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La compagnia dei gesuiti, Appunti di Storia Moderna

Appunti dal libro Claudio Ferlan

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 29/01/2020

saraapalmieri
saraapalmieri 🇮🇹

4.1

(38)

34 documenti

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Scarica La compagnia dei gesuiti e più Appunti in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LA COMPAGNIA DEI GESUITI CONTESTO: La Riforma protestante e l’inizio della Controriforma o Riforma Cattolica (1517- 1542). Martin Lutero affigge le 95 Tesi sul portone della cattedrale di Wittenberg. Con questo atto ebbe inizio la riforma protestante e finì un secolo dopo. La chiesa cattolica mise in campo un’azione la controriforma cattolica dagli anni 40’ del 500 alla prima metà del 600. Le tappe di questa Controriforma più importante sono la riorganizzazione del santo uffizio nel 1542, e rifondata l’inquisizione romana, tribunali preposti a combattere l’eresia, nel 1542 diventa centralizzata e diventa una congregazione romana e controlla gli inquisitori a livello locale. L’altra tappa fu il Concilio di Trento, ossia del tentativo di riorganizzazione dogmatica della chiesa. Tra i tratti salienti della controriforma vi è la nascita di nuovi ordini regolari e religiosi, i quali di fatto hanno il compito di realizzare nella pratica le indicazioni provenienti dalla curia, quindi i nuovi ordini possono essere considerati il braccio operativo dei pontefici, che ha il complito di applicare i dettami tridentini. I nuovi ordini regolari che nascono sono in maggioranza nelle congregazioni di clerici regolari, cioè sono ordini che pur seguendo una regola tipica castità, povertà e obbedienza, il primo ordine fu quello dei benedettini. Nel 500 questi ordini sono composti da chierici, preti che si riuniscono in congregazione, si vestono con i talari, ma vivono in comunità. I principali ordini religiosi: 1524: Teatini fondati da Gaetano da Thiene e Gian Pietro Carafa, eletto papa 1528: Cappuccini, distaccati dai francescani osservanti ad es. Padre Pio 1533: Barnabiti o chierici regolari di San Paolo 1540: Somaschi 1540: Gesuiti 1586: camillini 1588: caracciolini 1595: chierici regolari della madre di Dio 1617: scolopi A differenza degli ordini monastici e benedettini nati durante il medioevo, i chierici regolari nati nel Cinquecento si rifiutano di vivere nei conventi, di indossare il saio, e di dedicarsi a pratiche ascetiche, si rifiutano di isolarsi. Questi nuovi membri dimorano in residenza situate in città, e si dedicano all’apostolato attivo. L’apostolato attivo è: la predicazione e missioni popolari, danno assistenza sociale ai bisognosi, istruiscono la gioventù, insegnano il catechismo. Eccellono i gesuiti, i componenti della compagnia di Gesù, fondata da un nobile basco, che si chiama Ignacio De Loyola, è un soldato inizialmente, che ferito durante l’assedio di Pamplona, e si converte durante la convalescenza. Cerca di andare in Terra Santa, ma ha bisogno di studiare teologia e va a Parigi, in Spagna e poi a Venezia. Si trasferì a Roma dove 2 anni dopo fonda la compagnia di Gesù approvato dalla compagnia pontificia. Ignacio utilizza il testo Esercizi Spirituali redatto nel 1548 in spagnolo, di fatto è un libro di pedagogia che si indirizza a colui che gli impartisce, ossia il direttore spirituale, giunge alla conversione del cuore, con l’obiettivo di fargli raggiungere la vita cristiana perfetta, alla base ci deve essere il desiderio sincero per avviarsi in questo cammino religioso seguendo l’es. di Cristo. L’obiettivo ultimo è replicare il percorso spirituale di Gesù. Gli esercizi dovrebbero durare in mese e svolti in isolamento, divisi in 4 settimanae, la prima è dedicata alla contemplazione dei peccati con l’esame di coscienza quotidiano, la 2 contemplazione