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La coscienza di Zeno di Italo Svevo, Appunti di Italiano

La biografia di Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, e l'analisi del suo romanzo più famoso, La coscienza di Zeno. Il romanzo esplora la crisi dell'uomo europeo dell'Ottocento attraverso il personaggio principale, Zeno Cosini, un uomo inetto e indeciso che oscilla tra malattia e salute, coscienza e inganno, socialità e asocialità. anche la vita di Svevo, le sue influenze letterarie e la sua produzione letteraria.

Tipologia: Appunti

2020/2021

In vendita dal 17/01/2023

Ludocani
Ludocani 🇮🇹

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La coscienza di Zeno di Italo Svevo e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Relazione-Schedatura La coscienza di zeno Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz, nacque il 19 dicembre del 1861 a Trieste. La necessità di adottare uno pseudonimo nacque dalle contraddizioni e dalle particolarità del carattere e della vita dello scrittore. Questo pseudonimo, rimanda direttamente alla sua origine geografica controversa: Italo come italiano, Svevo come germanico. Svevo era, infatti, per metà italiano e per metà tedesco. Nel 1873, insieme ai due fratelli Adolfo e Elio, viene inviato nel Collegio di Segnitz a Wurzburgo. I suoi studi prevedono materie tecniche commerciali insieme all’apprendimento di quattro lingue, indispensabili, in particolare il tedesco, per prepararsi alla carriera di commerciante. Ma la lingua tedesca e la passione per la letteratura, gli permisero di leggere i maggiori classici tedeschi, tra cui: Jean Paul Richter, Friedrich Schiller e Johann Wolfgang von Goethe; alcune ottime traduzioni tedesche di opere di Ivan Sergeevič Turgenev e William Shakespeare, e le opere del filosofo Arthur Schopenhauer. Nel 1878 rientrano a Trieste e lui si iscrive in un istituto superiore commerciale, anche se le sue aspirazioni segrete erano la letteratura. L'azienda familiare fallisce ed è costretto a cercarsi un lavoro. Nel settembre 1880 viene assunto presso la filiale triestina della Unionbank di Vienna. Questo lavoro, però, non gli impedisce di coltivare la passione per la letteratura né gli ostacola la collaborazione col giornale triestino "L'Indipendente". Sempre più fermo e deciso nel voler diventare uno scrittore, dedica molte ore alla lettura dei classici italiani: Giovanni Boccaccio, Francesco Guicciardini e Nicolò Machiavelli. Approfondisce la conoscenza delle opere di Lev Tolstoj. Legge autori francesi come Gustave Flaubert, Alphonse Daudet, Émile Zola, Honoré de Balzac e Stendhal. Inizia a scrivere alcune commedie: "Ariosto governatore", "Il primo amore", "Le roi est mort: vive le Roi", "I due poeti" e alcune novelle: "Difetto moderno", "La storia dei miei lavori", "La gente superiore". Con lo pseudonimo di Ettore Samigli riesce a far pubblicare su "L'Indipendente" due racconti: "Una lotta" (1888) e "L'assassinio di Via Belpoggio" (1890). Nel 1892 sceglie lo pseudonimo di Italo Svevo e pubblica il suo primo romanzo "Una vita", che verrà ignorato dalla critica. Alla morte di uno dei suoi fratelli nel 1886, seguono quella del padre, quella della madre nel 1895 e quella di due sorelle. Svevo affronta questi lutti famigliari grazie all’aiuto di Umberto Veruda e con le attenzioni della cugina Livia Veneziani, con cui si sposa il 30 luglio del 1896. Nonostante le numerose ore di lavoro, ricava il tempo necessario per dedicarsi alla scrittura del suo secondo romanzo, "Senilità" nel 1898, a sue spese. Nel 1899 diventa il dirigente dell'industria del suocero e inizia a viaggiare per affari, visita la Francia, l’Austria, la Germania e l’Inghilterra e el 1903 pubblica una commedia "Un marito". Con lo scoppio della prima guerra mondiale Svevo inizia a dedicarsi alla conoscenza della letteratura inglese e ad interessarsi alla psicanalisi traducendo "La scienza dei sogni" di Sigmund Freud. Terminata la guerra collabora al primo giornale triestino, "La Nazione". Contemporaneamente porta a compimento, nel 1923, il suo terzo romanzo, "La