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La Costituzione, forme di stato e di governo, organizzazione dei servizi sociali,, Appunti di Istituzioni Diritto Pubblico

Il documento è dettagliato e lo consiglio a chi non può seguire il corso. Descrive perfettamente e in modo minuzioso gli argomenti trattati.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 25/09/2023

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tulia-finotti-1 🇮🇹

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Scarica La Costituzione, forme di stato e di governo, organizzazione dei servizi sociali, e più Appunti in PDF di Istituzioni Diritto Pubblico solo su Docsity! Tulia Finotti DIRITTO PUBBLICO DEI SERVIZI Il diritto si interfaccia sempre al pubblico: là dove c’è una società c’è il diritto. Se ci occupiamo della società ci occupiamo per forza del diritto. Il rapporto che la società è il diritto è stretto: il diritto è un fatto sociale e come tale ci riguarda come cittadini, come componenti di una comunità. -La società Il concetto di società non è univoco e presuppone che vi siano all’interno alcuni elementi condivisi. Ci si pone la domanda su quale tipo di società parliamo. Il diritto ha bisogno che il concetto di società sia definito e organizzato. L’organizzazione è data dal concetto di ordinamento. Società, diritto, ordinamento. Ci sono anche delle regole implicite che ogni società conosce. Per creare le regole è fondamentale mettersi in relazione e socializzare. Gli individui relazionati si chiamano persone. La relazione produce ordine, la ricerca dell’ordine. La socializzazione è il primo step della relazione. -L’ordinamento Una comunità di persone ha il fine di sopravvivere e soddisfare i propri bisogni. È il primo elemento che unisce le persone. È sul fine sociale che nasce il welfare state. Il diritto, come fatto sociale, che si trasforma come ordinamento ha un elemento che fa la differenza: il diritto ha acquisito un metodo . L’ordinamento è l’insieme di regole che ha un ordine. Il metodo della costruzione delle regole ha valore. Ogni comunità si pone delle regole che possono essere opposte rispetto a quelle di altre società. Il tema delle regole non è standard, ha una mutazione. Il diritto è metodo perché fa sopravvivere l’accordo comune. Il fatto di avere un ordinamento ci consente di avere delle norme ma consentiamo anche di cambiarle (in meglio o peggio). Le regole non sono statiche ma dinamiche e il diritto conosce questo dinamismo: è lo studio per codificare la dimensione sociale. Il diritto pubblico è quello che parla alla società. L'ordinamento giuridico è una mera struttura formale giuridica cioè una grande griglia di norme, vuol dire costruzione giuridica basata su regole. Non sono la stessa cosa. Il regime è un ordinamento che ha dentro elementi politici cioè che cambiano la natura politica. È l'insieme delle regole più i mutamenti. L’evoluzione del fluire sociale trova nuove codifiche nel diritto senza distruggere l’assetto fondativo già costruito. Come codificare i cambiamenti sociali senza distruggerli? La comunità si ruota sul principio di maggioranza, democrazia. Le regole del diritto che si aggiornano nel metodo: per decidere il cambiamento delle regole ci si accorda sul metodo (presunto, conteggio di chi vota ecc). Le regole vincolano nel bene o nel male. Anche come decidiamo di intraprendere le decisioni non è scontato: le decisioni sono ispirate da valori (più o meno decenti) per cercare condurre al bene comune (o al bene di chi è al comando). Il diritto assume una veste uguale per tutti. L’ordinamento giuridico vive dentro una considerazione: è un insieme di alcuni elementi quali  le prescrizioni (cose che dobbiamo fare tipo restituire una cosa, è obbligo),  le consuetudini (comportamenti rispetto ai quali li consideriamo giusti, sono abituato a fare certe cose)  i fatti normativi (un fatto alla quale attribuiamo un valore di norma, il computer passa da una mano ad un’altra). Questo non basta a stabilire un rapporto giuridico perché queste cose devono essere legate insieme intorno al fatto di essere tutti espressione di una determinata organizzazione sociale (comunità universitaria ecc) e devono essere coordinati tra di loro i tre elementi secondo dei criteri. L’ordinamento giuridico è un insieme tra gli elementi e legati dal fatto sociale di vivere una società coordinata. 1 Tulia Finotti -I valori e la loro gerarchia Come l’ordinamento giuridico costituisce delle regole legate ai valori della società? Ci sono comportamenti sociali coordinati da valori (della comunità) che vanno ad identificare le norme esprimendo tra di loro una gerarchia. C’è un valore che viene prima di altri? Nelle comunità la gerarchia dei valori gestisce la gerarchia delle norme. Quali sono i valori italiani? Il lavoro, diritti e doveri dello stato. Qual è il limite che determina la trasformazione di un valore al valore normativo, tipo la libertà? Fino a che punto siamo legalmente liberi a dire o fare cose? Come si trasforma un sentire collettivo in una norma giuridica? Utilizziamo delle tecniche per codificare una volontà collettiva e far tramutare in un fatto giuridico e costruire un dialogo con un ente (autorità). L’Italia si basa su due principi cardini: la libertà e il pluralismo. I concetti di valori che stanno nelle norme qualificano le comunità. La gerarchia definisce una società rispetto ad un’altra. La costruzione di ogni comunità viene codificata e trasformata in norme che formeranno delle gerarchie. La comunità con valori costruisce delle regole che sarà poi un ordinamento dettato da una gerarchia. L’ordinamento giuridico è un insieme di valori e a volte si accomunano. Mantenere vivi i valori che fanno la comunità è fondamentale esercitandoli (votando, pagandole tasse ecc). Ci sono persone che non concorrono all’impegno sociale ed etico di un paese (i disoccupati). Ex art 4 e 49 Cost. L’ordinamento costituzionale italiano vive di elementi di fondo: che tutti contribuiscano alla vita del paese, che tutti votino, che tutti contribuiscano a cercare il lavoro. Dobbiamo proteggere quello che otteniamo altrimenti lo perdiamo. Il potere di un sovrano è totale, assoluto e nelle democrazie intollerabile. La sovranità è il potere e arriva a chi amministra il potere. In Italia la sovranità appartiene al popolo e viene esercitata nelle forme e nei limiti della costituzione (art 1 Cost.). -Lo Stato e il potere della sovranità Organizzazione del potere, come viene esercitato. Evoluzione del modello di comunità. La parola stato entra con Macchiavelli e il ruolo che ha determinato il potere in uno stato è il sovrano. Si chiama così perché deriva da soveranus che sta sopra. La sovranità è un elemento costituito o dello stato. Si esprime attraverso un sovrano. Si manifesta attraverso chi ha il potere. La sovranità è impo per apire le forme di organizzazione del potere: a volte si chiama governo. Il popolo, il territorio e la sovranità sono elementi costitutivi. Impo la costituzione francese, la storia francese è costitutiva per gli altri stati. La relazione ha una funzione sociale, gli assetti dei rapporti sociali stanno dentro un bho. Se non funzionano i partiti non funziona tutto il resto, sarebbe tutto confusionario. La costruzione dei modelli di stato insieme al regime politico sono... Due interpretazioni sul potere e stato:  La prima è la forma di organizzazione del potere vengono organizzate intorno al criterio storico cronologico. Il criterio storico cronologico è la forma di organizzazione del potere e costruisce l'analisi del potere lungo l'asse del tempo e nella ricostruzione degli elementi lungo l'asse ci dice che il potere sia stato organizzato nel medioevo. Lo stato assoluto nasce lì. Il potere si consolida prima negli stati liberali.  La dimensione di verticalità cioè l'approfondimento sul potere (le forme di potere). Viene definito come il potere in quel momento storico si è definito. Ci interessa capire il rapporto nella dimensione storica tra l'individuo e l'autorità. Chi, come, dove, quando e perché sono le domande per capire chi ha il potere. La costruzione della forma del potere indica come il rapporto tra individuo e autorità si è definito in ogni società storica. Vedi libro forme di stato e governo. Quali sono gli elementi essenziali nel rapporto? 2 Tulia Finotti -La ratifica Come il diritto internazionale entra e tocca la sovranità del mio stato? La ratifica è lo strumento attraverso il quale si definisce il consenso di uno stato ad accettare le norme di diritto internazionale che sono state definite. La ratifica fa in modo che una norma entri nell'ordinamento italiano. Ci sono gli accordi che non hanno bisogno della ratifica (tipo quelli giuridici e non politici). La ratifica è lo strumento più impo quando uno stato accetta un accordo concluso con altri.  Spesso è il ministro degli esteri che conclude un accordo e firma il trattato ma entra in vigore quando viene ratificato. Quando succede ciascuno stato si scambia il trattato (?). La Cost. italiana art 87 comma 8 (indica le funzioni del pressss) prevede che in alcuni casi specifici la ratifica debba essere autorizzata dal palamento: il presidente della repubblica per ratificare firma ma prima le camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali quelli che sono di natura politica, che prevedono arbitrati, che riguardano regolamenti giudiziari, che comportino variazioni del territorio, che prevedano modificazioni del bilancio e modificazioni di leggi (vedi art 80 cost). La ratifica coinvolge con legge tante cose perché prevede che queste cose sano costruite tramite una legge dal parlamento. La legge è autorizzazione alla ratifica. È obbligatoria in questi 6 casi. Per fare in modo che il trattato entri in vigore serve una legge che autorizzi il governo a...  