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La chimera - Sebastiano Vassalli (Analisi dell'opera), Appunti di Letteratura Italiana

Analisi dell'opera di Sebastiano Vassalli - La chimera

Tipologia: Appunti

2019/2020
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Caricato il 29/08/2020

simone-nocera
simone-nocera 🇮🇹

4.3

(7)

2 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La chimera - Sebastiano Vassalli (Analisi dell'opera) e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! La Chimera – Sebastiano Vassalli La Chimera → racconta 20 anni di storia, si concentra sugli ultimi anni di vicenda della giovane Antonia (si ambienta nel 600) → discesa dei lanzichenecchi, prime forme di pestilenza leggera (descritta anche da Manzoni nei Promessi Sposi). Ci sono delle ragioni che spingono Vassalli a scrivere questo romanzo: scrive questo romanzo ispirandosi da Manzoni per diverse ragioni. 1. Vuole dimostrare che il 600 è un’epoca di contraddizione ed è forse l’epoca migliore per dimostrare le nostre radici della nostra idea di Nazione (anche Manzoni lo pensa). → secolo in cui nasce l’identità nazionale. L’idea che Manzoni ha del 600 è negativa → epoca degli orrori. Il 600, però, è illuminato da una fede religiosa potente che anima tutte le pagine dei Promessi Sposi che viene messa in scena da personaggi che sono positivi. (Agnese, Padre Cristoforo → dimostrano di credere fermamente nei principi del cristianesimo). La fede religiosa di Manzoni passa attraverso una serie di personaggi che per Manzoni sono importanti. La visione del 600 per Vassalli è totalmente negativa → periodo di contraddizioni. Vassalli è disinteressato alla fede religiosa, non ha una fede forte come quella di Manzoni, quindi tutto questo aspetto viene a mancare nella sua opera. I personaggi che appartengono al mondo religioso, all’interno della “Chimera” (x es. Vescovo Bascapè, inquisitore Manini) → sono tutti personaggi presentati e descritti da Vassalli in maniera negativa. In realtà il vescovo Bascapè è un pusillanime come Don Abbondio, ma in maniera diversa → il vescovo è disinteressato ad esercitare la sua funzione di vescovo → quando Antonia viene considerata strega e uccisa Bascapè non farà nulla. Non c’è un personaggio legato al mondo religioso, della chiesa (nemmeno le suore). Le suore sono tutte fantasiose, non c’è una suora normale. Neppure le suore sono descritte in maniera positiva. Non c’è niente che illumina il secolo. L’aspetto negativo del carattere degli italiani, secondo Vassalli, viene proprio dal 600 e quindi decide di raccontare questa storia ambientata proprio nel 600. La Lombardia viene considerata la regione che porta alla creazione di un’identità nazionale. Il romanzo non è illuminato da nessuna luce, tanto meno dalla luce della provvidenza (anche se viene continuamente ripetuta). Lui decide di scrivere la storia simile a quella di Caterina de Medici → anche lei accusata di essere strega (“Strega del capitano” di Sciascia → costruito sul modello della “Colonna infame” → Sciascia costruisce una storia secca, una specie di cronaca senza mettere elementi invenzionali all’interno della storia) → La storia di Antonia è più emblematica rispetto a quella che scrive Sciascia. La storia è raccontata da un narratore onnisciente (come nei Promessi Sposi) → fortemente invasivo, entra in scena con giudizi, commenti, ci fa sentire quasi l’atto della scrittura, ci fa assistere al momento in cui sta scrivendo, ci fa partecipare agli stessi eventi che ha vissuto in prima persona. Ci dice quando viene distratto dal passaggio di un aereo, ecc → interrompe la storia anche per dare opinioni sui personaggi o per farci notare aspetti della storia che per lui sono significativi. Romanzo perfettamente circolare → il primo e l’ultimo capitolo si chiamano “il nulla” → perché lo ha scelto? → Ha una connotazione fortemente significativa in Vassalli, è tutto ciò che è brutto → si apre con la nascita di Antonia e si chiude quando viene accusata di essere una strega e viene giustiziata. La storia si apre con il paesaggio del Monte Rosa (elemento che