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La coscienza di Zeno: analisi del terzo romanzo di Italo Svevo, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Un'analisi del terzo romanzo di Italo Svevo, La coscienza di Zeno, pubblicato nel 1923. Il romanzo si differenzia dai precedenti per l'adozione di nuove soluzioni narrative e per la presenza di un impianto autodiegetico. Il racconto non segue una successione cronologica lineare, ma si basa su un tempo soggettivo che mescola passato e presente. Il protagonista-narratore è un inetto appartenente alla ricca borghesia, che conduce una vita oziosa e scioperata. i temi principali del romanzo e la struttura narrativa adottata da Svevo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

In vendita dal 03/07/2022

esposito.angy
esposito.angy 🇮🇹

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Scarica La coscienza di Zeno: analisi del terzo romanzo di Italo Svevo e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! IL TERZO ROMANZO: LA COSCIENZA DI ZENO Il nuovo impianto narrativo: Il terzo romanzo appare nel 1923 e appare molto diverso dai precedenti. Questo perché quegli anni furono cruciali nell’evoluzione interiore dello scrittore, ma anche densi di trasformazioni radicali nell’assetto materiale della società europea, nelle concezioni del mondo, nelle correnti letterarie e artistiche. –> Si era verificata la Prima guerra mondiale, che aveva chiuso un’epoca e sul piano culturale si era assistito all’imporsi di correnti filosofiche che superavano il Positivismo, all’esplodere di avanguardie letterarie ed artistiche, all’affacciarsi della psicoanalisi e della teoria della relatività. Svevo abbandona il modello ottocentesco (matrice naturalista, narratore esterno ed anonimo e focalizzazioni sui personaggi) e adotta soluzioni nuove. Per gran parte la Coscienza di Zeno è costituita da un memoriale, o confessioni autobiografica, che il protagonista Zeno Cosini scrive su invito del suo psicoanalista, il dottor S., a scopo terapeutico, come preludio che dovrebbe agevolare la cura vera e propria. E lo scrittore finge che il manoscritto di Zeno venga pubblicato dal dottor S. stesso, per vendicarsi del paziente, che si è sottratto alla cura frodando al medico il frutto dell'analisi (tutto ciò viene spiegato dal dottore in una prefazione, con cui si apre il libro). Al testo del memoriale si aggiunge infine una sorta di diario di Zeno, in cui questi spiega il suo abbandono della terapia e si dichiara sicuro della propria guarigione in coincidenza con i successi commerciali ottenuti durante la guerra con fortunate speculazioni. Il romanzo è dunque narrato dal protagonista stesso, dietro la finzione narrativa dell’autobiografia e del diario, pertanto ha un impianto autodiegetico. Il trattamento del tempo: Il trattamento del tempo è chiamato da Svevo “tempo misto”. –> Il racconto non presenta gli eventi nella loro successione cronologica lineare, inseriti in un tempo oggettivo, ma in un tempo soggettivo, che mescola piani e distanze, in cui il passato (il tempo vissuto) riaffiora continuamente e si intreccia con infiniti fili al presente (il tempo del racconto), in un movimento incessante, in quanto resta presente nella coscienza del personaggio narrante. Da qui deriva la struttura particolare del racconto, che non è lineare, progressiva, ma si spezza in tanti momenti distinti. La ricostruzione del proprio passato operata da Zeno si raggruppa intorno ad alcuni temi fondamentali, a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo. –> Eventi contemporanei possono essere così distribuiti in più capitoli successivi, poiché si riferiscono a nuclei tematici diversi, e, inversamente, singoli capitoli, dedicati ad un particolare tema, possono abbracciare ampi segmenti della vita di Zeno. La narrazione va continuamente avanti e indietro nel tempo, seguendo la memoria del protagonista, che si sforza, per obbedire allo psicoanalista, di ricostruire il proprio passato. Dopo la prefazione del dottor S. ed un preambolo in cui Zeno racconta i propri tentativi di risalire alla prima infanzia, gli argomenti dei vari capitoli sono:  Il vizi del fumo e i vani sforzi per liberarsene  La morte del padre  La storia del proprio matrimonio, il rapporto con la moglie e la giovane amante  La storia dell'associazione commercia le con il cognato Guido Speier  Alla fine si colloca il capitolo Psico-analisi, in cui Zeno sfoga il proprio livore contro lo psicoanalista e racconta la propria presunta guarigione Le vicende:  Il protagonista-narratore è una figura di "inetto”: appartenente alla ricca borghesia è un incostante che negli anni giovanili conduce una vita oziosa e scioperata, passando da una facoltà universitaria all'altra, senza mai giungere ad una laurea e senza dedicarsi ad alcuna attività seria. Il padre, facoltoso commerciante, non ha la minima stima per il figlio, e nel testamento lo consegna in tutela al fidato amministratore Olivi, sancendo così la sua immaturità e la sua irresponsabilità infantile.  