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La crisi della Germania repubblicana e il nazismo, Appunti di Storia

La nascita della Repubblica di Weimar in Germania dopo la caduta della monarchia e la fine della prima guerra mondiale. Si parla della debolezza del governo repubblicano e della creazione del mito della 'pugnalata alle spalle' da parte della destra nazionalista. Si descrivono anche la rivolta di Berlino, la morte di Liebknecht e Rosa Luxemburg, la Costituzione della repubblica di Weimar e i problemi politici ed economici della Germania. Infine, si parla della presa del potere da parte di Hitler e del regime totalitario instaurato.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 14/04/2023

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Scarica La crisi della Germania repubblicana e il nazismo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! LA CRISI DELLA GERMANIA REPUBBLICANA E IL NAZISMO 10.1 LA NASCITA DELLA REPUBBLICA DI WEIMAR La caduta della monarchia La crisi del primo dopoguerra fu par(colarmente acuta in Germania, dove la fine del confli7o si accompagnò a un vuoto di potere. In seguito al fallimento delle ul(me offensive degli Imperi centrali, la situazione era precipitata: interi repar( dell’esercito avevano iniziato a chiedere la cessazione immediata delle os5lità e l’abdicazione del Kaiser Guglielmo II. L’imperatore abdicò e nel mentre venne proclamata la repubblica e si formava un governo provvisorio guidato da Ebert, leader di un’ala del movimento socialdemocra5co tedesco. Due giorni dopo firmò l’armis(zio a Compiègne. La “pugnalata alle spalle” Il governo repubblicano era però troppo debole per mantenere l’ordine in più, l’aver acce7ato un armis5zio che prevedeva condizioni durissime gli toglieva ulteriore credibilità. La destra nazionalista riteneva il governo di Ebert responsabile della capitolazione e contribuì a creare il mito della “pugnalata alle spalle”, secondo cui la sconfi7a della Germania non sarebbe stata fru7o dell’insostenibile situazione militare, ma il risultato del tradimento organizzato dalle forze che ora davano vita alla repubblica. La rivolta di Berlino (gennaio 1919) Il governo non trovava appoggio nemmeno all’estrema sinistra da cui derivò una rivolta guidata dal Par5to comunista tedesco (KPD), nato ufficialmente solo qualche giorno prima dall’unione di alcuni gruppi, tra i quali spiccava la Lega di Spartaco (fondata da Liebknecht e Rosa Luxemburg), usci( dal par(to socialdemocra(co in polemica contro il sostegno che esso dava alla guerra. Gli spartachis5 temevano che, come in Russia, il Par(to prendesse il sopravvento e togliesse spazio all’effeUva partecipazione delle masse. Non avevano alcuna fiducia nella capacità dei socialdemocra(ci di rivoluzionare il vecchio stato imperiale. Nel 1918 avevano già tentato di proclamare una “repubblica socialista tedesca” e nel 1919, mentre la ci7à era nuovamente sconvolta da insurrezioni, il KPD e la sua ala spartachista tentarono di nuovo la via dell’insurrezione a Berlino. La seFmana di sangue e la morte di Liebknecht e della Luxemburg La rivolta venne repressa nel sangue dal governo socialdemocra(co che riceveIe l’appoggio dell’esercito, a differenza di quanto era accaduto in Russia, dove si schierò dalla parte dei rivoluzionari. Per sedare la rivolta furono impiega( gruppi paramilitari, i corpi franchi, forma( dopo la guerra, compos( da reduci volontari guida( da ex ufficiali. Le prime viUme furono proprio Liebknecht e Rosa Luxemburg. Dopo la loro morte, il par(to comunista tedesco si allineò alle direUve della Terza internazionale. In Baviera si era formata una repubblica dei Consigli di stampo sovie(co. La Cos5tuzione della repubblica di Weimar Si svolsero le elezioni per un’assemblea Cos5tuente, dove la socialdemocrazia era risultata in maggioranza. Si era riunita a Weimar e aveva elaborato una nuova Cos5tuzione che entrò in vigore nell’agosto 1919. La Germania, che nel fra7empo aveva dovuto acce7are la pace di Versailles, divenne una repubblica federale. La Cos(tuzione accordava al presidente il potere di sospendere in caso di emergenza le libertà civili e di disporre tu7e le misure considerate necessarie per mantenere l’ordine, scavalcando il Parlamento. Il potere esecu(vo poteva quindi prevaricare su quello legisla(vo, intaccando la fondamentale divisione tra i poteri. I problemi poli5ci ed economici della Germania La