troviamo anche in Manzoni nei Promessi Sposi) → Vassalli dalla finestra vede il paesaggio del Monte Rosa come Manzoni dalla finestra vede il paesaggio di “quel ramo di Como”. Frase di Nino Campana (poeta maledetto), morto giovanissimo per malattie polmonari e mentali, (ha passato la sua vita in molti manicomi) prima dell’inizio della storia → “frase di esergo” (di apertura → che introduce qualcos’altro → tutti quegli elementi che vengono prima del testo vero e proprio). → la frase di esergo crea un legame fortissimo con quello che viene dopo → il capitolo “il nulla”. Il paesaggio del Monte Rosa fa da sfondo a tutta la vicenda di Antonia perché è il luogo in cui Vassalli compone la storia della Chimera. Paese in cui è ambientata la storia → Zardino → paese che non esiste più perché è stato portato via da un’inondazione → cosa importante ai fini della storia, e gli eventi climatici e ambientali possono spazzare via l’uomo, far sparire la memoria → rimane poi come testimonianza storica la storia di una donna accusata di stregoneria (Antonia). La Chimera e l’amore secondo Vassalli e Campana è impossibile da raggiungere in questa storia → il valore del titolo sta proprio in questo → il secolo del 600 è quello che mette in luce al meglio l’assenza di amore. In questi due capitoli (iniziale e finale) sta tutto il significato del romanzo → badare ai dettagli → lì c’è anche il modo in cui lavora, il modo in cui mette in scena la vicenda di Antonia → l’intento è di riportare alla luce una storia ignota che però ha un valore particolare. Si inizia con “il nulla” perché indica quello che verrà → fa riferimento al 600 e finisce con “il nulla” perché si chiude con la morte di Antonia che viene bruciata viva → le fiamme di questo fuoco si vedranno anche in lontananza fino a quando una potente pioggia andrà a spegnere il rogo → Per Manzoni la pioggia è purificatrice, per Vassalli invece la pioggia serve per spegnere l’incendio che ha ucciso un’innocente. Il paesaggio richiama il paesaggio del lago di Como che Manzoni aveva iniziato dall’alto. 2. Anche nel capitolo successivo a “il nulla” che si chiama “Antonia”, viene usata la stessa tecnica che usa Manzoni per il paesaggio (Si parte dallo scorcio del paesaggio del Monte Rosa fino ad arrivare all’immagine della nascita di Antonia). Fin dall’inizio Antonia viene rappresentata come una bambina strana → successivamente crescendo diventerà una ragazza di straordinaria bellezza → è questa sarà anche la sua colpa → una bellezza che usciva fuori dai canoni di bellezza di quel tempo. → Tutti vedranno in Antonia qualcosa che non è normale, e nel momento in cui lei dimostrerà di avere un carattere aperto, verrà subito accusata di essere l’amante del diavolo (una strega), viene definita un mostro → oltre ad una straordinaria bellezza sarà caratterizzata anche da un carattere straordinario. Vassalli recupera la lezione Manzoniana e la inserisce all’interno del romanzo. Per Vassalli esiste solo l’ingiustizia e non la giustizia. Manzoni invece mette in scena la giustizia che viene considerata fallace. Qui in Vassalli la giustizia sia umana che divina viene considerata ingiusta. → perché l’unica persona che avrebbe potuto salvarla dicendo che il processo non si doveva fare era il vescovo Bascapè che essendo distratto a fare altre cose, e non avendo delle grandi forze caratteriali non fa nulla e lascia morire Antonia. 3.Vassalli utilizza documenti storici: le grida come Manzoni fa nei Promessi sposi nel 600 (grida= leggi per castigare i bravi). Vassalli parla delle grida ai tempi di Antonia → leggi che nessuno rispetta→ 4. Il tema della giustizia a vantaggio delle persone più forti e non in quelle più deboli deriva dal tema manzoniano. 5. All’interno del romanzo ci sono espressioni che ritornano e che richiamano Manzoni → per es. la provvidenza con lo stesso significato che gli dà Manzoni ma con una punta polemica. Per Vassalli non esiste un sistema divino. Altri termini come “bravacci” = termine che deriva da Manzoni. 