della vita di Cristo fino alla domenica delle palme, 3 contemplazione della passione di cristo, 4 resurrezione e ascensione. Questi non contengono solo delle regole tecniche, ma si prefissano di smuovere le passioni del fedele che è protagonista della conversione. Insegnano quindi a esaminare la coscienza e pregare mettendo a disposizione l’ideale di perfezione monastica che era riservato a pochi. Le matrici di questo pensiero sono rese fruibili a tutti i fedeli, egli prende ispirazioni dai classici del pensiero religioso medievale. Sono tutti libri letti durante la convalescenza da Ignacio. La spiritualità ignaziana venne influenzata dall’alumbradismo che secondo loro ogni fedele poteva istaurare un dialogo interiore con Dio, col pensiero, questo movimento venne perseguitato dall’Inquisizione Spagnola, perché questa teoria richiamava a Lutero, si temeva che sosteneva questa teoria luterana rendendo inutile la mediazione del clero. Gli ultimi studi mettono quindi in luce questo legame ispirato, orazione mentale, consolazioni interiori, la comunione frequente, Ignazio venne considerato un eretico, subì 8 indagini inquisitoriali, venne poi assolto. La novità è che Ignazio considera il rapp. tra fedele e Dio come un rapp. Interiore che deve essere mediato dal clero e i gesuiti stesso, ma deve nascere dal cuore, in comune col calvinismo c’è che indipendentemente dalla chiesa tutto deve partire dall’uomo. Tra i primi addetti di Ignazio ci furono i conversos, ossia ebrei convertiti, essi saranno sospetti al controllo dell’Inquisizione Spagnola, temevano che la conversione fosse di facciata. In Italia, venne ostacolato da Gian Pietro Carafa, nutriva un forte sospetto per Ignazio, lo considerò un cripto eretico ma non riuscì a condannarlo. Il termine Compagnia è militare, soldati di Cristo, poi a capo c’è un preposito generale che guida le truppe di Gesù, a tutti i membri dell’ordine è tortura e la pena di morte. La vita quotidiana era caratterizzata da una rigida disciplina scandita dalle celebrazioni religiose. Attirò le critiche degli avversari che l’accusarono di voler costruire uno stato indipendente, i nemici erano gli encomenderos che volevano sfruttare la manodopera degli indios, c’erano anche i vescovi locali ai quali i gesuiti non versavano le decime, gli ordini missionari rivali. A metà del 700, questi Guaranì evangelizzati si ribellano perché nel 1750 la Spagna e il Portogallo stipulano il trattato che ridisegnano i confini, questo significava trasferire 10 riduzioni gesuite dalla parte portoghese a spagnola, perciò si ribellarono. Minore successo ebbe l’azione missionaria in America del Nord, in Canada e la regione dei grandi laghi. Dal 1625 cercarono di convertire gli Uroni e poi gli Irochesi. I missionari impararono le lingue indigene giungendo poi ad elaborare una grammatica essenziale, ebbero successo tra donne e bambini. Dal 1763 in poi, l’Ordine non fu più in grado di inviare i nuovi missionari, anche se fine alla soppressione canonica del 1773 rimasero attivi quelli presenti in loco. In Europa, puntano a commuovere ed eccitare l’immaginazione dei fedeli attraverso le cerimonie di grande impatto e la promozione di nuovi culti o pratiche devozionali. S’impegnarono a combattere l’eresia protestante e calvinista, nelle zone di confine tra mondo cattolico e riformato, essi figurano tra i protagonisti della ricattolicizzazione della Polonia e di territori del Sacro Romano Impero come la baviera. Uno degli obiettivi è la repressione dell’eresia, specie in Italia nel piemonte, calabria e puglia. I rapporti tra i gesuiti e inquisitori furono rapporti difficili perché cercano di convertire gli infedeli attraverso metodi non violenti. Seppero operare in diversi settori della società europea, nell’ambito del sostegno offerto i gesuiti si specializzano nell’assistenza agli incurabili, ai poveri, ai carcerati e alle prostitute, gestendo ospizi e istituti caritatevoli. Eccelsero anche nelle attività educative e nell’insegnamento dell’élites cattoliche europee. Essi si specializzano nell’istruzione di livello superiore, t5ra università collegi oppure convitti a pagamento. Le peculiarità: 1. Insegnamento gratuito, raramente accettati i popolani, destinati alla borghesia, i gesuiti hanno come compagni di classe i rampolli di famiglie aristocratiche. 