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La crisi della repubblica e la nascita del principato, Appunti di Storia Romana

La crisi della repubblica, Ottaviano e i caratteri augustei del principato

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 11/11/2021

fabio-barni
fabio-barni 🇮🇹

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Scarica La crisi della repubblica e la nascita del principato e più Appunti in PDF di Storia Romana solo su Docsity! PERIODIZZAZIONE 2 = Fa LES PROINCES ROMAINES EN 50 | di È al y 3 ; Germani Daci d 2 TERARCHIFS ESPAGNE ; ; U T-RFURF ae ) MACEDOINE e ROYAUME 197 e 227 cITAÙ lie; D'ARV ENIE ESPAG 7 p È — cori CIERGIRE, _SARDAIGNE | a la 14 MISTO _N À Ù ia le: a ISS FOYAUME i Utque SCIE e. a ROVAUME 241 th DE MALRETANIE asso E tanga , So) Mer Méditerranée CRETE 197. Date de aréation des provinces A 67 ran ROYAUM E Cyène Btatsdlieris DENUMIDIE vi, Gouvemeurs uniquerent prétoriens CYREN AIQUE P Î 20 à 25 %de gouvemeurs consualres 74 ROYAUME [1 33 %de gouvemeurs consulaires D'EGYPIE” mi Majorité de gouvemeurs consulaires : Manque d'irfonrration 300 km_ Mappa scelta per accompagnare le ultime osservazioni sull’ultimo periodo della repubblica. Quella del docente, nelle slide, è dalla traduzione in italiano (L’impero romano di 200 mappe). Questa è dall’originale francese. Processo di provincializzazione Roma, una volta trasformata da città stato a centro di potere politico di livello imperiale, organizza i suoi domini. Attenzione. C’è l'impero inteso come epoca successiva al primo principe, Augusto, ma talvolta ci si riferisce anche al periodo successivo all’imperialismo romano, a un periodo che comincia con il II secolo a.C. e che va avanti fino alla nascita del principato in senso formale, costituzionale come forma e modello di governo. La carta fa riferimento all’impero inteso nel secondo senso: dopo la fine della Il guerra punica, nel 241 c’è la provincializzazione della Sicilia. A dire il vero, verrà provincializzata compiutamente più tardi — come rileva Livio — con due governatori. Nel 227, Corsica e Sardegna formano una provincia unica. Poco più tardi, sorgono le province di Spagna ulteriore e citeriore: più lontana e più vicina, due province affidate e due pretori. Sono ex pretori, in questo periodo, i governatori delle province. Ancora. 148-146 Macedonia e una parte delle Grecia, probabilmente una provincia unica: Macedoia e Acaia. Con Corinto viene distrutta anche Cartagine e nasce l*Africa proconsolare. 129: Asia minore. La provincializzazione non è mai immediata, è un processo. All’indomani delle guerre, di solito di conquista, in cui sbaragliano gli avversari, in alcuni casi i Romani non trasformavano immediatamente il territorio vinto in provincia, ma preferivano stabilire alleanze e strategie di governo. In formam provinciae redacta era invece la formula con la quale designavano una provincia definita formalmente, anche da un punto di vista giuridico. I Romani portano l’istituto del patronato e della clientela anche nella politica internazionale: alleanze con sovrani collocati in varie parti del Mediterraneo e che godono di un’amicizia subalterna con grandi personaggi di Roma ( come casi Pompeo e Marco Antonio) o che sono subalterni al Seanato. Via via che queste dinastie vengono meno, i Romani tendono a sostituire i regni vassalli o clienti con le pronvice. I territori in rosa chiaro sono stati clienti: territori che non sono province ma principati indigeni, locali, e regni alleati di Roma: Egitto (provincia nel 30, dopo la battaglia di Azio), Numidia (a sinistra dellll’Africa proconsolare), Mauritania, Cirenaica (74) e Creta (67). Prima, questi sovrani hanno il controllo del potere di fatto per conto di Roma, e all’occorrenza mantengono l’ordine pubblico. A un certo momento, vengono incoronati a Roma. Si parla di rex datus, di sovrano dato da Roma, scelto da Roma o, comunque, i Romani si recano nel regno vassallo a ufficializzarne l'ascesa al potere. Dopo l'Asia, nel 101-100 (96 erroneamente nella carta) ci sono le province della Cilicia (Turchia meridionale). La Gallia Transalpina (parte meridionale) 122-121 (c’è altro errore nella carta) coincide con la Gallia narbonense (Narbona): Provenza, Marsiglia, prima romanizzazione, Arles. La Gallia Comata corrisponde alla Francia centro settenrionale, conquistata nel 49 da Cesare. In età imperiale, il territorio di Cirenaica e Creta formerà una provincia unica, con un unico governatore che amministra Cirenaica e Creta. La striscia del Nord Africa, nel Maghreb, è larga al massimo 100 km ma è importante per urbanizzazione e romanizzazione. Illiria e Balcani vengono conquistati e provincializzati nel corso dell'impero inteso come principato, nel I e II secolo d.C.. L’Arco alpino viene sottomesso dall’imperatore Augusto, uno dei personaggi più importanti della storia. Augusto e la propaganda. Augusto dà vita a una campagna di propaganda per immagini (monete, iscrizioni, raffigurazioni) prima del regno. Caesar divi filius, si legge su una moneta. La datazione è dopo Cesare, lì già divinizzato, e fa riferimento a Ottaviano. Augusto basa moltissimo il suo regime sulla propaganda: monete, foro, slogan attraverso immagini, raffigurazioni, edifici, templi. Prima di Azio