nuova repubblica dove7e fare i con( anche con i gruppi dell’estrema destra, che nel 1920 tentarono un colpo di stato (putsch); organizzarono in oltre una serie di a7enta( terroris(ci ai danni di uomini poli(ci. L’opposizione della borghesia e dei ver5ci dell’esercito impedì che avesse successo. Questa confli7ualità interna era alimentata dalla disastrosa situazione economica, aggravata dalle richieste di risarcimen( di guerra verso i paesi vincitori. (269 miliardi) Le difficoltà della ricostruzione erano accentuate da: - La chiusura dei suoi merca5 tradizionali, invasi da francesi, inglesi e americani; - La perdita delle colonie; - La privazione di risorse fondamentali come il bacino minerario della Saar. Produzione bloccata e “iperinflazione” La situazione si aggravò ulteriormente, quando il governo tedesco iniziò a me7ere in circolazione più banconote, innescando inflazione, che determinò un deprezzamento del marco. I prezzi seguirono la svalutazione della moneta e aumentarono a dismisura. L’iperinflazione e la massiccia disoccupazione portarono al collasso economico e sociale, con un grave abbassamento della qualità della vita. La Francia occupa Ruhr e impedisce la ripresa della Germania Il governo democra(co finì per essere paralizzato dal crescente disordine economico e monetario. Dove7e sospendere il pagamento dei risarcimen5 di guerra. La Francia reagì occupando militarmente il bacino minerario della Ruhr peggiorando le condizioni della Germania che non poteva più produrre. Ciò inasprì ulteriormente il risen5mento dei tedeschi ed esasperò il nazionalismo e le corren( di destra. Il Par5to nazista riceve7e il 44% dei vo(, mentre i socialdemocra5ci e comunis5 somma( insieme contavano ancora il 30%. Ma nessuno di loro poté entrare in Parlamento, perché erano sta( già arresta( alla vigilia delle elezioni. Confermato cancelliere Hitler si affre7ò a far votare una legge-delega des(nata a concedere, per qua7ro anni, i pieni poteri al suo governo, che ne approfi7ò per instaurare un regime totalitario. La poli5ca del terrore Fu abolita ogni libertà di associazione e di espressione e furono soppressi anche i liberi sindaca5. Tale regime di terrore fu messo in a7o a7raverso la polizia poli5ca o Gestapo, creata in seno alle is(tuzioni dello stato, e le SS, cos(tuitesi come formazione paramilitare all’interno del Par(to nazista. Dal 1933 furono inoltre organizza( dei campi di concentramento dove rinchiudere gli avversari e gli oppositori, mentre per i casi di “tradimento” fu creta la Suprema corte popolare. Fu avviata anche una campagna contro la cultura “non-tedesca” che distruggeva libri di tu7e le epoche storiche, con par(colare riguardo per autori ebrei e per scuole di pensiero come marxismo, il pacifismo, la psicologia di Freud. Il primo grande rogo dei libri si svolse a Berlino il 10 maggio 1933. L’opposizione interna: la “noIe dei lunghi coltelli” Hitler si trovò ad affrontare anche un’opposizione interna al par5to, rappresentata da alcune frange delle vecchie SA guidate da uno dei primi collaboratori del Führer, Ernest Röhm, ed erano os(li ai rappor( che il nazismo aveva allacciato con le alte gerarchie militari, quanto con gli ambien( del capitalismo tedesco. Hitler, al contrario era sempre più impegnato a guadagnarsi l’appoggio dell’esercito per assicurarsi la successione a Hindenburg. Per uscire da tale situazione, procede7e a una radicale epurazione del par(to, incaricando le SS di uccidere Röhm e mol( altri membri delle sue SA, in quella che fu definita “no7e dei lunghi coltelli”. La nascita del Terzo Reich Da allora Hitler non ebbe oppositori e alla morte di Hindenburg o7enne il potere assoluto, riunendo nelle proprie mani la carica di cancelliere e di presidente dello stato, riba7ezzato Terzo Reich. Hitler sciolse parlamen(, governi e organi giudiziari dei vari sta( tedeschi, le cui competenze vennero affidate a funzionari nomina( da Berlino e di sicura fede nazista. Il culto della personalità di Hitler e l’azione di propaganda Questa radicale trasformazione venne conclusa con il quasi unanime plauso della popolazione dato che le opposizioni erano state stroncate con la persecuzione, o costre7e all’esilio. A consolidare il regime contribuì notevolmente l’efficace azione di propaganda, a7raverso la stampa, l’editoria e i nuovi mezzi di comunicazione come la radio e il cinema. I successi in campo economico Il mito del capo carisma(co fu