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La dieta mediterranea. Storia, caratteristiche, illustrazione della piramide alimentare!!!, Appunti di Scienza degli alimenti

Dieta mediterranea, storia, caratteristiche e piramide alimentare

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 08/06/2023

Wabisabi02
Wabisabi02 🇮🇹

4.6

(6)

25 documenti

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Scarica La dieta mediterranea. Storia, caratteristiche, illustrazione della piramide alimentare!!! e più Appunti in PDF di Scienza degli alimenti solo su Docsity! DIETA MEDITERRANEA COME APPROCCIO ALLE MALATTIE CARDIOVASCOLARI La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato agli stili alimentari tradizionali dei Paesi che affacciano sul bacino Mediterraneo. Si tratta di un approccio alimentare utilizzato come modello, scientificamente dimostrato, per la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari. La dieta venne riconosciuta dall'UNESCO come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell'umanità nel 2010. Il regime alimentare si fonda su alimenti il cui consumo è abituale in Paesi del bacino mediterraneo, in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva, rispetto ad un più raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso e dolci STORIA La dieta mediterranea è un moderno modello alimentare studiato e introdotto per la prima volta dall'epidemiologo e fisiologo statunitense Ancel Keys alla fine della Seconda guerra mondiale. Keys riuscì infatti ad intuire e dimostrare la relazione tra alimentazione e stato di salute e in modo particolare la relazione che sussisteva tra dieta e disturbi cardiovascolari. Ancel Keys che arrivato a Salerno nel 1945 al seguito della quinta armata dell’esercito americano, si accorse che malattie cardiovascolari diffuse nel suo paese, in Italia erano molto limitate e in particolare tra la popolazione del Cilento (e in genere nei paesi del bacino mediterraneo) risultava particolarmente bassa l’incidenza delle cosiddette malattie del benessere (aterosclerosi, ipertensione, diabete, malattie digestive, obesità). Cominciò a studiare la valutazione della dieta come fattore preventivo delle malattie cardiovascolari e questo studio prese il nome di “studio delle sette nazioni” in quanto prese in esame le abitudini alimentari di dodicimila soggetti di sesso maschile, compreso tra i 45-59 anni, tra Giappone, Stati Uniti, Jugoslavia, Germania, Olanda, Grecia, Finlandia e Italia. Lo scopo dell’indagine era quello confrontare popolazioni con tradizioni alimentari, stili di vita e incidenza di malattie cardiovascolari molto diverse tra loro. Osservò che più l’alimentazione dei soggetti analizzati si discostava dagli schemi mediterranei maggiore era l’incidente delle suddette patologie. Keys è riuscito a farsi finanziare dall’Università del Minnesota, negli Stati Uniti, per portare avanti il suo studio di reclutare tutti questi soggetti di sesso maschile (quello più a rischio per le malattie cardiovascolari) nelle sette nazioni citate per vedere se alcuni parametri dell’alimentazione e del colesterolo avessero un’influenza sulla mortalità cardiovascolare. Riuscì ad attuare, in questi anni, dei prelievi centralizzati: cioè veniva eseguito il prelievo nei soggetti studiati e poi analizzato in un laboratorio di riferimento negli Stati Uniti. Tali parametri sono stati studiati per un paio d’anni, in particolare facendo attenzione ai livelli di lipidi e di colesterolo nel sangue, allo svolgimento dell’attività fisica, alla dieta e agli eventi cardiovascolari. Per quanto riguarda l’Italia lui, insieme ad altri professori, prese come sede Nicotera (Calabria) per il suo “studio pilota” della dieta mediterranea. Scelse tutto ciò perché risultò che tra gli abitanti dei paesi rurali del sud Italia, in particolare i cittadini di Nicotera, vi era il tasso più basso di malattie cardiovascolari (erano più frequenti nei paesi sviluppati come gli Stati Uniti), dovuto proprio al modo di nutrirsi con i prodotti tipici della terra in cui vivevano. Lo studio fu eseguito su un campione di 35 famiglie Nicoteresi, riguardo