I trattati di natura politica sono difficili perché devono usare la ratifica. Invece concludere un trattato di forma giuridica comporta un accordo in forma semplificata (invece di trattato lo chiamo in un altro modo) e non lo rendo un trattato politico ed evitare la ratifica. Es 2017 memorandum con la Libia per contrastare l'immigrazione irregolare ci si accorda per fare certe cose, tra i due possono avere lo stesso contenuto evitando la tiritera. Le cose importanti sono per forza trattati ma quelle politicamente più rischiose per la politica passano attraverso gli accordi in forma semplificata (?). La sottoscrizione degli accordi in forma semplificata evita la ratifica ed evita la firma del presidente della repubblica. Il controllo degli accordi in forma semplificata non passa in parlamento e dal presidente della repubblica. Dal 1948 (da quando è entrata al cost) fino al 1984 tutti gli atti conclusi dal governo italiano semplificati non erano necessariamente pubblicati nella gazzetta ufficiale (oggi si). -La sicurezza di Stato Il COPASIR sta per controllo parlamentare per la sicurezza è un organo del Parlamento della Repubblica Italiana che esercita il controllo parlamentare sull'operato dei servizi segreti italiani. Nato con la legge del 3 agosto 2007 in sostituzione del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti. È composto da parlamentari (5 senatori e 5 deputati) dove gli atti sono secretati. La trasparenza esisteste dal momento che ogni 6 mesi scrivono dei rapporti dettagliati su quanto accaduto o sta accadendo da parte del copasir. Ci sono questioni sulle quali lo stato tace (Lodo Moro: accordo di non belligeranza tra l’Italia e un partito palestinese). Tipo il caso terroristico con Cossiga. Gli accordi in forma semplificati con altri stati sono a volte segreti per l'incolumità pubblica. Il caso di marò è questione di diritto internazionale. Gli accordi in forma semplificata porterebbe un vantaggi o al pres del consiglio di evitare polemica politica con il parlamento. Il segreto di stato ( lat. arcana imperii) sono parte fondamentale degli atti normativi. Fino al 1984 tutti questi atti semplificati erano semplificati e non in gazzetta. Fino all'84 gli accordi più semplici non venivano pubblicati ma fu introdotta la legge 839/1984 dove gli accordi diplomatici vengono pubblicati. Nonostante questa legge alcune cose non vengono pubblicate. Non si dà modo di conoscere tutti ciò che viene approvato tra l’Italia e gli altri. I soldi degli italiani vengono spesi per cose che noi non conosciamo.  I servizi segreti in Italia costano ma non diciamo quanto altrimenti capiremmo quando siamo protetti o meno. 5 Tulia Finotti Il ministero degli interni ha a disposizione dei fondi riservati che si usano a coprire soldi nelle voci di bilancio. Il numero degli atti in forma semplificati sono più dei trattati anche se in quelli semplificati ci sono cose che dovrebbero passare in parlamento (non si può fare). La strategia d’uso delle fonti normative è perché possiamo dichiarare per nascondere o tenerlo riservato. Es. la dottrina del Mitterrand: la dottrina prende il nome del presidente socialista francese François Mitterrand ed era diretta a non concedere l'estradizione a persone imputate o condannate, in particolare italiani, ricercati per «atti di natura violenta ma d'ispirazione politica», contro qualunque Stato, purché non diretti contro lo Stato francese, qualora i loro autori avessero rinunciato a ogni forma di violenza politica, concedendo di fatto un diritto d'asilo a ricercati stranieri che in quel periodo si rifugiarono in Francia. (dottrina definitamente archiviata con Draghi non dando più asilo politico alle nuove brigate rosse in Francia). Mitterrand dava asilo politico alle brigate rosse perché dava un impressione politica. L’UE è stata la risposa a questi comportamenti: non si può tollerare che ci siano terroristi. Come il caso delle bombe in Spagna a Madrid alla metro nel 2004. Le bombe scoppiarono pochi giorni prima le elezioni politiche. Il governo Aznar diceva che erano bombe dei catalani. Non erano stati loro perché il capo terroristico catalano ha chiamato i vertici spagnoli e ha detto al presidente del consiglio italiano Giuliano Amato di dire che non sono stati i catalani. Tutti i capi di stato europei dicono che non sono stati i catalani. -L’Unione Europea L'UE: l’Italia è un paese fondatore, nasce prima la comunità europea come organizzazione internazionale per ottenere alcuni obiettivi comuni e confrontare le forze economiche dell’USA e URSS. Il 9 maggio 1950 nasce l'idea dell'unione di stati e di popoli con la dichiarazione di Schumann. È una dichiarazione fatta dal ministro degli esteri francese che propose la creazione di una comunità europea del carbone e dell'acciaio dove si metteva in comune la produzione e distribuzione dell'acciaio. >Con il Trattato di Parigi del 1951 nasce la CECA. I membri fondatori della CECA (Francia, Germania ovest, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo) ha rappresentato l'embrione dell’UE. Si comincia con il carbone e con l'acciaio perché si era terminata la prima guerra mondiale e servivano queste materie. Il bacino di Ruhr e di Saar erano ricchi di acciaio ed erano zone a confine tra la Francia e Germania ovest. >A marzo del ‘57 a Roma viene firmato il Trattato di Roma per costruire un mercato unico europeo, abolizione delle dogane con una sola tariffa verso l'esterno, costruire trasporti e un fondo sociale europeo (per aiutare le società europee) e una banca dedicata agli investimenti (BEI). Inoltre, con questo trattato, nascono altre due organizzazioni internazionali:  CEEA: Comunità europea per l’energia atomica. Era dedicata a controllare l'energia atomica, istituita con lo scopo di cooperare nel campo scientifico, a scopi pacifici, per lo studio dell’energia atomica (viene chiamata anche EURATOM);  CEE: Comunità economica europea nata per favorire il commercio tra gli Stati membri. I trattati di Roma sintetizzano le istituzioni per svolgere il proprio lavoro. Le istituzioni sono: un assemblea parlamentare, la corte di giustizia, la commissione per gestire le parti burocratiche e amministrative. >Nel '65, si decide che queste tre organizzazioni (CECA, CEEA, CEE) dovevano avere in comune un unico bilancio: da unione dogane a unione federale. >Nel '74 la costruzione giuridica delle tre organizzazioni, fanno nasce un nuovo organo comune a tutte e tre: il consiglio europeo cioè il luogo dove i capi di stato e i capi di governo decidono l’indirizzo politico di queste organizzazioni. >Nel '79 nasce il parlamento europeo (si trasforma l'assemblea parlamentare) dove i parlamentari vengono eletti direttamente dai cittadini. 6 Tulia Finotti >Nel '86 viene firmato l'atto unico europeo che fissa nel ‘92 il termine per approvare e realizzare il mercato interno attraverso:  La nascita di un mercato comune concepito come uno spazio senza frontiere interne nel quale è assicurata non solo la libera circolazione delle merci, ma anche delle persone, dei servizi e dei capitali;  L'avvio di una politica economica comune tesa a favorire una crescita equilibrata di tutte le regioni della Comunità. >Il Trattato di Maastricht del ’92 definisce alcuni elementi. Questa unione fatta da tre gambe cioè le organizzazioni: PESC, la politica di polizia e la polizia di cooperazione giudiziaria in materia penale (nel 2007 viene cancellato dal trattato di Lisbona).  È stata istituita l'unione europea, nella cui organizzazione sono state ricondotte le tre originarie comunità (CECA, CEE, CEEA);  È stata istituita la cittadinanza europea;  È stata concordata l'unione monetaria attraverso la costituzione di una Banca Centrale Europea e la nascita di una moneta comune, l'euro. Si decide che entro il 2022 si sarebbe dovuti arrivare un’unica moneta anche se ovviamente non è così facile. L’ultimo paese ad essersi aggiunto all’eurozona è la Croazia dal 01/01/2023. >Con il Trattato di Nizza del dicembre 2000 è stata accolta:  la richiesta di adesione alla Ue di 12 nuovi paesi, che hanno cominciato a fare il loro ingresso nell'Unione a partire dal 2004;  viene approvata la carta dei diritti fondamentali dell'unione europea;  Nascita di due trattati cioè il TUE (Testo unico europeo) e il TFUE (Trattato sul funzionamento dell’unione). > Il Trattato di Lisbona del 2007 ma fu ratificato dall’Italia nel 2099:  l'unione europea diventa un soggetto autonomo di diritto cioè ente indipendente capace di concludere accordi internazionali e diventare membro di organismi internazionali in nome degli Stati membri;  l’UE si fonda sui trattati di Lisbona e di Maastricht;  viene firmato il Trattato di riforma che è formato dal TUE (Trattato dell’UE) e il TFUE (Trattato sul funzionamento dell’UE). questo trattato è entrato in vigore nel 2009. Che c'è dentro? nel TUE ci sono tutte le questioni che riguardano la struttura istituzionale (gli organi, poteri e funzioni, i valori stanno là dentro, elementi classici di diritti internazionali europeo, diritto di recesso dall’UE, diritto di iniziativa legislativa popolare ecc) dell’UE. Nel TFUE ci sono tutte le cose che riguardano le politiche dell’UE cioè le scelte strategiche che l’UE adotta (politiche energetiche, immigrazione, industriale, sulla PESC ecc).  