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La chimera- Vassalli, Appunti di Letteratura Italiana

Appunti del corso di Linguaggi e forme della produzione letteraria italiana

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 12/01/2024

mara-tortorolo-3
mara-tortorolo-3 🇮🇹

3.5

(2)

24 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La chimera- Vassalli e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! ASCOLTA REG. vedi sotto in azzurro da dove parte CHIMERA DI VASSALLI 24-11 Pubblicata nel 1990, ha molto successo e 25 anni dopo allo scrittore viene chiesto di fare una nuova edizione del romanzo, che sia una rielaborazione del testo, e Vassalli aggiunge una postfazione (il romanzo rimane identico a sé stesso), alcune considerazioni sul romanzo dopo un quarto di secolo. (postfazione sulla community). Il romanzo è molto diverso dalle città invisibili. Questo romanzo racconta una vera storia, crudele, violenta, in cui nessuno vince, soprattutto la protagonista Antonia Spagnolini, un romanzo in cui il male da un certo punto di vista trionfa. È un romanzo di stampo tradizionale, ascrivibile alla categoria del romanzo storico più precisamente neo storico: la Storia la fa da padrona. Vassalli infatti inventa ben poco, perché fa riferimento a una storia realmente accaduta che lui ritrova in carte d’archivio di cui si appassiona e decide di restituire ai lettori. È un romanzo storico ma non del tipo “Promessi Sposi”, anche se richiamati, perché a Vassalli il rapporto tra realtà storica e finzione interessa poco. Lui vuole raccontare una storia che è realmente esistita, una storia il più vera possibile, riportarla alla luce e cerca di rispettare il più possibile la veridicità di questa storia e aggiungere solo gli elementi che servono a rendere più manifesta la storia stessa. Ma non inventa nulla, per cui i personaggi di cui parla sono tutti attestati nelle carte d’archivio che ha trovato e che ha usato per raccontarci la storia di Antonia. Vassalli è di origine genovese, ma trascorre gran parte della sua vita nel novarese. Questo dato biografico è importante perché la storia è ambientata tutta nella bassa del novarese, luogo che conosce perfettamente perché ci vive stabilmente, luogo che viene descritto nei dettagli. Quindi c’è un elemento biografico molto forte fin dal 1° capitolo, che si intitola “il nulla”, così come l’ultimo capitolo “il nulla” circolare, proprio a richiamare le nebbie della bassa novarese, la zona dove si coltiva riso, ricca di aquitrini e quindi zona soggetta in inverno a forti nebbie che annulla e nasconde la visione delle cose circostanti, per questo = IL NULLA. L’unico elemento di eccezione è il monte Rosa che si vede sempre anche quando c’è la nebbia (la nebbia nasconde tutto tranne quello), poichè svetta anche in quelle giornate sulla bassa novarese. La punta è quasi sempre visibile. Il primo capitolo si apre con lui che guarda questo paesaggio dalla finestra, dalla scrivania osserva il paesaggio nebbioso della bassa novarese, queste nebbiette e da lì prende avvio la storia che ci vuole raccontare. La storia è totalmente vera, non c’è nulla di inventato. Anche laddove lui ci descrive i luoghi, la Novara del tempo, abitudini, mercati, il novarese, gli elementi culturali è tutto veritiero, è stato estratto da materiale reale, da testi dell’epoca da cui ha imparato qst cose e le ha restituite al suo lettore. Questa storia che narra va dal 1590 al 1610, neanche un ventennio prima delle vicende raccontate nei Promessi Sposi (1628-1630). Siamo nella stessa epoca: dominazione spagnola della zona di Milano, della Lombardia. Novara al tempo faceva parte della Lombardia e non del Piemonte. Stesso torno di anni della guerra dei 30 anni (guerra europea) che viene descritta anche da Manzoni e porta con sé le discese ripetute dei lanzichenecchi (Vassalli li chiama Lanzi), proprogate nel tempo e ogni volta con l’arrivo della peste (500-600 continuo di pestilenze determinate da carestia + guerra e discesa dei Lanzichenecchi, truppe mercenarie del nord europa, non pulite nè con garbo, non guardavano in faccia niente e nessuno, lasciando ancora + povertà rispetto a quella che già trovavano). Nella post-fazione pubblicata 25 anni dopo, Vassalli racconta che in realtà avrebbe voluto scrivere un’altra storia, non questa, ma sempre ambientata nel 1600. Il 1600 è dunque lo stesso di Manzoni. Vassalli voleva scrivere una storia ambientata in quest’epoca perché