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La coscienza di Zeno di Italo Svevo, Appunti di Italiano

Il romanzo La coscienza di Zeno di Italo Svevo, scritto nel 1923. Il romanzo racconta la vita di Zeno Cosini, un inetto appartenente alla borghesia commerciale, che soffre di nevrosi e che cerca di trovare una figura paterna che lo possa sostituire. Il romanzo presenta una struttura particolare, con un tempo misto e una confessione autobiografica del protagonista. anche il contesto storico e personale in cui Svevo ha scritto il romanzo.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 18/05/2022

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caterina-25 🇮🇹

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27 documenti

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Scarica La coscienza di Zeno di Italo Svevo e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! LA COSCIENZA DI ZENO La coscienza di Zeno è il terzo romanzo di Svevo e viene scritto a distanza di 25 anni dagli altri due, nel 1923. In questo periodo di tempo molto lungo e significativo, incontra Freud e la psicanalisi, trovando tanti elementi in cui si riconosce. Ma questi anni non sono stati cruciali solo per l’evoluzione interiore dello scrittore, ma anche a livello mondiale, con il verificarsi di eventi che vanno a cambiare la società europea, primo tra questi la Prima guerra mondiale. A livello personale invece, Svevo si sposa con la cugina, vive la vita da industriale grazie al suocero e si allontana dalla letteratura, guardandola anche in modo negativo perché ritiene che depotenzia l'individuo, cosa evidente nei primi due romanzi. Il suo ritorno alla letteratura è dovuto al fatto che la fabbrica del suocero è stata requisita dall’autorità austriaca per trasformarla in una fabbrica di armi, per cui si trova con molto tempo libero, in cui conosce le teorie di Freud e Joyce, che lo aveva già precedentemente incoraggiato a scrivere. Il romanzo non ha successo in Italia, che all’inizio del Regime fascista aveva bisogno di certezze e di immagini di potenza, non di certo di una figura come Svevo che fa quelle certezze le smonta e le smaschera. Una delle costanti che si ritrovano nei tre romanzi è il protagonista, cioè l’inetto, e le altre figure del Rivale, che adesso è Guido, e del Padre, figura incarnata prima il padre vero e proprio di Zeno e successivamente dal suocero. La differenza principale tra i primi due romanzi e La coscienza sta nell’atteggiamento dell’autore-narratore (il narratore è Zeno stesso). Se nei primi due Svevo li critica e si prende gioco di loro, Zeno rappresenta una figura ambivalente: è oggetto e contemporaneamente soggetto di critica, questo significa che non solo viene criticato, ma è anche lui a criticare. Altra differenza è la struttura: gran parte del romanzo è costituito da una confessione autobiografica, che il protagonista, Zeno Cosini, è tenuto a scrivere una sorta di diario, in cui si deve focalizzare sui momenti e gli eventi che secondo lui hanno inciso sulla sua vita, su invito del suo psicanalista il dottor S. (allusione a Freud), in modo da agevolare la sua cura. Zeno Cosini è in terapia perché è un nevrotico, soffre di dolori vari e vuole quindi capire l’origine del suo male. Lo scrittore finge che gli scritti di Zeno vengano poi pubblicati a sua insaputa dallo stesso dottor S, per vendicarsi del paziente, che si sottrae alla cura nel bel mezzo della terapia. Il narratore è interno e il romanzo è quindi raccontato in prima persona, con punto di vista che appartiene al protagonista delle vicende. IL TEMPO Nell’impianto narrativo vi è una novità: il tempo misto: il romanzo non presenta gli eventi in ordine cronologico, infatti il protagonista racconta la sua vita seguendo un tempo soggettivo che mescola le distanze tra il presente e il passato, che riaffiora continuamente nella narrazione. Il racconto si struttura su alcuni temi fondamentali, a cui ad ognuno di essi viene dedicato un