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LA CELESTINA (LETTERATURA SPAGNOLA I M-Z), Appunti di Letteratura Spagnola

Appunti per esame riguardanti la Celestina con integrata l'introduzione di Samonà.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 01/12/2023

miscela5
miscela5 🇮🇹

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Anteprima parziale del testo

Scarica LA CELESTINA (LETTERATURA SPAGNOLA I M-Z) e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! LA CELESTINA: La scrittura della celestina è attribuita a Fernando de Rojas e viene pubblicata per la prima volta anonimamente a Burgos nel 1499 (durante il periodo dei cosiddetti incunaboli, che va dal ‘400 al ‘500), con il titolo di Comedia de Calisto y Melibea e avente 16 atti. L’opera riscuote subito un grande successo e questo si può capire dalle numerose ristampe ed edizioni, oltre alle numerose traduzioni in altre lingue. Nel 1500 viene pubblicata per la prima volta con il nome dell’autore nascosto nel poema con acrostico e gli elementi paratestuali (ovvero che accompagnano il testo), oltre che agli argumentos all’inizio di ogni atto (sinossi iniziale). Inoltre aggiunge anche altri cinque atti (dal 15 al 19), dopo la richiesta dei lettori di avere più incontri tra Calisto e Melibea. E’ proprio tramite il secondo prologo, che viene aggiunto in questa edizione, che spiega di aver rinominato l’opera da commedia a tragicommedia per via della mancanza del lieto fine. Da questo punto di vista è importante sottolineare però che egli fa una riflessione del contenuto e non del genere come fa invece Aristotele quando descrive la differenza tra tragedia e commedia. Egli li descrive come: - Tragedia: un’imitazione di azioni eroiche in cui sono presenti o re o divinità ed è presente uno stile elegiaco (registro alto) - Commedia: un’imitazione di una situazione comica con uno sviluppo lieto in cui i personaggi sono di un rango medio-basso con lo stesso registro Rojas unisce entrambi gli stili, mescolando registri basso ed alto e facendo interagire personaggi nobili con servi. Dal 1502 vengono pubblicate numerose versioni con altri titoli, anche se probabilmente non si tratta realmente di ristampe di quell’anno ma di qualche anno dopo. Da quel punto comincia ad apparire il nome di Celestina nel titolo. Si tratta di una parodia dell’amor cortese, che si serve quindi di un modello già utilizzato ma riproposto in chiave ironica. Come sottolineato da Samonà, il suo avvento apre una nuova prospettiva nel rapporto tra la società cortigiana dell’epoca dei Re cattolici e gli ideali della cortesia, ed è quindi un improvviso cambio di rotta. L’opera ebbe la possibilità di essere scoperta grazie alla stampa, che consente la circolazione del sapere, e attraverso i viaggi che alcuni giovani dell’epoca compivano. Questo testo è considerato estremamente rivoluzionario poiché la stampa era al tempo solo pensata per testi di uso religioso e non per lettura di svago come è invece la Celestina. Per la scrittura della Celestina si ha la collaborazione involontaria di due autori, così come ci viene spiegato da Rojas stesso nelle sezioni prologali dell’opera: Il primo atto viene scritto da un autore di cui non sappiamo nulla e, quando Rojas è in viaggio, trova il testo e decide di continuarlo, completando la commedia con 16 atti, e successivamente pubblicando la tragicommedia composta da 21 atti dopo la richiesta dei lettori. Da questo nasce la Celestina, che è estremamente compatta e coerente, facendoci capire che si tratta di uno scrittore spedito e sicuro di sé, almeno fino agli iniziali 15 atti. Dell’autore si sa molto poco, e si nasconde in quello che possiamo chiamare un anonimato prudente. La mancanza di dati può però essere un dato in sé che ha a che fare con la cultura dell’epoca. Il suo nome ci viene rivelato in un acrostico presente in una sezione introduttiva aggiunta nel 1500 e da lì si viene a conoscenza che egli era baccelliere a Salamanca. Si deduce anche che egli possa essere stato un converso, ovvero un ebreo convertito. L’ambiente universitario di Salamanca, frequentato dallo scrittore, è in quegli anni la sede di letture e riflessioni nuove, e il suo contatto con il pensiero umanista potrebbe essere avvenuto per questo motivo. La Celestina venne inoltre scritta dopo il 1492, anno che coincide con la fine della reconquista, ovvero quando gli stati cristiani si allearono per conquistare tutti i territori spagnoli. Dopo il loro successo ci fu la decisione di utilizzare una sola lingua (quella castellana) e l’acquisizione del cristianesimo come religione di stato, portando alla persecuzione degli altri religiosi fuori dalla penisola. Per questo motivo, se pensiamo che si tratta di un converso, è possibile che ci sia un collegamento con la sua scelta di rimanere anonimo, nonostante egli la giustifichi con il non voler che le persone pensassero che avesse messo in secondo piano gli studi di legge per scrivere. Anche la presenza del correttore nelle edizioni successive viene attribuito al suo bisogno di avere una copertura mentre esercitava la professione del giurista. Il 1492 è anche l’anno in cui viene pubblicata la prima grammatica scritta di Nebrija che faceva parte del processo di unificazione e che porta, oltre che ad un processo di alfabetizzazione, anche ad una riflessione metalinguistica che arricchisce così la lingua letteraria. durante il corso della storia c’è uno spostamento continuo dei personaggi, con Calisto e Melibea che si