Si rende obbligatoria la Carta dei Diritti Inoltre, il trattato di Lisbona stabilisce e suddivide le competenze dell'Unione Europea (quelle non attribuite ad esse rimangono in prerogativa dei singoli stati):  Competenze esclusive: Politica doganale, Politica monetaria, Concorrenza e mercato, Politica della Pesca;  Competenze concorrenti: se l'Unione Europea decide di emanare norme prevalgono sulle leggi nazionali: Politiche sociali, Ambientali, Trasporti, Protezione consumatori, Agricoltura; 7 Tulia Finotti -Le fonti e le competenze dell’UE 1. la prima fonte dell’UE sono i Trattati (fatti da preamboli, titoli, articoli ecc) che sono stati conclusi (o fonti originarie come il TUE e il TFUE, sono le basi). Dentro le fonti originarie ci sono anche dei principi molto impo (stabiliti nel Trattato di Lisbona):  Proporzionalità: Unione Europea si deve limitare a decidere quanto necessario per gli obiettivi dei trattati;  Sussidiarietà: Nei settori di competenza non esclusiva l'UE deve intervenire solo se l'obiettivo non può essere raggiunto dal singolo Stato (svolgendo un ruolo sussidiario rispetto gli Stati);  Attribuzione: l'UE può agire nei limiti delle competenze attribuitogli dagli Stati. 2. ci sono le norme (penso leggi) che vengono decise dall’UE (?); 3. ci sono le fonti derivate cioè le fonti del diritto che vengono prodotte dalle istituzioni dell’UE. Le fonti derivate sono le fonti comunitarie cioè gli atti giuridici dell’UE (sono definiti dall'art. 288 del TFUE, sono quattro). Gli atti legislativi (atti che hanno effetti potenti sull'ordinamenti) sono:  il primo è un atto normativo (regolamento europeo) che ha valore di legge quindi è generale e valido per tutti, astratto, obbligatorio in tutti i sui elementi e direttamente applicabile agli stati e non ha bisogno di atti di recepimento, va solo applicato. In Italia il regolamento ha lo stesso valore di una legge ordinaria (sono atti aventi forza di legge) .  il secondo sono le direttive sono atti che obbligano allo Stato membro di produrre un risultato (es raggiungimento standard di sicurezza di un prodotto). Per produrre un risultato ci sono due tipi di direttive: la prima è la direttiva che bisogna di un recepimento legislativo da parte degli stati nazionali. La seconda direttiva è direttamente applicabile cioè self- executive (non ha bisogno di recepimento) e se non la segui è illegale in tutti i paesi, è un ordine. Gli atti non legislativi sono:  le decisioni che se sono rivolte su una singola persona (l’UE fa una decisione su un soggetto) e quelle decisioni le ricevo come un atto amministrativo. Hanno per lo più uno specifico destinatario e sono vincolanti solo per quello. Oppure la decisione può rivolgersi agli stati e come le direttive e quindi sono sottoposte a ricevimento.  le raccomandazioni o pareri cioè indicazioni autorevoli ma prive di effetto vincolante e non determinano obblighi per chi li riceve. Le competenze acquisite tra gli stati e con gli stati UE sono di tre tipi (Tutto quello scritto nei trattati è di competenza UE tutto quello che è fuori è di competenza degli stati):  competenze esclusive (solo per l’UE, questioni tratta solo l’UE);  competenze concorrenti (tra l’UE e gli stati che legiferano sistematiche che l’UE non tratta tipo l’UE);  competenze complementari o di sostegno (propriamente degli stati rispetto alle quali l’UE può aiutare ma non può decidere autonomamente). -Le cooperazioni rafforzate 10 Tulia Finotti Le cooperazioni rafforzate sono lo strumento giuridico che viene utilizzato quando viene a mancare il consenso di uno o più stati alla realizzazione di uno o più obiettivi comuni. Questo consenso può mancare per ragioni economiche, per ragioni di politica interna, o per residui di nazionalismo. In questi casi, è consentito agli Stati maggiormente disponibili di andare avanti e agli altri Stati di aggregarsi in un secondo momento se lo riterranno possibile o conveniente. Ciò permette a questi Stati di avanzare a diverse velocità e verso obiettivi differenti da quelli degli Stati membri che decidono di rimanere al di fuori degli ambiti della cooperazione rafforzata. Gli stati possono decidere un rapporto speciale gli uni con gli altri (tipo Italia e Francia con il Trattato del quirinale che mira a fornire un quadro stabile e formalizzato per la cooperazione nelle relazioni tra i due Paesi). L’Italia voleva stringere un accordo con la Germania ma loro, ora che c'è la Meloni, non vogliono. Questi Trattati sono al di fuori dall'unione europea. Le cooperazioni rafforzate nascono quando si viene ad instaurare un accordo che consente di rafforzare in materia di politiche europea ma, per essere valide, queste cooperazioni devono avere la firma di almeno 9 stati dell’UE (1/3 che sostiene l'unione rafforzata) altrimenti non può esistere. Sono impo perché sono una relazione speciale dentro l’UE. Ovviamente è molto più complesso concludere un accordo con più paesi perché potrebbe dividere l’UE. La cooperazione rafforzata quindi è un arma a doppio taglio. Esempi di cooperazioni rafforzate sono quelle che già uniscono i paesi dell’eurogruppo e dell’area Schengen. Oggi le cooperazioni rafforzate autorizzate sono: la legge applicabile al divorzio e la separazione legale. L’Italia ha un regime matrimoniale ma se ha un accordo rafforzate firmato con altri paesi, deve condividerli con gli altri (cosa?). Un'altra cooperativa sono il tasso di interesse di transizioni finanziarie di alcuni paesi. Le cooperazioni rafforzate sul perseguimento di reati contro l'unione europea cioè la procura europea perché siccome l’UE ha uno scambio economico ci deve essere qualcuno che controlla i reati in tutta l’UE. Esiste la cooperazione rafforzata permanente che nasce nel 2017 sulla difesa sulla questione del terrorismo. -Le fonti del diritto italiano Nell'ordinamento italiano ci sono 4 fonti del diritto: 1. Fonte costituzionale cioè la Costituzione, Trattati sovra-internazionali; 2. Fonte primaria cioè la legge ordinaria e gli atti normativi del governo equiparati alla legge ordinaria (dl, dlgs, leggi regionali, regolamenti e direttive europee); 3. le fonti di grado secondario (i regolamenti parlamentari e quelli governativi ma non quelli europei). Ci sono ulteriori fonti più particolari tipo il referendum che produce e determina una innovazione legislativa. Sono fonti di tipo diverso cioè fonti di autonomia degli organi costituzionali >La Costituzione è la fonte principale, grazie a lei sappiamo come vengono prodotte le altre fonti del diritto. Per sapere come si approva una legge, si legge la Costituzione, è una parte sintetica dei nostri valori. Nella parte seconda del testo si esprimono le parti di meccanica del funzionamento del paese. La Costituzione è la fonte di definizione e di produzione dell'apparato giuridico. >La legge ordinaria è una fonte a carattere generale, disciplina qualsiasi oggetto e ha una competenza astratta su ogni questione (tratta di quello che vuole). Quali sono i limiti della legge ordinaria? due limiti: il primo è relativo alla costituzione e il secondo è il limite che delimita dall'appartenenza dell’Italia all’UE. La legge italiana non può andare contro le leggi europee. -La riserva di legge La legge ordinaria è impo perché la Cost. affida alla legge ordinaria la garanzia e la tutela di ciò che per la Cost. è impo. Per far sì che le cose di valore siano protette la Cost. affida alla legge ordinaria la tutela e la 11 Tulia Finotti difesa di alcune questioni attraverso la riserva di legge (vedi art 13 o 25 cost). Quest'ultima è di tre tipi: assoluto se l'intera disciplina prevista in costituzione è riservata alla legge; le riserve relative che attengono a disciplina parziale sulla questione tipo 97 comma 3 Cost: agli impieghi delle pubblica amministrazione si accede tramite concorso salvo i casi previsti dalla legge (i norma si accede tramite concorsi ma in alcuni casi previsti per legge può essere stabilito diversamente); la riserva rinforzata cioè riserve di legge che per adottare quella riserva di legge si deve approvare una specifica procedura. In questo caso viene protetta la costituzione secondo una speciale procedura (es art 8 cost.: i rapporti tra le confessioni religiosi con lo stato sono regolati pe legge sulla base di intese con le relative rappresentanze). Il rinforzato può essere inteso o su un contenuto definito o preveda una procedura specifica. La costituzione vincola con la riserva di legge a fare leggi e alle sue condizioni (v art 70 cost su come si fa una legge). -Il potere legislativo, decreti legge e legislativi Un progetto di legge può nascere da: 50.000 elettori, consigli regionali, CNEL, deputati e senatori (Parlamento) o dal governo. Il ddl si presenta al parlamento da una commissione parlamentare e se a loro va bene si presenta al parlamento, poi al senato e se va bene la rimanda alla commissione del senato. La procedura di navette va avanti fino a che non si approva da entrambe le camere identico il progetto di legge. se Mattarella nonostante le camere abbiano approvato questa legge, Sergio può dire di non approvarla (art 74 cost) e ricomincia l'iter. Al tempo stesso la Cost., oltre a dare alla legge la possibilità di trattare certi argomenti, affida ad altri provvedimenti, che hanno lo stesso valore della legge, un valore giuridico molto importante (art 70 cost). L’art 76 Cost. dice che l'esercizio della funzione legislativa non può essere derogato al governo se non con determinazione di 4 cose: principi, criteri direttivi, soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti. Il governo può deliberare solo quando il parlamento gli dà questa funzione attraverso una delega. Quando? La legge ordinaria da emanare abbia questi principi. Questa delega si fa con legge cioè la legge di delegazione e deriva dal Parlamento nei confronti del Governo. Il Parlamento delega al governo l'esercizio della funzione legislativa dentro quelle 4 caratteristiche. Quando è