6. Entra in gioco un personaggio → il Caccetta= personaggio simile all’Innominato dei promessi sposi= è il brigante della situazione con una storia simile a quella dell’Innominato → c’è un capitolo a lui dedicato → biografia accorciata, molto sintetizzata e ridotta ma adeguatamente dettagliata e precisa come Manzoni aveva fatto per la figura dell’Innominato. Vassalli utilizza la tecnica della sintesi immediatamente perché rende più efficace il discorso nella sua complessità e costruisce un personaggio, che è il cattivo dell’opera, ma con un tono più ironico e divertito rispetto a quello che Manzoni fa con l’Innominato. Federico Borromeo terrà testa alla figura dell’Innominato. Il Caccetta è un personaggio decisamente più comico, quindi non ha niente della drammaticità e complessità dell’Innominato per quanto è lo stesso Vassalli che ci fa intuire che Il Caccetta è l’Innominato (si può pensare che siano le stesse persone). I due romanzi (PS e La bambini che venivano dati in adozione finivano per diventare delle operaie per lavorare nei campi → erano più considerati come dei lavoratori. Ad Antonia però va decisamente meglio. Bartolo e Francesca si innamorano di lei per la bellezza e il carattere. Diventa parte integrante della famiglia e non una lavoratrice. Per un momento la vita di Antonia sembra prendere una piega decisamente diversa → ha uno spirito libero, è diversa dalle altre, si mette nei guai diverse volte → è curiosa, le piace sperimentare, non le piace stare ferma, cerca di dare un senso alla sua esistenza e questo viene considerato qualcosa di anomalo per il paese. Questo è il motivo per cui quasi tutto il paese si coalizzerà contro Antonia (soprattutto le donne). Tutto sembra andare bene (per ora) → dopo i due genitori adottivi (persone semplici) verranno convocati al processo di Antonia e cercheranno, nel loro modo semplice e anche ingenuo, di descrivere Antonia per quello che lei realmente è. Ci provano ma non sanno ottenere il contraddittorio, non riescono. C’era anche la condanna di eresia (per gli uomini) → se si comportavano in maniera strana e non erano devoti alla chiesa venivano considerati eretici e come tali condannati allo stesso modo → al rogo → si pensava che il fuoco fosse purificatore. Fa più impressione la storia di Antonia perché lei è giovane. Antonia sembra respirare una vita pù ositiva, vive in una famiglia modesta dove c’è da mangiare con dei genitori adottivi che le vogliono bene, si sono affezionati. E’ una ragazza che sa divertirsi e vede il lato gioioso della vita. Antonia reincarna l’idea della felicità dell’esistenza (se è bella, curiosa la vita le regalerà le cose più belle → invece c’è la fregatura, ha voluto giocare con il fuoco e con il fuoco verrà punita). Antonia riuscirà a dare luce alla storia anche se in questo romanzo non c’è. (600 epoca buia). Vassalli decide di raccontare la storia di Antonia perché è una storia di violenza → è la storia dei grandi ad essere negativa → Antonia appartiene ai personaggi deboli. Quando Antonia lascerà il convento, lo fa su un carretto con i genitori adottivi → Vassalli quando ne parla è più asciutto rispetto alla lingua di Manzoni → il momento in cui Antonia lascia il convento è uguale all’addio ai monti di Lucia. → è un omaggio. → Lucia si trattiene mentre Antonia si lascia andare con un forte pianto. Da un lato c’è la poetica manzoniana → gli studiosi dicono che l’addio ai monti è un insieme di ottonari che danno vita ad una pagina in versi di poetica lirica. Manzoni mette in bocca a Lucia parole che Lucia non avrebbe espresso in quel modo (perché è una ragazza semplice, appartiene alla classe popolare) Vassalli è più piatto, riporta le emozioni di Antonia in maniera più rapida, risulta realistico perché non scrive in maniera troppo poetica. Vassalli tende sempre a capovolgere le situazioni. Le vicende del prete di Zardino sono omaggio a quelle che Manzoni inserisce in Don Abbondio. Ci sono diversi omaggi a Manzoni. Dopo questo periodo felice di Antonia arriva la tragedia (come la tragedia antica greca) → sembra che tutta la vicenda si stia per sciogliere anche in maniera positiva ma poi c’è il precipizio (quello che i greci dicevano era la catastrofe