consacrato dai suoi successi in poli(ca interna. Hitler era riuscito a risollevare le sor( economiche del paese mediante una poli(ca fortemente autarchica con la presenza imprenditoriale dello stato nel campo dei lavori pubblici, delle infrastru7ure e dell’industria pesante; la concentrazione dei capitali; una rigorosa proibizione dello sciopero. La Germania rinunciava all’importazione delle materie prime e di prodoU agricoli, mentre il risparmio veniva convogliato nell’industrializzazione con risulta( che permisero di ridurre la disoccupazione, passata dal 34% a meno del 12%. L’aggressivo espansionismo Il progresso e il benessere che conobbe la Germania negli anni Trenta furono uno dei pilastri su cui il regime nazista consolidò il consenso. L’altro fu una poli5ca estera nazionalista che doveva res(tuire alla Germania il rango che “le spe7ava”. A tale scopo il regime promosse una poli(ca di riarmo, in aperta violazione del tra7ato di Versailles. L’espansionismo si esercitò prima nei confron( di Austria e il territorio dei Sude(, in Cecoslovacchia. Hitler riteneva che ques( paesi cos(tuissero parte dello “spazio vitale” per la Germania e, considerava la loro acquisizione, come la prima tappa che avrebbe portato i tedeschi ad avere un’unica “grande patria germanica” (pangermanesimo). La concezione dei rappor( tra le nazioni di fondava inoltre su un feroce razzismo. L’aIeggiamento dell’Europa verso il nazismo Le democrazie dell’Europa occidentale so7ovalutarono l’avvento del nazismo per molte ragioni: Hitler realizzò il proprio programma con meditata lentezza; I successi della Germania riscossero ammirazione anche all’estero; L’avvento di una di7atura non cos(tuiva per l’Europa una novità, visto che analoghi regimi totalitari si erano insedia( anche in Italia con Mussolini e in Spagna con Primo de Rivera. E quando il nazismo divenne più aggressivo in poli(ca estera, le vecchie potenze europee cercarono soluzioni diploma5che perché il ricordo della prima guerra mondiale era ancora troppo vicino per intraprendere un nuovo confli7o. Infine, la grande avversione di Hitler nei confron( del comunismo bolscevico gli valse non poche simpa(e. 10.4 L’IDEOLOGIA NAZISTA E L’ANTISEMITISMO La teoria della superiorità della razza ariana Il nazismo sosteneva la teoria della superiorità assoluta della “razza ariana”, che secondo Hitler si iden(ficava nella razza germanica, ed era necessario dare corso a un intenso processo di “purificazione”. Questa era la base ideologica dell’espansionismo nazista: la convinzione che se una razza dominante necessitava di uno “spazio vitale”, avesse diri7o di occuparlo, eliminando o riducendo in schiavitù le “razze locali”. L’an5semi5smo e le leggi di Norimberga Il razzismo nazista individuò il principale nemico nel popolo ebraico. Secondo Hitler l’ebraismo era una vera e propria malaFa, da cui discendevano liberalismo, la democrazia, il marxismo, tuU “pericoli” che dovevano essere es(rpa(. Ne conseguì una poli(ca che mirava a una progressiva e spietata persecuzione degli ebrei. Vi furono provvedimen5 discriminatori tesi a impedire la frequenza scolas(ca, l’esercizio di libere professioni e di altre par(colari aUvità. La persecuzione divenne poi sistema(ca con la promulgazione delle leggi di Norimberga nel 1935; a7raverso le quali gli ebrei furono priva( della ci7adinanza tedesca, fu loro vietato contrarre matrimoni con altri ci7adini tedeschi e furono obbliga( a esibire sugli abi( la stella gialla di David, in modo da essere riconoscibili in pubblico. La “noIe dei cristalli” Nella no7e fra il 9 e il 10 novembre 1938, con pretesto la morte di un diploma(co nazista per mano di un giovane ebreo, in molte ci7à tedesche vennero devasta( negozi appartenen( agli ebrei, sinagoghe, abitazioni; decine di ebrei furono uccisi, mentre decine di migliaia furono arresta( e interna(. Quest’azione venne definita “noIe dei cristalli”. La persecuzione degli ebrei tedeschi perme7eva di me7ere le mani anche sui loro patrimoni. Le autorità naziste spinsero anche all’emigrazione la comunità ebraica, che passò da 500.000 a 350.000 persone. Gli ebrei divennero proprio un “capro espiatorio” su cui scaricare le proprie frustrazioni. Nel giro di pochi anni la persecuzione an5semita varcò i confini della Germania e nel corso della seconda guerra mondiale culminò nel genocidio di sei milioni di Ebrei.
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