2. Un nuovo modello pedagogico codificato nella Ratio Studiorum. La Ratio si fonda: 1. Sulla divisione degli studi in base a classi di apprendimento, 2. Ci sono programmi legati ad una progressione di studi strutturata su 3 livelli: studi di grammatica latina, filosofia e teologia 3. Rigida pianificazione degli orari delle materie 4. Vi è un’accentuata competitività tra gli studenti stimolati da premi e castighi. 5. L’esame di passaggio di fine anno, che erano pubblici. 6. Attività extracurriculari, come il teatro, che coinvolgevano le famiglie degli studenti, 7. Forte impronta religiosa in cui si sposavano l’acritica accettazione di dettami teologici, morali e culturali della chiesa tridentina e l’obbedienza delle autorità civili. Uno dei segreti del successo della Ratio, è che si fondava sulla cultura umanistica, che era stata però censurata, si privilegiava gli aspetti formali dell’eloquenza. I gesuiti adottano questo atteggiamento selettivo nell’insegnamento delle materie scientifiche, rigettano tutte le nuove teorie scientifiche del 600 che confliggono con le verità di fede e filosofia. Molti professori finiscono per accettare la storia moderna, esistono poi scienziati gesuiti che sostengono le idee di Galileo e che eccellono negli studi matematici e fisici, anche alcuni studiosi gesuiti contribuirono allo sviluppo della scienza moderna. Lo sviluppo esponenziale che i loro collegi conobbero fu fondato a Messina nel 1548, nel 1580 i collegi diventarono 150, passando poi a 444 nel 1616. Nel 1551 a Roma venne fondato il collegio romano diventato perno della compagnia. La politica della Compagnia privilegiò i grandi centri urbani per ragioni economiche, logistiche ed architettoniche. Ogni città italiana ebbe collegi gesuitici, nel 1549 a Palermo, a Bologna Ferrara e Venezia nel 1551, a Napoli Firenze Modena e Perugia nel 1552, a Genova nel 1554, a Milano Cagliari Catanzaro Parma nel 1664, a Bari nel 1583. Si occuparono anche di politica influenzando numerosi sovrani. Nacque un aspro dissidio tra i componenti spagnoli e italiani, i primi sostenevano le scelte del sovrano asburgico di Spagna Filippo II, i secondi sostenevano la politica dei Pontefici. Questo conflitto ebbe epilogo con Claudio Acquaviva allorquando si realizzò la de-ispanizzazione dei vertici della Compagnia. L’Ordine poi assunse il ruolo di primo difensore del potere spirituale e temporale del Papato su ogni potere civile. Attraverso la confessione riuscirono a diventare direttori spirituali di nobili e principi, utilizzano questo ruolo cruciale per pilotare i lasciti testamentari di casate a favori dell’ordine. Riescono a creare un rapporto con le donne, questa intromissione negli affari mondani vengono criticate dagli avversari della Compagnia, dai protestanti e giansenisti. Le congregazioni mariane si ispirano alle confraternite medievali, dove attraverso la catechesi, confessioni, pratica degli esercizi spirituali, processioni, si realizza il disciplinamento controriformistico dei ceti privilegiati e borghesi dell’Europa cattolica. Per poter svolgere queste attività avevano bisogno di un patrimonio ingente, inizialmente finanziata tramite le elemosine, donazioni poi con Ignazio, l’ordine iniziò ad accumulare un ragguardevole patrimonio immobiliare, investendo in terreni ed edifici. Fiorenzo Landi mette in luce