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La Chiesa medievale e la lotta per le investiture, Appunti di Storia

La crisi della Chiesa nel primo millennio e la richiesta di riforma spirituale e morale. Si parla della nomina del papa e della politica cesaropapista instaurata dagli imperatori sassoni e franconi. Si approfondisce la lotta per le investiture tra papato e impero, culminata nel Concordato di Worms. Infine, si analizzano gli effetti positivi e negativi delle crociate. utile per gli studenti di Storia medievale.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 07/02/2023

FrancescaPiga
FrancescaPiga 🇮🇹

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Scarica La Chiesa medievale e la lotta per le investiture e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! 1. CORRUZIONE DEL CLERO Inizio del primo millennio: la Chiesa condizione di grave crisi. • I membri delle famiglie nobili ambivano a - ricoprire prestigiosi incarichi -diventare vescovi per accrescere il proprio potere e per godere dei benefici ecclesiastici. Questa situazione suscitò la protesta di una parte del clero, particolarmente del clero regolare ovvero quei monaci legati alla vita nel convento e che dovevano rispettare la “regola”. Si diffuse così la richiesta di una riforma spirituale e morale della Chiesa.  PRIMATO POLITICO DEL PAPA Nel frattempo cresceva la consapevolezza che uno dei problemi più gravi si trovasse nel cuore della Chiesa e riguardasse la nomina del papa. Questa procedura che avveniva per acclamazione del clero e del popolo di Roma, aveva determinato duri scontri tra fazioni opposte. Così gli imperatori della casa di Sassonia e di Franconia avevano instaurato in Occidente una politica cesaropapista, per cui il potere civile e quello religioso venivano uniti sotto un’unica persona. La chiesa tuttavia non poteva sopportare una simile ingerenza nei propri affari interni. Nel 1058 il partito riformatore riuscì a far nominare papa uno dei propri esponenti, il vescovo di Firenze Niccolò II. Egli su consiglio di Ildebardo di Soana, non esitò a rivendicare l’autonomia del papato dall’autorità imperiale e la libera elezione del papa. Si gettavano cosi le basi per una vera e propria teocrazia, governo in cui l’autorità politica è esercitata da chi detiene il potere religioso.  CONCILIO LATERANENSE (1059) Prima mossa di Niccolò fu quella di convocare un concilio nel Palazzo Laterano. Qui attraverso un decreto fu stabilito • che l’elezione del papa non spettava più ai laici, ma al collegio di cardinali (quei vescovi titolari delle antiche chiese di Roma. • Si condannavano la simonia e il concubinato • si vietavano le investiture ecclesiastiche Niccolò II cercò degli alleati e li trovò nel marchese Bonifacio di Canossa, feudatario toscano e in Roberto il Guiscardo, capo dei normanni.  SCISMA D’ORIENTE Nel frattempo il papa di Roma e il patriarca di Costantinopoli giunsero a una rottura definitiva. Il patriarca nel 1054 si rifiutò di riconoscere la superiorità del papa e proclamò la separazione da Roma. Questo episodio passò alla storia come scisma d’Oriente, che fu sancito con la reciproca scomunica dei due vescovi. La chiesa orientale si considerò ortodossa (custode della vera dottrina), mentre quella di Roma si considerò cattolica (universale). 2. LA LOTTA PER LE INVESTITURE L’opera di riforma da parte della Chiesa prese il nome di lotta per le investiture. I rapporti tra papato e impero divennero ostili quando nel 1073 venne eletto papa Gregorio VII, uno dei più ferventi sostenitori del primato universale del pontefice e quindi della sua supremazia politica. Il nuovo imperatore Enrico IV, tuttavia, continuava a eleggere di propria iniziativa vescovi e abati e dando loro dei feudi. Gregorio indisse quindi due concili, nel 1074 e nel 1075 con i quali vietò nuovamente all’imperatore di fare quello che stava facendo.  