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la comunicazione narrativa, Schemi e mappe concettuali di Semiotica

riassunto tutti i capitoli del libro

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2018/2019
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Caricato il 18/01/2019

gaja-maiurri
gaja-maiurri 🇮🇹

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Scarica la comunicazione narrativa e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Semiotica solo su Docsity! LA COMUNICAZIONE NARRATIVA 1. Storytelling Le narrazioni iniziarono ad essere indagate attorno agli anni 60/70, si iniziò ad analizzarle per classificare per ex. La posizione del narratore in una storia, la differenza tra il tempo della storia narrata e il tempo del discorso che la narra... Negli anni 90 grazie a una collaborazione pluridisciplinare, in cui gli studiosi di letteratura ricoprivano un ruolo minore, si capì che il concetto di narratività fosse cruciale per le attività mentali e pratiche quotidiane. La nostra mente fa delle connessioni crono-causali di episodi ovvero correliamo eventi come cause e effetti e le classifichiamo sulla base di un confronto con un modello stereotipico, derivato da esperienze simili già memorizzate. • A 3 anni un bambino inizia ad elaborare una specie di storytelling (capacità di elaborare una narrazione). Oggi viviamo avvolti nella narrativa perfusa dal sistema di comunicazioni globali. • Svolta narrativa , metà anni 90 (passaggio da digitale a interconnessione della rete) quando la narrazione è riuscita a penetrare nel mondo della politica e del marketing. In quest ultimo il processo di narrativizzazione è stato più incisivo, le marche si sono smaterializzate e hanno acquisito un valore del tutto indipendente dai prodotti, divennero delle vere e proprie istanze enunciative. Le grandi marche assumono il ruolo di programmatori narrativi, prendono il consumatore e lo portano allo stadio successivo di soddisfacimento. NARRAZIONE: processo orientato di trasformazione,progettualità e cambiamento che coinvolge uno o più attori e in base al quale l’elemento prioritario non è il significato ma la direzione. Jerome Bruner formula una distinzione tra PENSIERO PARADIGMATICO (caratteristico dell’ambito scientifico) e PENSIERO NARRATIVO DI TIPO SEQUENZIALE (dove sono le correlazioni logico-temporali tra elementi diversi). Le narrazioni, secondo lui, si avvarrebbero solo del secondo tipo di pensiero così come la capacità di autoraccontarsi secondo life stories si sosterrebbe secondo 4 tipi di coerenza: temporale, biografica,causale e tematica. La sua teoria venne smentita. Frame (schema) ogni nostra esperienza viene compresa sulla base di un confronto stereotipico, derivato da esperienze simili già registrate nella memoria: ogni nuova esperienza viene valutata rispetto a uno schema pregresso. Lo schema si riferisce a oggetti statici, si iniziano a creare questi schemi attorno ai tre anni. E’ un’etichetta che noi applichiamo a porzioni dinamiche di esistenza. Script processi dinamici. Se lo schema è un accadimento, lo script è l’articolazione sintattica;senza il primo non si comprende nulla,senza il secondo non accade nulla. Gli script innervano il senso comune, vengono classificati come SITUAZIONALI (situazioni quotidiane), PERSONALI (ex uomo geloso), STRUMENTALI (ex accendere una sigaretta). Emisfero sinistro provvede alla lettura delle connessioni sintattiche (script), quello destro alla decodifica delle catene paradigmatiche (frame). I neuroscienziati hanno classificato in 7 componenti il nucleo essenziale di qualsiasi narrazione: • Setting (ambientazione spazio-contestuale) • Fattore causale (trasformazione iniziale setting) • Risposta interna (reagire trasformazione setting) • Obiettivo (direzione desiderio da parte dell’attore) • Intenzione • Azione Si ricorda e si comprende meglio un testo in misura direttamente proporzionale al numero di connessioni causali. • Ogni narrazione si organizza attorno al desiderio da parte di un attore di promuovere e perseguire il suo obiettivo malgrado gli ostacoli che vi si frappongono e in virtù delle pianificazioni elaborate per rimuoverli. Il bambino non è in grado di elaborare una narrazione compiuta perchè soffre di un eccesso di memoria nell’ordine della sintassi e una mancanza di memoria nell’ordine della semantica. Per l’uomo la narratività costituisce uno strumento in grado di fornire modelli di comprensione concettuale delle situazioni e di dare una configurazione spazio-temporale dell’agire quotidiano; le narrazioni colmano il gap tra conoscenze generali e condizioni empririche. Le narrazioni letterarie si distinguono perchè ne esistono alcune con frame ordinari ( modo consueto di classificare eventi o situazioni) e altre con frame e script discrepanti, con ciò si spiega il valore umoristico di certi testi. Oggi i processi di globalizzazione culturale hanno reso necessaria questa discrepanza perchè è alla base della comprensione/accettazione di altre culture. L’accellerazione delle comunicazioni ha trasformato la mente di ciascun individuo in un box che si nutre avidamente di scenari sempre nuovi, per questo c’è la crescita della domanda di narrazioni basare sul contrasto tra frame e script. • Il linguaggio della pubblicità è un elemento importante per la fase attuale di globalizzazione delle comuncazioni, è una risorsa creativa. ESEMPI PUBBLICITA’ ANALIZZATE P. 10-14 Forme primarie L’uomo osserva il mondo in forma narrativa per potergli assegnare un ordine e una esplicabilità razionale che altrimenti non possiederebbe, per questo le narrazioni sono considerate PENSIERI NARRATIVI; lo storytelling comunica un’espeienza filtrata dalla Nel Novecento viene messa in discussione la visione del mito soprattutto in contrapposizione alla scienza,le culture primitive ricorrevano alla scienza per spiegare e controllare il mondo fisico mentre il mito per riconciliarsi con gli aspetti inspiegabili del mondo. Strauss considera il mito come un oggetto semiotico, cioè un linguaggio di cui vanno individuati la grammatic e i meccanismi di significazione; sottolinea come il mito non vada isolato dalla fiaba ma non hanno nessun rapporto di derivazione, sono una specie di genere unico legati da un rapporto di complementarietà dove il racconto mitico si costruisce granzie ad un assemblaggio di elementi di varia provenienza, suscettibili di essere usati in ulteriori occasioni come materiali di altri racconti. Introduce il concetto di mitema riferendosi alle unità