Scarica La chiesa nella Chimera di Vassalli e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Alessandra Centrella 4a C Analisi del ruolo della Chiesa e dei personaggi ecclesiastici nella Chimera di Sebastiano Vassalli La Chimera di Sebastiano Vassalli è un romanzo storico che dipinge il quadro di un’epoca le cui ombre ed ambiguità, radici del nostro presente, oggi sono spesso dimenticate: il 1600. Tale secolo, brillante dal punto di vista scientifico e filosofico, cela in realtà episodi quotidiani di violenza, ingiustizia ed abuso di potere che l’accurata indagine storica di Vassalli porta alla luce. Il romanzo racconta l’infelice vita di Antonia, orfanella che si distingue fin da bambina per bellezza, curiosità ed intelligenza, ed i tragici e profondamente ingiusti eventi che l’hanno condotta, condannata per stregoneria, alla morte sul rogo. La vicenda della protagonista è esemplare della violenza che permea il secolo e offre all’autore, anche attraverso le numerose descrizioni e digressioni storiche che caratterizzano l’intero romanzo, di raccontare una brutalità che non era occasionale, ma quotidiana. Protagonista, al pari di Antonia, e antagonista del romanzo è la Chiesa dell’età della Controriforma, oggetto di indagine storica e di profonda critica da parte di Vassalli: l’autore accusa il clero non solo di aver trascurato i principi cristiani non essendo intervenuto per mitigare la violenza che ha pervaso l’epoca, ma di averla in nome di questi stessi alimentata, se non di esserne stata la causa. Dei componenti del clero, di diverso ordine e rango, che partecipano al susseguirsi degli eventi del romanzo, nessuno rimane esente dalla critica di Vassalli: i rigidi, puristi e figli della Controriforma Don Teresio e vescovo Bascapè risultano agli occhi del lettore tanto colpevoli quanto gli avidi ed egoisti Don Michele ed inquisitore Manini. Questi ultimi incarnano gli “anti-ideali” del vero cristianesimo: cupidigia, lussuria, corruzione, perseguimento del proprio interesse. Tuttavia, mentre Don Michele è un personaggio non approfondito psicologicamente e spregiudicato al punto da non interessarsi nemmeno di curare la facciata della sua carica di “falso prete”, dietro alla quale si nasconde per praticare le proprie attività, la figura dell’inquisitore Manini è molto più complessa; egli, infatti, ha costruito un’immagine di sé con la quale si presenta come perfetto cristiano e perseguitore degli interessi della Chiesa, quando in realtà tali interessi lo riguardano solo in quanto da essi dipende il proprio personale prestigio. Don Teresio e, in particolare, il vescovo Bascapè rappresentano, invece, un altro genere di degenerazione del cristianesimo seicentesco: i due ecclesiastici incarnano gli ideali puristi e rigidi della Controriforma al punto da risultare radicali. È tale radicalizzazione dei valori cristiani ad infondere nel popolo ignorante la paura e la superstizione che sfociano poi nell’ingiustizia e nella violenza della caccia alle streghe, di cui Antonia, denunciata al Sant’Uffizio proprio da Don Teresio, è solo una delle migliaia di vittime innocenti. Tra gli uomini di Chiesa coinvolti nel romanzo, la figura più complessa ed approfondita psicologicamente è quella del vescovo Bascapè; se, apparentemente, egli è ritratto come il più “cristiano” degli ecclesiastici coinvolti nella vicenda per il suo perseguimento dell’utopia di santificare la Chiesa,