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La crescita dell'Inghilterra nel Rinascimento, Sintesi del corso di Letteratura Inglese

La crescita demografica e economica dell'Inghilterra nel Rinascimento, con particolare attenzione alla politica navale e giudiziaria. Vengono inoltre descritte le vicende politiche e religiose del regno, tra cui la lotta per il potere tra Enrico VIII e la Chiesa cattolica. Il testo si conclude con l'ascesa al trono di Elisabetta I.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 09/05/2022

Brigida666
Brigida666 🇮🇹

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Scarica La crescita dell'Inghilterra nel Rinascimento e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Inglese solo su Docsity! La crescita impetuosa delle isole britanniche può essere trovata in una fortunata condizione politica: dopo la fine della Guerra delle due Rose l’Inghilterra godette di una lunga stagione di pace e da qui si avviò uno sviluppo demografico che sarebbe poi proseguito ininterrottamente. Con il passaggio da un’economia rivolta alla sussistenza della popolazione a un impiego delle risorse della terra con la conseguente liberazione di manodopera per altri settori, fu un altro fattore di crescita. Nell’età Tudor la cantieristica navale conobbe una forte ripresa, ponendo le basi di quella politica navale che avrebbe conosciuto i primi fasti sotto Elisabetta I. Nel sistema giudiziario inglese sopravvissero i tribunali che giudicavano secondo la tradizionale Common Law:  Il King’s Bench (tribunale per le cause penali);  Il Common Pleas (per le cause civili);  Il Court of Exchequer (per le cause fiscali); Tuttavia vi si affiancarono quelle corti regie che giudicavano secondo la equity, ossia secondo procedure più snelle:  La Star Chamber (cause penali);  La Court of Requests (istante per i poveri);  La High Court of Admiralty (per gli affari internazionali). La Guerra dei Cent’anni per la conquista della Francia da parte della corona inglese si era conclusa nel 1453 con un disastro: non solo era fallito il progetto di Edoardo III di impadronirsi del trono francese ma i domini inglesi si erano ridotti alla sola Calais. Alla disfatta sul continente europeo era poi seguita quella feroce e devastante guerra civile. Nel 1485 con la battaglia di Bosworth e la morte di Riccardo III finì la guerra delle due rose e sul trono inglese salì Enrico VII Tudor. La sua politica mirò alla pacificazione del paese stremato dal conflitto e al recupero della sovranità regia. Sul primo fronte, nei primi dieci anni del suo regno Enrico VII affrontò con successo sia la rivolta capeggiata da Simnel sia quella del pretendente yorkista Warbeck. Tuttavia, a parte la perenne conflittualità lungo i confini del Pale anglo-irlandese, a nord la Scozia e al Sud la Francia mantenevano il paese costantemente sul piede di guerra. Per controbilanciare questa morsa, Enrico VII si avvicinò alla monarchia iberica, facendo sposare il primogenito Arturo con Caterina d’Aragona. Inoltre diede la figlia Margherita in sposa a Giacomo IV Stuart; quest’azione fu pressoché nulla. Nel 1487 creò la Star Chamber, una corte suprema composta da 7 consiglieri regi. Nel frattempo, la corona inglese intraprese una politica interventista in campo economico, allo scopo di favorire l’affermazione di un ceto imprenditoriale locale, non subalterno al capitale straniero. Nel 1509, alla morte di Enrico VII, essendo morto Arturo, salì sul treno il figlio Enrico VIII, il quale prese in moglie la cognata Caterina, zia di Carlo V. Per rafforzare la propria posizione nel contesto europeo, Enrico si lasciò coinvolgere nelle imprese di papa Giulio II che diede vita ad una Lega Santa con la Spagna, Impero, Svizzera e Venezia allo scopo di bloccare la politica espansionistica del re francese. Tra il 1521-24, il risorgere dell’antica alleanza tra la Scozia e la Francia indusse Enrico a provare la carta dell’invasione. Tuttavia, la disastrosa sconfitta di Francesco I nella battaglia di Pavia e la successiva pace franco- ispanica si ritorsero contro il sovrano inglese, che dovette rinunciare alle sue aspirazioni. Quanto al Galles, nel 1536 Enrico fece approvare il Welsh Act of Union , che annettè formalmente il Galles alla corona inglese. L’Irlanda, al contrario, non ricevette mai troppa attenzione (-> 1540). Intanto Enrico si era stancato del matrimonio con Caterina e ormai da tempo era innamorato di Anna Bolena, perciò egli chiese al papa l’annullamento del matrimonio con la prima moglie motivando il fatto che ella in precedenza era sposata con il fratello Arturo. Clemente VII, per non inimicarsi l’imperatore Carlo V (nipote di Caterina), rigettò la richiesta. L’Act of Supremacy (1534) con il quale il Parlamento nominò Enrico capo supremo della chiesa d’Inghilterra, fu solo l’inizio di una lunga lotta politico-religiosa. Dopo pochi anni Anna fu condannata a morte per adulterio, ma il re si consolò sposando Jane Seymour che gli diede il desiderato erede Edoardo, morendo però durante il parto. In quarte nozze Enrico sposò Anna di Clèves, ma anche questo matrimonio ebbe vita brevissima. Lo stesso Cromwell fu rinchiuso nella Torre di Londra con l’accusa di uso arrogante del potere; nello stesso giorno della sua esecuzione, il re sposò Caterina Howard. Nel giro di un paio d’anni anche lei fu giustiziata per tradimento. Caterina Parr, decisa sostenitrice della Riforma evangelica. Nel frattempo, gli scozzesi si rifiutarono di firmare il Trattato di Greenwich che prevedeva l’unificazione dei due regni attraverso il matrimonio del principe Edoardo e Maria di Scozia. Alla morte di Enrico, gli succedette Edoardo di appena 9 anni sotto la tutela di esponenti del partito protestante tra cui lo zio Edoardo Seymour (duca di Somerset) che condusse una politica aggressiva nei confronti del regno di Scozia. Dopo la condanna a morte, la gestione del potere passò a John Dudley (duca di Northumberland), il quale ne approfittò per indurre il sovrano a lasciare la corona alla nuora Jane Grey (nipote diretta di Mary Tudor). Edoardo, di salute cagionevole, morì nel 1533. Nello stesso anno venne incoronata regina Mary, che sposò Filippo II di Spagna, ma dal matrimonio non nacquero figli. Dopo le nozze, l’arrivo degli spagnoli e l’avvio della repressione contro i protestanti fecero perdere a Maria il consenso del popolo. Nel 1558 Maria Tudor passò la corona alla sorella Elisabetta. Nel Medioevo non esisteva una chiesa inglese propriamente detta. Le diocesi del regno erano suddivise tra le province ecclesiastiche di Canterbury e di York dipendenti dal pontefice. Il perdurare di tale situazione costituiva la causa di un forte malcontento tanto ai vertici quanto alla base della società inglese. Nello stesso 300 l’Inghilterra aveva conosciuto una corrente di riformismo religioso autoctono con la persona di John Wyclif che nei suoi scritti De Veritate Scripture e De Ecclesia aveva anticipato il concetto di chiesa come comunità spirituale di predestinati; riscuotevano grande successo sia l’idea che alla base dell’amministrazione dei sacramenti dovesse esserci la pietas del sacerdote sia la richiesta che tutti i fedeli potessero accedere alle sacre scritture tradotte
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