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La corrente artistica del Manierismo, Slide di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Si analizza esaustivamente questa corrente artistica che ha colpito il sedicesimo secolo. Questo materiale è ottimo per lo studio ma anche per una esposizione davanti alla classe.

Tipologia: Slide

2019/2020

In vendita dal 26/07/2022

Jacopo_Fantozzi
Jacopo_Fantozzi 🇮🇹

4.9

(8)

42 documenti

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Scarica La corrente artistica del Manierismo e più Slide in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Il Manierismol i i Grazia, licenza, difficoltà Il manierismo è una corrente artistica italiana, soprattutto pittorica, del XVI secolo che si ispira alla maniera, cioè lo stile, dei grandi artisti che operarono a Roma negli anni precedenti, in particolare Raffaello Sanzio e soprattutto Michelangelo Buonarroti. Fino a molti anni fa il termine <<Manierismo>> veniva impiegato con significato negativo di “imitazione”. A detta del Vasari, non era sufficiente imitare la natura, servendosi soltanto dei propri mezzi, che potevano essere limitati; occorreva, allora prendere a modello anche le opere di coloro che nell’imitazione della natura erano stati riconosciuti perfetti. Questo tipo di operazione, però, comportava l’apprendimento dello stile, della maniera di un grande. Autoritratto di Giorgio Vasari La sua arte tenta di conciliare la ricerca volumetrica michelangiolesca e l’effetto luminosistico dello sfumato leonardiano Donna seduta ca 1535-1543 Ricorda esempi scultorei di Michelangelo (i nudi delle Cappelle Medicee) Deposizione - ca 1526 -1528 La scena ha un’ambientazione innaturale e i personaggi sono disposti secondo una tragica composizione teatrale. Ogni corpo è esageratamente esile, snodato, allungato. Rosso Fiorentino i ti Giovan Battista di Jacopo Firenze 1494 – Fontainebleau, 1540 Il Rosso ottiene il dramma per la volumetria angolosa che sfaccetta le figure, per il movimento convulso di alcuni personaggi, per i colori intensi prevalentemente rosseggianti stagliati sulla distesa uniforme del cielo. Le deformazioni dei corpi e dei volti giungono all'estrema esasperazione: il vecchio affacciato dall'alto sulla croce ha il viso contratto come una maschera. La disposizione asimmetrica delle scale genera un moto violento, accentuato dall'incertezza degli appoggi degli uomini che calano il corpo di Cristo, mentre la luce incide da destra con forza, creando aspri urti chiaroscurali. Giulio Romanoi li Giulio Pippi - ca 1499 –1546 Ogni facciata è diversa dalle altre: quella settentrionale ha un ingresso a tre aperture, mentre quella meridionale non è stata realizzata. Le mura sono trattate a rustico e scandite a intervalli regolari da un ordine a pilastri dorici; Palazzo Te 1525 - 1534 I timpani spezzati e parti di trabeazione scivolate in basso nel cortile interno danno l'idea che l'edificio abbia subito una modificazione in seguito ad un terremoto e si ha quindi un forte effetto dinamico. Palazzo Te 1525 - 1534 La facciata che dà sul giardino è sormontata da un timpano e anticipa con colonne quadruplici la Loggia di Davide. Palazzo Te 1525 - 1534 Palazzo Te 1525 - 1534 Autoritratto di Giorgio Vasari Giorgio Vasarii r i s ri Arezzo 1511 – Firenze 1574 Il Vasari fu reso famoso dal trattato “Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri”, scritto in due diverse edizioni (1550, 1568) e preceduto da un'introduzione di natura tecnica e storico-critica sulle tre arti maggiori (architettura, scultura e pittura). Un proemio introduce ognuna delle tre parti. Descrive vite ed opere degli artisti da Cimabue in poi, sostenendo che solo gli artisti fiorentini hanno fatto rinascere l'arte dal buio del Medioevo, talvolta esponendo idee per partito preso. Si può comunque dire che Vasari con quest'opera è stato l'iniziatore della critica artistica e molti artisti toscani devono la loro celebrità internazionale all'opera di valorizzazione e divulgazione da lui iniziata, molto prima che si cominciassero a studiare altre scuole, seppur altrettanto importanti (come la scuola romana del Duecento, la pittura dell'Italia settentrionale del Quattro e Cinquecento), ma tutt'oggi sconosciute al pubblico non specializzato. “I Fiorentini sconfiggono i pisani alla Torre di San Vincenzo”. Affresco. Firenze Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento. L'affresco, del 1567 - 1572, è collocato nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Ha carattere celebrativo per i Medici e stile michelangiolesco (corpi muscolosi, posture, ecc). La prima impressione del dipinto che cattura subito l'occhio dell'osservatore è l'infittimento dei personaggi e degli oggetti dipinti e quindi le figure si affollano, le immagini tra di loro si confondono e le immagini vengono rappresentate più grandi, in primo piano e via via sempre più piccole sullo sfondo per dare l'impressione degli oggetti in lontananza. Nessun segno visivo di linee convergenti tra loro. “I Fiorentini sconfiggono i pisani alla Torre di San Vincenzo”. Affresco. Firenze Palazzo Vecchio, Salone dei Cinquecento. Stile Michelangiolesco: Colori e grandi corpi muscolosi Nel 1574 iniziò la decorazione della cupola di Santa Maria del Fiore, realizzando le figure più vicine alla lanterna, ma alla sua morte il lavoro venne in larga parte terminato da Federico Zuccari. L’esecuzione del tema teologico e strettamente imbrigliato nelle regole della controrifornma e in riferimenti biblici. “Giudizio Universale”: Scandito da fasce concentriche su otto vele si conclude con un'architettura in prospettiva, nelle cui otto nicchie si trovano i vegliardi dell'apocalisse, che schiaccia la cupola, abbassandola. L‘affresco è molto minuzioso e particolareggiato, anche se viene visto dal basso, a notevole distanza. I colori sono cangianti, ricchi di varietà, ma nella singola figura, non nel complesso che ha come tema centrale la teologia. “Giudizio Universale”: I dottori della chiesa e i Profeti y “Giudizio Universale”: Il dono di Intelligenza VAI L’Architettura del Vasari : Uffizi Il progetto, prevedeva un edificio a forma di U, costituito da un braccio lungo a levante, che doveva incorporare anche l'antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio, da un tratto breve affacciato sul fiume Arno e da un braccio corto a ponente, inglobando la Zecca Vecchia. I tre corpi di fabbrica presentano lo stesso modulo: a pianterreno un loggiato architravato con volta a botte, delimitato da pilastri con nicchie, finestre architravate al primo piano, infine l'ultimo piano destinato all'uso privato del duca.
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