costruitive fondamentali del discorso mitologico il cui significato non deriva dall’intreccio narrativo ma dalle relazioni tra classi di mitemi in cui può essere scomposto. Strauss afferma che la caratteristica distintiva del mito sia risolvere i conflitti creando una mediazione tra entità contrapposte. Applicando il mito nella società moderna ha assunto una funzione di rappresentazione collettiva di cui si serve la borghesia per trasformare una fatto sociale o culturale storicamente determinato on un fatto naturale e universale. • Il mito è solo un grande incubatore di narrazioni che tenderanno a declinare in forme discorsive e tematiche particolari la funzione difensiva,apotropaica ed esplicativa del rcconto mitico. MEMORABILE: Resoconto di un fatto saliente attraverso il ricorso a dettagli concreti che garantiscano l’autenticità dei fatti riferiti. SCHERZO: sovverte le restrizioni del linguaggio al fine di liberarci da ogni inibizione (parodia) EPICA: lungo poema narrativo il cui eroe compie azioni imponenti; ha dato vita a molteplici sottogeneri quali: epica eroica (Illiade), epica celebraativa di un poplo (Eneide),epica cavalleresca (Poema del Cid),epica cristiana (Divina Commedia),epica allegorica (La regina delle fate), epica satirica (Orlando furioso). L’epica ha tentato di istituire un corpus narrativo a uso della collttività conferendo le leggende storiche o semistoriche sulle guerre di tribù e sui loro condottieri,nonchè sulle migrazioni compiute da popolazioni arcaiche; in una seconda fase si sarebbe diffusa per porre un argine alla dissoluzione degli ordinamenti sociali nel corso dell’etnogenesi e della separzione delle tribù. Gli eroi epici devono destare ammirazione, si sviluppa oralmente caratteizzata da epiteti standard, vesi ricorrenti, temi codificati e ha una “dizione formulaica” che cinsiste nella presenza di formule, esperimenti, temi e motivi che si rietono nella rigida cornice di uno schema metrico.L’epica successiva, pensata per la scrittura, ha mantenuto gli elementi orali che furono considerati tipici dell’epica classica, tutti gli eventi conducono a una conclusione definitiva, è assente l’avventura come incontro con l’ignoto e l’inatteso. Caratteritiche principali dell’epica a base omerica: 1. Invocazioni alle muse, affinchè gli forniscano informazioni 2. Inizio “in media res” il narratore omerico si concentra su una fase particolare della guerra di Troia, l’inizio e la fine della guerra... 3. Similitudine, accostamento su base analogica di oggetti diversi appartenenti a una stessa classe o a classi del tutto diverse 4. Alta incidenza del discorso diretto, rilievo della parola 5. Cataloghi 6. Ekphrasis, descrizioni dettagliate di un oggetto o paesaggio. I poemi omerici e l’epica antica costituiscono una miniera narratologica, esemplificando innumerevoli tecniche narrative (analessi,prolessi,ellissi...) che diventeranno parte integrante del romanzo moderno, ma anche nell’epoca moderna. Sono contraddistinte dalla rarità (pochi testi),originalità (opere nuove che reinterpretano il passato), non-chiusura (non c’è una conclusione definitiva ma l’opera può sempre riaprirsi), passività (essenza non nell’azione ma nell’immaginazione dell’eroe),allegoricità,polifonicità (spazio eterogeneo del sistema mondo). DRAMMA: qui si trovano le radici mitico-rituali dello storytelling, genere in cui rientrano tutti i testi teatrali in cui l’autore fa parlare e agire direttamente i personaggi, come fossero effettivamente davanti agli spettatori. L’origine si colloca in Grecia ed è caratterizzato da una notevole complessità strutturale. Il dramm anttico nasce come atto religioso al culto di Dioniso. Sono presenti alcune differenze tra tragedia e commedia: differenza di temi (grandiosi vs quotidiani), di finale (catasrofe vs lieto fine), tono generale dell’opera (serio vs umoristico). Caratteristiche: 1 errori fatali e decisioni sbagliate da parte del protagonista 2. Ostacoli esterni che riflettono l’evoluzione interna dell’eroe 3. Funzione sociale della catarsi,che purifica lo spettatore e li incoraggia a evitare tragici errori. Gli approcci critici recenti tentano di superare la separazione tra dramma e narrazione, poichè molti elementi tematico-formali della seconda ricorrono nel primo, infatti, le strategie narrative transgeneriche possono essere utilizzate dai drammaturghi e dai romanzieri. COMMEDIA: caratterizzata da: 1. Azioni dell’antagonista sono gli ostacoli principali 2. La parabola dell’eroe inizia con una serie di difficoltà che con l’intreccio possono essere risolte portando un lieto fine 3. Funzione di divertire Storytelling di dimensione biografica Via via che ci si allontana dalla natura mitica dello storytelling ci si avvicina sempre più a format narrativi fondati sul percorso biografico degli individui. AGIOGRAFIA: genere che raccontala vita leggendaria di un santo, richiede al pubblico una fiducia assoluta nel narratore e una reverenza per il personaggio; una delle prime forme in cui si manifesta la letteratura romanza. Favorita dalla chiesa. LEGGENDA: non è rivolta al singolo ma alla collettività, cui fornisce spiegazioni oppure propone modelli, ne esistono due tipi: 1. Leggenda sacra, si collega al concetto di “imitatio” cioè la definizione più vera di santità, quindi un irraggiungibile modello da imitare. Perde la sua validità alla fine del Medioevo con la Riforma Protestante, però non viene del tutto eliminata, solo l’interessa si sposta altrove. 2. Saga, narrazione in prosa in lingua nazionale che narra imprese storiche o eroiche puramente inventate. Non rivelano alcuna influenza latina,conservano caratteristiche retoriche di una composizione orale, non sono considerate opere letterarie, non vengono attribuite ad un autore e sono anonime. Si distinguono in tre gruppi principali: saghe islandesi (trattano la colonizzazione del’Islanda), saghe dei re (personaggi regali in un’ottica familiare), saghe del tempo antico (precedenti alla colonizzazione). Condizionata dal concetto di famiglia e dal vincolo di sangue, mostra come la storia esista solo in quanto serie di avvenimenti vissuti da una famiglia e come la famiglia faccia storia. Connessa con gli spostamenti dei popoli, principale nemico cristianesimo. Le nuove tecnologie hanno contribuito al cambiamento di questa forma di narrazione, per es. Con la leggenda metropolitana che è associata ad un ambiente moderno e urbano, definendola come una storia mai accaduta ma raccontata come vera; la parabola che è una metafora di un aspetto di vita