ritiene (come aveva ritenuto anche Manzoni) che durante il 1600 si sia formato il carattere nazionale;il carattere degli italiani inteso come mdo di fare le cose: attitudine alla spavalderia, all’inganno, alla rissosità, alla furbizia, allo svicolare rispetto alla legge e altre caratteristiche di comportamento degli italiani che hanno forgiato il carattere nazionale in quest’epoca. Vassalli dice proprio che il carattere nazionale si è sviluppato nel 1600, ma dice che le sue motivazioni e quelle di Manzoni sono diverse, che la differenza con Manzoni è che Manzoni aveva scelto il 1600 per rappresentare il suo 1800 senza farne riferimento diretto (perché nel 1800 non poteva). Avrebbe “usato” il 600 per criticare il proprio 800. Aveva scelto epoca di dominazione straniera,, di barbarie, in cui giustizia umana era a vantaggio dei potenti e a svantaggio dei + deboli. Aveva scelto 600 xk non poteva rappresentare storia nel 800, anche se in realtà M. stava parlando dell’800; mentre Vassalli sceglie il 1600 perché vuole parlare del 1600, non per parlare della sua epoca. Non vuole riferirsi ad un’altra epoca ma proprio a questa, al 600, perchè nel 600 si sviluppa carattere nazionale degli italiani, è interessato a mostrare le anomalie e i lati oscuri del carattere nazionale. Prof non è d’accordo – dell’epoca di M. nei PS non c’è niente. M. si documenta sul secolo che sta per rappresentare, si informa sul 600 per scriverne, legge tutte le teorie sulla peste, i quadri dell’epoca per il vestiario ecc. Quindi anche M. ci racconta una storia perfettamente inserita nell’epoca. Differenza sostanziale tra i 2 è che Manzoni ci racconta una vicenda mista, tra la Storia (con la S maiuscola) e l’invenzione letteraria. Renzo e Lucia sono personaggi verosimili, credibili, ma totalmente inventati secondo criteri della Storia. Ma contesto storico = reale. Mentre Vassalli non inventa nulla. Nella Chimera elementi della Storia sono reali, tutti gli elementi e i personaggi sono reali, perché lui li ritrova sulle carte del tempo. La differenza è nella modalità di scrittura. Quindi non tanto il Manzoni dei Promessi Sposi, quanto il Manzoni della Colonna Infame (ultimo testo dopo i promessi sposi, in cui ci racconta il processo di due poveri malcapitati che vengono scambiati per untori della peste, siccome si erano scambiati due ampolle di profumo. I due all’inizio si dichiarano innocenti e dopo ripetute torture la tortura fisica indebolisce corpo e mente e decidono di confessare di essere untori anche se non li erano. Vengono condannati e impiccati sulla pubblica piazza) è più simile a Vassalli. In quest’opera Manzoni utilizza gli atti del processo e li scrive in maniera più letteraria, quindi la finzione non esiste e la storia è documentata e documentabile attraverso materiale d’archivio. Questo è lo stesso processo che fa Vassalli. Se dovessimo trovare ipotetico modello, sarebbe quello della colonna infame. La chimera è ricca di episodi che sono presenti dentro ai Promessi Sposi, che sono il suo modello di riferimento. È molto + piena di ricordi dei PM che della Colonna infame. Quindi da un alto V. vuole costruire una storia vera, dall’altro il modello che vuole far entrare è quello dei PM. Vassalli racconta che avrebbe voluto scrivere un’altra storia, quella di Caterina Medici, domestica, nonostante il cognome importante, accusata di essere una strega. Quando viene imprigionata, a 40 anni, pensa che dichiarandosi strega si possa salvare la vita, ma in realtà la sua confessione diventa la prova della sua colpevolezza e viene condannata a morte. Storia vera. Quindi sia che tu ti dichiari colpevole o meno, alla fine si finisce nello stesso modo, morendo. Un po’ di ritardi nella scrittura xk la stessa storia viene pubblicata da Sciascia, quindi i due autori si sarebbero trovati a scrivere la stessa storia, di un personaggio secondario. Per fortuna Sciascia pubblica il romanzo prima che Vassalli ci si metta a lavorare. Lui trova una storia ancora migliore, quella di Antonia, non riuscirebbe a leggere. Necessità: usare lingua compresa da + vasto numero possibile di persone. Manzoni vuole tendere al pubblico medio, vuole fare un libro per tutti che si riferisca anche alla borghesia e il proletariato avanzato. Nelle parti finali della chimera si vede che il potere dei personaggi di ruolo sociale più alto è determinato anche dal conoscere e saper usare il latino, questo crea una differenza sociale e determina anche la