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La Consulenza Educativa: Origini, Ruoli e Importanza in Italia, Sintesi del corso di Pedagogia

Psychology of EducationCommunication in EducationCounseling PsychologyFamily Therapy

La consulenza educativa in Italia, dalla sua origine nel 1948 con 'La Casa' a Milano, al ruolo del consulente familiare e l'istituzionalizzazione della funzione dei consultori famigliari con la Legge 405/1973. Viene inoltre discusso il concetto di comunicazione non verbale e il ruolo della qualità della comunicazione nella educazione.

Cosa imparerai

  • Che anno venne fondata la prima realtà consultoriale in Italia?
  • Che ruoli hanno i consulenti famigliari?
  • Come la comunicazione non verbale influenza l'educazione?

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 24/11/2022

nora-khammich
nora-khammich 🇮🇹

4.5

(2)

4 documenti

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Scarica La Consulenza Educativa: Origini, Ruoli e Importanza in Italia e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! LA CONSULENZA EDUCATIVA Il bisogno di aiuto è una situazione di sofferenza e di difficoltà, causate da eventi critici, che mettono a dura prova la capacità di adattamento del soggetto. La consulenza serve a migliorare le abilità del soggetto a prendere decisioni nel momento di crisi, perchè nel momento di crisi si ha una ridotta capacità di prendere decisioni. La consulenza educativa è una forma di aiuto, che viene offerta alla persona per la sua piena realizzazione, aiutando il soggetto a superare e affrontare i problemi, aumentando la sua autonomia attraverso lo sviluppo delle sue potenzialità e capacità. Il fine dell'educazione è lo sviluppo di una persona autonoma, libera e consapevole per conquistare spazi di autonomia per non rendere le persone soluzione dei nostri problemi. I MODELLI DI ORIENTAMENTO L'orientamento è un percorso educativo, per capire chi sono e la direzione e la meta a cui voglio arrivare e avere il progetto e l'itinerario. L'orientamento si è evoluto in rapporto ai cambiamenti sociali economici e culturali ( Industrializzazione), con questa evoluzione sorge il bisogno di una nuova figura che orienti nei campi in cui poter agire. E così nasce una pratica professionale che si evolve in fasi: VEDI SLIDE. IL CONSULENTE FAMIGLIARE Il consulente famigliare e il suo intervento di counselling si sono affermati internazionalmente nel periodo compreso tra le due guerre, si inizia con i primi servizi di consulenza matrimoniale in USA e contemporaneamente in Finlandia. – In Germania e in Austria la consulenza è legata sopratutto a fattori come il controllo demografico all'informazione sessuale e agli interventi sanitari – Negli USA viene erogata la consulenza con interventi di natura psicologica e sociologico – -Negli anni 30 si delineano due diverse modalità do accostamento delle problematiche matrimoniali e famigliari. La prima realtà consultoriale in Italia nasce nel 1948 con Don primo Leggeri “LA CASA” a Milano nel 1948, esso operava già a favore delle famiglie nel 1943, il servizio consultoriale veniva erogato principalmente quando si verificavano • Disarmonie coniugali • Scarsa preparazione psicologica • Difficoltà di tipo economico e psicologico • Con una robusta attenzione alle problematiche prematrimoniali, sopratutto per quanto riguarda i giovani che vogliono dar vita a una nuova famiglia. • Viene avvalorato anche il lavoro d'equipe più figure interne per un risultato completo ed efficace Si arriva quindi nel 1957 alla riunione della commissione dei consultori matrimoniali a Bruxelle a descrivere il consultorio famigliare come un servizio connotato da attività come: – EDUCAZIONE GENERALE – PREPRAZIONE AL MATRIMONIO – CONSULENZA MATRIMONIALE – CONSULENZA: Il cliente è aiutato a vivere la sua vira con successo, il consulente aiuta infatti a comprendere ciò che dovrebbe fare e quindi a farlo, deve conquistare la stima dell'utente e deve avere una personalità ben strutturata. Il consulente famigliare Il consulente famigliare ha il compito di accogliere e seguire il caso,attraverso una serie di colloqui, aiutando l'utente a esaminare la situazione e prendere scelte libere e responsabili. • Deve avere delle competenze e capacità certificate con una specifica laurea che assicuri approfondimenti di base scientifico-culturale • Una discreta