capitolo: Il vizio del fumo, la morte del padre, la storia del proprio matrimonio, il rapporto con la moglie e l'amante, la storia dell’associazione commerciale con il suocero e per ultimo la critica verso la psicoanalisi. VITA DI ZENO ➔ Zeno è un inetto e viene definito da Svevo stesso “fratello” di Alfonso ed Emilio. Appartiene a una ricca famiglia delle borghesia commerciale. Conduce una vita incostante, passando da un’università all’altra senza mai dedicarsi a qualcosa di serio. ➔ Il padre non ha la minima stima verso di lui e, infatti, i rapporti tra i due sono caratterizzati da una forte ambivalenza: Zeno, pur amando il padre, non fa altro di deluderlo e procurargli amarezze. ➔ Zeno, privato del suo vero padre, è in cerca di una figura paterna che lo può sostituire e la trova in Giovanni Malfenti, uomo d’affari che incarna la tipica immagine del borghese sicuro di sé. Malfenti il modello di uomo con cui Zeno non riesce a coincidere e per questo diventa l'antagonista. ➔ Zeno decide di sposare una delle figlie Malfenti. Inizialmente si innamora di Ada, la più bella, ma al suo rifiuto prova con la sorella minore Alberta. Ma, venendo rifiutato anche da questa, fa la sua proposta alla figlia più brutta, Augusta, che rivelerà la moglio di cui aveva bisogno. Augusta, come il padre, è un perfetto modello di sanità borghese, in opposizione a Zeno, che non riesce ad integrarsi con quella vita. ➔ Zeno è malato di nevrosi, malattia su cui proietta la propria inettitudine. Inoltre attribuisce al suo vizio del fumo, la colpa di tutti i suoi malanni e proprio per questo saranno numerosi i tentativi di liberarsene, nella speranza che, così facendo, si possa avere non solo la salute fisica ma anche morale e sociale. ➔ Alla moglie Augusta, viene affiancata una giovane amante: Carla, una ragazza povera che Zeno finge di proteggere, riproducendo così il rapporto tra Emilio e Angiolina. Il rapporto con l’amante viene complicato però dai sensi di colpa di Zeno verso la moglie, finché non viene abbandonato da Carla per un uomo più giovane. ➔ Zeno aspira a diventare un uomo d’affari e perciò si propone come collaboratore all’associazione commerciale del cognato Guido. Egli è un bell’uomo e sicuro di sé, l’opposto di Zeno, e rappresenta la figura del Rivale (Rivale anche perchè ha sposato Ada, la prima scelta di Zeno). Anche verso di lui prova sentimenti ambivalenti. Infatti se da una parte prova amicizia e affetto per Guido, dall’altra si trova costretto a mascherare un odio profondo nei suoi confronti. ➔ Quando è ormai anziano, Zeno decide di intraprendere la cura psicoanalitica è comincia quindi a scrivere questa sua autobiografia confessionale. Il dottor S. individua in lui il classico complesso di Edipo, cioè l’incapacità di superare il rapporto di amore e odio con il padre. A questo punto decide di abbandonare le cure senza preavvisi e il dottore, che si ritrova tra le mani la sua confessione, decide di pubblicarla. A differenza degli inetti dei precedenti romanzi, Zeno non è solo oggetto di critica, ma anche soggetto. Non è un personaggio che viene solamente “maltrattato” dall’autore/narratore. Zeno, quando racconta, tende ad autoingannarsi e questo viene messo in luce da Svevo. Zeno vorrebbe integrarsi e per tutta la sua vita cerca quella che lui chiama salute, cioè la perfetta integrazione nella società e rispecchiare perfettamente ciò che essa si aspetta senza dubbi e incertezza. Tutti i suoi tentativi saranno però vani, in quanto si rende conto che c’è sempre qualcosa che gli impedisce di raggiungere questo obiettivo, anche quando sembra così. Questa consapeolezza alla fine diventa un valore, facendogli riconoscere che la società è malata e rendendolo critico verso di essa. LA MORTE DEL PADRE Questo brano è tratto dal quarto capitolo della Coscienza e tratta come tema principale il rapporto tra Zeno e il padre. Inizia con un ritratto del padre approfondendo poi il conflitto con
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