posizione sociale. Chi non lo conosce è in una posizione di debolezza linguistica che rende il personaggio ancora più fragile e più soggetto a essere ingannato dal potere, dalla prepotenza del potere. Alla fine del romanzo Renzo dce : imiei figli andranno a scuola. Xk lui è caduto nelle grinfie di chi sa usare il latino, non riesce a capire dove sta l’inganno e si rende conto che acquisizione della lingua è detemrinanteper avere ruolo nella società. Anche Antonia è vittima di persone che sanno il latino e questo sottolinea la sua inferiorità a causa della sua fatica nel comprendere le parole del potere. Lei è semplice ragazza di campagna, illetterata. Il discorso alla base è quello dell’importanza della lingua, di conscere e possedere la lingua, non solo quella comune, ma anche quella alta e colta: più siamo in grado di comprendere i dettagli della lingua, più la conosciamo e più riusciamo a non soccombere al potere, alla prepotenza di chi occupa posizione sociale + alta della nostra. Imp. della conoscenza linguistica è uno dei temi + ineterssanti nel romanzo xk mette in luce quanto debolezza persone non dipende solo da vivere vita semlice, ma non essere in grado di comprendere vita altrui. La vicenda di Antonia non sarebbe cambiata, ma lei sarebbe stata maggiormente in grado di comprendere ciò che le veniva detto se avesse conosciuto la lingua. Avrebbe potuto lottare di + , sarebbe vissuta di più se lei avesse avuto una cultura più sviluppata. Vassalli prende per mano Antonia e la accompagna nei suoi 20 anni di vita, con salti ed ellissi. Lei non è da considerarsi come protagonista assoluta in quanto nella storia altri personaggi acquisiscono importanza, di fianco ad Antonia ci sono altri personaggi che acquistano nel corso della vicenda una loro forza rappresentativa piuttosto importante che poi sono centrali anche proprio all’interno della vicenda della stessa. Il personaggio di Antonia in qualche modo attraversa quasi tutti i capitoli della vicenda raccontata e quindi finisce per essere se non la protagonista assoluta uno dei personaggi centrali della storia. Conosciamo Antonia quando da appena nata viene abbandonata alla ruota. Le viene attribuito il nome di Antonia perché viene ritrovata durante il giorno di S. Antonio e quindi è stato scelto quello del Santo della giornata, mentre Spagnolini perché era uno dei tanti cognomi attribuiti ai bambini abbandonati durante la dominazione spagnola. Ogni regione aveva una sua serie di cognomi tipo Catalli Esposito Proietti per indicare i bambini abbandonati alla ruota poi nel corso del tempo ovviamente questi cognomi hanno perso quella caratteristica dell’epoca in cui si abbandonavano i bambini e nel novarese in periodo di dominazione spagnola Spagnolini era uno dei cognomi che veniva assolutamente attribuito ai bambini che venivano abbandonati dall'infanzia. Infanzia e prima adolescenza di Antonia viene vissuta in convento. Uno strano luogo, un po’ controverso perché da un lato è un luogo che protegge (la reg parte da qua) Antonia dalle cattiverie del mondo, dalle crudeltà nel mondo e dalle stranezze del mondo ma dall'altra però ad educazione, le suore che vivono lì hanno tutte delle stranezze. Per cui la nostra Antonia se da un lato è protetta perché vive in un ambiente chiuso, dove mangia regolarmente, c’è un posto dove dormire, tutti degli elementi che possono essere considerati positivi, dall’altro viene educata dalle suore che sono una più strana dell'altra, non ce ne è una a garbo. Tra le suore o c'è quella troppo lasciva, quella troppo severa, c'è la compagna di camera che la inizia al sesso, cioè è un mondo di per sé che già rappresenta in qualche modo pur essendo un piccolo chiuso rappresenta la stranezza da un lato ma anche la violenza nel mondo esterno. Quindi da una parte la protegge perché comunque la famiglia le dà un posto in cui vivere e questo è importante perché è una bambina abbandonata. È un mondo che in piccola scala rappresenta la stranezza e la violenza del mondo esterno. Lei all’inizio conosce solo questo mondo, quello (il convento) lo considera il suo mondo e la sua casa e non sa cosa la aspetta fuori. Non esiste un altro luogo per cui nel bene o nel male pur nelle sue stranezze quel mondo è il suo. È un luogo dove lei si sente in qualche modo al sicuro perché conosce solo quello, non sa che cosa ci sta fuori, non ha la minima idea. Ciò che c’è di particolare è che in questo mondo lei all’inizio non si rende conto