l’abilità dell’utilizzare la logica dell’elemosina, presso l’élites, ma anche la capacità di investire. La perizia gesti0onale dei gesuiti è confermata dall’adozione della partita doppia nella contabilità dei patrimoni delle residenze. Investirono in ambito immobiliare, investivano anche in titoli di stato, in censi ipotecari oppure nei commerci. A Napoli e in Sicilia, privilegiarono l’investimento fondiario acquisendo masserie, quelle più piccole venivano affittate, quelle grandi gestite personalmente. LA LEGGENDA NERA ANTIGESUITICA Vennero accusati di plagiare donne e giovani allo scopo di ottenere lasciti ed elemosine. Avevano un rapporto privilegiato con i Pontefici, da cui avevano agevolazioni, perciò suscitarono conflitti e gelosie all’interno della chiesa. Questa leggenda nera, fomentata da conflitti interni, verrà poi sistematizzata a metà dal 700 dagli avversari come illuministi e i ministri informatori. A metà ‘700 si creò una sorta di alleanza per abbattere la Compagnia. Gli avversari erano: 1. I giansenisti e altri ordini regolari, che contestarono le pratiche di adattamento dei gesuiti nelle missioni 2. Gli illuministi, i philosophes francesi che imputavano la stasi del sapere scientifico e l’ignoranza dei ceti dirigenti dell’epoca, 3. I ministri informatori, misero in discussione il monopolio dell’istruzione superiore acquisito dai gesuiti. L’eliminazione della Compagnia venne considerata la premessa essenziale per poter riformare l’istruzione dei vari stati cattolici europei in base alle teorie regaliste e giurisdizionaliste. A metà ‘700 la compagnia si trovò isolata dalla chiesa, e venne sottoposta ad una serie di stati cattolici europei. Nel 1759, espulsione dalla monarchia portoghese, nel 1764 ci fu soppressione dell’ordine, nel 1767 espulsione dalla monarchia Spagnola e dal Regno di Napoli e Sicilia, nel 1768 ci fu l’espulsione dal ducato di Parma. Vennero arrestati e portati nello stato della chiesa, a Parma e Napoli vennero portati al confine. La lotta contro l’ordine venne capeggiata dai Borbone, e alla fine Clemente XIV decise di sacrificare la compagnia, nel luglio del 1773 soppresse la compagnia che durerà poco, in quanto Pio VII nell’agosto del 1814 lo restaurò. Nel corso del ‘800, era molto diversa, perde un’po’ quell’attenzione moderna, sosterrà le ragioni del pontefice e i gesuiti saranno gli avversari del liberalismo e socialismo. 11/11/19 svolte nelle masserie. All’inizio del XVIII secolo i vertici romani e napoletani dell’Ordine discussero poi dell’opportunità di fondare a Foggia un loro collegio. Il terribile terremoto del 20 marzo 1731 bloccò però il progetto. Per quanto riguarda la gestione delle 4 masserie, alcune ricerche hanno dimostrato che nella seconda metà del seicento esse seppero assorbire gli effetti delle crisi del 1647-48 e la peste del 1656-59, difficili furono le congiunture agrarie degli anni 80 del 600 e del primo decennio del XVIII secolo. Nonostante le rese del grano rimanessero costanti. L’aumento della superficie coltivabile garantì al collegio romano ampi margini di profitto: il grano delle 4 masserie era venduto a Napoli, ma anche fuori dal regno. Il 31/10/1767 Ferdinando IV comunicava a Tanucci l’ordine dell’espulsione dei gesuiti dal regno di Napoli e dalla Sicilia. Si inviava a tutte le autorità civili e militari deputate ad eseguire l’espulsione un’istruzione nella quale si illustravano le modalità logistiche di tutta l’operazione. L’ordine d’espulsione venne eseguito nelle masserie della casa d’Orta, la sera di quel giorno furono posti in arresto i 10 gesuiti ivi residenti. Si trattava di 3 padri e 7 fratelli laici. Il 18 novembre vennero condotti presso il collegio di Barletta in attesa di essere trasportati verso i porti pontifici. Il governo napoletano non riesce ad organizzare questo trasferimento, in