successo tutto ciò il governo si trova in mano la legge di delegazione deve promulgare l’atto entro due anni secondo i 4 principi. Il rapporto governo-parlamento è fatto da atti: il secondo atto che ci deve essere è quello dal governo cioè il decreto legislativo (d. lgs). L'atto avente forza di legge emanato dal Governo, di cui è fonte la legge di delega, è detto decreto legislativo (o anche decreto delegato). I rapporti di delegazione è formato da due atti normativi: la legge delega e il decreto legislativo. A questo punto il governo prepara il decreto legge. Un conto è la legge delega e un conto è l'atto cioè il decreto legislativo. Vedi art 77 cost dice che il governo non può emanare decreti legislativi se prima non c'è stata la delega dal parlamento ma il governo può adottare decreti senza delegazione delle camere in un solo caso: quando in casi di straordinaria necessità e urgenza, il governo adotta sotto la sua respo provvedimenti provvisori avente forza di legge. Se il Parlamento lo approva, si può convertire in legge. Le camere, anche se sono sciolte, si devono riunire entro 5 giorni e approvarlo dato che si tratta di urgenza. Con il decreto legge si delibera qualcosa (soldi ai terremotati ecc) e il parlamento deve decidere se convertirlo in legge. Se dice si diventa legge ma se dice no i soldi non vengono erogati e il decreto non ha più efficacia e si devono restituire i soldi. Tutto quello che è scritto nel decreto legge frana se non è convertito in legge. Se il parlamento ci mette tanto e supera i 60 giorni, il decreto decade ed è come se non fosse mai esistito. Può succedere che quel preciso decreto non venga convertito ma il contenuto del decreto vengono traferiti in legge: il parlamento salva le questioni di interesse del decreto. Le camere del parlamento possono deliberare che i soldi vanno erogati con legge e il decreto decade. Il parlamento può accettare un decreto come legge. La legge di delegazione è fatta da due parti: la legge di delega del parlamento verso il governo e il traguardo per l'adozione della legge deroga. L’articolo 77 cost: il governo non può, senza deroga delle camere, decreti che abbiano valore di legge ordinaria. Il decreto vive 60 12 Tulia Finotti assolvere all'importante funzione di precisare e integrare le norme predisposte dalla legge (funzione interpretativa);  secondo tipo sono di attuazione e di integrazione di atti o decreti legislativi che definiscono norme di principio tranne quelli relativi a materie di competenza regionale. Essi sono adottati quando una disciplina è coperta da riserva di legge relativa e nel caso in cui una legge definisca soltanto norme di principio; tale tipo di regolamento favorisce una migliore applicazione della legge, colmando eventuali incompletezze (mai per materie coperte da riserva di legge assoluta);  terzo tipo: regolamenti indipendenti disciplinano materie o questioni sulle quali manca una normativa di rango primario. Ha un solo vincolo che impedisce al governo di attuare regolamenti indipendenti, cioè che non possono essere adottati per materie della cost. affida e protegge grazie alla riserva di legge. Quello che la cost protegge con una legge (riserva) non è tangibile, toccabile dal governo con un regolamento indipendente. Essi sono adottati autonomamente dal Governo per regolamentare materie che non sono affatto disciplinate da una fonte primaria (con esclusione di quelle coperte da riserva di legge assoluta) e che quindi sono solitamente di modesta rilevanza. Non possono mai derogare ad una norma di legge;  Di quarto tipo sono i regolamenti di organizzazione e funzionamento delle amministrazioni pubbliche e questi dipendono dall'elenco delle amministrazioni pubbliche definito per legge. i regolamenti di org e fun vengono adottate dal governo adottate in precedenza in presenza di legge. Disciplinano l'organizzazione interna dei pubblici uffici, e prima del 1948 godevano di un ampio raggio d'azione. Dall'entrata in vigore della Costituzione repubblicana, essendo la materia coperta da riserva di legge relativa, essi non si distinguono più nella sostanza dai regolamenti di esecuzione o di attuazione e integrazione. Tuttavia, nel 1997 la materia è stata oggetto di delegificazione, per cui ad essi si sono sostituiti i regolamenti delegati.  i quinto tipo son i regolamenti di delegificazione anche chiamati regolamenti autorizzati o delegati. Sono regolamenti del governo che disciplinano materie non coperte da riserva di legge assoluta. Disciplinano materie già oggetto di una normativa di rango legislativo. L'obiettivo dei questi regolamenti è di ridurre l'area, lo spazio delle materie disciplinate dalla legge. Per non adottare sempre delle leggi si adottano i regolamenti di delegificazione che necessitano di un approvazione, una legge sora di loro. Sono dipendenti e non indipendenti come gli alti 4. Questi regolamenti servono a ridurre lo spazio delle materie disciplinate per legge. Sono divisi in tre parti: 1. la prima fase vede l'approvazione di una legge di delega. Il parlamento autorizza il governo con legge delega ad adottare questi regolamenti che trattano una materia. La legge di autorizzazione all'uso del potere parlamentare ha delle caratteristiche: o deve indicare quali norme di legge già regolano quella materia; o punto due deve indicare quali norme di legge possono essere abrogate cioè cancellate dall'ordinamento. o Il punto tre è che nell'indicazione delle norme da abrogare la legge di autorizzazione indica norme sulle quali non entra il successivo regolamento di delegificazione. Si basano su una legge e se non c'è non esiste. 2. I regolamenti di delegificazione servono ad introdurre norme e a trattare delle materie trasformandole da rango primario a secondario previsti al fine di dare corso ad un processo di delegificazione (ossia dell'attribuzione al Governo del compito di regolamentare certe materie anche in deroga ad una disciplina precedentemente posta dalla legge). Tale processo è garantito da una legge avente contenuto autorizzatorio del Parlamento che 15 Tulia Finotti permette di disciplinare con regolamento un oggetto già regolato da legge, anche su una materia coperta da riserva di legge (purché non assoluta). La legge di autorizzazione dispone l'abrogazione della normativa vigente con effetto però dall'entrata in vigore del regolamento (abrogazione differita). Il regolamento in questione può modificare una legge? no perché la legge è fonte primaria, al massimo il governo la trasforma in atto da fonte secondaria. Per modificare la legge che di interesse del governo con un regolamento di delegificazione, c'è bisogno che la legge di autorizzazione e quindi che il parlamento lo approvi. QUINDI: abbiamo il regolamento di delegazione solo ed esclusivamente quando il legislatore ordinario (parlamento) decide di trasformare alcune questioni regolate da legge in questioni regolate da un regolamento governativo. Quando il parlamento decide che una materia debba essere di rango secondario, incarica il governo di emanare il regolamento di delegazione. L'iniziativa di delegificare una legge può nascere sia dal parlamento che dal governo. La legge di autorizzazione può essere o una legge o un d.l. o d.lgs. Se questi ultimi non vengono convertiti il regolamento delegificativo decade (dato che sappiamo che un d.l. e un d.lgs. se non convertiti in legge o regolamento governativo decadono dopo 60 gg). I decreti legislativi possono delegificare come gli altri decreti. 3. la terza fase prevede che vengano abrogate le norme legislative vigenti a seguito dell'entrata in vigore del regolamento di delegificazione. È ovvio che la legge non esiste più dato che è diventato un regolamento governativo. L'abrogazione delle norme di legge resta formalmente attribuita alla legge, ma scatta l'effetto abrogative solo quando entra in vigore il regolamento di delegificazione (leggi art 17 legge 400/88). Finché non entra in vigore il regolamento rimane la legge. -I regolamenti ministeriali Questi regolamenti non rientrano altri regolamenti emanati dai governi: regolamenti ministeriali e interministeriali. 1. per adottarli devono essere autorizzati da una legge 2. per fa sì che i ministri adottino un regolamento ministeriale prima di essere adottati devono essere approvati dal PCM (Giorgia Melonsss). 