degli aspetti negativi, non riesce a comprendere all’inizio quanto questo mondo in cui lei è stata buttata dentro, è poi già di per sé malato e violento ma lei non ne ha consapevolezza perché è l’unico luogo che conosce quindi non ha esperienza di ciò che sta fuori non ha esperienza di qualcos’altro tanto che quando verrà adottata da Bartolo e Francesca lei è terrorizzata perché non sa a che cosa sta andando incontro perché non ha la più pallida idea, nessun tipo di coscienza, di consapevolezza di cosa la può aspettare al di fuori di quelle mura che per lei in fondo sono rassicuranti del convento e adesso questo è il suo punto di vista. Se poi noi guardiamo le cose per come ce le descrive V. capiamo subito che il convento non è un luogo sicuro, così rassicurante, non è un luogo felice, non è un luogo dove si vive una vita tranquilla e beata ma non conoscendo altro la nostra Antonia pensa che quello sia il mondo totale. Ovviamente perchè non ha percezione di altro e la vita in convento ci mette di fronte al primo grande mondo religioso. Questo romanzo è diviso socialmente parlando in due ambienti sociali in maniera molto più netta dei PM: - Il mondo laico, dei comuni cittadini - Il mondo religioso: nelle sue diverse manifestazioni, il convento, la chiesa di campagna del piccolo villaggio, i preti, il vescovo, l’inquisitore, analizzato in tutta la sua struttura sociale, perché anche nel mondo religioso c’è una struttura sociale, ci sono i livelli non è che i preti sono tutti uguali a loro stessi. Questa è proprio l’altra parte della società, che sembra essere addirittura preponderante rispetto alla parte laica, normale della società. I preti, suore, vescovi, cardinali, inqusiitori sembrano occupare un posto più invasivo, invadente rispetto ai comuni cittadini. La vita religiosa (la scansione delle messe, le donazioni fatte su richiesta dei preti, le visite del vescovo nei paesi sono sempre presenti e fanno da scansione) segna nel bene e nel male la vita comune di tutte le altre persone. Ogni volta che Antonia incontra il vescovo Bascapè fa sempre brutta figura, questo a denotare il suo rapporto difficile con la chiesa. Prima volta perché è piccola e non riesce a comportarsi e fare quello che avrebbe dovuto fare. Avrebbe dovuto recitare postilla che era stata scritta apposta da una delle monache del convento in cui lei si trova, avrebbe dovuto recitare ringraziamento della visita del vescovo. Invece siccome le danno da bere rosso d’uovo per tirarla su, ma le fa massa nello stomaco per cui quando si trova poi di fronte al vescovo sviene, dice le prime due parole poi si sente male per quel uovo che ha causato una specie di Dio l’antichissima è quella di dar da bere intossicazione alimentare e idea l'antichissima è quella di indigestione. E lei poverina è una bambina, sviene è si sente male. Questo denota che rapporto tra Antonia è questioni religiose è difficile, nonostante il convento rappresenti nella prima fase della sua vita un mondo per lei sicuro, perchè è il mondo in cui lei è stata accolta. Antonia per il suo aspetto viene definita un piccolo mostro, chiamata con il nomignolo di “mostro” a causa del colore scuro dei capelli e della peloria scura, occhi neri, carnagione scura (pelle ambrata). Nelle prime parti del racconto Vassalli insiste su questa parola per farci capire che la peculiarità fisica di Antonia sia qualcosa di diverso rispetto alla gente del posto. Crescendo diventa molto bella, bella come poche altre, così bella che non può non essere definita una strega. Proprio la bellezza e la diversità la rendono oggetto delle accuse di stregoneria. Il diverso spaventa sempre, all’inizio soprattutto. Anche la bellezza viene vista quasi come una colpa che la rende diversa e più soggetta ad essere una strega. All’interno del convento succedono vari episodi. Assistiamo alla violenza che subiscono le bambine nel convento, ma siccome sono esposte non hanno diritto ad essere trattate come gli altri. Il maltrattamento per lo più è fisico ma finisce per essere psicologico. Nonostante ciò sembra che attraversi questi momenti con una certa leggerezza, continua a pensare che il convento sia un posto sicuro. Durante il viaggio verso Zardino è triste perché non sa che mondo la aspetta, le sembra di aver perso ciò che conosceva e di entrare a far parte di un mondo sconosciuto e misterioso. I bambini ai tempi venivano adottati per motivi ingiusti quali i contadini che avevano bisogno di più