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La confessione come genere letterario - Zambrano, Sintesi del corso di Filosofia

Nel libro si analizza questo genere chiamato confessione, inaugurato secondo l'autrice da Agostino. Tramite la confessione è possibile riavvicinare vita e verità.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 24/05/2021

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alessandro-garrisi 🇮🇹

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Scarica La confessione come genere letterario - Zambrano e più Sintesi del corso in PDF di Filosofia solo su Docsity! LA CONFESSIONE COME GENERE LETTERARIO – Zambrano Nel testo della Zambrano viene affrontata una questione importante, che sembra essere stata ignorata dalla riflessione filosofica. La filosofia infatti, quella definita più pura, non si è posta il problema della sua influenza sulla vita. Essa insegue la verità con la ragione, ma chi lo fa è comunque un uomo, dotato non solo di razionalità. Accade quindi che egli possa cercarla o fuggirla; la verità, infatti, trasforma la vita. La Zambrano si sofferma proprio su questo passaggio, sul rapporto tra la verità e la vita, un rapporto complicato. La ricerca della verità comporta infatti una trasformazione, una conversione. Tra i due però, ci insegna Platone, c’è un intermediario: l’amore. Quando questo riesce ad essere presente nella conversione che la verità produce, la vita è rigenerata positivamente, perché la verità ha saputo appunto innamorarla. Il dramma nasce proprio qui, quando questo passaggio non avviene; secondo la scrittrice, colpevole di ciò è la filosofia moderna. Essa, man mano che ci si allontanava da Cartesio, non ha preteso di riformare la vita, e questa a sua volta rifiutava di convertirsi. Ciò che mancava alla filosofia moderna è il suo mito della Caverna. Senza di esso la verità platonica non sarebbe stata possibile, la vita non si sarebbe convertita. Ciò che è venuto meno quindi, è proprio quel momento iniziatico, quel processo che necessita di tempo ed elaborazione, per fare in modo che la vita lentamente accolga la verità, con amore e senza serbare rancore di fronte alla realtà delle cose. Vita e ragione si insuperbirono senza correggersi l’una con l’altra, senza che la vita fosse rischiarata dalla ragione e la ragione sottomessa alla vita. L’uomo della cultura moderna rimaneva confuso e abbandonato. Al contrario, l’uomo analfabeta dell’antichità o del medioevo riusciva a giungere a una verità che ordinasse la sua vita, a qualcosa che gli desse il senso del suo passaggio sulla terra, nonostante l’inaccessibilità alle riflessioni aristocratiche più profonde. Dov’è la verità che la ragione moderna ha offerto all’uomo semplice, all’uomo e basta? Non c’è, o meglio quella che gli veniva offerta sapeva solo insuperbire e offendere la vita, perché non sapeva innamorarla. La verità razionale esige per la vita una trasformazione violenta, senza offrirle qualcosa in cambio. “Risulta difficile accettare la verità così com’è, perché una volta accettata ci si deve sottomettere ad essa”, ha detto Nietzsche. Il motivo per il quale la verità moderna ha offeso l’uomo è sostanzialmente questo: non porta in sé la giustificazione della speranza umana. D’altra parte però, la filosofia che non ha umiliato la vita ha umiliato sé stessa, perché si è illusa, si è allontanata dalla verità, si è imbrogliata. Come fare in modo che vita e verità s’intendano? Quello strano genere chiamato confessione ha mostrato quel cammino tramite il quale la vita si avvicina alla verità. E’ un genere di crisi, non necessario quando vita e verità si accordano da sole, indispensabile quando sorge la distanza, la divergenza. Secondo Zambrano, è per questo che sant’Agostino inaugurò il genere così splendidamente, perché è l’uomo offeso, abbandonato, come l’uomo moderno, che alla fine però fa amicizia con la verità. LA CONFESSIONE Prima di Agostino Giobbe (Antico Testamento) o Cesare e Catullo Somiglianza romanzo e poesia Anche il romanzo si avvicina alla vita, raccontandola, e può parlare della sofferenza dell’uomo, della crisi. Tuttavia il romanzo racconta, non confessa, non comunica esplicitamente almeno, il percorso con cui supera la crisi, tramite il quale il lettore può immedesimarsi. Compito della Confessione è la rinascita, la trasformazione positiva. E’ possibile individuare due movimenti: - Disperazione fuga da sé - Speranza ricerca di qualcosa che illumini e sostenga il sè Con la disperazione, inizio di ogni Confessione, si dà la rivelazione di ciò che l’uomo prova quando non ha più nulla e fugge da sé. Ma è nella speranza di convertire ciò che la rivelazione della vita si attua davvero: uscendo da sé la vita cerca oltre se stessa quella verità, quella compiutezza che le faccia trovare la sua figura, la sua unità. La confessione è quindi considerata come un vero e proprio metodo; che si rende necessario in un momento di crisi. Per Zambrano solo Agostino, autore della prima Confessione nella storia dell’Occidente, è riuscito a mostrare in tutta la sua chiarezza e pienezza questo genere letterario. Egli parte proprio dalla frattura tra la vita e la realtà, che nella sua esperienza personale si concretizza nell’inimicizia tra lui e la divinità, realtà suprema. E’ la condizione più tipicamente umana. Il rimedio a questa scissione interiore è quello del ricordo, che offre un esempio di quella unità che ormai non c’è più.
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