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La Celestina: storia e analisi dell'opera, Appunti di Letteratura Spagnola

Una descrizione dell'opera letteraria spagnola La Celestina, scritta da Fernando de Rojas. Si tratta di un'opera che si è stratificata nel tempo, con diverse redazioni e atti interpolati. L'opera tratta la storia di due amanti che consumano la loro unione al di fuori del vincolo matrimoniale e alla base del loro amore vi è l'operato di una vecchia mezzana Celestina. anche gli stereotipi presenti nell'opera e i personaggi principali.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 31/01/2022

ana.palm
ana.palm 🇮🇹

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Scarica La Celestina: storia e analisi dell'opera e più Appunti in PDF di Letteratura Spagnola solo su Docsity! LA CELESTINA È il primo grande classico della letteratura spagnola ed europea. Tratta la storia di due amanti che consumano la loro unione al dì fuori del vincolo matrimoniale e alla base del loro amore vi è l’operato di una vecchia mezzana Celestina. La prima redazione risale al 1499 a Burgos, nel quale manca il primo fascicolo e quindi inizia direttamente con l’argomento del primo atto. La seconda è quella del 1500 di Toledo, la terza del 1501 di Sivigia e la quarta del 1506 di Roma, a partire da questa edizione l’opera prende il nome “Tragicomedia de Calisto y Melibea”. Il titolo odierno, venne apposto in un momento successivo. Inizialmente era intitolata “Comedia de Calisto y Melibea”, poi “Tragicomedia de Calisto y Melibea” ed infine “La Celestina”. A partire dal secondo ventennio del 1500 il personaggio di Celestina viene vista come motore della tragedia che oscura gli altri personaggi. Il nome dell’autore nelle edizioni antiche non compare mai, invece in quelle moderne appare con il nome di “Fernando de Rojas”. Viene attribuita la paternità a quest’ultimo seguendo un escamotage che nasconde e svela il suo nome. L’opera si conclude con ottavi finali di Alfonso de Proaza, un umanista che si presenta come “corrector de la impresiòn”. Nella quinta ottava quest’ultimo svela che l’autore ha nascosto delle strofe ad inizio opera ed esse contengono dei segreti. Le strofe a cui lui fa riferimento sono 11 ottave iniziali caratterizzati da versi acrostici, infatti se si unisce la prima lettera di ogni verso di queste ottave iniziali si scopre il nome dell’autore, la sua terra e la sua nazione (el bachiller Fernando de Rojas acabò la comedia de Calisto y Melibea y fue nacido en la puebla de Montalbàn). Mediante l’utilizzo di questa tattica l’autore svela e nascono allo stesso tempo il suo nome. Fernando de Rojas era uno studente di legge presso l’università di Salamanca. Nacque presso la Puebla de Montalbàn ed era sposato con la figlia di un ebreo converso. Lui dichiara di aver scritto quest’opera dove aver ritrovato un manoscritto anonimo di cui si appassionò moltissimo e per questo decise di concludere l’opera. Impiegò precisamente 15 giorni, ovvero i giorni di vacanza della Semana Santa. Molti studiosi, come Stephen Gillman sostengono che Rojas ha un atteggiamento di prudenza nello svelare il suo nome perché vive come un nemico nei confronti della propria patria poiché è un ebreo converso e quindi per tutelarsi affida il suo nome a questa strategia. L’opera inizialmente era composta da 16 atti, il primo atto ovvero quello ritrovato e gli altri 15 aggiunti da lui stesso. Tra il primo e gli altri quindici sequenze vi è una grande omogeneità ad esclusione delle fonti utilizzate. Il primo è molto lungo e costituisce quasi un quinto dell’opera e utilizza soprattutto fonti classiche come Aristotele e invece gli altri sono più brevi e la fonte utilizzata è Petrarca. Prima dei 15 atti e delle 11 ottave, vi è una sorta di prologo intitiolato “el autor a un su amigo” presente a partire dall’edizione del 1500 di Toledo. Si presenta come una lettera da parte di un autore anonimo ad un altro personaggio altrettanto anonimo. È carico di retorica e si caratterizza da una voce in prima persona che parla dello scopo principale dell’opera ovvero la volontà di voler avvisare un suo amico, giovane innamorato ed in generale tutti gli innamorati, dagli inconvenienti d’amore. Successivamente a partire dal 1526, vennero aggiunti 5 atti in più chiamati “atti interpolati” e per questo si tratta di un’opera che si va stratificando nel tempo. Inoltre, venne aggiunto anche un secondo prologo nel quale viene rappresentato il pessimismo dell’autore e il mondo come un luogo di eterno conflitto. Ogni cosa è creata mediante la battaglia e la contesa, facendo esempi come animali sia di terra e mare. Rojas ipotizza due congetture riguardanti l’autore del primo atto come Juan de Mena e Rodrigo Cota. Gli stereotipi presenti nell’opera sono: la falsa modestia, ovvero il fatto che l’autore non si presenta come autore dell’opera, ma come un semplice rinvenitore dell’opera; l’attentum parare, ovvero il fatto di stare attenti che si parla di un’opera bellissima, l’utile dulci, ovvero un’opera che diletta e giova il lettore ed infine l’exemplum a contraria, ovvero l’autore avverte su cosa fare e non fare, quindi una sorta di avvertimento per chi legge. Samonà, un importante studioso, considera la Celestina come un’opera teatrale poiché divisa in atti. I personaggi che hanno un importante rilevanza sono i servi di Calisto, cioè Parmeno e Sempronio. Il primo rappresenta, solo inizialmente, il servus fidus (fedele) e il secondo il servus Pallax (traditore). I due si alleano con Celestina e inganneranno Calisto, in cambio di ricchezze. Vi è anche una minuziosa descrizione di Celestina, vengono elencati i suoi mestieri come cucitrice, mezzana , fattucchiera ecc.. Vive nei sobborghi della città di Salamanca e pratica magia nel suo laboratorio e infatti vengono nominati prodotti che inducono alla magia e all’esoterismo. L’opera si conclude con un’ecatombe, caratterizzata dalla morte di Calisto che inciampa dall’alto e da quella di Melibea che si lancia da una torre. Entrambe le morti, insieme a quella di Parmeno e Calisto si caratterizzano dalla verticalità (anche
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