braccia. Spesso questi bambini poi morivano di stenti perché utilizzati in maniera eccessiva nei campi. Antonia invece è fortunata perché Bartolo e Francesca si innamorano di lei e viene trattata come una vera figlia, senza alcuna differenza rispetto a dei figli naturali. Nella scena in cui Antonia lascia il convento sembra che si richiami all’addio ai monti di Lucia nei promessi sposi. Anche Lucia nei promessi sposi non è mai uscita dal suo paese e tutto il suo mondo è racchiuso dentro una strada. Allo stesso modo Antonia dice addio al convento e sul carro guarda alle montagne e al paesaggio che cambia. Entrambe provano un senso di smarrimento e preoccupazione. Da questo momento sembra che Antonia viva una vita felice con la sua nuova famiglia. Bartolo e Francesca la accolgono il famiglia e le forniscono tutti i privilegi di cui godono anche gli altri bambini del borgo in campagna, istaura amicizie. Resta il fatto che però lei è diversa dalle altre, in primis per la sua prepotente bellezza che è sempre più notevole. La questione della bellezza fisica è fondamentale perché questo sarà uno dei motivi per cui viene subito additata come diversa, e quindi come possibile strega e amante del diavolo e sarà uno degli elementi decisivi per la sua condanna. Altro elemento che la rende diversa dale altre ragazzine del paese è il carattere. Dimostra (già in convento ma in maniera diversa) di essere uno spirito libero, spavalda (nel senso buono del termine). Dimostra di essere fatta in quel modo. É orgogliosa di essere quello che è. È connotata dall’idea di voler fare le esperienze delle cose del mondo, è una ragazza vitale e cerca sempre di soddisfare le proprie esigenze perché vuole godersi appieno tutto ciò che la vita le sta mettendo a disposizione. In questo risulta diversa dalle altre, perchè è più indipendente, libera, disposta a contravvenire alle regole del gioco (es. esce la sera anche se non può). In questo momento si rende conto che quella che aveva vissuto in convento non era vita. Sarà proprio questa sua spavalderia, ricerca di libertà che la metterà in pericolo, permetterà all’inquisitore Manini di trovare le giustificazioni all’accusa di strega. Il suo modo di comportarsi la rende diversa e quindi è più facile renderla strega. Vassalli racconta di come lei fa delle attività non convenzionali: si fa rappresentare da un pittore nel ruolo della Madonna, danza con i Lanzi. A un certo punto lei conosce anche Gaspare, un camminante ossia una persona che si sposta nelle varie regioni alla ricerca di lavoro in base alle stagioni. Antonia si innamora di lui ed è affascinata dalle storie che lui le racconta ma non è ricambiata. Per vedere il suo innamorato esce di nascosto di notte e va in una delle due zone che viene indicata dai locali (gente molto superstiziosa, religione nel senso di superstizione) come luoghi dei Sabba (feste esagerate tipo orge tra le donne e il diavolo), da qui sembra che si unisca carnalmente al diavolo. Questa è l’epoca della controriforma in cui nascono tutte le superstizioni e si affermano, un periodo di oscurantismo religioso in cui la Chiesa vuole dimostrare le manifestazioni del male sulla terra. Manifestazione suprema di ciò è il diavolo, tutti questi elementi portano a definire Antonia come una strega, a ciò si aggiungono i compaesani che sono da un lato impauriti e dall’altro vogliono punire Antonia per avere il coraggio di fare determinate cose, una sorta di invidia. Il processo di Antonia dura pochi mesi, veloce, ci sono testimoni a favore e contro Antonia. Nei testimoni contro Antonia la maggior parte sono donne, che da un lato dimostrano di avere paura di lei perché Antonia è diversa, e dall’altro di provare invidia nel suo carattere così vitale da volerla ridurre al silenzio in quanto in maniera ovvia quando si istituiva il processo per stregoneria era inevitabile arrivare alla morte al rogo. Questo per ragioni religiose perché il fuoco purifica dalla stregoneria attraverso la potenza delle fiamme divine. In mezzo alla storia di Antonia vengono raccontate altre storie che però hanno a che fare con la vita della ragazza, l’unica eccezione è il Caccetta che si può paragonare all’Innominato. Tutti gli atri personaggi sono legati alla storia principale, esempio è don Michele che è un finto prete, un quistone, che non ha mai preso i voti ma professa. Il prete che lo sostituisce don Teresio, il vescovo non capnedo molte domande non sarà in grado di difenerla. A. è