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La cultura delle immagini, Schemi e mappe concettuali di Estetica

La cultura delle immagini. Hans Belting

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 01/06/2023

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Scarica La cultura delle immagini e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Estetica solo su Docsity! Breve storia dell’immagine dall’iconoclastia alla fotografia Noemi Zappalà matr. 20368 a.a 2021/2022 I livello triennio cvpac esame di estetica prof. Anselm Jappe Breve storia dell’immagine dall’iconoclastia alla fotografia 1. Rapporto immagine tra Occidente e Oriente 2. Alhazen e la camera oscura 3. Dalla prospettiva alla fotografia 4. La reazione della pittura alla fotografia 1. Il modo in cui le diverse culture fanno uso delle immagini e ne comprendono il mondo, ci porta al centro delle loro differenti forme di pensiero. Nella storia della visione l’invenzione della prospettiva rappresentò una rivoluzione, portando all’interno dell’immagine lo sguardo, e con esso anche il soggetto che osserva. Essa divenne pertanto una tecnica culturale, non solo artistica. Di conseguenza il diritto ad una percezione che ciascuno può affidare al proprio sguardo (forma simbolica, espressione della cultura di età moderna), e l’espressione di un pensiero antropocentrico liberandosi dell’immagine teocentrica del mondo, propria del medioevo. Poiché la prospettiva si sia chiusa entro steccati culturali, non può definirsi universale. Il cristianesimo fece propria la cultura iconica greco- romana privilegiando l’immagine. Da allora è lecito parlare sia di culto delle immagini, sia di immagini per il culto. Solo in questo modo è possibile spiegare l’ostinazione con cui l’età moderna ha voluto sottrarre le immagini al controllo della religione, continuando ad assegnare loro un ruolo privilegiato in ambiti non ecclesiastici, quali arte e scienza. Gli scienziati arabi avevano costruito su base matematica e sperimentale un sistema geometrico di raggi luminosi e visivi che corrispondeva perfettamente alla spiritualità astratta della loro cultura. Per questo motivo le immagini che davano una forma concreta alla visione apparvero loro sospette. Dipingere secondo la prospettiva era ritenuta una “perversione diabolica”, ciò significava perdere la propria purezza. (era consentito raffigurare solamente il Sultano). Le immagini quindi, vennero considerate contraffazioni della vita, e chi le produceva era colpevole di blasfemia. Nell’anno 721 il califfo Yazid II predispose l’editto iconoclasta. Il fondamento religioso dell’iconoclastia partiva dalla volontà di tornare ad una religione pura, non mediata da immagini. La base dottrinale fu l’affermazione che la venerazione delle icone spesso sfociasse in una forma di idolatria. Questa convinzione provocò la distruzione di un gran numero di rappresentazioni religiose, compresi i capolavori artistici. L’editto vietava la produzione di immagini tanto quanto la loro osservazione. Esse infatti nel momento in cui vengono appese diventano idoli; un credente non può nemmeno entrare in uno spazio che esponga immagini. Molte immagini vennero quindi decapitate, esportandone il volto, un’immagine senza testa non è più tale, poiché è proprio essa che guardando può essere confusa con vita.
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