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la chimera riassunto e considerazioni, Appunti di Italiano

riassunto la chimera la chimera riassunto e considerazioni

Tipologia: Appunti

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Caricato il 14/04/2021

alessandro-cardamone
alessandro-cardamone 🇮🇹

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Scarica la chimera riassunto e considerazioni e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! RIASSUNTO “LA CHIMERA” Antonia, orfanella abbandonata nei pressi del convento di S. Michele a Novara, passa l'infanzia tra le suore e numerose funzioni religiose. Nella Pia Casa la bambina crebbe con gli altri esposti in un ambiente triste e severo. Durante la sua permanenza in convento Antonia conobbe Rosalina, una bambina costretta dalle sue condizioni di miseria a prostituirsi, la quale mise in discussione per la prima volta ad Antonia l’operato delle sorelle della Pia Casa, aprendole gli occhi alla cruda realtà. Ogni tanto facevano visita all'edificio, in cui vivevano gli esposti, delle persone intenzionate all'adozione, i quali la maggior parte delle volte preferiva adottare bambine laboriose e brutte, per evitare le conseguenze di una gravidanza inaspettata. Per quest’Antonia, che ben presto si differenziò dalle altre esposte per la sua bellezza, aveva poche possibilità di essere adottata. Fin quando alla Pia Casa giunsero due umili contadini di Zardino, Bartolo e Francesca Nidasio, i quali scelsero proprio Antonia. Arrivati nel piccolo paese di Zardino, le vicine iniziarono a parlare della novità chiedendosi come mai i Nidasio avessero adottato un’esposta, considerata figlia del peccato. Col tempo Antonia conobbe le figlie dei suoi vicini, Anna, Chiara e Teresina, con le quali passava gran parte del suo tempo. Attirato dalla bellezza d’Antonia, Biagio "lo scemo" s’innamorò della ragazza, l'unica ad essere gentile con lui, dando spettacolo di se ed innervosendo le sue zie. Infatti, egli era nipote delle gemelle Borghesini che, essendo in lite coi Nidasio, cominciarono ad accusare Antonia di aver rovinato Biagio con la magia. Nel frattempo in città si susseguono importanti avvenimenti: il vescovo Carlo Bascapè viene confinato nella diocesi di Novara perché contrario alla Roma cattolica e corrotta di questi tempi. Uomo dal grande carisma e grandi ideali, il nuovo vescovo rivoluziona la vita dei fedeli e attua subito diverse riforme tra cui quella di ripulire le parrocchie dai parroci corrotti. Anche Zardino quindi si ritrova espropriata del suo Don Michele per lasciar spazio all'ambizioso giovane Don Teresio, che abitua i paesani e numerose cerimonie e offerte in denaro. Un giorno arrivarono a Zardino i Lanzi, famosi per le razzie e le violenze che compivano nei paesi in cui passavano, di conseguenza tutta la popolazione si ritirò nelle proprie case, tranne Antonia e le sue due amiche che erano andate la mattina presto nel bosco e non ne sapevano nulla. Appena i Lanzi le videro arrivare ne furono felici ed un soldato ballò con la bell’Antonia. I compaesani ne furono stupiti e Don Teresio, un prete particolarmente rigido e severo, la scomunicò. Giunta ormai a diciannove anni la ragazza si innamora di un camminante (vagabondo) che riunisce squadre di risaroli ,e lui le fa grandi promesse. Questa storia d'amore la porta ad uscire di notte per incontrarsi con lui sul dosso dell'albera (collina con un castano sotto il quale si narrava si incontrassero le streghe). Antonia viene sorpresa più volte dai Fratelli Cristiani (pattuglia dell'epoca per controllare i risaroli), che la riportano a casa con la forza. Alla fine dell'inverno cominciarono ad accadere fatti strani nel villaggio ad esempio animali che si ammalavano misteriosamente e segni demoniaci tracciati sulla neve. Ben presto cominciò a circolare la voce che fosse tutta opera di Antonia e Don Teresio andò a denunciarla al Sant'Uffizio di Novara. Del caso si occupò con grande fervore l'inquisitore Manini, cercò di ridare importanza al Tribunale. Manini