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La Divina Commedia (Paradiso, Canto I - II - III - VI - VII - VIII - IX - X - XII), Schemi e mappe concettuali di Lingue e letterature classiche

Viene introdotta l'opera e la suddivisione del terzo regno ultraterreno per poi passare a un'analisi approfondimento dei canti sopracitati. Anteprima: Sulla base del sistema cosmologico tolemaico-aristotelico la terra e il regno del cielo sono divisi dalla sfera del fuoco. Il regno del cielo è costituito da 9 cieli più l’Empireo, il cielo di Dio, composti dall’etere che venendo ruotati man mano da presenze angeliche producono melodie paradisiache ed influenzano gli avvenimenti terrestri. Le anime si trovano tutte nella Candida Rosa (assemblea di tutti i beati) e tendono istintivamente a Dio, ma possiedono il libero arbitrio e durante la visita di Dante si distribuiscono tra i 9 cieli per caratteristiche affini al cielo stesso.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 05/09/2023

myriamcuda
myriamcuda 🇮🇹

56 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La Divina Commedia (Paradiso, Canto I - II - III - VI - VII - VIII - IX - X - XII) e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! LA DIVINA COMMEDIA La Divina Commedia (in origine solo Commedia o Comedia) è dedicata al mecenate di Dante, Cangrande della Scala, che ospita lo stesso nell’esilio (citato anche nella tredicesima epistola). È composta e terminata nel periodo in cui si trova in esilio, tratta il viaggio immaginario di Dante nei tre regni ultraterreni, svoltosi nella settimana Santa del 1300. Comprende 3 cantiche ognuna delle quali contiene a sua volta 33 canti + uno d’introduzione all’opera. SUDDIVISIONE DEL PARADISO Sulla base del sistema cosmologico tolemaico-aristotelico la terra e il regno del cielo sono divisi dalla sfera del fuoco. Il regno del cielo è costituito da 9 cieli più l’Empireo, il cielo di Dio, composti dall’etere che venendo ruotati man mano da presenze angeliche producono melodie paradisiache ed influenzano gli avvenimenti terrestri. Le anime si trovano tutte nella Candida Rosa (assemblea di tutti i beati) e tendono istintivamente a Dio, ma possiedono il libero arbitrio e durante la visita di Dante si distribuiscono tra i 9 cieli per caratteristiche affini al cielo stesso. Essi si suddividono in questo modo:  Cielo della Luna (spiriti difettivi, incostanti)  Cielo di Mercurio (spiriti operanti per la gloria terrena)  Cielo di Venere (spiriti amanti)  Cielo del Sole (spiriti sapienti, anime dei Padri della Chiesa)  Cielo di Marte (spiriti combattenti)  Cielo di Giove (spiriti dei giusti)  Cielo di Saturno (spiriti contemplanti)  Stelle fisse  Primo Mobile  Empireo e “Candida Rosa” La figura che entra in gioco in questo regno è prima Beatrice che assume il ruolo di guida al posto di Virgilio. Ella non soltanto si configura come la donna amata vista come presenza angelica (la donna angelo dello stilnovismo deve avvicinare tramite la sua bellezza morale e fisica, l’uomo a Dio) ma diventa anche una guida materna (la sua figura ha avuto non poche interpretazioni differenti che sono confluite nella filosofia medievale). Se Beatrice ha un ruolo più razionale nello spiegare al poeta la suddivisione dei cieli, San Bernardo incita come padre amorevole alla sola contemplazione del divino. CANTO I Luogo: Paradiso terrestre All’inizio presenta una protasi che esalta la gloria di Dio che dall’Empireo illumina e dà vita ad ogni cielo. Segue il proemio in cui è presente l’invocazione non solo alle Muse come negli altri regni, ma anche al dio Apollo (Dante può unire elementi mitologici a elementi religiosi poiché questi assumono nuovi significati) a cui chiede la stessa forza che egli ha avuto nello scorticare il satiro Marsia dopo aver vinto la gara musicale, essendo consapevole di star per trattare un argomento di elevatissima portata che ha addirittura incapacità a descrivere. Accenna al fatto che pochi poeti del suo tempo trattano argomenti così elevati, puntando alla gloria (riconosciuta tramite la corona d’alloro) e spera tramite l’aiuto di Apollo quindi di poter ispirare in futuro a farlo. Il mattino arriva nel purgatorio quando 4 cerchi incontrandosi danno vita a 3 croci (equinozio). Beatrice si presenta a fianco del poeta ed inizia a fissare il sole; Dante la imita per poi dover distogliere lo sguardo e porlo invece sulla figura dell’amata (come Glauco quando diventò gli altri dei). È proprio in questo momento che avviene il cosiddetto “transumanar” (oltrepassare i limiti umani) e sorgono i due dubbi di Dante: - Da dove proviene la musica e la luce che pervadono quel luogo Beatrice spiega che si sente così disorientato poiché sta entrando in un luogo in cui non valgono le leggi terrestri, essi stanno salendo al Cielo più veloci di un fulmine e affidarsi alle regole che vigono sulla terra lo farà cadere in errore. Il suo disorientamento, spiega Beatrice al poeta, è dovuto al fatto che sta entrando in un luogo dove le leggi terrestri non valgono, ed il ragionare ancora come se si trovasse sulla terra lo fa cadere in errore: essi, infatti, stano risalendo al Cielo più veloci di un fulmine. - Come un essere mortale possa attraversare il regno Beatrice spiega il funzionamento dei cieli; tutto nell’universo segue l’ordine celeste per il quale tutto è armonico, le creature tendono istintivamente a Dio anche se possiedono comunque il libero arbitrio e talvolta decidono di aggrapparsi alle cose terrene come i fulmini vanno verso il basso e non vero l’alto. Perciò i due tendendo a Dio riescono a dirigersi verso l’Empireo. Dante non deve più stupirsi dell’ascesa ma dovrebbe se si verificasse il contrario. Chiarito il secondo dubbio Beatrice torna a guardare il cielo. CANTO II Cielo della Luna Inizia con un’invocazione all’ascolto dei lettori che si stanno per addentrare in un argomento di elevatissima portata, avverte infatti di non proseguire nella lettura dell’opera se non ci si sente in possesso di una certa conoscenza teologica, poiché altrimenti ci si potrebbe smarrire stupendosi come gli argonauti quando videro Giasone arare il campo come un contadino. Poi i due ascendono al cielo della Luna che appare come una nube spessa e splendente, simile a un diamante illuminato dal sole. Dante subito si sofferma sull’aspetto di questo esponendo la credenza comune sulle macchie lunari; sulla terra si crede infatti che esse siano state provocate dalla corona di spine che Caino sulla testa che provoca una variazione di densità della superficie. Beatrice confuta la sua tesi spiegando che ci fosse variazione della densità vorrebbe dire che la stessa virtù è distribuita in maniera diseguale in ogni cielo; ogni cielo invece possiede una virtù diversa mossa da entità angeliche. La ragione umana è fallimentare e l’intelligenza limitata se non supportata da conoscenze adeguate; la luce infusa da Dio parte dall’Empireo per poi dividersi nelle varie stelle che la conducono ai cieli sottostanti dove le entità angeliche che fanno ruotare i vari cieli infondono questa virtù nella superficie dell’astro che risplende in modo più o meno diverso, come la gioia si manifesta in modo diverso negli occhi delle persone. Il soffermarsi sulla questione delle macchie lunari è in realtà un espediente narrativo per ribadire come la ragione non potrà mai spiegare i misteri della fede e auto- confutare le tesi esposte nello stesso Convivio. CANTO III Cielo della Luna Dopo la spiegazione di Beatrice, Dante si volta ad osservarla quasi ammirato ma viene distratto dalla visione; delle anime si aggirano nei dintorni dei due ed appaiono al poeta come filtrate da un vetro. Dante compie quindi il peccato inverso a quello che compì Narciso innamorato del suo riflesso (si volta pensando si tratti del riflesso di qualcosa alle sue spalle). Beatrice sorridendo per il suo comportamento infantile gli ribadisce nuovamente il suo errore. Una delle anime nel frattempo si avvicina e dopo la richiesta del poeta che non riesce a riconoscerla per la forma nella quale la stessa appare, si presenta come Piccarda Donati (sorella di Corso col quale Dante ha un tenzone), inoltre risponde alla domanda di Dante; egli infatti domanda come sia possibile che le anime non desiderino avvicinarsi maggiormente a Dio. Piccarda afferma che la carità è la caratteristica che ogni anima del Paradiso possiede, l’unico modo per mantenere l’armonia e l’equilibrio di quel luogo è rimanere entro i limiti della volontà. Alla fine del canto Piccarda su invito del poeta rivela il motivo per il quale si trova proprio in quel cielo; ella aveva seguito la sua vocazione religiosa finché rapita da degli uomini deve interrompere la sua strada senza poter completare i voti. Così anche l’anima che le sta affianco in silenzio: Costanza d’Altavilla. Le anime alla fine si allontanano intonando l’Ave Maria e Dante rivolge di nuovo lo sguardo all’amata. Mentre Piccarda è simbolo di amore per Dio, Dante revoca il suo amore per Beatrice
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