morale o spirituale. Storytelling di dimensione temporale NARRAZIONE ANALISTICA: liste pure e semplici prive di intreccio e di un soggetto centrale,senza spiegazioni causali che colleghino gli eventi e mancanti di una conclusione in antichità, ora sono organizzate attorno ad un argomento e mirano ad essere esaustivi, finzionali. Storytelling di dimensione spaziale NARRAZIONE EDOPERICA: resoconto di un viaggio, forma autobiografica dei narratori stessi (narratore-viaggiatore); però le esperienze a cui dà voce l’io narrato potrebbero non essere identiche a quelle dell’autore narrato. Il travelogue è un genere ibrido con struttura narrativa di base,; contaminazioni con il saggio,la Si riconoscono un’ampia varietà di modi: • Modo testuale vs esterno: il significato narrativo è codificato in segni materiali e non presuppone una tesualizzazione, mentre in quello esterno è immagazzinato nella memoria • Modo autonomo vs illustrativo: autonomo il testo trasmette una storia che è inedita per il ricevente, illustrativo fa riferimento alla conoscenza del plot • Modo ricettivo vs partecipativo: ricettivo il destinatario non gioca un ruolo attivo negli eventi, nel partecipativo diventa personaggio attivo • Modo determinato vs indeterminato: determinato si hanno un numero di punti sufficienti a progettare uno script definito, indeterminato sta al lettore immaginare • Modo letterale vs metaforico Strettamente connessa al modo è la categoria della distanza uno dei fattori principali di regolazione dell’informazione narratoriale. Si può anche intendere come spazio metaforico tra gli agenti coinvolti nella narrazione. Il narratore può essere più o meno distante dall’autore implicito, dai personaggi,dal lettore. Il commento è un discorso formulato dal narratore che va oltre il mero resoconto dei fatti e degli eventi del mondo finzionale, può avere una valenza ornamentale, ne esistono due tipi fondamentali: 1. Commento sulla storia 2. Commento sul discorso (rifetimenti al processo della narrazione) IL PERSONAGGIO Il partecipante allo storyworld, prodotto dall’intreccio e posono essere partecipanti o attanti. Gli attanti sono ruoli fondamentali nella struttura profonda del testo, contrapposta agli attori, che appaiono nella sua struttura superficiale e sono i personaggi concreti. Esistono 6 attanti: Soggetto,Oggetto,Destinatore,Destinatario,Aiutante,Oppositore. La relazione tra attante e attore può manifestarsi secondo tre principi: 1. Isoformismo (1 attante 1 attore) 2. Demoltiplicazione (1 attante più attori) 3. Sincretismo (1 attore più attanti) “effetto personaggio”: lo statuto di esistenza di un individuo finzionale è quello di un segno articolato che non è dato a priori, ma da una costruzione che si realizza per gradi attraverso la collaborazione del lettore. I tre più importanti paradigmi attualmente disponibili per lo studio mimetico del personaggio sono: • Modello semantico (personaggio entità finzionale,dotato di proprietà umane, incompleti da certi punti di vista perchè anche il mondo finzionale lo è) • Modello congitivo (si distinguono flat character e round character, i primi sono i personaggi a due dimensioni poco approfonditi dal pdv morale e psicologico, i secondi sono più caratterizzati) • Modello comunicativo (la fonte informativa più ovvia è costituita da affermazioni esplicite di caratterizzazione cioè affermazioni che si attribuiscono direttamente ad un individuo; un agente narrativo può caratterizzarsi da solo oppure da un narratore). I personaggi possono evolversi,dissolversi ed essendo individui finzionali possono risultare privi di un’entità definita. Per riprodurre le loro parole il narratore ha una possibilità diretta (citazione)e una indiretta (resoconto) fatti in stile legato o libero. Il discorso indiretto libero ha le caratteristihe grammaticali del discorso indiretto senza però comportare alcuna clausola di contrassegno, la sua origine risale al romanzo inglese. Il monologo interiore è un monologo che non viene pronunciato ma consiste nei pensieri verbalizzati del personaggio senza l’intervento del narratore e diventa esteriore se viene pronunciato; il soliloquio è una spiegazione o un commento della situazione del personaggio. Il linguaggio,stile,scelte sintattico-letterali sono in linea con le abitudini del personaggio. FLUSSO DI COSCENZA: tecnica cinematografica,indica qualsiasi presentazione di pensiero illogico, non grammaticale e prettamente associativo. Non c’è un consenso chiaro sulla relazione tra questo e il monologo interiore, alcuni li considerano anche la stessa cosa ma alcune differenze sussistono come per es. Nel monologo sono presenti i suoi pensieri piuttosto che le impressioni, nel flusso sono mostrati entrambi, il monologo rispetta la morfologia il flusso no. Si ipotizza che esistano due ceppi distinti di fluso di coscenza: 1. Come stile di circostanze particolari (svenimenti, suicidi...) 2. Come stile della normalità IL LETTORE Individuo real e concreto che interpreta e decodifica il testo,quello implicito non è mai imminente al racconto o da esso deducibile, ma può allearsi con il narratore oppure prenderne le distanze. Un codice per la lettura di una narrazione può essere interpretato come una serie libera di regole tramite le quali una persona identifica le componenti essenziali di un testo narrativo. Il movimento del lettore attraversoil testo è regolato da 5 codici: 1. Riconosimento iniziale del testo come una narrazione 2. Codice proarietico per organizzare le azioni descritte 3. Codice refereziale per connettere lo storyword alle proprie conoscenze 4. Codice semiotico per conoscere i personaggi 5. Codice simbolico per collegare il testo a più strutture di significazione 6. Codice ermeneutico per seguire lo sviluppo testuale e la suspense 7. Il metacodic collega la cultura adatta al tipo di testo La lettura è vista come una serie dinamica di processi ermeneutici in cui sono colmati gli spazi vuoti lasciati nel testo per questo narratore e lettore hanno un rapporto di cooperazione interpretativa ; la narratività non è qualcosa di assente o presente nei testi, ma qualcosa riconosciuto dai lettori o proiettato da essi nei testi, in modo tale da naturalizzarli tramite ricorso a frame narrativi per allineare il nuovo con il familiare. Il narratario è il destinatario al quale il narratore racconta la sua storia, in ogni racconto ve ne è almeno uno posto allo stesso livello diegetico del narratore che gli si rivolge; esistono anche narrazioni incastonate dove ci sono narratori e