muovono di meno. Sono i servi, invece, che si spostano da un luogo all’altro per soddisfare il desiderio dei due di incontrarsi. Dalla narrazione possiamo comprendere alcune cose dei personaggi, come ad esempio il degrado economico di Celestina, che prima viveva vicino a casa di Melibea ma che poi si spostò in una casa periferica. Troviamo anche una sovrabbondanza di proverbi usati perlopiù da persone di basso rango e detti popolari più propri alla cultura sociale di Celestina che crea un binomio con le riflessioni appartenenti ad idee umaniste. Tramite i numerosi monologhi esteriorizzati viene mostrata l’evoluzione psicologica di alcuni personaggi, che quindi non sono così piatti e impossibili da dividere tra buoni e cattivi, rendendoli estremamente tridimensionali, ambigui e complessi. Un esempio può essere quello di Celestina ed Areusa che rivendicano le proprie decisioni di essere donne libere, facendoci anche comprendere quanto moderna sia l’opera per l’epoca. Proprio per questo motivo i personaggi possono essere definiti antieroi, andando a contrasto con le opere cavalleresche di qualche anno prima. Il caso è un tassello fondamentale che ritroviamo numerose volte, come quando Calisto incontra Melibea ma anche quando Celestina va per la prima volta a casa di Melibea e la mamma è costretta ad andare via, lasciando le due da sole. Altri temi importanti sono: - L’appagamento dell’amore, che viene presentato attraverso meccanismi parodici come: - amor hèreos (ovvero l’amore come malattia) - descriptio puellae (uno dei topos più comuni del rinascimento, che porta ad una descrizione dell’amata in modo idealizzato) - venerazione dell’amata (non come durante l’amor cortese ma come rinascimento) - La sete di denaro - La morte Il concetto di amore si lega fortemente alla morte, e questi due temi centrali vanno poi ad agganciarsi al profitto, che è in realtà il motivo per cui tutte queste morti accadono. QUESTIONI DI MACROGENERE: Nella Celestina sono presenti ibridismi di genere. Essa infatti è considerata testo teatrale ma la critica ha avuto delle incertezze per via dell’irrappresentabilità di alcune scene legate ad una modalità diegetica (ovvero quella della narrazione) e queste sono: - la lunghezza di alcuni passaggi che dilatano i dialoghi attraverso le descrizioni (di questo ne è un grande esempio la descrizione del laboratorio di Celestina che si ha nel primo atto) - le riflessioni dei personaggi o i cosiddetti monologhi esteriorizzati, ovvero le riflessioni profonde che ci fanno entrare nella psiche dei personaggi, rendendoli appunto non del tutto stereotipati Tutto ciò rallenta il ritmo e lo rende più prossimo alla narrazione che alla messa in scena, rendendolo simile alla commedia umanistica, che era fatta per essere letta e non essere recitata. Intorno al ‘300-’400 in Italia, si svolgeva infatti attraverso una lettura (ciò che oggi chiamiamo lettura drammatizzata). Essa era fatta per essere letta in ambienti colti e tali gruppi spesso venivano formati in ambito universitario, da cui Fernando de Rojas proveniva. CARATTERISTICHE DEL TESTO TEATRALE: Il testo teatrale ha alcune importanti caratteristiche che lo rendono tale: - Didascalie: esse sono solitamente esplicite e si tratta delle indicazioni date dal drammaturgo. Nel caso della Celestina sono implicite e sono le indicazioni di movimento, spazio e tempo che si trasmettono attraverso le parole dei personaggi (come la cinesica ovvero il movimento e la prossemica ovvero la vicinanza e distanza tra personaggi ed elementi) - Spazio itinerante: cambiamento di spazio drammatico ma i personaggi non escono di scena, si stanno muovendo - Spazio simultaneo: simile al concetto di spazio diviso ma ci si trova in due spazi drammatici che sono diversi ma continui (come ad esempio nell’atto X in cui l’azione si svolge fuori la porta ed in casa simultaneamente) - Decorado verbal: dà informazioni relative alla scenografia, come ad esempio nel passaggio ecfrastico nell’atto XIX in cui Melibea descrive il giardino e gli agenti atmosferici del momento. Questo crea una definizione dello spazio domestico attraverso i personaggi. - Tempo compresso e tempo dilatato: hanno a che vedere con la durata dei discorsi (come descrizioni e riflessioni che sono esempi di tempo dilatato) che fanno venire meno il concetto di verosimiglianza. RITMO NARRATIVO, STRUTTURA E SPAZI: Samonà nota che l'orizzontalità dello schema itinerante si muove a sua volta su uno schema triangolare, che crea una triangolarità di personaggi che cambia a seconda del punto di vista (Melibea è l’unica che rimane sempre, fungendo da punto fisso, ed è inoltre l’unica che viene solo visitata e non visita nessun altro personaggio). Lo schema orizzontale si oppone a quello alto-basso che si realizza dalla considerazione, secondo Samonà, che lo spazio alto rappresenti l’amore e la lussuria, mentre quello basso la morte e la caduta. Infatti quasi tutte le morti, tranne quella di Celestina, si realizzano con un movimento dall'alto al basso. E’ importante notare il contesto in cui la storia è ambientata, ovvero un contesto urbano, che spiega l’opposizione tra personaggi di sfera alta e bassa che interagiscono, essendo comunque parte della sfera cittadina. Questo porta anche gli spettatori dell’epoca in un contesto più familiare, proprio perché pochi anni prima la lettura di finzione portava all’idealizzazione, mentre nella Celestina l’ambiente è più verosimile.
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