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La chimera Dino Campana, Appunti di Italiano

Appunti italiano Dino Campana.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 15/07/2023

chiara-greco-40
chiara-greco-40 🇮🇹

5

(1)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La chimera Dino Campana e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! 1 BPARTE Le forme poetiche Dino Campana Fu senza dubbio una vita irrequieta e sregolata quella del toscano Dino Campana (1885-1932). Dopo aver fre- quentato le scuole elementari nel suo paese natale (Marradi, in provincia di Firenze), si trasferì a Torino, dove conseguì il diploma di licenza liceale. Si iscrisse poi alla facoltà di Chimica pura presso l’Università di Bologna per poi passare alla facoltà fiorentina di Chi- mica farmaceutica, finendo con l’abbandonarle en- trambe, dopo una breve parentesi nel corso della quale aveva tentato anche la carriera militare. In re- altà, l’unica attività che riusciva ad attrarlo erano le lettere. Desideroso di evadere in ogni modo dall’am- biente domestico, iniziò una lunga fase di peregrina- zioni che lo portarono a Genova, a Bologna, a Milano. Si recò anche in Svizzera e in Francia, per poi imbar- carsi alla volta dell’Argentina; ritornerà in Europa qual- che anno dopo. Per vivere, fu costretto a fare i più disparati mestieri, quali quello del fabbro, del carbonaio su bastimenti mercantili, del minatore, del saltimbanco, del suona- tore d’organetto. Arrestato a Bruxelles, dal Belgio venne rispedito a Marradi, dove riprese ben presto le sue peregrinazioni recandosi a piedi sul monte Falte- rona e sulla Verna. Nel 1912 rinnovava la sua iscrizione alla facoltà di Chimica a Bologna e pubblicava i suoi primi versi sul giornale goliardico «Il papiro», mentre riprendeva i suoi viaggi, che dovevano portarlo di nuovo a Genova e Firenze; qui entrò in contatto con i futuristi, e conobbe Giovanni Papini e Ardengo Soffici, al quale consegnò alcuni manoscritti (era la prima re- dazione dei Canti orfici), che però andarono smarriti e, riscritti sul filo della memoria, furono poi pubblicati a Marradi nel 1914. Interventista convinto, cercò invano di partire volontario nel corso della prima guerra mon- diale: rispedito al suo paese, riprese a vagabondare, finché non venne trattenuto in osservazione presso un istituto fiorentino per malattie mentali, avendo dato evidenti segni di pazzia. Rimandato a casa, nel 1918 per ordine del sindaco venne di nuovo ricoverato presso l’ospedale psichia- trico di Firenze, per poi essere trasferito in un altro istituto per malattie mentali, da cui non uscirà più. In- fatti, dopo un effimero miglioramento, il 1° marzo 1932 morì per una banale infezione. L’AUTORE La poesia che qui presentiamo fu pubblicata in una prima redazione sulla rivista studentesca «Il papiro» con il titolo di “Montagna - La Chimera”; fu poi inserita nei Canti orfici, un misto di prosa e di versi dedicati da Campana «a Guglielmo II imperatore dei Germani». I primi componimenti pubblicati sono costituiti dal poema in prosa La notte e da altre prose liriche; i se- condi comprendono una raccolta di sette liriche intito- lata I notturni, numerose poesie e frammenti, nonché il poemetto Genova. L’OPERA La Chimera Dino Campana Il testo, definito da Campana «la più vecchia ed ingenua delle mie poesie», trae ispirazione da un paesaggio montano, paragonato dall’autore al mitologico mostro della Chimera, il cui corpo era costituito da parti di animali diversi. Per estensione, il nome di questo fantastico essere è poi passato a significare tutto ciò che riguarda l’utopia o il sogno irrealizzabile. 2 percorso 10Il verso libero Non so se tra roccie il tuo pallido viso m’apparve, o1 sorriso di lontananze ignote fosti, la china eburnea fronte fulgente2 o giovine suora3 de la Gioconda:4 o delle primavere spente,5 per i tuoi mitici pallori6 o Regina o Regina adolescente: ma per il tuo ignoto poema di voluttà e di dolore musica7 fanciulla esangue, segnato di linea di sangue nel cerchio delle labbra sinuose, regina de la melodia: ma per il vergine capo reclino io poeta notturno vegliai le stelle8 vivide nei pelaghi9 del cielo, io per il tuo dolce mistero io per il tuo divenir taciturno.10 Non so se la fiamma pallida11 fu dei capelli12 il vivente segno del suo pallore, non so se fu un dolce vapore, dolce sul mio dolore,13 sorriso di un volto notturno: guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti e l’immobilità dei firmamenti14 e i gonfii rivi che vanno piangenti15 e l’ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti16 e ancora per teneri cieli lontane chiare ombre17 correnti e18 ancora ti chiamo ti chiamo Chimera. D. Campana, Canti orfici, a cura di M. Luzi, Tallone 1 o: da collegare a fosti (v. 4); si tratta di un iperbato*. 2 la china... fulgente: è una costruzione tipi- camente greco-latina detta “accusativo di relazione”. Interpreta: con la fronte d’avorio (eburnea) splendida (fulgente), chinata. L’al- litterazione* del fonema f fa risaltare il le- game tra il fosti e l’aggettivo fulgente. 3 suora: sorella. 4 Gioconda: il riferimento alla Gioconda di Leonardo da Vinci richiama più esplicita- mente la figura idealizzata incarnata dalla Chimera. La Chimera è detta sorella della Gioconda perché, come la donna ritratta da Leonardo, anch’essa non presenta con- notati realistici, ma misteriosi ed enigma- tici. 5 primavere spente: stagioni passate. 6 o... pallori: costruisci: o regina delle prima- vere spente a causa dei tuoi mitici pallori. L’espressione primavere spente / mitici pal- lori vuole riferirsi a un passato mitico, cioè indefinito e lontano. 7 musica: aggettivo aulico, riferito a fanciulla. 8 ma per il tuo... vegliai le stelle: io, poeta notturno, vegliai le stelle, o musica fanciulla pallida, ma per il tuo ignoto poema caratte- rizzato dal piacere dalla sofferenza, ... per il tuo vergine capo inchinato... Il poeta tende qui a suggerire sensazioni e suggestioni, non a dare una struttura logica che fornisca una spiegazione del simbolo. 9 pelaghi: mari (latinismo). Le stelle brillano nella vastità del cielo. 10 notturno... taciturno: nota la relazione sotto- lineata dalla rima, che riporta al silenzio della notte come momento di ispirazione poetica. 11 fiamma pallida: è un ossimoro*. Costruisci: non so se fu segno del suo pallore la fiamma pallida dei suoi capelli. 12 dei capelli: la Chimera è tradizionalmente rappresentata con la chioma leonina, qui ri- presa dall’immagine della fiamma. 13 dolce... dolore: ossimoro*. 14 firmamenti: cieli. 15 rivi... piangenti: personificazione. Il poeta vuole attribuire sentimenti tristi ai ruscelli. L’atmosfera cupa è confermata dagli altri elementi quali i sostantivi immobilità e ombra e l’aggettivo algenti. 16 algenti: latinismo: freddi glaciali. 17 chiare ombre: ossimoro*. 18 e... e... e: nota l’anafora* con la quale il poeta sovrappone le immagini.
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