3. adottati come? Seguendo l'art 17 comma 3 legge 400/88 diventano dei d.m. Tra loro ce n'è un più figo cioè il dpcm: decreto del presidente del consiglio dei ministri. I dpcm sono atti amministrati secondari adottati dal PCM che hanno un contenuto generale (sentenza 198/2001). questa sentenza ha coperto tanti governi (conte II per la gestione del covid). -I diritti fondamentali nella storia Come i diritti fondamentali influiscano nell'ordinamento? Negli ultimi 4 secoli sono nati 3 documenti giuridici impo: o the petition of right del 1628 (inglese); o bill of rights del 1689 (inglese); o dichiarazione di indipendenza americana (1776, 4 luglio) e la sua costituzione del 1789 la quale ha dal 1791 il suo bill of rights cioè i primi 10 emendamenti. L'insieme di queste carte sono lo sfondo che protegge e difende i diritti fondamentali tuttavia c'è una carta successiva famosa cioè il punto di riferimento per tutti sintetico: la dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino che i francesi proclamarono nel 1789 (esisterà anche la carta dedicata alla donna e alla cittadina ma verrà abolita, il professore sbaglia e dice che in quella dell’uomo sono incluse le donne). In questa 16 Tulia Finotti dichiarazione i francesi rivendicarono i loro diritti definiti naturali, inalienabili e sacri dell'uomo. Tutti gli uomini sono uguali e liberi e lo sono per natura (perché esistono e sono nati). Questa è la base dove si costruisce l'edificio dei diritti fondamentali e i loro riconoscimenti. La rivoluzione francese, e in particolare la dichiarazione dei diritti, fece sì che i moti successivi a loro, applicando alla teoria dei diritti fondamentali che siamo liberi e i tre principi classi del liberalismo (separazione dei poteri, supremazia della legge, la preminenza del parlamento) ha fatto affermare i diritti civili. Questi diritti sono quelle libertà che sono fondate sulla rivendicazione dell'individuo di una sfera sua propria ed autonoma in cui le persone sono del tutto libere dalle interferenze dello stato. I diritti sono strumenti attraverso i quali ci possiamo autodeterminare. Questa libertà ovviamente non è infinita. Sulla nostra Costituzione al titolo I dall'art 13 al 28 definisce i rapporti civili. Sono la base su cui esercitiamo la nostra autonomia e costituiscono i diritti di prima generazione: 1. i diritti di prima generazione sono quei diritti che ci proteggono dallo stato. Sono diritti di ''libertà negative'': da proteggere dallo stato. Sono ad es il diritto al nome, alla libertà ecc; 2. dopo la seconda metà dell'800 le persone voglio il suffragio, spazio pubblico e i partiti politici. si vedono affermare anche i diritti politici cioè i diritti alla partecipazione della politica dello stato (diritto di voto, diritto a candidarsi, diritti di associarsi (art 18), fare partiti e sindacati ecc); Il titolo IV della Costituzione è quello che si chiama ''rapporti politici'': qui si trova il diritto di voto. sono diritti di seconda generazione, libertà positive perché sono diritti nello stato. Segnano l’avvio verso la trasformazione allo stato liberal-democratico caratterizzato da più classi sociali (primi anni del '900); 3. i diritti di terza generazione sono i diritti sociali: sono tendenzialmente definiti dal Titolo II cost da art 29 a 34 che definiscono i rapporti etico-sociali e nascono come evoluzione di un intervento pubblico per riequilibrare le disparità economiche e poi dopo la crisi del '29. Sono di terza generazione perché sono libertà attraverso e grazie allo stato. Sono ad es. diritto all'istruzione, salute, assistenza e previdenza, al lavoro, aborto ecc; 4. i diritti di quarta generazione sono tutti quei diritti che riguardano la dignità umana intendendo i diritti nuovi che sono nati: diritti di internet, diritti dell'ambiente, agli animali, di procreare, a morire, pratiche della fecondazione assistista. Sono diritti con lo stato, relazionati ad altro. Dagli art. 35 a 47 la Cost sotto il titolo III ‘’rapporti economici’’ definisce i diritti legati alle questioni economiche. Se tutte queste libertà vengono racchiuse nei diritti fondamentali, quali sono i diritti umani? Sono quei diritti che vengono riconosciuti indistintamente a tutte le persone dall'ordinamento internazionale dalle organizzazioni sovranazionali come l’UE o il consiglio d’Europa. Sono i diritti politici, sociali e civili. Per analizzare i diritti fondamentali dobbiamo capire chi sono soggetti di diritto:  la capacità giuridica è la l’essere titolari di situazioni giuridiche cioè di momenti che consideriamo che abbiano un valore giuridico. Quando nasciamo siamo titolari di diritti e doveri. Chi è soggetto di una situa giuridica è anche oggetto (destinatario) di una norma giuridica. Nessuno può essere privato della capacità giuridica (diritto al nome, ad una casa, alla proprietà ecc);  Il nostro ordinamento riconosce soggetti che hanno la capacità di agire: le persone fisiche (individui) e persone giuriche (sono titolari di situa giuridiche che non sono persone fisiche tipo una società, associazioni sportive). Nessun nato fisicamente esistente ha la capacità agire poiché si acquisisce al compimento del 18esimo anno di età (viene tolta in casi particolari ma comunemente decade alla morte). La capacità di agire è l'esercizio di tutti i diritti ci cui siamo titolari e assolvere gli obblighi e doveri. 17 Tulia Finotti Basta la sola nomina per aver il governo operativo? No perchè ci deve essere il giuramento (art 93 cost). La nomina è art 92 cost. Il cuore della forma di governo parlamentare italiana è il rapporto di fiducia tra governo e parlamento entro 10 gg dalla nomina dal pdr. >Quindi cosa succede: il pdr nomina il pdcm (secondo l’art 92 Cost.) e diventa operativo subito dopo che il pdcm e i ministri hanno giurato fiducia alla repubblica italiana ( art. 93 Cost.). Entro 10 gg il Parlamento si riunisce e dà la fiducia (può anche non farlo tanto comunque rimane il governo; art 94 Cost.). Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. -La mozione di sfiducia (art. 94 Cost.) ‘’La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione’’ art. 94 Cost. Nel caso di sfavore del governo (da mandare a casa) il pdcm o si dimette o viene revocato dal pdr (art 92 Cost.). Quando la sfiducia deriva dal parlamento si chiama implicita se invece il governo chiede al parlamento chi si fidasse ancora di noi e chi voterebbe contro allora è esplicita. Su 68 governi, tranne 2, tutti gli altri sono caduti non in modo esplicito (con sfiducia dal parlamento) e sono caduti prima di essere sfiduciati, sono caduti politicamente prima che il parlamento si sciogliesse (ogni 5 anni). Questa crisi politica si chiama crisi extra-parlamentare una sfiducia senza voto. I due governi sfiduciati sono i due governi Prodi: ha preteso il voto della sfiducia e si sa chi ha votato contro e chi no.  La crisi sottrae agli elettori il potere della sfiducia (?). -La direzione politica in parlamento Gli elettori organizzati sono i partiti politici. Dal ‘48 al ‘91 i partiti erano molto forti e non sembrava un problema che si cambiassero tanti governi (poiché le idee politiche erano pressoché simili) ma il punto è che governava sempre la democrazia cristiana per una serie di fattori socio-politici. I governi erano deboli. Successivamente, durante la seconda legislatura, c'è stato l'opposto con partiti deboli con governi deboli (seconda fase repubblicana) con 16 governi circa, fa partire l'astensionismo (siccome non so di chi è la colpa della caduta del governo faccio altro). (?). Questo è un problema strutturale: bisogna avere partiti più forti e governi più duraturi.   Il pdcm non può revocare i ministri (revoca dal pdr su proposta del pdcm, art 92 Cost.). Se il ministro non vuole andarsene rimane ministro (parole sue, si esprime male in più occasioni). La paura del tiranno sta nel fatto che il pdcm possa revocare  ministri e formare un governo a suo piacimento e favore. Nel ’95, durante il governo Prodi (non con il berlusca come dice lui) era stato nominato ministro della Giustizia Filippo Mancuso per le sue riconosciute competenze giuridiche. Quando però cominciò a prendere di mira il pool mani pulite (antimafia) di Milano mandando in procura gli ispettori ministeriali, la maggioranza capì che Mancuso era animato da furore antigiustizialista. Dini provò a convincerlo ad ammorbidire la sua battaglia contro il pool, ma Mancuso tirò dritto per la sua strada. I gruppi di maggioranza (Pds, popolari, Lega Nord più Rifondazione) presero allora la decisione di sfiduciarlo al Senato con 173 voti a favore, 3 contrari e 8 astenuti. Mancuso però non si dimise: fece ricorso alla Corte Costituzionale, che gli diede torto, argomentando che le mozioni di sfiducia individuali sono perfettamente legittime anche se non espressamente previste dalla Costituzione. Da allora un caso simile non si è mai ripetuto. La storia delle sfiducie della seconda repubblica è una storia di salvataggi: i ministri accusati di qualche magheggio furono sempre assolti e mai sfiduciati. Durante la seconda legislatura, con governi e partiti deboli, si rafforzava l'integrazione dell’UE. -Art. 87 Cost. e i due pilastri dell’Italia Vedi art 87 dal comma 1 al 4 cost.: Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale. Può inviare messaggi alle Camere. Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione. Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo. 20 Tulia Finotti Riepilogo: il primo pilastro italiano è il rapporto tra parl e gov è il rapporto di fiducia è un rapporto ha ai sensi dell'art. 94 cost viene razionalizzato tramite la previsione esplicita di un voto del parlamento che deve avvenire entro 10 gg dalla nomina del governo. Per essere una forma di governo parlamentare, il pdr è eletto dal parlamento integrato dai delegati regionali (3 delegati per 19 regioni tranne Aosta che ne ha uno quindi 58). Vedi art 83 cost. è impo che il pres sia eletto anche da loro perchè i delegati sono l'espressione reale dell'idea della repubblica. L'art 114 cost dice che la repubblica è costituita dai comuni, province, città metropolitane, regioni e stato. Il pres della rep è anche espressione della dimensione territoriale del paese. Il secondo pilastro è l'elezione del capo di stato: la forma di governo parlamentare prevede che il capo dello stato non sia eletto dai cittadini.  Il voto di fiducia si misura in base al rapporto tra parlamento e governo anche se non è esatto dato che il rapporto di fiducia non è tra due diverse strutture istituzionali (gov e parl) ma il rapporto di fiducia è tra gli eletti in parlamento che grazie al voto di fiducia, scelgono cosa essere se parlamentari di maggioranza o minoranza. Il voto di fiducia impone ai parlamentari a scegliere da che parte stare (se contrari o favorevoli al governo). Con il voto di fiducia si scoprono tante cose: è l'outing del parlamento, si sceglie se sostenere contrastare un governo.  -Il vincolo di mandato: art 67 Cost Vedi art 67 cost: non c'è il vincolo di mandato (venivamo dal fascismo e quindi c'era bisogna di libertà). Questo vuol dire se un parlamentare voleva sostenere o no un governo nei 10 gg può cambiare idea.  Quando il governo si presenta al parlamento è già stato nominato dal pres della rep e il pdcm fa un discorso che prevede una serie di promesse. Ogni parlamentare è libero di dare la fiducia oppure no. Può succedere che coalizioni opposte si votino per giungere ad un risultato. Se entro 10 gg i parlamentari danno la fiducia, entro 3 gg dall'insediamento delle camere i parlamentari devono scegliere a quale gruppo politico si vuole appartenere (formare un gruppo parlamentare). Il vincolo posto ai parlamentari eletti, entro 3 gg si debbano iscrivere ad un gruppo, è un segnale per vedere se il governo ha una maggioranza oppure no. Un parlamentare non è obbligato ad iscriversi in un gruppo politico ma è libero di iscriversi in gruppi non politici: in parlamento ce n'è uno che si chiama ‘’gruppo misto’’ che vede la presenza di parlamentari di diversa caratura politica. Capita che i parlamentari vadano da un gruppo politico ad uno misto per due grandi ragioni:  la prima è che politicamente non si condivide la linea del partito del candidato al governo. Cambiare partito non ha un prezzo politico. Quanti gruppi si possono cambiare? Tutti quelli che vuole il parlamentare. A fine legislatura i parlamentari devono essere rivotati al prossimo giro elettorale. Anche per gli elettori l'affidabilità ha un valore. Quando vanno in crisi i partiti politici se nella prima fase della repubblica dal ‘48 al ‘92, il cambio di casacca totalizzata 10/12 in tutte le legislature. Dal ‘92 in poi crollato il sistema ideologico della politica perchè l'affidabilità non è più un valore e il sistema valoriale salta tutto. La mancata coerenza dell'adesione politica determina una reazione dagli elettori e meno votano. O i parlamentari sono coerenti o vengono puntiti: sta emergendo il vincolo di mandato perchè andare da un partito ad un altro non è giusto. Pierferdinando Casini vedi su internet. Non sempre l'incoerenza è un danno, ci sono diversi tipi di fedeltà. L'affidabilità del sistema istituzionale è il caso di Pierferdinando Casini. L'art 67 cost scarica sugli elettori la responsabilità della coerenza, del voto. Se fai politica o sei un elettore si cerca l'affidabilità, il vincolo di mandato ci rende responsabili di cambiare partiti ma poi bisogna dirlo agli elettori. Principio di responsabilità tra eletti ed elettori;  il secondo motivo per iscriversi ad un partito misto è che non ci sono abbastanza parlamentari per un gruppo.  21 Tulia Finotti -Dallo statuto albertino alla costituzione Il fatto che il parlamentare eserciti il diritto di non appartenere al mandato (?). Il testo dello statuto albertino diceva che gli unici soggetti che emergevano nel testo statutario come punti di riferimento principale al monarca erano i parlamentari e dall'altro lato i ministri. Se vediamo il governo nella storia repubblicana, ricostruiamo il governo dalla fase prerepubblicana. Lo statuto albertino entra in vigore il 4 mar 1848: viene concesso dal re per tutti gli italiani. È concessa perchè la monarchia sabauda era una monarchia che vedeva molto forte il ruolo del monarca nella forma di governo, era una monarchia che dava più potere al parlamento. Bozza di struttura parlamentare e lo statuto definiva anche la monarchia in Italia (costituzionale).  Art. 65 dello statuto albertino (lui dice di scaricarlo dal sito suo): ''il re nomina e revoca i suoi ministri''; art. 67 i ministri sono responsabili di tutte le leggi e gli atti del governo. Nello statuto albertino (testo che rimane in vigore per un secolo esatto) non c'era la parola governo (non è vero, ha sbagliato) non esisteva il pdcm ma c'erano i parlamentari e i ministri. Non c'era il pdcm perchè il re aveva i suoi ministri, erano sotto il suo controllo ed esercitavano il potere esecutivo per conto del re Carlo Alberto di Savoia quindi era come se il re fosse capo di stato e di governo. Era un modello tipico al quale la monarchia costituzionale faticava ad essere parlamentare. Lo statuto albertino era una carta di tipo flessibile (modificabile da una semplice legge ordinaria, non è rigida perchè altrimenti servirebbero procedure pi specifiche). Questo testo unilaterale ha un vuoto: il governo. Non esiste il governo nello statuto albertino, assenza a qualsiasi riferimento al governo (non è vero, v art 67 dello statuto). 0 riferimenti al rapporto di fiducia tra gov e parl. Per capire come funziona il governo bisogna capire che prima non c'era un governo vero e proprio. C'era solo il passaggio vedi art 65 statuto albertino. Perché Borelli e gli altri costitutori non scrivono sullo statuto il governo? Perchè nella concezione della monarchia non ce n'era bisogno . Il 16 marzo Carlo Alberto dà vita al primo governo con Cesare Balbo (figlio del sindaco di tornio, già ambasciatore di Parigi, cattolico, liberale) diventa pdcm: il re gli dice che farà il pdcm anche se Cesare dice che questa figura non esiste nello statuto alb. Il re convoca Balbo e Scopis. Chi ha la maggioranza in parlamento lo diventa e vince Balbo. Questa cosa non c'è scritta nello statuto ma il re voleva essere sicuro che quando Balbo avrebbe presentato delle proposte di legge, il parlamento lo avrebbe accettato. Balbo si ritrova ad essere il pdcm senza però essere sancito. È il vertice di una cosa non c'è fisicamente (non c'era il palazzo) né giuridicamente. Il re lo fa solo pdcm, non è consiglio. In questa situa balbo realizza che non ha alcuno strumento per ottenere quello che vuole.  Balbo presenta un disegno di legge per unire al regno sabaudo la Lombardia al parlamento, mira ad unire la Lombardia alle province di Rovigo e altre. Il parlamento le boccia e Balbo può solo che dimettersi. La prima sconfitta del primo governo non governo, del primo pdcm pota ad un accordo classico di fiducia. Balbo soffre molto ma lascia in dono la prima esperienza consuetudinaria di quello che è l'istituto chiave delle figure di governo parlamentare: la fiducia è diventa l'elemento imprescindibile per misurare il rapporto tra governo e parlamento. A questa prassi si aggiunge l'anno successivo la prima richiesta preventiva dei governi successivi a Balbo, alle camere subito dopo la nomina regia di un voto di fiducia. Meglio dare la fiducia prima che dopo l'ascesa del governo. ''I governi si presentano alle camere per la fiducia per dimostrare che il governo è legato intimamente al popolo''. La maggioranza dà la fiducia (o sfiducia). Da quando la fiducia preventiva diventa l'argomento per evitare di finire come Balbo, l'esistenza di una maggioranza è fondamentale in parlamento. Dal 1848 al 1849 ci sono 4 legislature. Con la disfatta di Novara Carlo Alberto abdica, armistizio pace con l'Austria e numerosi scioglimenti parlamentari. Vittorio Emanuele II nomina massimo d’Azeglio cugino di Balbo nel 1850 la prima cosa che fa è indurre un regio decreto in cui d’Azeglio vuole separare quello che sono il pdcm e i ministri. Questa distinzione non viene approvata perchè la camera gli vota contro. D’Azeglio non riesce a consolidare leadership politica perchè i fatto che lui fosse pdcm non era un fatto 22 Tulia Finotti elettorale) ripartisca i seggi da assegnare in rapporto percentuale ai voti ottenuti da ciascun partito. Infatti nel sistema maggioritario c’è poca rappresentanza (al contrario del proporzionale). Es. se i seggi sono 100 e i voti validi 10 milioni in tutto, il partito che ha ottenuto 2 milioni di voti ottiene 20 seggi. La formula matematica garantisce questo risultato. Questa fotografia numerica è una formula numerica che proporzionalmente costruisce un modello di rappresentanza politica perchè tot voti tot seggi. Un sistema dove a tot voti corrispondono tot seggi è difficilmente governabile. Incentivare i processi di decisionalità sarà molto complesso. Si sono introdotti dei meccanismi che, per evitare il caos, dove le ass rappresentative, sono costruite i modo più semplice possibile i seggi. -La soglia di sbarramento e di territorializzazione Si avvantaggiano così i patiti più grandi da quelli più piccoli, limitando i partiti con poca rappresentanza politica per ridurre la frammentazione politica. Per fare tutto ciò è stata introdotta la clausola di sbarramento. È uno strumento che fa entrare in parlamento solo i partiti che hanno almeno un minimo di voti prestabilito (es 1 mil). L'obbiettivo è che poi non ci siano troppe persone. La soglia di sbarramento è impo per ridurre la frammentazione politica e confusione politica. Questa soglia si può fare in maniera esplicita come in Italia o Germania (tipo se non hai il 4%). Può anche essere implicita emerge al tema della formula elettorale (meccanismo di trasformazione in seggi) lo caliamo in una specifica realtà territoriale. Il sistema elettorale produce effetti su tutto il territorio nazionale oppure tanti diversi collegi territorialmente distinti. Fa si che se dividiamo il paese in tanti collegi, la rappresentanza con la soglia di sbarramento, non è misurata sull'intera Italia ma su quello su cui si è votato. La territorializzazione è impo, capire se la soglia è sul territorio nazionale o territorializzato. Gli elettori sono suddivisi su base territoriale, in collegi elettorali. Un'altra soglia è quindi la territorializzazione presuppone un'asimmetria di partenza: alcune realtà sono più popolate di altre. Es. il partito di francesco ha a Roma 80.000 voti e se si candida a Roma diventa deputato? no perchè a Roma ''costa’’ 250.000 voti ma se si candida a Firenze può. La territorializzazione ha una soglia implicita. -I partiti grandi e piccoli I partiti grandi nelle circoscrizioni