SCONTRO TRA PAPATO E IMPERO Enrico IV in risposta, sostenuto da l clero fece deporre Gregorio VII da una dieta di vescovi tedeschi tenuta a Worms. Il papa a sua volta lanciò un mese dopo la scomunica contro il sovrano. Enrico dunque, minacciato dai feudatari tedeschi, scese in Italia. Gregorio però si sta a recando in Germania e attese quindi il sovrano nel castello di Canossa. Ed è qui che Enrico dopo aver atteso tre giorni e tre notti, ottenne il perdono e la revoca dalla scomunica. Quest’episodio rese il conflitto ancora più aspro tanto che Enrico tornato in Germania depose nuovamente il papa e nominò un antipapa, Clemente III. Mosse poi contro Roma costringendo Gregorio a chiamare in suo aiuto i Normanni, che accompagnarono il papa fino in Salerno dove morì nel 1085.  IL CONCORDATO DI WORMS Nel 1122 Enrico V, giunse a un accordo con Callisto II: il concordato di Worms, in cui venne stabilito che: • l’investitura spirituale dei vescovi doveva essere fatta solo dal papa • l’imperatore poteva aggiungere l’investitura temporale • in Germania la consacrazione temporale doveva precedere quella religiosa, mentre in Italia il contrario. • L’imperatore rinunciava a ogni intervento nell’elezione del papa Si trattava di un accordo di compromesso, il papa però ne usciva più forte, perché aveva stabilito un primato su tutta la gerarchia ecclesiastica esercitando il potere su un vastissimo territorio.  EFFETTI NEGATIVI DELLE CROCIATE Le crociate non raggiunsero gli obbiettivi spirituali e politici sperati. • La conquista di Gerusalemme e dei luoghi santi fu di breve durata e accese gli odi religiosi, che impedirono i pellegrinaggi in terra santa. • Venire in aiuto ai bizantini si rivelò solo un pretesto, con la quarta crociata addirittura venne saccheggiata la stesa Costantinopoli. • Unire la cristianità contro gli infedeli, fallì anche questo. Le spedizioni in oriente segnarono i rapporti tra cristiani e musulmani creando duraturi risentimenti.  EFFETTI POSITIVI DELLE CROCIATE Dal punto di vista economico: le città marinare italiane trassero vantaggio dalle crociate. Genova, Venezia e Pisa rafforzarono la loro presenza in oriente e costruirono importanti reti commerciali. Dal punto di vista sociale: le crociate favorirono la classe mercantile, l’assenza dei nobili favorì l’allentarsi dei vincoli di dipendenza e legami di fedeltà. Tutto questo accelerò la disgregazione del sistema feudale. 5. LA NASCITA DELL’IMPERO MONGOLO Le crociate avevano permesso ai mercanti occidentali di addentrarsi ancora di più nei mercati asiatici. Finiti gli scontri in Terra santa, continuarono a mantenere rapporti commerciali con l’oriente. Essi tornarono a percorrere le strade carovaniere dell’Asia centrale, per raggiungere il Catai, la Cina. In quel periodo al comando dei mongoli c’era Gengis Khan ed egli diede vita ad un impero centralizzato che si estendeva dalla Cina settentrionale fino al Mar Caspio. Alla morte del sovrano l’impero fu diviso tra i quattro figli che continuarono l’espansione e diedero vita a quattro gran khanati indipendenti: Russia, Persia, Asia centrale e Cina. Mentre il nipote Quibilai conquistò la Cina meridionale. Un ultimo tentativo di unificazione fu condotto da Tamerlano che creò un nuovo impero esteso dal Medio Oriente fino all’India settentrionale e disgregato alla sua morte. LA NASCITA DEI COMUNI Tra gli effetti dell’incremento demografico e la rinascita dell’economia iniziata nel XI secolo ci fu anche una rinascita delle città, che acquisirono mano a mano una maggiore autonomia nei confronti del mondo feudale-signorile. Questi ceti urbani poco alla volta si trasformarono in organi di governo di piccoli stati con dei poteri veri e propri come coniare monete, emanare leggi, dichiarare guerra. Ed è proprio in questo periodo che nascono i COMUNI, ovvero associazioni volontarie sorte tra membri di classi sociali diverse in difesa di determinati interessi. Le istituzioni comunali divennero sempre più complesse, creando diverse magistrature e fissando le leggi in vigore in documenti chiamati statuti.
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