conoscenza dei vari ambiti che interessano la consulenza • Capacità di condurre colloqui • Capacità di collaborare con i servizi territoriali • Caratteristiche personali quali personalità armonica, serenità affettiva, sessuale e un buon equilibrio interiore • Esperienza nel trattare le problematiche U.C.I.P.E.M Dopo l'esperienza dell'istituto la casa sorgono in Italia altre realtà consultoriali infatti nel 24 marzo 1968 a Bologna un gruppo di 29 consultori privati dà vita all'ucipem: 1. Primo Periodo (1968/1973) : Sviluppo dell'intuizione di Don Leggeri, con una metodologia elaborata da Carl Rogers, non direttività, avvaloramento utente, peso sull'equipe di lavoro. 2. Secondo Periodo (1973/1981): è caratterizzato dalla ricerca di una sua identità perchè si vede nascere accanto consultori pubblici con la legge 405 e l'istituzione di consultori di ispirazione cristiana, spicca a livello nazionale per la sua laicità e approccio psico-sociale 3. Terzo Periodo (1981-1987): Nasce l'esigenza di risposte mirate all'emergere di nuove problematiche si pone l'urgenza di avere nuove figure professionali quali il consulente famigliare e il supervisore. LEGGE 405/1973 Sancisce e istituzionalizza la funzione dei consultori famigliari, prolungata allo scopo di fornire un aiuto concreto alle famiglie come protagoniste della crescita ed educazione dei suoi membri. Al consultorio è assegnata la funzione di aiutare la famiglia ed affrontare nel modo migliore i propri stadi di sviluppo e i compiti evolutivi che li contraddistinguono. Nel 1978 successivamente la legge 405, nasce la confederazione nazionale dei consultori famigliari di ispirazione cristiana, con l'obiettivo di favorire la nascita di consultori di ispirazione cristiana in ogni diocesi, con apposito seminario di formazione e aggiornamento. Regole prodotte da un equipe californiana ( Mental research institute ) che dettano i principi base, inconfutabili della comunicazione umana, sono sostanzialmente 5 assiomi: 1. Primo assioma: Non esiste una “non comunicazione”, comunichiamo sempre con le parole, con i comportamenti e anche con il silenzio. 2. Secondo assioma: Il contenuto da solo spesso è ambiguo e si stabilisce in base alla relazione, quest'ultima classifica il contenuto comunicato 3. Terzo assioma: La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. In base alla punteggiatura nella comunicazione possiamo avere più versioni della “causa” e “effetto”. es. AB BA 4. Quarto assioma: Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico ( un buon educatore media tra i due moduli e sa quando comunicare con quello verbale, numerico e analogico ossia non verbale) sia con quello analogico. 5. Quinto assioma: Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull'uguaglianza o sulla differenza. Simmetrici, uguaglianza l'atteggiamento di una persona corrisponde al comportamento uguale dell'altro. Complementari, poggia invece sulla differenza della persona coinvolte nella comunicazione posizione superiore o inferiore per carattere o per ruolo sociale-culturale. La comunicazione, un processo globale Quando si costruisce una relazione l'altro ci percepisce con la nostra globalità l'educatore deve raccogliere “indizi” e tenere a mente che spesso chi chiede aiuto è in una situazione di incongruenza ( incoerenza tra ciò che fa e dice), l'educatore invece deve essere CONGRUENTE per aumentare l'efficacia della relazione. Per un ascolto efficace: • Ascoltare per capire che cosa si vuol dire, non per essere pronti a replicare (creare fiducia) • Ciò che viene detto dall'altro contiene qualcosa di più significativo delle parole che si trovano nel dizionario che egli adopera • Non interpretare troppo rapidamente, cercare di immettersi nei panni dell'altra persona (empatia) • Mettere da parte le proprie opinioni e il proprio punto di vista mentre si ascolta, appunto perchè sono persone incongruenti, per far scattare la fiducia bisogna garantire che ciò che dirà è usato per crescere e non per essere giudicato • Non preparare la risposta mentre si ascolta • Mostrare interesse • Non interrompere • Cercare aree di accordo, cercare di comunicare la propria empatia • Per non deformare ciò che cerca di dirci a fine ascolto la cosa più efficace da fare è chiedere se si ha capito se è questo che si intende LA CONSULENZA EDUCATIVA La relazione d'aiuto si occupa di migliorare