grandi mangiano quelli piccoli. Più elettori ci sono e più servono voti per essere eletti. In realtà piccole è probabile che un partito piccolo vinca cioè quelli con una forte vocazione territorializzata hanno maggiori chances di essere parlamentari se vengono eletti dal loro territorio. Es. il partito del sud Tirolo on presenta i candidati in altre regioni perchè altrimenti sarebbero troppo pochi per vincere in altri luoghi mentre a Trento e Bolzano pesano molto. In una zona molto abitata o contano molto i partiti grandi o quelli radicati nel territorio. La soglia di sbarramento consente un sistema setacciato, un sistema nel quale l'obiettivo nel quale l'obiettivo del popolo che elegge tanta rappresentanza quanta governabilità. -I sistemi maggioritari I sistemi elettorali maggioritari sono quelli costruiti su un principio: chi prende più voti vince. Nell'altro non è così semplice. Es. se ci sono 10 componenti con 10 elettori, un seggio elettorale con sol un posto un seggio e 100 elettori e un solo posto (un solo seggio) con 3 candidati vince chi ne prende almeno 34. Quello che ha vinto non è rappresentativa per 2/3 rispetto al collegio e quindi in mancanza del principio di rappresentanza, consente di governare. Il sistema maggioritario dà il posto non alla metà più uno, incentiva ad impegnarsi per quel collegio anche per chi non ha votato (dato che sono molti). Vince chi prende più voti. L'effetto positivo è cercare d parlare con chi non ti ha votato, consente a tutti di esprimersi, costruisce un vincitore sempre e comunque che è invitato a dialogare con tutti quanti. 25 Tulia Finotti Nei nostri comuni si una il sistema maggioritario: es. ci sono 100 voti, 3 candidati e un solo posto. Nel sistema maggioritario prende il posto chi ha la metà più uno rispetto ai votanti (se sono due). Se hai 51 hai sempre vinto. Il sistema maggioritario prevede il ballottaggio: si rivota tra i primi due. Alcuni sistemi elettorali sono con il ballottaggio ma non a due. Si usa anche per leggere il papa: prevede 27 (?) votazioni dove si presentano tutti i candidati ma vince chi raggiunge i 2/3. Si usa la minoranza di blocco (la minoranza si schiera agglomerandosi contro chi prende più voti). Il primo sistema elettorale nel mondo è quello del vaticano: quando gli uomini decisero che c'era un monarca, volevano uno che governasse non uno che rappresentasse. L'elettorato anche nei numeri ci dice qualcosa rispetto agli elettori. Le forme di elezione sono meccanismi da voti in seggi trasformano le tecnicalità (?). Legislazione elettorale di contorno dove si sono tutti gli elementi che costituiscono l'insieme del votare che non riguardano la formula politica in senso stretto. La propaganda elettorale deve essere equiparata. Nella legislazione elettorale ci sono i costi elettorali, una giusta propaganda e la conta riguardo il procedimento elettorale. La legislazione relativa alle liste dei candidati. Entro 45 gg dal voto si deve decidere la presentazione delle liste elettorali al tribunale (si presenta il sindaco della lista e i candidati). Per le elezioni regionali un volta hanno fatto troppo tardi e non sono stati presi in considerazioni. alla scadenza del termine a volte lo facevano apposta. -Il referendum Vedi il popolo che vota, il popolo che elegge, e poi il popolo che delibera. Il corpo elettorale fa tutte e tre, il popolo delibera attraverso il referendum: è una votazione che si basa su un quesito. È una domanda di tipo binario. Il quesito è semplice e duro, o si vince o si perde. Ce sono diversi tipi (almeno 3): 1. quello consultivo : volete voi fra questo o quello. È un parere su un certo tema; 2. quello abrogativo: ai sensi dell'art 75 cost. chiede agli elettori se sono favorevoli e/o contrari ad abrogare una legge o parte di essa (volete abrogare questa cosa?); 3. quello costituzionale: scatta non automaticamente ed è previsto dall'art 138 cost., Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Anche questo è binario, si chiede di promuovere o respingere la proposta nella cost. per la prima volta è successo nel 2001 sul Titolo V e poi nel 2006 (Berlusca) e 2016 (Gentiloni) erano stati bocciati entrambi; 4. poi c'è quello previsto dall'art. 133 cost che consente la modifica territoriale delle regioni. Referendum per il quale le regioni possono abbracciare o togliere nuovi territori. Tipo il caso di cortina. -Il sistema di finanziamento delle politiche sociali, finanziamento delle regioni 26 Tulia Finotti Nel nostro ordinamento partono da una caratteristica fondamentale basica. Il sistema di finanziamento si basa su un riparto di competenze tra stato e regioni. Il welfare state tra stato e regioni in merito al finanziamento dei servizi sociali è basato sul rapporto tra stato e regioni. >Alcuni elementi chiave sono che il flusso economico tra stato e regioni passa tra un luogo che non è nella cost. Si basa su un dibattito tra un governo italiano, il presidente delle regioni in questo luogo: questo luogo è il sistema delle conferenze tra stato e regioni ed economie. È il luogo fisso dove una volta a settimana, il governo e le regioni si confrontano per decidere il flusso di cassa su tutte le politiche del titolo V della cost. Il confronto avviene tra stato e regioni in questo luogo. Non c'è pubblicità dei lavori: se io voglio sapere che si sono detti alla riunione non posso saperlo se sono una persona comune. Rende meno democratico la questione trattata, non so cosa si dicono nel dibattito. Il finanziamento passa in luoghi oscuri e poco conosciuti. >I soggetti coinvolti sono almeno 4 per quanto riguarda il finanziamento. Lo stato, le regioni, gli enti locali e le asl sono i primi soggetti che fanno emergere le due branche principali del welfare state che sono due:  la sanità;  socio-assistenzialità. >La base normativa di riferimento per politiche di welfare sul finanziamento è la legge 328/2000. Ha definito che la costruzione delle diverse fonti economiche, che definiscono il finanziamento del welfare state, deve essere nel dialogo tra stato e regioni dietro le tasse (IRPEF specialmente). Il trasferimento economico che viene speso nei servizi è fatto da tre voci: o soldi nazionali (soldi da stato a regioni); o risorse proprie (regionali o statali); o altre risorse . Quando analizziamo i flussi di cassa, scopriamo che il trend economico del finanziamento del welfare (sanità e socio-assistenza) si basa su alcune variazioni principali, elementi che modificano la composizione delle spesa.  la rete infrastrutturale (la rete ospedaliera);  gli interventi: accolgono entro la spesa sanitaria gli elementi più emergenti del disagio (terapie intensive, interventi dei pronto soccorsi, ambulanze). Gli interventi relativi alle strutture territoriali relative all'assistenza sociosanitaria sul territorio, tipo le unità speciali di continuità assistenziale (USCA), le strutture di isolamento e l'assistenza domiciliare (l'unica strada per mantenere in vita le esigenze del paese). Per l'assistenza domiciliare si è cercato di lavorare per rafforzare un finanziamento dello sviluppo della tutela della salute tale da favorire la regionalizzazione del welfare in Italia oggi, non fosse troppo a rischio il livello essenziale delle prestazioni socio-sanitarie (LEA). Il welfare state entra nel modello di stato sociale a tre voci e determina una questione dove la parte più rischiosa sono le interferenze più rischiose tra lo stato e le regioni. Lo stato può trasferire economicamente le sue risorse cercando di orientare la spesa sociale in un verso pestando i piedi alle regioni che sono i titolari responsabile della salute ai senti del titolo V della cost. >Il finanziamento del welfare è statale per lo più. Lo stato è il soggetto principale che finanzia il larga parte il welfare state. Si lega alla dimensione del terzo settore. Ci dice come la costruzione del welfare e del finanziamento, ci troviamo di fronte al paradosso che lo stato finanzia più di tutti ma l'amministrazione la fanno le regioni. 27 Tulia Finotti turno 7 persone che a rotazione una volta l'anno si passano questo ruolo. Sono i componenti di quello che è il consiglio federale che una volta l'anno uno di questi 7 diventa pdr. Storicamente il capo di stato era un re e poi subentrano i figli e i nipoti. A volte diventano i monarchi chi detiene un alto titolo nobiliare. Oggi abbiamo la certezza che le rep hanno tutte un capo di stato. I pdr e il loro ruolo nelle forme di governo dipende da quanta tradizione monarchica è passata nelle vene della repubblica, quanti elementi di continuità riscontriamo tra monarchia e repubblica nella costruzione del pdr in Italia l'assemblea costituente era ben consapevole che gli italiani avevano votato in larga massa (non è vero) per la repubblica tuttavia alcuni elementi della tradizione monarchica sono rimasti anche nel nostro ordinamento. Vedi art 87 cost comma 4 si prevede che il pdr autorizza la presentazione alle camere dei disegni di legge di iniziativa delle governo. È una contraddizione perchè i governi sono tale dopo aver ricevuto l'incarico ma perchè il pdr deve esprimere il suo parere a riguardo? Questa autorizzazione è rimasta nel nostro ordinamento comune elemento utile a promuovere un ulteriore dialogo tra le istituzioni perchè questo comma obbliga il governo nei fatti a tenere sempre informato il pdr delle sue intenzioni. Questa rapporto tra governo e stato è impo. Il governo non può abusare del suo potere per sopprimere la figura del capo di stato, è una protezione. L'art 87 cost. comma 1 prevede che il pdr è il capo dello stato e rappresenta l'unità nazionale perchè il concetto di repubblica è più grande dello stato. Vedi art 114 cost. non