I rapporti col padre sono improntati alla più classica ambivalenza: pur amandolo sinceramente, Zeno, con il suo ozio e la sua inconcludenza non fa che procurargli amarezze e delusioni, rivelando così inconsci impulsi ostili ed aggressivi.  Il vizio del fumo, a cui Zeno collega intollerabili sensi di colpa, ha nel suo fondo inconscio proprio l'ostilità contro il padre, il desiderio di sottrargli le sue prerogative virili e di farle proprie. Quando già è sul letto di morte, il padre lascia cadere un poderoso schiaffo sul viso del figlio che lo assiste, e Zeno resta nel dubbio angoscioso se il gesto sia il prodotto dell'incoscienza dell'agonia o scaturisca da una deliberata intenzione punitiva, e cerca quindi disperatamente di costruirsi alibi e giustificazioni per pacificare la propria coscienza, per dimostrare a se stesso di essere privo di ogni colpa nei confronti del padre e della sua morte (che in realtà, nel suo inconscio fortemente desiderava).  Privato della figura paterna, l'inetto Zeno, che ha sempre bisogno di appoggiarsi ad un "padre", va subito in cerca di una figura sostitutiva, e la trova in Giovanni Malfenti, uomo d'affari che incarna l'immagine tipica del borghese, abile e sicuro nell'attività pratica, dalle poche ma incrollabili certezze, dominatore incontrastato del suo mondo, costituito dal lavoro e dalla famiglia. Malfenti è dunque il modello di uomo con cui l'inetto Zeno non riesce più a coincidere, come non vi riuscivano i suoi predecessori. Alfonso ed Emilio, e rappresenta perciò nel sistema dei personaggi l'Antagonista.  Zeno decide di sposare una delle sue figlie, si direbbe solo per "adottarlo" come padre. Si innamora della più bella, Ada, ma con il suo comportamento goffo e stravagante sembra far di tutto per alienarsi i sentimenti della ragazza (che peraltro è già fidanzata). Respinto da lei, rivolge la domanda di matrimonio alla sorella minore Alberta, e, al rifiuto anche di questa, fa la sua proposta alla sorella più brutta, Augusta. In realtà Augusta era la moglie che Zeno aveva scelto inconsciamente: si rivela infatti la donna di cui egli ha bisogno, sollecita e amorevole come una madre, capace di creargli intorno un clima di dolcezza affettuosa e di sicurezza.  Augusta, come il padre, ha un limitato ma solido sistema di certezze, che ne fanno un perfetto campione di "sanità" borghese. È l'antitesi di Zeno, che è invece irrimediabilmente "diverso", incapace nel suo intimo di integrarsi veramente in quel sistema di vita e di concezioni, anche se vi aspira con tutte le sue forze, in un disperato desiderio di normalità e "salute". Zeno è "malato": la sua malattia è la nevrosi, che simula tutti i sintomi della malattia organica. Egli proietta nella malattia la propria inettitudine, ed attribuisce la colpa dei propri malanni al fumo: la sua esistenza è pertanto costellata da tentativi di liberarsi dal vizio, nella convinzione che solo così potrà avviarsi verso la "salute", non solo fisica ma morale e sociale, cioè diventare un borghese degno di questo nome, ma questi tentativi finiscono sistematicamente nel nulla.  Alla moglie Zeno affianca la giovane amante Carla, una ragazza povera che egli finge di proteggere in modo paterno. Il rapporto però è reso difficile ed infinitamente ambiguo dai sensi di colpa di Zeno verso la moglie, sinché Carla non lo abbandona per un uomo più giovane.  Zeno aspira ad entrare nella normalità borghese non solo divenendo buon padre di famiglia, ma anche accorto uomo d'affari. Si propone perciò come collaboratore esterno dell'associazione commerciale fondata dal cognato Guido, che ha sposato Ada. Questi è un bell'uomo, disinvolto, sicuro di sé, fornito delle doti più versatili; è insomma l'antitesi di Zeno, ed incarna perciò il ruolo del Rivale. Anche verso di lui Zeno nutre fortissime ambivalenze. L'amicizia e l'affetto fraterno ostentati nei suoi confronti mascherano un odio profondo, che si tradisce clamorosamente ai funerali di Guido, morto suicida per un dissesto finanziario: Zeno sbaglia corteo funebre, uno di quegli «atti mancati» che Freud ha dimostrato essere estremamente rivelatori dei nostri impulsi inconsci.  Zeno, ormai anziano, decide di intraprendere la cura psicoanalitica, e qui ha inizio la stesura di quel memoriale che costituisce il corpo più cospicuo del romanzo. Zeno però si ribella alla diagnosi dello psicoanalista, che individua in lui il classico complesso edipico.  Lo scoppio della guerra favorisce alcune sue speculazioni commerciali, che trasformano paradossalmente l'inetto Zeno in un abile uomo d'affari. Zeno si proclama così perfettamente guarito. Noi sappiamo bene che non è vero e che queste resistenze sono un sintomo tipico della malattia. Ma Zeno ha buon gioco, nelle pagine finali, a sottolineare il confine incerto tra malattia e salute nelle condizioni attuali, in cui la vita è «inquinata alle radici». Il romanzo termina così in chiave apocalittica, con una riflessione di Zeno sull'uomo costruttore di ordigni, che finiranno per portare ad una catastrofe cosmica.
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