutti e il mondo che Fernando de Rojassbatte in faccia al lettore che è quello della realtà contemporanea più cruda; Questo sbattere in faccia all’autore lo vediamo anche nella rappresentazione iconografica, le incisioni che sono presenti nell’edizione del 1499; le incisioni vanno fatte sulle tavolette di legno al contrario, messe nella pressa e poi stampate, e accompagnano i primi atti della Celestina. La rappresentazione grafica accompagna la lettura è una novità per il lettore dell’epoca, ma è anche un supporto visivo importante per il lettore. Qui abbiamo la contestazione urbana, due personaggi in carne d’ossa vestono con vestiti dell’epoca; quindi, stanno sullo stesso piano del lettore e gli elementi urbani che troviamo sono elementi dell’epoca, dopo aver visto l’immagine dell’incontro di Melibea e Calisto in giardino, vediamo Calisto che ha una spada ed è dentro la sua casa che ci viene aperta e sta parlando con i suoi servi mentre Celestina se ne esce fuori con una borsa che conteneva il suo premio. Queste immagini accompagnavano la lettura e ci butta in un mondo che è reale per i lettori dell’epoca, non c’era più l’idealizzazione, il mondo esotico, qui c’è una geografia urbana che è implicita nel testo. Questo tipo di rappresentazione durerà come immagine. La Celestina è un’opera che viene ripresa, continuata, riscritta per tantissimo tempo ma anche iconograficamente, avrà i suoi frutti. Nel 1525, viene stampato un testo ancora più crudo della celestina, La Lozana Andalusa, si narrano le vicende di una prostituta a Roma, che viene rappresentata iconograficamente su una gondola sulla quale c’erano Lozana e Rampin; questo tipo di immagine accompagna quest’opera e moltissime altre, gli stessi blocchi di legno che venivano incisi per
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