è invertito pdr e capo di stato perchè altrimenti sarebbe stato capo solo dell'ultimo elemento, è pres di tutto anche i comuni, province ecc. Avrebbero potuto scrivere il pres dello stato (come in Israele) ma non lo hanno fatto perchè così è pres di tutto, non rappresenterebbe anche gli altri enti. Il pdr è eletto dai deputati, senatori + 58 delegati regionali (3 per ciascuna regione ma la vale d’Aosta ne ha uno. Vedi art 83 cost). La sua elezione arricchita perchè deve rappresentare tutto il pluralismo del nostro paese. La sua elezione avviene con un elezione tra di loro tutti insieme in una seduta comune del parlamento. La seduta comune è integrata dai 58 delegati. L'elezione del capo di stato non è distinta tra camera e senato ma si configura proprio come un momento nel quale tutti votano contestualmente il capo di stato. La Cost italiana prevede una procedura non semplice. dalla prima alla 3 votazione il voto è espresso con scrutinio segreto a maggioranza di 2/3 di tutta l'assemblea. Dalla 4 votazione in poi l'elezione avviene a maggioranza assoluta dei componenti. -La maggioranza e il quorum La cost italiana prevede 3 tipi diversi di quorum cioè dei numeri specifici che la costituzione indica per votare alcune questioni: 1. il primo tipo è funzionale (rientrano tutte le votazioni che prevedono una maggioranza dei soli presenti); 2. il secondo tipo è strutturale (la votazione previste in cost fa riferimento alla maggioranza assoluta dei componenti del collegio quindi la metà + 1 dei componenti); 3. Il terzo tipo di maggioranza è quella qualificata è calcolata è sempre sui componenti (maggioranza arricchita) ma dobbiamo sapere qual è il numero minimo specifico previsto per fare la maggioranza. Es. quando viene eletto il pdr. L’art 83 cost prevede che le elezioni del pdr siano a scrutinio segreto a maggioranza qualificata di 2/3 dell'assemblea (maggioranza qualificata, x/y dei componenti). Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. L’art 138 cost: la seconda volta che si vota per un referendum costituzionale con un quorum strutturale a maggioranza assoluta. In Italia non c’è il referendum se la revisione cost parte dal voto del parlamento se bho. Le riforme della cost si fanno a maggioranza qualificata, è complicata da raggiungere. 30 Tulia Finotti ‘’ Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.’’ -Serve una legge per saper quali sono i liveas e in che qualità. Lo decide il governo con la sua maggioranza. Prontuario (elenco) previsto dalle prestazioni è una scelta politica. Il governo ha costruito, grazie al ministero una commissione di studio, su questo. Ci dice dove si fissa l'assistenza e i diritti sociali in Italia. In questo quadro abbiamo delle certezze: che nella legge n. 833/1978 ha istituito il ssn. Ci sono 3 punti chiave:  tutti possono servire del ssn (tutti i cittadini e non): generalità dei destinatari;  tutti godono di prestazioni definite (prestazioni sanitarie preventive, quelle relative alla cure e alla riabilitazione): generalità delle prestazioni;  il terzo principio è che tutti debbano poter godere della stessa uguaglianza di trattamento (dell'equità di accesso e trattamento). -I problemi del ssn All'art 117 cost comma 3 ci dice che sono materie di legislazione concorrente tra stato e regioni, una serie di cose e tra cui la materia della salute. Lo stato e le regioni possono legiferare in materie concorrenti (adesso la tutela della salute) nel rispetto della regola che le regioni rispettino i principi fondamentali definiti dallo stato. Lo stato fa i principi e la regione i dettagli. Tuttavia nonostante la l 833/78 prevede i tre principi di prima, l'attuazione del 117 comma 3 cost ci dimostra che i principi fondamentali, definiti dalla legge del ’78, codificati da una costituzione che dice che i principi statali devono essere rispettati dalle regioni, ci dà forte disuguaglianze regionali e locali. Per fornire l'universalità, per garantire la globalità della copertura assistenziale ai cittadini e per verificare la portabilità dei diritti su tutto il territorio nazionale utilizzando la reciproca assistenza tra le singole regioni: la portabilità dei diritti è la possibilità di avere accesso ai diritti in qualsiasi momento e luogo. La modifica del titolo V ha costruito un sistema nel quale l'autonomia organizzativa regionale dei servizi socio-sanitari e assistenziali si è tradotta per lo più in una misurata di valutazione della spesa sanitaria regionale e in una spesso poco accurata ristrutturazione dei servizi sanitari regionali . È successo che per la maggior parte le regioni sono state incapaci di gestire i servizi sanitari. Il primo paradosso è che in molte regioni vi è la coesistenza di livelli inadeguati di erogazione di prestazioni sanitari e assistenziali, anche le tasse più alte (IRPEF) per contribuire a sanare il bilancio sanitario regionale. Per questa ragione dalla seconda metà del 2010 in poi le regioni italiane sono state messe in condizioni di dover affrontare di piani di rientro per recuperare l'elevato debito economico che la loro gestione non adeguata ha prodotto, ma questa giusta strategia non ha sanato quello che era il problema (cattiva politica, cattiva sanità, alte tasse). Il ssn pratica una fotografia di omogeneità ma c'è tanta diversificazione regionale: inefficace, inefficiente e ingiusto. La corte costituzionale, con la sentenza 203/2008, ha precisato che proprio per assicurare l'uniformità delle prestazioni che rientrano nei lea, spetta allo stato determinare la ripartizione dei costi relativi a tali prestazioni tra il ssn e gli assistiti sia pretendendo specifiche esenzioni a favore di determinate categorie di soggetti stabilendo soldi, compartecipazione ai costi uguali su tutto il territorio nazionale. 31 Tulia Finotti Questa sentenza della corte ci porta a valutare il quadro costituzionale che abbiamo di fronte (non dal lato del contenimento della spessa ma dai modi e forme attraverso le quali garantire la tutela della salute e lea alla luce delle indicazioni relative agli standard delle prestazioni comuni, ponendo sempre più il tema di forme di concertazione tra soggetti: stato e regioni e poi maggiore compartecipazione tra pubblico e privato. Serve più dialogo tra stato e regioni per attuare meglio i piani e serve più dialogo come compartecipazione quindi tra pubblico e privato). I pilastri sui quali affrontiamo la tutela socio assistenziale, vede la costruzione del modello socio- assistenziale. La riforma deve centrare nell'attuazione quindi conta molto la legge dell'assistenza 328/2000: questa legge evidenzia tutti gli elementi che allargano lo spazio dell'ass soc nel principio di solidarietà favorendo anche tutti gli elementi che sembrano essere collaterali alla semplice tutela della salute, previdenza sociale, assistenza. La previdenza sociale è prevista dall'art 38 cost. Rientra nei servizi socio-assistenziali e l'assistenza è data a tutti i cittadini (individui) ma la previdenza non è così (data a chi ha una posizione precisa lavorativa). Dalla nascita della repubblica al ‘68 (contributiva), nel mezzo retributivo e poi dal 92 ad oggi (tentativo di conciliare contributivo e retributivo). La pensione di invalidità civile, pensione sociale vengono rilasciate dall’INPS il quale copre anche tutte quelle funzioni e sovvenzioni che rientrano negli ammortizzatori sociali per esempio l'indennità di mobilità o cassa integrazione mentre le prestazioni socio-sanitarie che prevedono un elevata prestazione sanitaria che si attiene in special modo agli anziani, handicap, dipendenze, disabilità fisiche e mentali sono racchiuse da un ambito socio-sanitario coperte dall'asl. Il regime ambulatoriale, ospedaliero ecc sono servizi socio-sanitari. Sono per la realizzazione del sistema integrato di interventi e sevizi sociali. -Il finanziamento e la programmazione dei servizi Noi abbiamo a disposizione un finanziamento di tipo plurimo, vive tre grandi filoni:  il fnps (nasce nel 1998);  i fondi regionali delle politiche sociali;  i bilanci comunali. Questa costruzione determina la programmazione dei servizi sociali: l'individuazione del livello minimo dei destinatari delle prestazione la misura degli interventi, la priorità e tempistica degli interventi e la pluriennalità della programmazione dei servizi sociali. A livello nazionale passa attraverso i lea e lep a livello locale dalle singole regioni e comuni. La programmazione avviene attraverso due tipi di atti normativi: le leggi regionali o ordinarie ma è soprattutto con altri atti che abbiamo la programmazione con gli atti amministrativi (un atto giuridico posto in essere da un'autorità amministrativa nell'esercizio di una sua funzione amministrativa). Essi determinano questa programmazione attraverso tre tipi di livelli determinando una eteroprogrammazione partecipata tramite piani nazionali, regionali e zonali (piano di zona, comunali). I piani di zona sono costruiti dai comuni che si associano in ambiti territoriali che li legano tra loro, per la gestione unitaria del sistema locale del servizio sociale. Questi servizi sono programmati ai sensi dell'art 8 328/2000 con un modello reticolare che identifica zona per zona i lep. L'ordinamento definisce due cose del primo e terzo comma dell'art 117 cost: i lep e lea. Questa costruzione produce uno standard minimo comune ad entrambi. Il doppio livello essenziale delle prestazioni si basa sul rapporto tra stato e regioni e pubblico e privato ma la costruzione sul territorio nazionale produce due livelli di assistenza e due di standard relativi alla prestazione: o leggi statali (piano nazionale); 32
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