dove il personaggio protagonista muore → storia segnata da un elemento catastrofico) → Antonia accusata di stregoneria e l’inquisitore Manini (viene considerato da Vassalli in maniera inquietante, nella sua malvagità) ha il compito (da parte della chiesa) di ricercare e di giudicare e quindi punire tutti quei comportamenti umani ritenuti non conformi alle norme della chiesa. → Manini fa parte dei domenicani (avevano un’idea ortodossa) Anche nel “Nome della rosa” → domenicano Guglielmo Gui Non è solo la controriforma che crea il tribunale dell’inquisizione. L’inquisizione esisteva già, viene solo formalizzato. Manini ascolta tanto i testimoni ma fa in modo nell’interrogatorio di intimorirli tutti quanti → fa leva su questa pausa che caratterizza i testimoni e colpisce nel punto di maggiore debolezza dei testimoni e riesce a dare l’idea che Antonia sia colpevole. Persino i genitori che vanno con l’intento di proteggerla non riusciranno per via delle arti legislative di cui Manini è in possesso. Manini ha deciso che quello sarà il processo che lo renderà importante. Vuole arrivare velocemente al verdetto perché è convinto che arriverà la sua fortuna. Alla fine Vassalli racconta cosa succede dei personaggi che avrebbero potuto tenere testa a Manini (Bascapè morirà) → ci sono pochissime persone che cercano di proteggere Antonia, i suoi genitori adottivi e Biagio che si è invaghito di Antonia, che viene considerato lo scemo del villaggio. Antonia vuole bene a Biagio. Vassalli fa nascere un rapporto di amicizia tra due persone che vengono escluse dalla comunità perché diversi dagli altri → Biagio che è un ragazzo grande e grosso ma che si comporta come un bambino di 4 anni e Antonia caratterizzata da una grande bellezza e da un’eccessiva vitalità. Biagio cerca di aiutarla ma non riesce → il processo è stato istituito in modo tale che lei venga mandata al rogo → Manini fa tutto questo con una certezza che si basa sull’idea che con questo processo acquisterà la fama, con un riconoscimento sociale e professionale. Il tema della tortura Antonia a un certo punto riesce a tenere testa a Manini → grazie alle sue esperienze in convento → grazie al mondo religioso, senza particolari luci. → per 2/3 del processo cerca di tenergli testa. Alla domanda se lei conosce il diavolo → lei dice di no, non cede al ricatto di Manini → cederà soltanto dopo la prima fase di torture fisiche → è un grande tema manzoniano. Non ha più la forza fisica e mentale per contraddire Manini e non reagisce più → questo è un sintomo che secondo Manini conferma il fatto che lei sia colpevole. Quando il verdetto viene fatto, i due vecchi individui che vivono dentro il convento (padre e figlio) tortureranno Antonia pochi giorni prima del processo. Antonia viene vista come un mostro e verrà presentata come mostro anche all’interno del processo. La parola “mostro” Vassalli l’attribuisce a lei solo perché riferisce il pensiero di altri non perché ci crede. Per lui sono dei mostri quelli che hanno contribuito alla morte di Antonia. Tortura → è uno dei temi Manzoniani non tanto perché è tanto presente nei Promessi Sposi ma perché ritorna in maniera prepotente all’interno del romanzo della “colonna infame” → due vengono accusati perché si sono scambiati tra di loro delle ampollette con dentro profumi → in questo scambio loro vengono individuati da una comunità di mal pensanti come due untori → vengono incarcerati e convinti nel dichiarare la loro colpevolezza prima con le arti delle parole → per convincerli a dichiarare la loro colpevolezza arrivano alla tortura → tortura fisica e dello spirito → entrambi dichiarano quello che i giudici vogliono sentirsi dire. All’interno di questa storia Manzoni (che si presenta come un narratore intrusivo esattamente come Vassalli nella “Chimera”) fa molti riferimenti alla storia della tortura di Pietro Verri. Torture di vario tipo → quella più praticata era quella sotto la pianta dei piedi che venivano martoriate in modo che l’imputato che non potesse più camminare. Il tema è molto trattato nella “Colonna infame” di Manzoni → quello di Vassalli