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La chimera di Vassalli, Esercizi di Italiano

La chimera di Vassalli - analisi del testo

Tipologia: Esercizi

2020/2021

Caricato il 02/06/2021

Manu.ek
Manu.ek 🇮🇹

3.3

(4)

4 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La chimera di Vassalli e più Esercizi in PDF di Italiano solo su Docsity! www.anovecento.net Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net Sebastiano Vassalli La chimera La chimera di Sebastiano Vassalli è un romanzo storico che proietta nel vivo della società seicentesca: partendo dalla descrizione di una realtà marginale della vita di campagna, riesce a raffigurare in modo efficace e a rendere universale il modus vivendi di periodo storico decisamente complesso. La protagonista della storia è Antonia, una ragazza di umili origini la cui vita è costellata da una serie di circostanze poco fortunate, a partire dalla sua stessa nascita: abbandonata da infante, è affidata alla cura delle monache di un convento di Novara, in qualità di esposta, ovvero una figlia di nessuno, appartenente alla casta più bassa di un’ideale, o quantomeno tale sul piano formale, gerarchia sociale. Successivamente adottata dai Nidasio, una coppia di contadini di Zardino, teatro insieme a Novara degli avvenimenti principali, viene accolta e cresciuta da questi ultimi con tutto l’affetto che si riserva solitamente ai frutti del proprio seme. Ben presto però la sorte della giovane sarà segnata dall’incolmabile invidia delle compaesane che, sfruttando a proprio vantaggio il dilagante fanatismo religioso e le ossessive e diffuse superstizioni popolari, la denunceranno al Tribunale dell’Inquisizione per stregoneria, firmando così la sua condanna a morte. La critica al sistema ecclesiastico presente in quegli anni è infatti uno dei temi preponderanti del romanzo e l’esempio più esplicativo di quella realtà corrotta è rappresentato dal parroco locale, don Teresio, il quale, animato dal fervore di riaffermare un più radicato e autentico sentimento religioso, inizia una vera e propria restaurazione della fede cattolica, lacerata in quegli anni dallo scisma provocato dalla Riforma Protestante. Nonostante ciò, nel tentativo di rivendicare il “vero credo”, il suo atteggiamento risulta perfettamente conforme alla mentalità fuorviata che si era imposta tra le fila dei servi di Dio, che nei secoli aveva sostituito la purezza dell’originale messaggio religioso con l’opulenza di una vita mondana conquistata con l’inganno a spese dell’ignoranza del popolo. La condanna della strega di Zardino trasporta in un ’600 descritto con un’accurata, quasi maniacale minuziosità, che porta la narrazione a perdersi tra flashback, digressioni e inserzioni che ne compromettono talvolta la scorrevolezza. In ogni caso, l’autore riesce a dipingere un così variegato contesto storico-sociale rifuggendo dalla tentazione di filtrare la veridicità dei fatti attraverso uno sguardo moderno, mantenendo anzi un punto di vista quanto più distaccato e oggettivo possibile. Nel romanzo le vicende dei singoli personaggi risultano marginali rispetto all’approfondimento di vari aspetti della cultura materiale della campagna, della chiesa novarese, dei lavoratori che la popolano, in questo periodo di snodo della modernità.
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