narratari multipli che cambiano di ruolo che provocano effetti retorici. Il narratario deve essere distinto tanto dal lettore reale quanto dal lettore implicito, esso costituisce l’uditorio del narratore e per questo è inscritto nel testo, mentre il lettore implicito è l’uditorio dell’autore implicito. Se il narratario può essere partecipe degli eventi a lui narrati, il narratario-personaggio è più o meno essenziale per il narratore. Esistono cinque differenti tipi di relazione: narratore e narratario sono vicini l’uno all’altro ma lontane dai personaggi, narratore lontano e narratario e personaggi vicini narratore e personaggi vicini e narratario lontano tutti e tre vicini tutti e tre lontani il narratario può conoscere più o meno bene il narratore e gli avvenimenti narrati oppure può non conoscerli affatto, così il narratore può ingannarsi per valutare le conoscenze del narratario- personaggio e la sua personalità. Esso può cambiare nel corso del testo cioè influenzato dalla narrazione, può essere sostituito da un altro individuo. La serie di aspettative che si crea il lettore per decodificare il testo viene detta “orizzonte d’attesa”. Gli esseri umani comprendono il mondo nel contesto della loro individuale posizione di vita, infatti pe ex le opere letterarie cambiano a seconda del periodo storico e degli orizzonti di attesta dell’epoca, a volte però è presente la “distanza estetica” ovvero il distaccamento dagli orizzonti di attesa. La letteratura influisce molto sui lettori. Rappresenta il luogo strategico dove avviene la presa di contatto tra mittente e destinatario, funzioni: • Codificante, iniziare il testo presentando il suo genere • Seduttiva, orientamento al lettore • Tematica, presenta gli argomenti • Informativa, fornire info • Drammatica, mette in movimento la storia entrando nelle azioni Una sua tipologia classica è l’incipit in media res cioè situando gli eventi importanti già avviati anche se non temporalmente primi. In base alla velocità di entrata nello storyworld, 4 tipi: 1. Statico (informativo) 2. Progressivo (ingresso diretto) 3. Dinamico (drammatizzazione) 4. Sospensivo (sospensione inizio) L’ excipit è il segmento conclusivo di un plot, si distingue dalla chiusura narrativa che si riferisce alla soddisfazione delle aspettative, coincide con la sensazione che la narrazione sia giunta a una fine. Una narrazione può concludersi senza una chiusura, “finale aperto”, le narrazioni di una certa complessità non si concludono mai del tutto, solo alcune raggiungono uno stato di completezza. Ogni narrazione inizia con un desiderio che alla fine deve essere appagato ma in un modo in cui si possa comprendere il rapporto con le origini del desiderio stesso. La fine porterebbe con sé una sorta di illuminazione retrospettiva che dà senso al tutto. Per costruire una narrazione ci si può avvalere dell’embedding cioè la combinazione di sequenze narrative tale che una sequenza sia posta all’interno di un’altra. Si possono dividere le narrazioni incastonate in due tipi in base all’estensione: 1. Storia esigua che funge da cornice che crea una situa drammatica 2. Narrazione prolungata interrotta da una storia più corta L’incastonatura ha 3 funzioni: • Esplicativa • Tematica • Meccanica Un tipo particolare di narrazione incastonata è una narrazione intercalare nella quale l’istanza narrativa è temporalmente situata tra due momenti dell’azione. EFFETTI SPECIALI effetto realtà, può essere composto da dettagli superflui che però costituiscono una parte della realtà rappresentata eppure la loro evocazione indica che la descrizione è reale; oggi questo dà alle narrazioni finzionali la possibilità di suscitare un senso di reale attraverso l’uso di dettagli verosimili. Effetto opposto, metalessi ovvero narrare cambiando livello, né esistono due tipi: 1. Discendente (la realtà scarica sulla finzione le prerogative per farla diventare reale) 2. Ascendente (finzione invade la realtà inquinandone l’esistenza stessa) Mise en ebyme, è la replica miniaturizzata di un testo, una parte testuale che raddoppia il suo insieme. Il procedimento può essere attuato in un segmento narrativo che è di ampiezza variabile. Tre tipi di duplicazione: 1. Semplice (rapporto di similitudine) 2. All’infinito 3. Aporistica (frammento che presumibilmente include l’opera che lo include) Queste due ultime tecniche hanno come effetto quello di minare la verosimiglianza creando un’atmosfera di straniamento (rendere strano ciò che è familiare) usato anche in pubblicità. 3. Punto di vista, tempo, spazio Il punto di vista, posizione fisica, psicologica e ideologica rispetto alla quale vengono rappresentati gli eventi narrati. Può essere interno o esterno alla narrazione, nel primo caso proviene da un personaggio, nel secondo proviene dal narratore; in entrambi i casi è ipotetico piuttosto che reale. Implica tanto un agente che narra quanto uno che focalizza, coinvolge non solo l’apparato percettivo ma fattori come il tipo e la quantità di azioni fornite ,le relazioni tra narratore e atto narrante… Il pdv può essere inteso come il luogo fisico oppure l’orientamento ideologico rispetto a cui si pongono in relazione gli eventi narrati, o anche il pdv visto come voce narrativa, che si riferisce al discorso o agli altri mezzi espliciti tramite quali eventi ed esistenti vengono comunicati al pubblico. Requisito essenziale di ogni narrazione è la presenza di un narratore, quindi anche in un film si dovrà postulare la presenza di un’istanza narrativa. I principali pdv cinematografici sono 3: 1. Visuale oggettiva,spettatore vede un’immagine senza che sia filtrata dal pdv di un personaggio 2. Visuale soggettiva, visione dello spettatore come quella del personaggio 3. Visuale semi-soggettiva, molto vicini a quello che vede il personaggio. Molto frequente nei film è il mutamento del pdv, infatti è una caratteristica dei new media quella di cambiare pdv, in misura asai maggiore succede in tv. Il fatto di adottare pdv differenti e di avere uno “sguardo nomade” è forse la forma più estrema di libertà che la nostra socità sia in grado di offrire. Il personaggio dalla cui prospettiva viene vista la storia è stato definito personaggio focale. Il romanzo ha una natura elastica e flessibile, che James illustra tramite l’immagine della casa dalle mille finestre: ogni autore sceglie di affacciarsi ad una finestra, da cui osserve uno spettacolo unico e irripetibile, il personaggio focale diventa una specifica postazione da cui osservare gli eventi, ed è il raggio che il suo