e forse in funzione primo di Azio, si fa coniare la moneta; posa già con tutto il potere. Caesar è legato al fatto che lui è figlio di Cesare, adottato ma figlio. Divus è termine attribuito alle grandi personalità romane che ottengono l’apoteosi. Soltanto i principi ne hanno diritto (il principe muore, il senato si riunisce e opera attraverso forse un dibattito e alcune formalità la consecratio, attribuendo qualità divine al defunto + (Cesare trasformato in stella). Significativo il globo — già presente in una statua di Pompeo - sulla moneta: dominio universale, dell’ecumene. Roma dominatrice del mondo conosciuto. LE NOVITA’ AUGUSTEE Poteri “costituzionalmente definiti” - potestà tribunizia (fbunucia potestas), 23 a.C. - comando militare esteso con poteri proconsolari (1mperium proconsulare marus), 23 a.C. - pontificato massimo (ponufex maximus), 12 a.C. Augusto accumula poteri costituzionali e poteri carismatici, legati al prestigio, più spirituali (vedi slide qui sopra e successiva) Attribuzioni a valenza “carismatica” * Titolo di Augustus, 27 a.C. * Prerogativa della Auctoritas * Titolo di Pater patriae, 2 a.C. Restauratore della repubblica e principe. Ottaviano Augusto si rappresenta all’esterno come restauratore della repubblica, utilizza istituzioni repubblicane per garantirsi poteri eccezionali e vitalizi: no collagialità, no annualità. La supremazia assoluta viene però fondata sulle istituzioni o su apsetti delle istituzioni che erano quelle repubblicane. Titolo di Augusto nel 27 a.C., data importantissima. Sui poteri civili di Augusto. Abbandona il consolato nel 23. Dal 31 al 23 era console ininterrottamente, cosa piuttosto imbarazzante per uno che voleva far credere che era il restaurator res publicae. Nel 23, rinuncia al consolato e assume la potestà tribunizia senza diventare tribuno della plebe. Rinuncia al tribunato della plebe ma fonda i suoi poteri civili sulla tribunicia potestas: aspetto importante, fatto ideologico + appoggio del popolo; tribuno della plebe è colui che detiene la nozione stessa di sovranità popolare. Augusto si fa, di fatto, scorporare i poteri dalla carica. Ha il controllo del potere e dà una rappresentazione di se stesso come incarnazione della volontà popolare, senza rivestire la carica di tribuno della plebe perché se lo avesse fatto non avrebbe concentrare tutti i poteri che voleva (non tribuno = non annuale, non collegiale). Augusto ottenne così il diritto di veto, il diritto all’inviolibilità persona, la possibilità di convocare il Senato e divenne detentore della volontà popolare. Non avrebbe potuto essere tribuno cercando al contempo di gestire e ottenere tutte queste altre prerogative. Fosse stato tribuno a vita, avrebbe contraddetto l’immagine di restauratore della repubblica. Il tribunato come carica prosegue la sua vita, continua, ed è tema di studio perché non si capisce più bene quale sia la funzione dei tribuni della plebe, nel principato anche tardo; quasi un gradino onorifico del cursus honorum. Il 9 dicembre di ogni anno, per quanto sulla data ci sia discussione, c’era il rinnovo della potestà tribunizia. In questo modo, si contano le potestà e queste diventano, quando si conosce la data della prima, che normalmente coincide col primo anno di regno, un elemento datante. I poteri militari di Augusto. Sempre nel 23 Augusto ottiene non solo un semplice imperio proconsolare ma un imperium proconsulare maius. Alcune fonti dicono maius et infinitum, riguardo a uno spazio sia cronologico che geografico. Supremo comandante dellesercito romano, anche quando non lo comanda affatto. Tra l’altro, Ottaviano Augusto era un mediocre conduttore di eserciti e forse proprio per questo la sua ideologia della vittoria è molto spinta. Compensava ciò che non era. Svetonio, Plinio il Vecchio, Cassio Dione riportano le sue ingenuità, sventure e vigliaccheria militare. Non era insomma un gran comandante. Ma nelle fonti numismatiche, archeologiche, letterarie, artistiche, epigrafiche, architettoniche compare il tema ideologia della vittoria. Un tema alla quale Giovanni A. Cecconi ha dedicato un vecchio lavoro: Delicata felicitas - Osservazioni sull’ideologia imperiale della vittoria attraverso le fonti (Clio, vol. 27, pp. 7-29, 1991). La Vittoria è una divinità, un’astrazione personigicata; in Senato statua e altare della Vittoria. Per Augusto, la divisione fra ideologia della vittoria e attività militari ha poche non conseguenze (in pratica toglieva argomenti a chi lo attaccava per la poca capacità militare). La propaganda anti Ottaviano messa in campo da Marco Antonio, cesariano e con un’esperienza di guerra maggiore di quella di Ottaviano, verteva su questo. Riferimenti agli insuccessi militari di Ottaviano nelle fonti riflettono temi propagandistici di Marco Antonio; altri riferimenti si legano al fatto che Ottaviano Augusto e gli imperatori successivi avevano messo a punto un sitema: bastava loro prendere auspici, dire che le divinità erabo d’accordo con la campagna militare e, anche se l’esercito lo comandava un altro (come Tiberio sotto Augusto), il trionfo lo faceva comunque il principe. Augusto celebra però il trionfo una sola volta, rendendosi conto che negli anni del suo
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