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La crisi della repubblica romana nel I secolo a.C., Appunti di Latino

La crisi generale che portò al crollo della repubblica romana nel I secolo a.C. e le diverse posizioni degli intellettuali dell'epoca di fronte alla crisi. Vengono analizzati i fattori istituzionali, economici, societari e valoriali che contribuirono alla crisi, nonché le filosofie ellenistiche dell'epoca, come l'epicureismo e lo stoicismo. Viene inoltre presentato il pensiero di Sallustio, storico e politico dell'epoca, che analizza le cause della crisi e propone soluzioni per risolverla.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 29/09/2023

Thias22
Thias22 🇮🇹

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Scarica La crisi della repubblica romana nel I secolo a.C. e più Appunti in PDF di Latino solo su Docsity! 1° secolo a.C. ETA’ DI CESARE: 78 A.C - 44 A.C. Ad essa corrisponde il crollo della repubblica a causa di una CRISI generale: ● Istituzionale: le istituzioni repubblicane sono esautorate→ svuotate di valore e potere dai leader che si impongono (Silla, Catilina, Pompeo, G.Cesare), la giustizia e l’esercito sono ora in mano ai singoli. ● Economica: non c’è una gestione unitaria. La conquista dell’Oriente (regni ellenistici) secolo precedente porta: ○ Contatto con un mondo diverso→ economia ricca e prodotti preziosi ○ Agricoltura e allevamento romano in crisi, a causa dei: ○ Latifondi→ rendono poco=crisi, lavoro di schiavi= rovina per i piccoli-medi proprietari terrieri ● Societaria: società polarizzata→ masse povere e pochi ricchissimi→ masse scontente disposte a tutto per cambiare la loro situazione→ seguono le false promesse dei leader carismatici che approfittano di ciò ● Valoriale: il contatto con l’Oriente, che da secoli aveva uno stile di vita individualista alla ricerca del lusso e dell’agiatezza personale, effemina l’animo dei romani e mette a rischio gli antichi mores e la res publica (civitas e bene collettivo) L’individualismo sostenuto dalle filosofie ellenistiche del tempo→ ricerca di salvezza e felicità individuale: ❖ EPICUREISMO→ da Epicuro (3 sec. a.C.); ricerca dell’atarassia→ imperturbabilità d’animo→ garanzia di edonè=felicità/serenità interiore. Tertrafarmaco: ● Timore degli dei→ non si occupano dell’uomo ● Timore della morte→ “se c’è la morte non ci siamo noi e se ci siamo noi non c’è la morte” morte=nulla ● Timore della malattia→ temporanea, o si guarisce o si muore ● Timore dell’attività politica→ causa odio, scontri e ansia→ lathe biosas→ vivi nascosto e fuori dalla politica (opposto ai romani). Serve ridurre i desideri a quelli semplici e naturali Esso fa leva sui nuovi abitanti dell’impero che non hanno sviluppato i mores. ❖ STOICISMO → da Zenone (3 a.C), stoà poichile (portico dipinto). 3 fasi: ➢ Antico stoicismo→ Zenone→ apatia→ riuscire a non farsi dominare e condizionare da ciò che c’è fuori di noi, serve autarchia (autosufficienza) e assenza di pathos per ottenere→ equilibrio interiore imperturbabile (uomo sempre in grado di trovare la soluzione). Tutto ciò grazie al logos→ saggezza/ragione. Per ottenere l’obbiettivo si è disposti a TUTTO→ isolamento e suicidio per evitare ogni corruzione dell’animo. ➢ Stoicismo di mezzo→ Panezio adatta lo stoicismo nel 1° a.C. ai Romani (circolo degli scipioni: l’emiliano, Polibio[storico→ legittima l’imperialismo] e Panezio [filosofo greco andato a Roma]). Non si smette mai di diventare saggi, e chi lo è di + aiuta gli altri (dimensione collettiva romana) ➢ Neostoicismo→ Seneca A Roma dilaga e alimenta le brame dei leader che si credono i + saggi. Le posizioni degli intellettuali di fronte alla crisi: ● Disimpegno di fronte al negotium→ approfondimento interiore→ poetae novi (Catullo) → inizialmente visti con disprezzo→ neòteroi→ poco romani. Essi si impegnano privatamente e interiormente→ lirica monodica (dell’io) con modelli greci (liber catulliano). Nuovi generi→ epillio, epigramma, elegia ● Lucrezio→ epicureismo→ traduce epicuro nel De rerum natura (natura dell’uomo e del cosmo) → atarassia→ rinuncia agli dei, alla politica, al lusso→ scelta radicale. ○ Anti provvidenzialistica→ vita soggetta al caso= no provvidenza ○ Antifinalistica→ vita soggetta al caso=senza scopo ○ Anti antropocentrica→ l’uomo non è al centro ● Erudizione→ opere di studio, enciclopediche→ raccolta di tutta la conoscenza in un determinato settore (de architettura, de lingua latina; Verrone). Essi sono conservatori, non propongono passi in avanti ma consolidano il passato. ● Mediatori→ creare un mondo nuovo rielaborando la tradizione→ passato per ricostruire il futuro (Cesare, Cicerone,Sallustio), il progresso senza basi non è produttivo, progresso materiale=regresso morale→ discordia(presente) vs concordia(passato); rinnovare e adattare il passato alle necessità presenti→ sistemare il presente e creare il futuro (bisogna avere consapevolezza del passato). SALLUSTIO (86-35 a.C.) Homo novus, non aveva antenati politici e si ritroverà in difficoltà ma protetto da Cesare, alla sua morte è costretto a ritirarsi. Ha similitudini con Dante e Machiavelli (politica negata) → come quest’ultimi egli continua a fare il politico/storico(storia è necessità politica) → ricerca delle cause della crisi→ perché e quando? ● Perchè: perdita dei mores a causa della pretesa di cambiare la propria natura ● Da quando: bisogna riavvolgere il bandolo della matassa, gli step di sallustio: ○ 63-62 a.C.→ congiura di Catilina, la crisi è ormai visibile→ un cives romano tenta un colpo di stato contro la sua città→ impensabile! ○ 112-105 a.C. → guerra contro Giugurta in Numidia (nord Africa). Nella seconda guerra punica scipione l’africano si alleò a Massinissa re di Numidia per sconfiggere Cartagine e da lì ci fu l’alleanza. Micipsa, figlio di Massinissa, eredita il regno e per avendo 2 figli adotta il brillante nipote (Giugurta→ formato a Roma a seguito di Scipione l’emiliano [uomo di cultura]); alla morte dello zio, Giugurta uccide Iempsale e insegue la fuga di Aderbale a Cirta assediando la città e uccidendo anche mercanti romani→ i populares vogliono la vendetta, ma la decisione spetta al senato che si spacca in due perchè Giugurta offre ricchezze per comprarli→ scandalo!! Alla fine la guerra però viene dichiarata e vinta, ma alcuni senatori hanno venduto i mores. ○ INIZIO DELLA FINE→ 146 a.C.→ fine della terza guerra punica→ fine del metus hostilis (paura dei nemici), Roma non ha più rivali→ non ci sono più nemici comuni (comun denominatore di aggregazione) → obiettivo comune. Ciò causa disgregazione e crisi dei mores a favore dei valori individualisti: ● Ambitio→ cupidigia di potere ● Luxuria→ cupidigia di avere→ lusso sfrenato L’uomo per Sallustio è malvagio→ quando non ci sono nemici esterni se ne creano di interni→ (adversarius) → guerre civili. Le prime evidenze di ciò→ Mario e Silla.
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