sguardo proietta a circosrcivere il territorio narrabile. Il riflettore è uno specchio ma non troppo lucido: la sua coscienza deve essere offuscata al fine di essere naturale e coerente con la razza umana. Un altro personaggio che contribuisce ad illuminare la situazione narrativa è il ficelle (trucco) un confidente con cui l’osservatore può analizzare i fatti e sottoporre a un giudizio le proprie idee. PROSPETTIVA Visione del mondo soggettiva, propria del narratore e dei personaggi, a causa della pseudorealtà che essi hanno per il lettore egli proietta le sue conoscenze riguardo alle persone reali e la sua individuale visione del mondo, in modo tale che sulla base dei dati testuali il lettore costruisce le varie prospettive insite in un testo e basate sui personaggi. La somma delle relazioni prospettiche di un testo costituisce la sua “struttura di prospettiva” che può essere chiusa quando si distinguono un messaggio chiaro e una visione unificata, o aperta dove i vari pdv sono inconciliabili e sussistono uno accanto all’altro, in questo caso l’assenza di soluzioni precostituite rivela una pluralità di visioni etico-valoriali in conflitto, chiamato anche “polifonia”. La prospettiva è,insieme alla distanza, una delle modalità principali di regolazione dell’informazione narrativa; il termine più astratto “focalizzazione” denota la restrizione delle informazioni narrative relativamente alla percezione, immaginazione e conoscenza di qualcuno. Pouillon ha classificato tre modi di visione: 1. All’interno della mente di un personaggio 2. Pdv narratore onniscente 3. Simile a quella di una telecamera Genette crea tre tipi di focalizzazione: 1. Focalizzazione zero (narratore onniscente che conosce tutto della sotira e sa più dei personaggi che descrive) 2. Focalizzazione interna (pdv di un personaggio), può essere fissa con un solo personaggio per tutta la vicenda, variabile se ci si riferisce a più personaggi, multipla stesso evento visto più volte da personaggi diversi • UNIVERSO NARRATO (perfetto,preterito,imperfetto,pluricheperfetto) I tempi commentativi si alternano durante il testo. Esiste un terzo livello il tempo della narrazione cioè il tempo della produzione del racconto e delle sue strategie comunicative per cui il livello del discorso è suddivisibile in “narrazione” e “testo”. In base alla posizione del narratore nei confronti della storia si possono distinguere 4 tipi di narrazione: ulteriore (passata), anteriore,simultanea e intercalata. Il tempo di lettura comprende la suspense, le aspettative e le mosse interpretative del letttore, è legato all’impatto emotivo e alla psiche individuale. CONOTIPI Letteralmente significa “spazio-tempo” include l’interconnessione tra rapporti spaziali e temporali; in letteratura è stata importata da Bachtin ed è l’indiscindibilità tra spazio e tempo, per il loro condizionamento reciproco nelle opere letterarie, poichè solo attraverso la materializzazione del tempo in spazio gli eventi narrativi diventano rappresentabili. I cronotipi sono dotati di una relativa stabilità tipologica: essi non si danno a livello della singola opera, ma all’interno di una tradizione letteraria,doce testi diversi se ne servono con diversi gradi di intensità; sono peraltro modelli narrativi distinti, in grado di differenziare i generi letterari. Lo storyworld è definibile come una classe di modelli mentali usati per comprendere un discorso organizzato narrativamente, poichè nel cercare di dare un senso a una narrazione gli interpreti tentano di ricostruire non solo ciò che è accaduto, ma il contesto circostante o l’ambiente che racchiude gli enti dell’universo narrtivo, i loro attributi e le azione nelle quali sono coinvolti. Sono ambienti progettati emozionalmente nei quali i lttori sono chiamati a mettere in atto miscele complesse di risposte sognitive e immaginative. Ricoeur sottolinea la funzione narrativa del racconto come luogo in cui il tempo diviene tempo umano, e ciò in due modi: con la configurazione operazioni narrative del linguaggio, e con la rifigurazione cioè la trasformazione dell’esperienza viva del tempo mediante il racconto. La narrazione consente di dare un significato non solo al microtempo evenemenziale commisurato all’individuo ma anche al tempo ciclico. Nell'800 le genealogie familiari agiscono negli intrecci romanzeschi al modo di un sedativo nei conflitti sociali, nel Novecento questo non diminuisce ma svolge funzioni differenti. In questo periodo si ha la creazione del romanzo genealogico basato su 4 caratteristiche fondamentali: 1. Porzioni temporali ampie segnate dal susseguirsi delle generazioni 2. Eclissarsi dell'ambiente esterno 3. Declino e conflittualità all’interno della famiglia 4. Equilibrio tra dimensione intergenerazionale e intragenerazionale . LO SPAZIO Luogo nel quale sono ambientati gli eventi rappresentati,ha un ruolo importante nella narrazione, le sue caratteristiche possono essere significative. Sono pero possibili anche narrazioni dove lo spazio dell'istanza narrativa è in contrasto con quello del narrato. Esistono tre principali tipi di organizzazione spaziale: 1. Testi che contengono spazi contigui dove i personaggi si muovono liberamente da un luogo all’altro 2. Testi con spazi discontinui che consentono la comunicazione solo in circostanze eccezionali 3. Corrispondenza tra oggetti e spazio e la natura spaziale del testo stesso. Nella teoria narrativa la dimensione spaziale è stata a lungo trascurata, si definisce la letteratura come un’arte “temporale" opposta alle arti spaziali come la pittura; invece poi si affermano le potenzialità dello spazio come categoria interpretativa e ridimensiona il ruolo svolto in precedenza dal tempo. Lo spazio vissuto è quello deitticamente orientato cosi come viene percepito nella vita quotidiana , il termine stesso indica che le concezioni umane di spazio includono sempre un oggetto influenzato da uno spazio in una maniera corporea, che sente lo spazio attraverso condizioni esistenziali e stati d’animo; per questo anche le descrizioni spaziali acquisiscono quei significati complessi che hanno sia nella vita reale che nei testi narrativi. La scrittura zoliana è basata sulla ricezione basata sul pdv di un attore partecipante , da cui scaturisce una rappresentazione figurativa di superficie che pone sotto lo sguardo del lettore gli oggetti del mondo naturale quasi invitandolo a collocarsi fra di essi, e che si intreccia a un dispositivo figurativo profondo,il quale regola una dimesione più astratta del discorso;nasce