è un omaggio non al suo romanzo ma a Manzoni stesso e alla sua famiglia → opere scritto dentro al suo ambiente famigliare, respira le sue opere fin da quando era piccolo → Se nei Promessi Sposi la storia della tortura è meno forte, nella storia della “Colonna infame” Manzoni prende spunto dalla storia della condanna di questi due untori → storia che recupera facendo riferimento agli atti dei processi di queste due persone considerati untori → Vassalli quindi inserirà questo tema nella sua opera. Entrambi tengono a dimostrare che la tortura non è educativa. Scena finale del rogo → viene descritta da Vassalli come un momento di festa per la comunità → tutto il paese seguirà il carro dove verrà portata Antonia verso quell’albero nella campagna dove si pensava che lei si riunisse con il diavolo. Importante è il percorso del carro → qui viene proprio fuori la negatività della massa → tutti fanno quello che era stato deciso da qualcuno all’inizio. La storia è la degna conclusione di tutto quello che Vassalli ha raccontato fino ad ora → l’umanità è incapace di comportarsi in maniera corretta. Chi ha il potere di gestire la giustizia è più ingiusto degli altri. Se questa storia serve a per descrivere aspetti e caratteri degli italiani → facciamoci un’idea. Vassalli ricorda l’immagine del carro → immagine letterarie e pittoriche dove la massa era contenta e andava verso il rogo, quasi come se fosse una bella rappresentazione teatrale → vengono in mente i versi di Gioacchino Belli -→uno dei più importanti poeti dialettali italiani → Belli racconta la Roma nella prima metà dell’Ottocento → viene in mente un sonetto (14 versi) → ogni suo sonetto racconta una microstoria → in uno dei sonetti racconta di un padre che accompagna il figlio, il giorno della sua comunione, a vedere un’impiccagione, come regalo (dura di più perché ci si mette di più a morire) → è più scenografica. Vuole fargli questo regalo per fargli vedere come è la realtà. Vassalli fa la stessa identica cosa → parla del carro portato in campagna, una rappresentazione teatrale. (come i testi di Jacopone da Todi → testi teatrali itineranti → sacra rappresentazione che iniziava al di fuori della chiesa, poi tutti i partecipanti si spostava dentro la chiesa e si percorreva la chiesa con la rappresentazione di tutti i quadri riferiti alla religione cristiana fino all’altare → Vassalli fa lo stesso procedimento itinerante ma al contrario → si parte da Novara fino ad arrivare al posto finale dove Antonia verrà arsa viva → costruisce la storia come se fosse una rappresentazione teatrale dove la sacralità sparisce. Vassalli è un narratore onnisciente fortemente invasivo tanto che la voce del narratore onnisciente e dell’autore si confondono → diventano una cosa sola. L’autore è chi compone fisicamente il libro, l’opera poetica (Vassalli Sebastiano), l’autore è una persona in carne e d’ossa che ha una sua biografia. Il narratore invece è colui che racconta la storia: possono essere interni o esterni alla storia. In questo caso si ha un narratore onnisciente che conosce tutta la storia. Oppure può esserci un narratore esterno che segue la storia mentre la sta scrivendo. E’ il narratore onnisciente è quello che racconta la storia. Vassalli ogni tanto entra in scena in maniera inequivocabile. (per esempio nel capitolo 7o (dove viene fatta la descrizione del paese di Zardino che si trova nella bassa Padana vicina a Novara) → usa un tono fortemente ironico → lo stesso tono che Manzoni utilizzava per prendere in giro qualcuno. →nel capitolo 7o Vassalli fa una dichiarazione su uno degli aspetti tipici del carattere degli italiani (discutiamo su qualunque cosa, ci lamentiamo per tutto) → carattere nazionale che lui identifica come l’origine di alcuni mali. Vassalli mentre narra la storia, la interrompe perché viene distratto dai rumori della sua vita reale (rumori di aeroplani, ecc) Vassalli quando descrive la tortura è asciutto è diverso da Manzoni → non c’è un aggettivo o una parola di troppo, descrive e basta e questo rende la storia terribile.
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