le loro condizioni di salute riferite alla cardiopatia, all’ipertensione, ai livelli di colesterolemia, di glicemia e sull’obesità. Questo studio dimostrò scientificamente la correlazione tra le abitudini alimentari e lo stato di salute e, nel caso di Nicotera, emerse che i suoi abitanti godevano di un buono stato di salute influenzato dalle abitudini alimentari e dalla disponibilità di prodotti locali e dallo stile di vita condotto (lavoro nei campi). In virtù dei risultati ottenuti, lo studio pilota di Nicotera indirizzò i successivi studi, in quanto venne utilizzata come dieta di riferimento e divenne termine di paragone per il “Seven Countries Study” (lo studio dei sette paesi), poiché aveva dimostrato i massimi vantaggi sulla salute LO STUDIO DELLE SETTE NAZIONI E LA DIETA MEDITERRANEA Dallo studio delle sette nazioni e dei diversi modelli alimentari emerse che: le morti coronarie negli Stati Uniti e nel Nord Europa (come l’Inghilterra o altri paesi più sviluppati dell’Italia) superavano di gran lunga quelle dell’Europa meridionale. In particolare, si osservò la relazione che sussisteva tra il consumo di grassi saturi, colesterolemia, ipertensione e incidenza e mortalità coronarica. Valori e incidenza che risultavano enormemente più bassi nei paesi del bacino Mediterraneo, in virtù del modello alimentare adottato: un modello rurale, povero e frugale (poco elaborato) e fatto di alimenti locali. CARATTERISTICHE DIETA MEDITERRANEA Dallo studio delle sette nazioni, nacque così la Dieta Mediterranea che l’UNESCO, nel 2013, ha iscritto nelle Liste del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, sancendone il riconoscimento definitivo. Con il termine Dieta mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione dei Paesi che si affacciano sul bacino mediterraneo (Italia meridionale, Grecia e Spagna) e che condividono tradizionalmente la disponibilità degli stessi alimenti, derivati dall'agricoltura, dalla pastorizia e dalla pesca. Si trattava di aeree geografiche, in cui l’approccio alimentare utilizzato venne utilizzato come modello per la prevenzione e il trattamento delle malattie cardiovascolari. Negli ultimi decenni la dieta mediterranea ha avuto anche un effetto protettivo sulle malattie degenerative che riguardano il sistema nervoso centrale, come l’Alzheimer e il Parkinson, perché ne riducono la frequenza. Il regime alimentare si fonda su alimenti il cui consumo è abituale in Paesi del bacino mediterraneo, in una proporzione che privilegia cereali, frutta, verdura, semi, olio di oliva, rispetto ad un più raro uso di carni rosse e grassi animali (grassi saturi), mentre presenta un consumo moderato di pesce, carne bianca (pollame), legumi, uova, latticini, vino rosso e dolci La dieta mediterranea si fondava su un regime alimentare in cui erano abbondanti gli alimenti di origine vegetale freschi, al naturale, di stagione e di origine locale. Si trattava quindi di un’alimentazione caratterizzata da un ricco consumo di frutta, verdura, ortaggi, pane e cereali, soprattutto integrali, patate, fagioli e altri legumi, noci, semi. Basso era invece l’apporto di proteine di animali, sostituito da un consumo moderato di pesce, carne bianca, legumi, uova e latticini. Questo modello nutrizionale era inoltre caratterizzato da un basso contenuto di grassi saturi; la fonte principale di grassi era invece fornita dall’olio di oliva, elemento protettivo altamente efficace contro le malattie cardiovascolari). Questo programma alimentare, per essere efficace, doveva essere associato ad un’adeguata attività fisica (combattere la sedentarietà). PIRAMIDE DELLA DIETA MEDITERRANEA Nel 1999 un gruppo di studio del Ministero della Salute della Grecia, basandosi sugli studi epidemiologici effettuati (soprattutto il Seven Countries Study), elaborò uno schema dietologico pubblicandolo col nome di "Piramide della Dieta Mediterranea. La piramide della dieta mediterranea comprende il consumo di circa 22-23 porzioni di alimenti al giorno, divise in 3 o 4 pasti. La frequenza con la quale consumare ogni componente è così stabilita:
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