così una forma di linguaggio spaziale. -Spazio della storia,ambiente spaziale immediato che contiene un'azione,range di luoghi che si alternano nella storia -spazio del discorso, tutti gli ambienti che inquadrano le attività del narratore ,nelle narrative filmiche e verbali di solito le scene mutano in modo consistente e i personaggi si muovono liberamente dall’una all’altra Nella narrativa verbale lo spazio è più astratto in quanto viene visto nell'immaginazione e trasformato da parole in proiezioni mentali, la lettura richiede la costruzione di una mappa cognitiva cioè un modello mentale di relazioni non solo temporali ma spaziali. La deissi è l’insieme dei riferimenti alla situazione di un enunciato e il fenomeno che risulta dalla presenza di deittici,ovvero termini o espressioni che in un’esecuzione linguistica si riferiscono al contesto in cui essa è prodotta. Svolge un ruolo cruciale nella narrativa: cambiamenti della descrizione deittica possono aiutare a indicare non solo i confini tra episodi e altre unità narrative, ma a collocare personaggi e narratore in relazione agli intrecci. Tramite i deittici la narrazione apre una finestra concettuale attraverso la quale l’universo finzionale può essere intravisto o piuttosto percorso deitticamente dalla posizione privilegiata di una prospettiva narratoriale. Descrizione: dal pdv narrativo appare come una modalità di sospensione del racconto della storia principale per fare spazio a una digressione che può essere narrativa,riflessiva o descrittiva. Fa appello alla competenza lessicale del lettore,alla sua capacità di attingere alla propria memoria linguistica e alla propria enciclopedia mentale, mentre un testo narrativo stimola la sua competenza logica. Le funzioni della descrizione possono essere: ▲ demarcativa (se sottolinea le articolazioni della narrazione) ▲ dilatoria ( se ritarda l'apparizione di una sequenza logicamente attesa) ▲ Decorativa ( funzione di integrazione in un sistema estetico-retorico) ▲ Indiziaria (se connota in via indiretta la psicologia o il destino dei personaggi) ▲ Tassonomica (se assicura una concatenazione logica) I testi naturalisti tendono ad evitare pause descrittive,preferendo la maniera drammatica. 4 I GENERI DELLA MODERNITÀ Narrazioni brevi Sviluppato gia nella grecia antica, al suo i terno si può distinguere la narrazione aperta (per la sua forma chiusa e sintetica) e la narrazione probablis (di rado verosimile). Si afferma in Francia distinguendosi all’inizio da forme letterarie alte,le principali forme sono: • LEGGENDA DI CARATTERE AGIOGRAFICO • EXEMPLUM • LAI (racconto composto da distici di ottosillabi a rima baciata con tema esclusivo dell’amore) • FABLIAU • VIDA (biografia dei poeti) personaggio ha alle spalle un antenato che gli fa da archetipo, ed è naturale che l’intreccio sia costituito da prolissi e flashback. Il primo impedisce all’evento di concludersi, il secondodestituisce i fatti di ogni motivazione. Il romanzo modernista rinnova le fondamenta della narratività, veicola spiegazioni del mondo percepito attraverso una focalizzazione individuale e anzi opta per l’adozione di molteplici pdv. Si realizza la “narrazione figurale” che è una sorta di fusione tra una in prima persona e una in terza: un narratore in terza (eterodiegetico) racconta eventi filtrati attraverso la prospettiva di un riflettore che diventa il centro di coscenza, per questo a volte vengono chiamati novel od consciousness. Il romanzo postmoderno nasce alla fine degli anni 30 e si limita a decostruire quello moderno. Le sue caratteristiche morfologiche sono almeno due: • Utilizzo di un doppio registro con ibridazione di di due o più stili formali • La metanarralità ovvero squilibrio tra storia e discorso a vantaggio del discorso che vuole rendere palese la natura finzionale della storia Dal 1980 si parla di romanzo contemporaneo con caratteristiche morfologiche che rispecchiano quelle del mondo attuale: • Multilocalità , non più legami con il concetto di nazionalità, luoghi multietnici • Detemporalizzazione, passato inibito perchè non deve influenzare il futuro • Individualismo, valorizzazione libertà del singolo • Forte trazione aneddotica, storia sopravvento sul discorso • Prevalenza focalizzazione interna multipla, narratore osserva dall’interno ma secondo prospettive diverse • Declino descrizioni La nuova tecnologia non sovrasta la morfologia romanzesca. L'IO Il primo storytelling incentrato sul singolo individuo è la biografia, le sue caratteristiche fondamentali sono tre: è un testo scritto e rappresenta la vita reale di una persona , si realizza nella modalità del discorso fattuale cioè deve essere resa come vera. Le biografie tendono ad affrontare il loro oggetto di discorso retrospettivamente e a organizzare il contenuto secondo una coerente struttura causale. Nella biografia è la somiglianza che deve costituire l’identità che costruisce la somiglianza,l’identità è il punto di partenza dell'autobiografia mentre la somiglianza della biografia. Il genere biografico è soggetto al contaminamento con generi più o meno simili dall’altra sussume molti sottogeneri,dall'exempllum,al ritratto rappresentativo ecc… La biografia può essere classificata come una forma di scrittura storica , benché le sue affermazioni valutative e il ricorso a strategie retoriche complesse nella presentazione del materiale storico siano esorbitanti rispetto a ciò che ci si attende normalmente nel contesto della storiografia. Le biografie piuttosti che costruire life stories le producono. Nasce dall'antica Grecia e il suo rappresentante più noto è Plutarco ; i biografi antichi erano interessati alla vita dei capi politici,militari,poeti e filosofi e si occupano più di comporre studi di caratteri con una vocazione all'esemplarità piuttosto che raccontare le storie degli individui, il genere conosce una trasformazione nel Settecento, quando il concetto tradizionale viene sostituito da una concezione dinamica dell'uomo che associa l’individui alla loro irripetibile life story. Due sono le principali conseguenze di ciò: il focus di una biografia passa da uno studio sistematico del carattere alla presentazione narrativa delle life stories. L’ottocento fa un passo indietro. Il novecento è oggetto di numerose critiche , perché gli studiosi sostenevano che la biografia si fonderebbe su un’interpretazione dell'individuo divenuta obsoleta alla luce dei nuovi approcci filosofici e psicologici , in grado di minare il tradizionale concetto di Io. L’autobiografia è un'ampia e