una ragazza libera, vivace, vitale che si è trovata in una storia + grnde di lei. Gli ultimi capitoli del romanzo sono dedicati alle fasi del processo. Ascolto, testimoni, pausa del processo. Xk ritorna mascafè, lo interrompe per andare avanti con le sue manovre da inquisitore crudele, poi la condanna. Le torture di A. prima e dopo il processo, la violenza carnale da 2 individui e trasferimento nel carcere (Torre dei Paratici) dove c’erano prevalentemente condannati a morte e alla fine il rogo. Manini non vuole rischiare l’annullamento del processo e quindi furbamente lo sospende. L’unico capitolo tra quelli finali che interrompe le parti del processo verso la morte è quello sui camminanti e in particolare Gaspare, Vassalli interrompe la narrazione del processo per introdurre la storia dei camminanti. Gaspare sarà detemrinante nella storia di A. con una digresione, pausa narrativa. In tutto il romanzo ci sono lunghe digressioni, anche descrittive, e questo perché Vassalli vuole descrivere nei minimi dettagli e introdurci a quella che era la vita del 1600 per poter inserire meglio il lettore in quanto la geografia è l’altra grande parte del romanzo che affianca le vicende. Le abitudni di vita della Bassa Novarese sono grandi personaggi del romanzo. Quindi V. interrompe la vicenda narrata con digressioni e elementi descrittivi per raccontare le condizioni di vita dei cittadini della Bassa. Ci vuol far capire nei minimi dettagli com’erano le condizioni di vita, le case, feste paesane, mercato, per immetterci dentro ambiente che ci sta descrivendo. Accanto alle vicende, V. introduce elementi di vita vissuta. La parte del processo viene interrotta anche dalla storia dell’inquisitore Manini, per farci capire meglio da dove deriva la sua rigidità mentale e la sua incapacità di andare oltre il suo naso e accettare che le cose siano diverse da come lui pensa. Vassalli dedica un pezzo ai motivi che hanno spinto Manini a diventare inquisitore. Viene fuori molto bene la sua psicologia, lui è forse la figura più negativa del romanzo e incarna i valori negativi che Vassalli vuole mettere in luce riguardo al 1600. Nel capitolo 23 Vassalli racconta dell’unica opera scritta dal Manini e che riguarda le punizioni da dare agli eretici e a coloro che si macchiano di colpe ai suoi occhi. Di solito i personaggi del suo racconto (di V.) non hanno un’identità così marcata, non hanno profondità piscolgocia così evidente, il romanzo di Vassalli non è come quello di Manzoni che ha anche una commistione di storie di invenzione, dove la parte inventiva gli serve per definire i caratteri dei personaggi, illustrare mimica, gestualità, gli aspetti del carattere e dell’indole di un personaggio. Vassali non vuole introdurre modello romanzo storico misto di invenzione, ma vuole scrivere un romanzo in cui la Storia abbia il ruolo centrale, il suo compito è quello di puro trascrittore di una storia dimenticata. Il fatto che il protagonista sia una donna è fondamentale perché Vassalli vuole sottolineare le differenze di genere di quel periodo. Il 1600 è un secolo in cui il potere è tutto in mano agli uomini, quindi le donne vivono una situazione di disappunto. Ma Vassalli non vuole introdurre elementi di finzione, lui si è dato il compito di far riemergere dall’oblio del tempo una storia che a lui sembra esemplare ed emblematica per rappresentare una determinata epoca, in questo modo non può lavorare troppo sulla psicologia dei personaggi in quanto le carte d’archivio non tramandano gli aspetti psicologici della storia ma solo i fatti, sono secche, rigide. Se avesse fatto eccessivo uso della psicologia avrebbe contravvenuto a quello che si era prefissato di fare, cioè raccontare storia senza elemtni di finzione, perché sarebbe stato più probabile introdurre elementi di finzione. Il nulla sono le nebbie, la nebbia che nasconde alla vista i luoghi centrali della narrazione della storia di A. La chimera è un insieme di animali di origine mitologica ma che con il passare del tempo ha iniziato ad indicare l’utopia e i desideri assurdi, la nebbia serve a nascondere questi desideri che animano l’anima dell’uomo. La prima chimera che viene nascosta è l’amore che sembra non esserci ma che in realtà è nascosto sotto una merda, un letamaio, una serie di tantissimi altri elementi negativi. Nell’ultimo capitolo arriva l’oblio e il nulla non rappresenta più la nebbia, ma rappresenta le tante piogge torrenziali che nel corso dei