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La crisi del papato nel medioevo, Sintesi del corso di Storia

Riassunto sulla crisi del papato nel medioevo

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 26/03/2020

rocio-alejandra-mejia-acosta
rocio-alejandra-mejia-acosta 🇮🇹

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Scarica La crisi del papato nel medioevo e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! LA CRISI DEL PAPATO Il tardo medioevo vede il declino dei due poteri universali: papato e impero. Il papato non perde terreno nell’ambito religioso, ad entrare in crisi è il ruolo politico del pontefice, che diviene sempre più marginale. Nel 1294 diventa papa un eremita molto religioso, Pietro da Marrone, che prende il nome di Celestino V, ma dovuto alla sua inesperienza riguardo ai condizionamenti della chiesa, appena dopo sei mesi dalla sua elezione, decide di abdicare. Dopo la rinuncia di Celestino V, viene eletto papa Bonifacio VIII, della famiglia Caetani nemica della famiglia Colonna, questo papa tenta di riaffermare gli ideali teocratici, già esistenti in Gregorio VII e di Innocenzo III. Ma questa volta l’avversario del papa non è l’impero, ma la monarchia francese, proprio il re di Francia Filippo IV detto il Bello. Nel 1300 a Roma c’è il primo giubileo con il quale il papa Bonifacio VIII vuole far vedere ai cristiani e ai re dell’Europa che il potere più importante di tutti è il potere del papa, motivo per il quale Filippo il Bello diventa nemico di Bonifacio VIII e fa pagare una tassa anche alla chiesa, il papa è contrario e vuole scomunicare Filippo che subito convoca l’assemblea degli stati generali i quali sono d’accordo col sovrano e il papa emana la Unam Sanctam con la quale si rivendica la supremazia del papa su ogni uomo. Filippo aveva l’intensione di portare il papa in Francia e processarlo ma Bonifacio si rifugia ad Anagni, dove è raggiunto, catturato e soffre uno schiaffo da parte di un membro della famiglia Colonna, ma poi i cittadini di questa città lo liberano, ritornando a Roma dove pochi mesi dopo muore. Con la morte di Bonifacio, l’elezione del nuovo papa è a favore di un cardinale francese, Clemente V, che trasferisce la sede papale ad Avignone, i papi rimangono ad Avignone per 70 anni, fatto che prende il nome di cattività avignonese questo vuol dire che il papa è prigioniero ad Avignone. Dei sette papi avignonesi ne sono ricordati almeno due, il primo Clemente V che manifesta una netta sudditanza nei confronti di Filippo IV, nel 1312 sciolse l’ordine dei templari e consente al sovrano di incamerarne gli enormi beni che l’ordine possiede; l’altro papa Giovanni XXII, combatte i Ghibellini in Italia e si scontra con Ludovico il Bavaro e riorganizza la curia pontificia e il fisco della chiesa. La chiesa diventa una delle più importanti potenze economiche dell’epoca, il palazzo papale si trasforma in un grande centro politico, ciò che provoca molta polemica perché i cristiani vogliono che la chiesa torni alla povertà, invece succedono cose brutte come a esempio la persecuzione dei templari che durante il papato di Clemente V, vengono tutti arrestati dal sovrano di Francia, con lo scopo di dimostrare la subordinazione del papato nei confronti del re. Gregorio XI riesce a riportare nel 1377 la sede papale a Roma e poi muore nel 1378, a questo papa succede Urbano VI, italiano, eletto però su pressione del popolo che reclama appunto un papa italiano. I cardinali francesi non sono d’accordo e si trovano a fondi per eleggere un antipapa e quindi scelgono un cardinale francese che prende il nome di Clemente VII che ristabilisce la sede papale ad Avignone, poi ci saranno quarant’anni di scisma cioè di una chiesa divisa con due papi: Urbano VI, appoggiato da una parte dei cardinali e che rifiuta di essere deposto e d’altra parte Clemente VII, che rimette la sua sede ad Avignone e che vuole anche proseguire, quindi non accetta la deposizione, in conclusione il mondo cristiano si trova diviso in due obbedienze: quella romana e quella avignonese.
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