coscienza di Zeno". Il successo di questo romanzo arriva grazie a James Joyce, il quale, ricevuto e letto il libro, ne rimane entusiasta. La sua salute è minacciata da un enfisema polmonare ma riprende, comunque, la propria produzione letteraria: scrive i racconti: "La madre", "Una burla riuscita", "Vino generoso" e "La novella del buon vecchio e della bella fanciulla". In questi anni legge le opere di Marcel Proust e Franz Kafka. La conoscenza delle teorie freudiane e della cultura europea contemporanea sviluppò la naturale tendenza dello scrittore all'analisi dell'uomo, passando dalla realtà esterna a quella interiore. L'uomo che egli descrive nasce dalla crisi della civiltà dell'Europa dell'ottocento, quello che in "Una vita" non sa reagire di fronte al naufragare di tutte le sue aspirazioni, o il protagonista di "Senilità" privo di ardore, spiritualmente vecchio e rassegnato a subire la vita, oppure il ricco borghese Zeno, privo di ogni alta nobile qualità, senza volontà e malato immaginario di molte malattie. Nella trilogia dei suoi romanzi Svevo ha espresso il fallimento dei grandi ideali dell'Ottocento, con un linguaggio ironico e amaro, scavando nella coscienza e rivelando miserie e debolezze della natura umana. Nel 1928 inizia a scrivere quello che doveva diventare il suo quarto romanzo "Il vecchione", rimasto purtroppo incompiuto. A due giorni di distanza da un incidente automobilistico Italo Svevo muore il 13 settembre del 1928 a Motta di Livenza. sulla vita, sul bene e sul male. L’unica conclusione a cui arriva però è che l’esistenza non può dirsi né bella né brutta, ma solo originale. A questo punto il protagonista si rende conto che le sedute intraprese sotto la supervisione del dottor S. non sono servite a niente. Si rivolge così a quello che definisce un vero medico e che, a differenza dello psicologo, lo ritiene in perfetta salute fisica e mentale. Intanto allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Zeno e la sua famiglia sono costretti a partire alla volta di Trieste. Qui il protagonista si dice guarito e pensa che ad essere malato non è lui, ma il mondo. Analisi dei personaggi I personaggi principali del romanzo sono: • Zeno Cosini è il personaggio principale ed è un uomo inetto che si lascia travolgere dagli eventi della vita. È un ricco triestino appartenente alla classe borghese, all’interno della quale non riesce ad integrarsi perfettamente. Zeno oscilla, infatti, continuamente tra malattia e salute, coscienza e inganno, socialità e asocialità. Zeno è un uomo eternamente indeciso, incapace di prendere in mano le situazioni, insegue sempre una felicità che si dimostra illusoria e irrealizzabile ed è tormentato da un eccesso di coscienza, cioè dal voler sempre analizzare le cose della vita e svelarne le falsità e gli inganni, su cui si basa la vita borghese. Ciò evidenzia la fragilità estrema della sua interiorità e la totale immersione nella sua stessa coscienza. Tuttavia non riesce a sottrarsi a quei valori borghesi che capisce essere falsi e continua a vivere in questa contraddizione. Si mantiene con i guadagni di un’attività commerciale e viene considerato l’uomo migliore in famiglia. • Ada Malfanti, è la primogenita della famiglia Malfanti ed è la più bella tra le tre sorelle; è quella che non corrisponde l'amore di Zeno, • Augusta Malfanti, è una donna non bella ma dolce, paziente e materna che dona sicurezza, tranquillità e conforto a Zeno che la sposa solo per non uscire dalla famiglia Malfanti; è un personaggio completamente opposto a Zeno e rappresenta la salute. • Silva Cosini, è il padre di Zeno con cui ha un rapporto conflittuale: è un anziano con i capelli bianchi e ricci di corporatura robusta, è un uomo molto tranquillo ed equilibrato, legato alla morale e alla religione. Le incomprensioni con il figlio sono giustificate dal fatto che aveva un carattere piuttosto scontroso e la sua morte segnerà la vita del figlio. Si accorgerà solo in questo momento di essere molto attaccato al figlio. • Dottor S., è lo studioso di psicologia che suggerisce al protagonista la stesura della sua