mesi spazzeranno via Zardino e lo faranno dimenticare. In questo caso il nulla non è la nebbia ma il fango e la melma della storia che distrugge tutto e lo fa dimenticare. Zardino si perde nella note/memoria dei tempi sia a livello geografico dove non esiste più sulle carte geografiche, ma sparisce anche dalla memoria della gente. La visione di Vassalli della storia è negative, è una vicenda al negative, in quanto gli esseri umani apprendono ben poco perché hanno la memoria corta, nonostante il progresso gli uomini commettono sempre gli stessi errori. In ogni epoca l’uomo sembra incapace di imparare dai propri errori. Vassalli si colloca in un periodo antecedente ai promessi sposi ma vuole dimostrare che la violenza presente non sarebbe cambiata nei PM, quella dei PM è la stessa di 30 anni prima. La differenza però è che i Promessi sposi son illuminati dalla fede cristiana di un vero credente come Manzoni. Lui ha la certezza che Dio punisce i cattivi e premia i buoni. Questo sin dal primo episodio quando c’è l’aggressione dei Bravi a Don Abbondio. Per Manzoni alla fine la provvidenza esiste nonostante gli umani facciano fatica a comprenderla. Nonostante la violenza, con cui si aprono i PM, qst romanzo è illuminato da Provvidenza. Mentre nel testo del Vassalli Dio sembra totalmente assente se non nelle ultime righe del romanzo, è scritta in corsivo esattamente come il primo capitol (entrambi “il Nulla”). L’utilizzo del corsivo deve far capire che queste sono intro e conclusione che son tutte in mano all’autore. Alla fine Vassalli dice che ci sarebbe bisongo di un personaggio in qst storia, ovvero Dio, che non nomina mai. V. non è credente, quindi nel romanzo Dio è completamente assente ed è un Dio muto, è esattamente al contrario rispetto alla presenza continua che c’è nel romanzo di Manzoni. Secondo Manzoni la fede aiuta e permette di combattere le proprie battaglie. Per Vassalli invece la storia è negatività assoluta, non esiste nemmeno presenza illuminante che c’è nei PM. La presenza divina rende la storia degli uomini migliore, aiuta protegge e permette di vincere alcune battaglie. Nella chimera niente può mitigare niente: la storia è un susseguirsi continuo di atti di violenza con piccole pause. Dal racconto degli eventi possiamo evincere quali sono le caratteristiche dei personaggi, il loro carattere, tranne nel caso di Manini e Bascapè dove viene fatta una descrizione esplicita. Vassalli individua nella chiesa il principale colpevole delle vicende di Antonia, non è un credente e perciò si esprime in maniera negative, non può tollerare ingiustizie compiute dal clero. Essendo i maggiori colpevoli, Manini e Bascapè sono quelli che devono essere descritti meglio. Proprio per questo ruolo di colpevoli i due personaggi della Chiesa vengono descritti in maniera così precisa per far comprendere al lettore. Bascapè non è cattivo, non è un uomo spinto da desideri di vendetta, ma non è interessato a prender parte a processo di A. e a porsi in conflitto con Manini, xk sua poszione è già delicata e non vuole creare situa tali per cui la sua situa peggiori. Il suo tentativo è spingere verso canonizzazione (?) di Carlo Borromeo. Viene ricordato nella storia come colui che ha voluto far santificare Carlo Borromeo. Lui potrebbe rappresentare quello che potrebbe essere un uomo giusto di chiesa ma non lo è per delle vicende. Da 1 lato bascapè che fa finta di nn vedere le ingiustizie e non prende parte alla cosa; dall’altro c’è Manini, che rappresenta il lato oscuro della chiesa, quel lato che va contro ogni insegnamento di Gesù, l’inquisizione per l’appunto, Manini ne è il perfetto rappresentante in quanto ottuso e super convinto di quello in cui crede, incapace di ascoltare gli altri e attaccato al proprio tornaconto. È violento xk capce di rivoltare le risp del processo a proprio tornaconto. Negli ultimi capitoli si vede il tema centrale che è quello della violenza, il secolo scelto da Vassalli (1600) è proprio per la violenza e la crudeltà che è tratto distintivo di quelsecolo. La dominazione spagnola è stata forse la peggiore della Lombardia nei secoli, questo ci viene fatto presente anche nei promessi sposi. La Lombardia è già una regione ricca e diventa territorio di rapine che durante il dominio spagnolo sono più marcate. La violenza si evince da tanti elementi diversi nel romanzo. La violenza subita da Antonia è graduale: la prima è la paura quando viene convocata per la prima volta, la