quanto mancavano le navi e poi perché il mare era agitato d’inverno, l’espulsione avvenne via terra vennero condotti dall’esercito fino a Portella, il confine con lo stato della chiesa. I CINQUE REALI SITI Espulsi i gesuiti dal regno, il governo decise cosa fare dei beni confiscati. In un paragrafo si stabiliva che i funzionari regi insieme agli ex procuratori di ogni residenza, avrebbero dovuto stilare un inventario dei beni immobili e mobili della stessa. Nell’ordine d’espulsione il sovrano affermava che avrebbe destinato al finanziamento di opere assistenziali come ospedali e strutture scolastiche, i beni confiscati. Vennero allora gestiti da una amministrazione borbonica, l’Azienda Gesuitica. Le terre coltivabili appartenute ai collegi, il governò seguì le proposte di Antonio Genovesi, il quale consigliò a Tanucci di cedere in enfiteusi affitto di lunga durata, piccole porzioni delle tenute a contadini nullatenenti: era la cosiddetta censuazione o quotizzazione. Nel caso specifico delle 4 masserie della capitanata il progetto di censuazione viene elaborato il progetto da Angelo Granito e Pietro Jannucci. L’applicazione del progetto venne bloccato a causa di un problema giuridico: le terre, appartenevano a istituzioni estere, per cui il governo napoletano non poteva disporre di quei beni senza violare il diritto delle genti e aprire un contenzioso diplomatico con la santa sede. Con una serie di leggi emanate tra il 1768 e il 1774, il governo stabilì i criteri della censuazione delle terre coltivabili dell’ex patrimonio gesuitico. L’obiettivo era accrescere la classe dei piccoli contadini indipendenti che avrebbe potuto garantire lo sviluppo economico e demografico del Regno. Si cercò di modificare dall’interno la società d’Antico Regime in base a un criterio di giustizia ed equità socio-economica. Per censurare le terre delle 4 masserie dei gesuiti romani si dovette aspettare il 1773, il sovrano divenne allora il proprietario di quei beni, appartenuti alla Provincia Romana dell’Ordine ignaziano, potendone decidere liberamente l’utilizzo. La censuazione venne realizzata tra l’agosto del 1774 e il settembre 1775 dal sovrintendente della casa d’Orta e del nuovo uditore della dogana, Nicola de Dominicis ideò i 5 reali siti Orta Nova, Stornara, Stornarella, Carapelle e Cerignola. La censuazione delle 4 masserie fu quindi un progetto di ripopolamento e di sviluppo della Capitanata che si ispirò alla filosofia dell’illuminismo napoletano. Crea 5 colonie si sviluppano a raggiera intorno alle vecchie strutture delle masserie, a Carapelle invece nel ponte sul fiume., Lo Stato coprì tutte le spese per la costruzione delle case, destinate ai contadini, le chiese o cappelle, esercizi pubblici e di un medico. Inoltre si concesse a ogni famiglia ½ di animali da lavoro e un anticipo di sementi per 5 anni di semina. Vennero privilegiati i contadini poveri, il governo e la Dogana emisero una serie di bandi che vennero diffusi nei maggiori centri della Capitanata, della Terra di Bari, dell’Abruzzo e della Basilicata. Nascono i 5 reali siti. Vennero censuate 4272 versure: cedute in affitto di 29 anni di durata a ben 410 famiglie che corrispondevano ad un affitto annuale di 18 ducati. Ad ogni colono vennero assegnate per sorteggio 10 versure di terreno coltivabile, più 2 per il pascolo e da lavoro. Orta: 105 famiglie, Ordona 93, Stornara 83, Stornarella 73, e Carapelle 56. I 5 reali siti riuscirono a svilupparsi nonostante le difficoltà, dopo l’abolizione della dogana decretata da Giuseppe Bonaparte il 21/05/1806 trasformarono le colonie in comuni. Il 1 maggio nascevano i comuni di Orta unite a Ordona e Carapelle, e Stornarella a cui si unì Stornara, Orta 1439 abitanti, Stornarella 1010, Stornara 525, Carapelle 250, Ordona 205.
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