procedette a interrogare diversi testimoni che affermano la colpevolezza della strega, gli unici che si dissociarono e raccontarono la storia d'amore sono i due coniugi Nidasio (che cercano pure di corromperlo), l'amica Teresina e il campanaro Maffiolo. Questa versione viene però scartata, la ragazza viene arrestata Tuttavia gli inquisitori non credettero a ciò e continuarono a raccogliere accuse, considerando anche come prove delle pratiche di stregoneria: oggetti d’uso comune, come un vasetto per unguenti profumati ed una scatola contenente delle ciocche di capelli appartenenti al suo amato. Nelle carceri del tribunale la ragazza rimase per un paio di mesi, qui fu torturata, violentata dai carcerieri. Il padre cercò in varie maniere di corrompere l’inquisitore, ma tutto ciò fu inutile, la sentenza fu emanata, condannando Antonia alla morte sul rogo formato dalla stessa legna ricavata dall'Albera. Durante l’attesa del 20 agosto, Antonia fu trasferita nella Torre dei Paratici, dove rincontrò la sua amica Rosalina. Il 20 agosto arrivò, molta gente proveniente dai paesi vicini venne a vedere la strega bruciare, mentre il parroco aveva indotto una processione per esorcizzare il demonio per far sì che sul novarese tornasse la pioggia. Antonia andò incontro alla morte serenamente, quando la prima fiamma s’innalzò al cielo si sentivano già i primi applausi e urli di gioia del pubblico. PERSONAGGI Antonia: è una ragazza molto bella, con capelli e occhi nerissimi. Abbandonata da piccola in un convento è stata in seguito adottata da una coppia di contadini residenti a Zardino, e poi condannata dall'inquisizione come strega e quindi bruciata sul rogo. Di Antonia si può dire che era una ragazza molto coraggiosa, tanto che non ha avuto paura dei lanzi, una ragazza che non si lascia scoraggiare dalle avversità della vita, molto matura e decisa nel mantenere i propri propositi, tanto che non rivelerà mai, neanche sotto tortura, il nome del proprio fidanzato. Nonostante sia la protagonista del romanzo in realtà la sua presenza è poco sentita. Infatti Vassalli più che raccontare la singola storia di Antonia, tende a narrare la storia di un'intera società, a raccontare la storia dei primi anni del 600. “Sono una strega.. almeno così dicono” ciò dimostra che le torture subite da Antonia erano così terribili da portarla a dire il falso. Bescapè: fu vescovo di Novara e odiato profondamente da papa Clemente VIII e dal suo successore e in generale da tutto il clero. Infatti il suo progetto era quello di rendere il mondo santo e di trasformare tutte le persone intorno a lui in persone credenti e giuste. Diventato vescovo di Novara impose dunque una serie di regole molto rigide. Arrivato quasi al termine della sua vita si rese conto, però, con grande amarezza, che il suo progetto era irrealizzabile. Veniva chiamato il cadavere vivente, perché aveva l'aspetto di un morto. Il narratore lo descrive come un uomo dal viso grigio, profondamente incavato, con tutti i tratti del teschio già visibili sotto la pelle tirata, con una barba rada, le mani fragili e sottili, simile ad un fantasma che attraversava le tenebre del mondo.Gli abitanti di Novara dicono di lui:”ma quando se ne va?! Che Dio lo maledica!!” questo testimonia l’approccio che avevano a quei tempi i contadini con la religione. Caccetta: in realtà si chiamava Giovan Battista Caccia ed era un feudatario novarese. Approfittando dello stretto controllo che gli spagnoli avevano su quel territorio insieme ai suoi uomini compiva razzie, rapimenti, delitti e incendi. Era un uomo malvagio, abituato fin da piccolo ad ottenere tutto ciò che voleva e con un'eccessiva stima della propria intelligenza e della propria condizione. Aveva amicizie importanti come per esempio Carlo Emanuele I e il Duca di Savoia. Dal punto di vista fisico era un omiciattolo con una vistosa sproporzione tra la parte superiore del corpo, normalmente sviluppata, e anzi robusta, e le gambe, corte e gracili.
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