biografia. Il personaggio non ha un nome, forse perché ispirato a Sigmund Freud il famoso psicoanalista o semplicemente allo stesso autore Italo Svevo. • Giovanni Malfanti, è un uomo furbo e abile nel giocare in borsa, è l'uomo d'affari che introduce Zeno nella propria casa; Zeno lo vede come la figura paterna che non ha mai avuto al suo fianco e ciò lo spinge a sposare una delle sue figlie. • Guido Speier, è un giovane bello ricco ed affascinante, un perfetto seduttore che riesce a sposare Ada. Diventa, inoltre, l'amico con il quale crea l’associazione commerciale. Analisi dello stile Il narratore è interno perché Zeno racconta i fatti in prima persona dall’interno della vicenda manifestando la sua presenza con commenti, riflessioni e giudizi. Spesso risulta onnisciente perché sa più dei personaggi e fa numerosi flashback e anticipazioni sulle vicende narrate. La tecnica narrativa principalmente utilizzata è il monologo interiore. infatti la vicenda ha una stesura immediata ed è incentrata sul pensiero di Zeno che pensa e racconta tutti i suoi ricordi sempre e solo in prima persona e parlando di sé. In quest’opera appare anche la tecnica del flusso di coscienza poiché il protagonista racconta i fatti e i suoi ricordi nell’ordine in cui la sua coscienza li fa riaffiorare. Nella narrazione, inoltre, appaiono discorsi diretti ed indiretti, anche se in quantità limitata. La lingua tedesca e l’incertezza linguistica dell’autore influiscono nella struttura e nella sintassi del romanzo, rendendo l’opera semplice e con una sintassi elementare. Utilizza un lessico moderno: l’opera è pervasa da un sottile umorismo ed è scritto con un linguaggio semplice e vivace, vicino al parlato in cui inserisce espressioni tecniche, ripetizioni, metafore, similitudini e giochi di parole che danno un tono ironico alla narrazione. L’ironia è una componente stilistica fondamentale, infatti, ogni avvenimento presenta aspetti ironici. Analisi del tempo La vicenda è ambientata tra la fine dell’Ottocento e la Prima Guerra Mondiale, epoca in cui l’uomo non riesce a seguire il velocissimo sviluppo. La durata degli avvenimenti è imprecisa e indefinita: i fatti vengono narrati quando già sono stati conclusi da tempo, e risultano un po' lenti perché vengono analizzati e viene fatta una riflessione su di essi e velocizzati perché vengono raccontati in un tempo minore del loro. Il tempo della fabula è palesemente prolungato rispetto al tempo dell’intreccio, in quanto viene narrata tutta la storia della terapia della durata di un anno. In tutta la narrazione le sequenze narrative vengono alterate da numerose prolessi e flashback, che si possono trovare frequentemente in tutti i capitoli. Analisi dello spazio La vicenda è ambientata in uno spazio reale, ovvero Trieste. Abbiamo rare descrizioni paesaggistiche e la maggior parte della narrazione si svolge in luoghi chiusi, quali la casa della famiglia di Zeno, la casa di Zeno. Analisi delle tematiche Per quanto riguarda i temi spiccano: • Il fumo: quest’opera si articola attorno al rapporto di amore e odio che Zeno ha con la sigaretta, iniziato fin da ragazzino fumando i sigari del padre. Il protagonista si inventa qualsiasi pretesto e qualsiasi scusa, che consente di giustificare i suoi fallimenti di non fumare più; questo fa emergere alcuni elementi fondamentali del Zeno di Svevo: la sua vera natura, un uomo incapace di raggiungere gli obbiettivi prefissati, il rapporto autoaffermazione con cui sfidare il padre, e infine la sua psiche, attraverso il concetto di atto mancato che in psicanalisi sta a significare un conflitto tra il subconscio e inconscio per un’azione che in realtà non si vuole fare, nel caso del protagonista l’atto di fissare la data dell’ultima sigaretta. • La morte del padre: Il racconto è impostato intorno al rapporto tormentato e conflittuale con il padre padrone, basato sull'indifferenza e incomprensione sia culturale che affettiva. Il giorno in cui il padre è morto, mentre lui era chinato su di lui, il padre ha alzato la mano, ma non si
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