le abilità decisionali del soggetto infatti il consulente deve favorire soluzioni ma anche strutturare un luogo e un atmosfera (setting). • La relazione d'aiuto si concentra su chi chiede aiuto, il consulente con l'accettazione e la considerazione positiva sviluppa una distanza psicologica che giova ed evita che l'utente si senta trascurato e che sviluppa una dipendenza. Rogers ha identificati delle condizioni affinché si possa avviare un processo di consulenza ( relazione di aiuto). – Relazioni significative tra due persone – Utente in stato di incongruenza (ansia o vulnerabilità) – Operatore in stato di congruenza ( l'esigenza che l'operatore sia profondamente se stesso) – Sentimenti di considerazione positiva – Comprensione autentica ( del sistema interno della persona) – Comunicazione della comprensione da parte dell'operatore della sua comprensione autentica e la sua considerazione positiva La Consulenza educativa mira al superamento delle difficoltà che la persona incontra nel proprio cammino di crescita e di sviluppo, aumentando la sua capacità di chiedere aiuto e di mettere in atto strategie efficaci per affrontare i compiti evolutivi che la vita richiede. EMPATIA Empatia significa letteralmente ciò che si prova dentro, sentire dentro. La comprensione empatica, Rivelare e comprendere il mondo soggettivo dell'altro. Il soggetto deve essere capace di “sentire” i sentimenti dell'altro “come se” fossero i suoi senza però mai confondere con essi i propri. Il soggetto capace di empatia muove dall'intenzione autentica di comprendere l'altro nella sua propria lingua. L'empatia è un'esperienza radicale che coinvolge la totalità della persona e, pur non essendo un fenomeno unitario e unidimensionale non può essere riduttivamente intesa come un processo cognitivo, l'empatia è sempre un'esperienza emotiva, poiché richiede in ogni caso una condivisione di affetti, se pure con un diverso grado di sofisticazione nella mediazione cognitiva. Per un ascolto efficace, è uguale a quello sopra. Modello multidisciplinare dello sviluppo dell'empatia • EMPATIA PER CONTAGIO EMOTIVO • EMPATIA PER CONDIVISIONE PARALLELA • EMPATIA PER CONDIVISIONE PARTECIPATA • EMPATIA PER CONDIZIONI GENERALI 1. Empatia per contagio emotivo: riguardo a questa fase di sviluppo dell'empatia gli studi partono dalla teoria dell'attaccamento ovvero che ognuno ha la predisposizione innata alla condivisione degli stati emotivi altrui, dalla nostra nascita con assenza di mediazione cognitiva e senza differire tra sé e l'altro 2. Empatia per condivisione parallela: Sollecita il soggetto a riconoscere e comprendere le emozioni altrui associando l'accaduto ad un esperienza personale, quindi lo stato emotivo dell'altro rimane sconosciuto. L'empatia egocentrica appunto non riconosce l'altro ma l'attivazione emotiva per l'evocazione di un fatto accaduto alla persona 3. Empatia per condivisione partecipata: Per giungere a questa fase è necessario aver superato l'egocentrismo e sperimentare le emozioni dell'altra persona avendo chiaro che si tratta di emozioni separate da sé, per giungere quindi a questa consapevolezza dell'altrui prospettiva bisogna avere una sofisticato grado di mediazione cognitiva e emotiva 4. Empatia per condizione generale: In fine l'empatia per condizioni generali richiede una mediazione cognitiva molto sofisticata, avere la consapevolezza di sé e degli altri come persone che hanno una continuità nel tempo con una storia e una identità propria e il tutto poi sfocia nella possibilità di percepire la condizione dell'altro e la rappresentazione ipotetica del vissuto di interi gruppi sociali (disabili, malati ecc.) EMPOWERMENT Processo di ampliamento della potenzialità del soggetto, della coppia o della famiglia, in modo da aumentare le abilità e le possibilità di controllare attivamente la propria vita. Far crescere il potere dell'altro, dare a chi non è in grado di decidere il potere di farlo. Gli interventi centrati sulle competenze permette di vedermi in maniera diversa, perché aumenta l'autonomia, attraverso l'empowerment si sollecita le competenze degli altri. Dalla Crisi al Progetto – La crisi può essere anche un opportunità per andare avanti – L'empowerment ci permette di crescere con gli altri abbiamo tutti bisogno di altri per capire il nostro valore. IL COLLOQUIO
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