non finzionale narrazione in prosa nella quale l'autore passa in rassegna la sua esistenza dal pdv presente e cerca di spiegare gli sviluppi della sua personalità , ma il focus narrativo è sulla vita interiore. È una forma di autoracconto , la distanza temporale tra i due attanti è il punto cruciale della narrazione autobiografica. È raro l'utilizzo della terza persona, essa può esaltare il ruolo del narratore perché l’insieme degli avvenimenti messi in primo piano vanno ascritti a onore dell'eroe,viceversa può succedere che l'affermazione esclusiva dell'io finisca per spersonalizzarlo a vantaggio dell'avvenimento. Nel Novecento la tradizione autobiografica tende a ibridarsi con la forma romanzesca e l'esperienza individuale pare dissolversi nella fiction,dando origine al “romanzo autobiografico". L’autobiografia impone dei pattern alla esistenze reali o ricordate, che non esistano identità unitarie, che il soggetto stesso sia frutto di una costruzione narrativa. Tale concezione di autobiografia come processo creativo ipertesto che mimetico solleva importanti interrogativi relativi allo status del genere: benché si tratti di un genere non funzionale,le dinamiche della memoria,la selezione tematica e la strutturazione narrativa assegnano all’autobiografia un forte grado di finzionalità. Poiché non esistono caratteristiche testuali che possano sottolineare la distinzione tra autobiografia fattuale e finzionale , questo genere si basa su un patto,on base al quale si garantisce al lettore che il discorso non è finzionale: PATTO AUTOBIOGRAFICO Costituiscono delle autorappresentazioni narrative anche la confessione e il diario,questo genere si contrappone alla memoralistica in quanto implica che il parlante desideri di rivelare qualcosa di intimo , sia pure disonorevole o imbarazzante: la tradizione della confessione nelle autobiografie è una componente rivelatoria che può risultare di autoaccusa o autodifesa , ma il narratore enuncia comunque qualcosa che preferirebbe tenere nascosto. Il narratore che si confessa può anche essere ingannevole,cosicché il lettore deve essere colui che scopre le menzogne. Le autoconfessioni sono dunque una testimonianza di quanto sia difficile trovare una verità definitiva riguardo all'Io. Il diario è il resoconto di pensieri,sentimenti o eventi in cui le annotazioni possono essere con o senza data e la cui stesura può essere del tutto occasionale. La sua caratteristica principale è la modalità intercalata di composizione ; viene utilizzata una vasta gamma di tempi narrativi e spesso includono lunghi segmenti di narrazione retrospettiva. Solo a partire dagli anni Sessanta ha ricevuto una crescente attenzione teorica: in un lavoro sia sui diari finzionali che non,con particolare interesse per il diario femminile. Il romance È una favola eroica,che tratta di persone e cose favolose. Descrive,in linguaggio nobile, ciò che non è mai successo e probabilmente non succederà mai . Il novel non è l’opposto del romance ma il prodotto dell’unione di elementi empirici e fantastici nella narrazione moderna. Si intende il romance in due modi: 1. Genere narrativo storico che si sviluppa circa dal 1100 nella Francia settentrionale come una forma di poesia fantastica 2. Modo letterario trans-storico che si colloca al di sopra degli elementi formali tipici del genere, le cui strutture e temi sono utilizzati in forme letterarie diverse. Generalmente si configura con un plot episodico, strutturato in base alla ricerca dell’amore e dell’onore da parte del protagonista,l’ambiente è idealizzato,spesso mitico. Ciò che lo distingue dalla “canzone di gesta" è l’importanza della cortesia e dell’amore verso la donna , il passaggio da una dimensione corale a una più soggettiva. Dal pdv tematico si possono trovare tre tipi di romanzo cavalleresco: 1. Romanzi ispirati a eroi dell’antichità 2. Romanzo che narra vicende d’amore 3. Romanzi che trattano delle leggende celtiche Il romance rappresenta il nucleo di ogni fiction e della visione della vita come ricerca,identificando gli elementi trans-storici nella ricerca di identità da parte dell’eroe attraverso la discesa in un mondo sotterraneo simbolico e un'ascesa verso il soddisfacimento dei desideri. Ciò spiega perché il romance sia una modalità di storytelling finzionale volto all'utopia,il pensieroso utopico tenta infatti di immaginare una società in cui i guasti economici,sociali e politici siano stati risolti lasciando un regno ideale di giustizia e tranquillità. Il xx secolo fa registrare una significativa svolta verso la distopia. Si comincia a temere che, se le società ideali venissero stabilite, ci potrebbe condurre a una stagnazione, alla tirannia e alla soppressione; quindi il sogno è divenuto incubo. Il fantastico ha la caratteristica principale di trattare l’incertezza riguardo la presenza di eventi sovrannaturali, è cioè l’esitazione sperimentata da chi ha familiarità solo con le leggi della natura, quando deve affrontare un evento apparentemente sovrannaturale; il perturbante e il meraviglioso. Si individuano cinque categorie diverse: meraviglioso,meraviglioso- fantastico,fantastico,fantastico-strano,strano Detective fiction, cioè storie riguardanti un investigatore che risolve un crimine, fa scattare una relazione di complicità tra autore e lettore che assomiglia a un gioco condotto secondo precise regole. I suoi elemti tipici sono: atmosfera di mistero, suspense dell’indagine e la presenza dell’investigatore. Il genere si diffonde attorno agli anni quaranta Prevale la modalità epistemica, nel senso che alla base sussiste uno squilibrio conosciuto tra le persone finzionali in quanto nello storyworld è accaduto qualcosa che i suoi abitanti ignorano. Esistono cinque sottogeneri: 1. Detective fiction classica 2. La hard-boiled (investigatore contro le forze criminali che infestano la società) 3. Police procedural (procedure delle indagini fatte da una squadra di agenti) 4. Femminista (investigatore privato donna) 5. Metafisica (il testo stesso è un mistero da risolvere) La n 2 si forma contrapponendosi al principio di costruzione della n 1,cui essa sostituisce il principio costruttivo opposto dell'inseguimento unito a un'enfasi tematica sulle implicazioni sociali ed esistenziali dell’ambiente metropolitano. La n 5 è spesso parodica e decostruzionista,che si struttura sul principio sella sospensione di ogni soluzione. IL NERO Narrativa horror che non si fonda su un insieme ricorrente di temi ma sulla capacità di creare atmosfere, affascina in modo particolare i giovani. Stephen King ha assegnato all'horror un ruolo formativi nel processo di evoluzione della facoltà immaginativa: tutta la lettura è un rifugio dove autori e lettori si rifugiano dalla vita. Qui ci lecchiamo le ferite e ci prepariamo alla prossima battaglia con il mondo reale;il nostro bisogno di luoghi del genere non scema mai soprattutto nel lettore giovane, quindi l’immaginazione creativa muta ma non sparisce. 