sua vita è tutta immersa nella campagna e non sa nulla di quello che è il mondo. Lei arriva con la madre adottiva Francesca con il vestito della festa perché la madre aveva voluto che lei si vestisse in maniera elegante per fare una buona impressione nei confronti dei giudici e dell’ inquisitore manini. Abito da festa che Francesca dà a A. richiamo a descrizione che Manozni fa per abito da sposa di Lucia. Nella chimera l’abito è elegante. Quindi paura xk non sa cosa aspettarsi, è una contadina, la sua vita è immersa nella campagna, niente sa del mondo, della stregoneria ecc. Antonia però è una ragazza intraprendente e furba, la sua intelligenza non è plasmata dai libri ma c’è, per tutta la prima fase del processo riesce a resistere e a rispondere, a districarsi nelle domande, nonostante le parlino in latino, questo grazie alla sua infanzia dalle suore. Dopo il terrore arriva la tortura, violenza fisica., questa è la seconda violenza. Inizialmente viene colpito il corpo ma poi questo, stremato, colpisce anche la mente, quindi rende deboli le persone. . + la tortura diventa violenta + le torture si sommano e il corpo provato rende debole la mente. La sua debolezza è particolare, poiché all’inizio Antonia sembra resistere alla tortura. Poi confessa, ma è una confessione diversa, forte, potente, una sorta di atto di forza. Dimostra di essere dotata di carattere e forza d’animo superiore a quello degli altri. Quindi + che confessione è atto di forza. Ciò che la distrugge definitivamente è la violenza carnale che lei subisce dopo la condanna a morte, quando ormai ha il corpo martoriato. Qst violenza caranel è un eccesso. Vassalli inserisce la scena a testimonianza della crudeltà degli esseri umani sugli altri, per far capire fino a che punto l’essere umano può arrivare a far del male a un altro essere umano. Questo ultimo tassello ci mostra come l’essere umano sia l’essere più crudele che ci sia, e la sua crudeltà agisce proprio contro gli altri esseri umani. La violenza di qst secolo è la violenza dell’uomo. La violenza di questo mondo non è data dai singoli fatti ma dall’essere umano. Il godimento malsano che provano Taddeo e …. , il piacere che porvano nel maltrattare ulteriormente corpo provato dalle torture ricevute è l’ultima dimostrazione della violenza che alberga negli animi delle persone. La fine di Antonia è determinata dal rogo. La cosa impressionante di qst rogo non è solo il rogo, ma il fatto che una volta condannata a morte, è come una festa. La gente di Novara festeggia per l’occasione perché la strega è stata condannata. Come se fosse un giorno festoso gli abitanti seguono il carro su cui Antonia è stata legata, il carro che arriva sotto all’albero dove teoricamente Antonia aveva incontrato il diavolo. La morte della ragazza viene percepita come un momento gioioso, un premio. Questo è il lato tremendo della storia, come le altre persone che si reputano normali vivano la condanna a morte di una giovane ragazza. Come se la giustizia avesse vinto, ipoteticamente quella di Dio dato che l’inquisizione è parte della Chiesa, quindi bisogna festeggiare. Qst è lato terrificante della storia. Morte di una donna che aveva come unica colpa di essere bella, diversa dalle altre e dotata di un animo diverso dalle ragazze del tempo. Come se qst rogo fosse pezzo forte di una festa. Il rogo di Antonia viene spento, quando lei sarà ridotta in cenere da una pioggia torrenziale, così come accade nei promessi sposi dove la pioggia spazza via la peste, quasi come fosse un segno di Dio. Nel romanzo di Vassalli però questa pioggia non spazzerà via solo rogo, ma intera comunità di Zandrino, come segno di punizione del fatto che nessuno a parte pochi abbia protetto Antonia. La violenza raccontata e perpetrata a danni di Antonia ma in generale di tutto il secolo non ha permesso nessuna forma della presenza di Dio, non ha permesso di vedere la provvidenza di Dio, a differenza dei promessi Sposi qua La pioggia è solo evento atmosferico, è solo uno scatenarsi degli eventi. Come se la natura potesse tutto e fosse al di sopra di tutto, anche degli umani, in grado anche di distruggere l’esistenza umana che in questo caso non ha diritto di esistere. La storia non deve occuparsi personalmente dei grandi fatti ma dovrebbe presentare anche le vicende dei personaggi minimi, gli umili. La storia di Antonia è l’emblema delle vicende umane e della loro crudeltà.
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