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La Coscienza di Zeno: un'autobiografia aperta di Italo Svevo, Appunti di Letteratura Italiana

La coscienza di zeno è un romanzo di italo svevo pubblicato nel 1923, che narra in prima persona le vicende di zeno cosini, un ricco triestino che si sottopone a una cura psicanalitica per liberarsi dal vizio del fumo. Il romanzo è una serie di episodi sparsi della vita di zeno, che non sempre seguono un ordine cronologico. Zeno è un personaggio fuori dagli schemi, un inetto eternamente indeciso e incapace di prendere in mano le situazioni, che si sente a disagio nel mondo borghese.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 16/07/2022

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Scarica La Coscienza di Zeno: un'autobiografia aperta di Italo Svevo e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! LA COSCIENZA DI ZENO E' un romanzo scritto da Italo Svevo che narra le vicende di Zeno Cosini, un ricco triestino, che per liberarsi dal vizio del fumo si sottopone a una cura psicanalitica con il dottor. S (Sigmund Freud?) che consiste nel mettere per iscritto la propria vita. Il romanzo è strutturato in otto capitoli nella forma di autobiografia del protagonista ma non è in ordine cronologico. Zeno abbandona la cura psicanalitica e dichiara di essere guarito dalla sua malattia grazie a una serie di successi commerciali favoriti dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Con questo romanzo Svevo ci presenta un personaggio nuovo, fuori dagli schemi abituali, né positivo né negativo, sempre in precario equilibrio sul filo del fallimento e della malattia. Svevo inizia a scrivere il romanzo nel 1919, subito prima della fine della Prima guerra mondiale. La pubblicazione è del 1923, a spese dell’autore. A differenza dei precedenti romanzi di Svevo La coscienza di Zeno è narrato in prima persona, con un narratore interno. Si può definire questo romanzo come un’autobiografia aperta, in cui il protagonista Zeno Cosini ci racconta la sua vita per episodi sparsi, saltando da un momento all’altro, come se in ogni capitolo aprisse una finestra su un diverso momento della sua vita, fino alla brusca interruzione finale. Si dice infatti che il romanzo sia stato scritto su incitamento del medico e interrotto per l’insofferenza di Zeno nei confronti del dottore, il quale decide, un po’ per vendetta, di pubblicare queste memorie. Svevo inventa un finto pretesto, che avrebbe spinto il suo personaggio a raccontare la propria vita. Il risultato è un libro simile a un’autobiografia, senza esserlo in modo classico. Zeno ha la caratteristica importante di essere un narratore non attendibile, vale a dire che non possiamo essere sicuri che quello che ci racconta e le interpretazioni che dà dei fatti corrispondano alla realtà. Questo dubbio è espresso in modo chiaro dal dottore nella Prefazione quando si riferisce alle «tante verità e bugie ch’egli [Zeno] ha qui accumulato». Zeno è il rappresentante perfetto dell’inetto sveviano. L’inetto Zeno è un uomo eternamente indeciso, incapace di prendere in mano le situazioni. Zeno è inadeguato a vivere nel mondo borghese di cui fa parte, si sente a disagio e prova un continuo senso d'inferiorità. Egli insegue sempre una felicità che si dimostra illusoria e irrealizzabile ed è tormentato da un eccesso di coscienza, cioè dal voler sempre analizzare le cose della vita e svelarne le falsità e gli inganni, su cui si basa la vita borghese. Tuttavia Zeno non riesce a sottrarsi a quei valori borghesi che capisce essere falsi e continua a vivere in questa contraddizione. Il Il tema percorso è quello della malattia di Zeno, che si può identificare con la sua inettitudine, con il suo non saper stare al mondo. Questo porta Zeno a sottoporsi alla psicanalisi, che è il motivo della scrittura stessa del romanzo. Ripercorrendo le vicende della propria vita, il medico spera che Zeno riporti a galla il trauma che ha determinato la sua malattia, ma la cura sembra non aver effetto e Zeno l’abbandona. Interessante però il fatto che non appena abbandoni la cura, quindi smette di interessarsi al capire il problema Zeno si dica guarito, grazie e un inaspettato successo commerciale. La malattia di Svevo allora può essere paragonata alla malattia del mondo, una civiltà malata la cui unica via d’uscita è l’annientamento totale.
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