5. FORME CONTEMPORANEE Intertestualità Ogni testo è circondato da altri testi e da sempre rinnovati contesti. Nel 1966 viene visto per la prima volta il testo come una rete di senso potenzialmente infinita,il prodotto dell'intreccio di differenti codici,discorsi e ideologie secondo una libera modalità combinatoria in cui non vi è più nessun autentico atto di parole ma solo riedizioni e assemblaggi di una langue onnipotente che determina una personalizzazione del processo creativo. Genette sostiene che l'intertestualità è una delle cinque tipologie di transtestualità ossia la relazione di un testo con altri testi,egli definisce: • Intertestualità (testo in un altro testo) • Paratestualità (relazioni di un testo con gli elementi che lo circondano) • Metatestualità (testo oggetto di commento da parte di un secondo testo) • Ipertestualità (relazione che unisce un testo anteriore a un testo posteriore) • Architestualità (relazione tra testo e diverse tipologie di generi discorsivi) Questa teoria è focalizzata sul rapporto fra i testi . Bloom invece la incentra sulla relazione tra gli scrittori e la tradizione letteraria perché ogni autore vive un rapporto conflittuale con gli autori che lo hanno preceduto . Ogni scrittore si trova ad affrontare l'angoscia dell’influenza cercando di guadagnare spazio nella tradizione letteraria attraverso un rapporto dialettico con quelle figure autoriali che lui ha scelto come precursori. La relazione intertestuale può essere colta anche in rapporto ad altri generi letterari per questo vanno identificate: -relazioni intradiegetiche cioè ogni rapporto di variazione tra un modello generico in diversi testi -relazioni extradiegetiche rapporto tra generi letterari e singoli testi risultato di un'interazione con il più ampio contesto culturale Tutti i media sembrano essersi messi in servizio della intertestualità, intesa sia come procedimento retorico-discorsivo che si sviluppa su estensioni testuali limitate, sia come procedimento compositivo più esteso. La citazione: forma più semplice di intertestualità, in essa è impossibile introdurre alcuna variazione nell'enunciato ripetuto, ma può anche essere assimilato al testo che lo accoglie tramite artifici come le virgolette. Può assumere la forma di nota dj margine e può svolgere una funzione autoritaria,erudita,amplificatoria… L'allusione:figura di pensiero che consiste nel riferirsi a qualcosa senza nominarlo esplicitamente,lasciando al destinatario il compito di decodificare ciò che viene indicato in modo ellittico o indiretto. È complessa perché l’autore evoca la memoria del destinatario. La parodia: ricontestualizzazione di un ipotesto da parte di un ipertesto. Per Aristotele la parodia era prevalentemente satirico-burlesca,caratterizzata da un tomo canzonatorio nei confronti dell ipotesto du riferimento. Oggi è legata all'ironia ,tenta di innestare un confronto tra i testi coinvolti. Il pastiche: mescolanza di imitazioni di caratteristiche formali della scrittura di un autore (satirico) ma esiste anche quello ludico. Riscrittura posmoderna: convinzione che tutto sia già detto,vengono riscritte finzioni di finzioni . Rielabora non solo i testi ma anche i valori soggiacenti a quel testo. Può assumere la forma di trasposizione,espansione o dislocazione. Metafinzionalità: narrazioni costituite sul principio di un'opposizione fondamentale e prolungata tra illusione finzionale e la sua stessa messa a nudo. In ogni finazione ci sarà un’illusione di singolarità infranta perchè ogni racconto incorpora l’insieme dello storyworld,con i suoi infiniti sentieri e le sue illimitate alternative. Tansfinzionalità: quando due o più testi condividono elementi, solitamente cela il legame mimetico con altri testi nè cita o riconosce le proprie fonti,utilizzando personaggi e ambientazioni del testo primario e ipotesto come se esistessero indipendentemente. Mette in discussione l’autonomia delle narrazioni. Narrazione controfattuale: modifica in via epotetica un evento del passato,creando n nuovo scenario narrativo: vi si ricorre come metodo analitico delle scienze politiche e sociali. L’incidenza crescente dell’intermedialità nella fiction è solo uno degli aspetti di ciò che potrebbe essere chiamata la “svolta intermediale” nella cultura occidentale a partire dal modernismo. Hansen-love conia il termine intermedialità che comporta l’attraversamento dei confini tra i singoli media, e pertanto riguarda le relazioni “etero-mediali” tra complessi semiotici differenti o tra parti differenti di un complesso semiotico. I media infatti non vanno pensati come indipendenti o contrapposti, bensì come operanti su presupposizioni reciproche. Il termine viene esteso riguardando fenomeni intracompositivi , ossia documentabili all’interno di un’opera in termini di partecipazione diretta o indiretta da parte di più di un medium al significato o alla struttura di una certa entità semiotica. Questo non può intendere solo le narrazioni verbali ma include anche teatro,cinema, danza... L’intermedialità intracompositiva ha un’incidenza più profonda sull’organizzazione del testo, e ciò in una duplice foma. La più comune è la multimedialità. Ogni volta che due o più media sono presenti in una data identità semiotica si creano degli ibridi mediali che risultano prevalenti nell’attuale sistema comunicativo. Meno comune è il riferimento intermediale dove le opere paiono essere omogenee da un pdv mediale e semiotico si realizza solo in modo indiretto e nascosto, esso è sempre esistito e può avere tre varianti: 1. Citazione 2. Evocazione, si imitano gli effetti di un altro medium 3. Imitazione intermediale formale,tentativo di dare una forma al materiale semiotico in modo tale da fargli acquisire una somiglianza formale con la struttura tipica di un altro medium In nuovi media rimodellano i vecchi e allo stesso tempo i vecchi devono riproporsi in frome nuove per tenere il passo e rispondere alla sfida. La remediation avviene secondo due modalità distinte: 1. Immediatezza trasparente, eliminando l’interfacciamento
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