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la donna nell'arte antica, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

le artiste donna dell'antica grecia

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 03/10/2021

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ire-rossetti 🇮🇹

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Scarica la donna nell'arte antica e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Le prime donne artiste sono citate nella Naturalis Historia da Plinio il Vecchio (I secolo d. C.). Oltre alle opere di Timarete (figlia di Micone), Irene (figlia ed allieva di Cratino), Calipso, Aristarete (figlia e allieva di Nearco), laia di Cizico e Olimpiade si parla anche di una - donna corinzia, figlia di Butade Sicionio vasaio di Corinto, che avrebbe fornito, primo caso nella storia, al padre l’idea di modellare con l'argilla la figura umana. Infatti, Plinio, nel libro XXXV, dopo aver fornito un elenco di alcune pittrici dell'antichità passa alla trattazione della coroplastica soffermandosi sull'inventio di questa branca dell’arte come segue: ” Quanto detto sulla pittura basta e avanza. Ci sembra opportuno riallacciare a essa il discorso sull'arte del modellare in creta, anch'essa, come i colori, frutto della terra. Butade Sicionio, vasaio, per primo trovò l’arte di foggiare ritratti in argilla, e questo a Corinto, per merito della figlia che, presa d'amore per un giovane, dovendo quello andare via, tratteggiò i contorni della sua ombra, proiettata sulla parete dal lume di una lanterna; su queste linee il padre impresse l'argilla riproducendone il volto [...]”. netta prevalenza di figlie di artisti, più o meno celebri, che sottolinea i limiti per le donne dell'antichità a frequentare le botteghe d’arte che non fossero gestite dai familiari anche se nella stessa trattazione l’autore della Naturalis Historia cita anche una pittrice di nome - Olimpiade, di cui si sa soltanto “che ebbe come discepolo Autobulo”. Olimpiade resta ancora ignota, ma il fatto che costei avesse avuto un discepolo dimostra come talvolta le artiste dell'antichità abbiano svolto una funzione non solo passiva, ma anche attiva nella trasmissione delle conoscenze artistiche. Anche Boccaccio, nel De Claris Mulieribus (1361-62) parla di tre donne pittrici Timarete, Irene e Marzia. Lo scrittore afferma di aver composto un’opera che ha per protagoniste solo donne, in risposta alDe Viris Illustribus di Petrarca, che conteneva biografie maschili. Le vite di queste donne rappresentano esempi di virtù o di malvagità che, nell'intento di Boccaccio, sono destinati a diventare una pietra di paragone capace di indirizzare verso comportamenti corretti e degni. e Busa di Canosa distribuisce il cibo ai soldati romani. e Clelia attraversa il Tevere a cavallo dirigendosi verso Roma. e Curia piange il marito Quinto Lucrezio. TIMARETE: pittrice ateniese di età incerta. È ricordata da Plinio come autrice di un'Artemide ad Efeso che definisce “tabula ... antiquissimae picturae”. Il padre era noto col soprannome di minor per distinguerlo dal pittore di età severa Mikon e si potrebbe forse identificare con l'omonimo siracusano, vissuto nel Ill sec. a. C. interpretazione del giudizio pliniano a proposito dell'Artemide di Efeso: ricostruendo il testo di una fonte greca si potrebbe intendere "di disegno arcaico" ed è dunque possibile che si tratti di una pittrice di età arcaica, figlia di un Mikon anteriore al grande pittore. Sempre Plinio ne parla come di una donna che ha “disprezzato i doveri delle donne e praticato l'arte del padre “-> giudizio velatamente critico. e Nei primi due dipinti: rappresentata mentre dipinge la dea Artemide e Nel terzo: raffigurata dentro uno studiolo gotico mentre dipinge una Madonna con bambino, in una versione evidentemente aggiornata al Medioevo. Tiene in mano una strana tavolozza smerlata con il manico, mentre un aiutante (maschio!) sta macinando del pigmento blu, forse si tratta di lapislazzuli. EIRENE E KALYPSO: Nacque nel 200 a.C. in Grecia (artista collocata in età ellenistica), figlia e allieva di Kratinos, anch'esso pittore che le tramanda il suo interesse per l’arte. Abbiamo solamente ipotesi che la vedono autrice di alcune opere: e Plinio il Vecchio le attribuisce una raffigurazione che si trova ad Eleusi di una fanciulla, Képn (Kore). In realtà la traduzione di “fanciulla” che gli è stata attribuita, è evidentemente sbagliata, perché il termine greco si riferirebbe alla Kore per antonomasia, cioè Mepoegévn (Persefone), Proserpina per i romani. e Alcuni studiosi attribuiscono dei dipinti ad Eirene che invece Plinio il Vecchio associa al nome di Kalypso: si tratta di un vecchio, il prestigiatore Theodoros e il ballerino Alkisthenes (. In realtà la discordanza potrebbe essere frutto di un errore di traduzione del testo di Plinio, per cui lui non stesse parlando di una pittrice, bensì di un soggetto di un dipinto di Eirene. Questo suo modo di lavorare l’ha portata a ricevere accuse di maltrattamento mentale e fisico, poiché le sue opere, in quanto architetture umane, richiedono che le modelle restino in posizione per ore davanti allo spettatore. VB52 Il video della performance che racchiude tutti gli elementi che caratterizzano la produzione della Beecroft, dallo stile del tableau vivant al tema del cibo e dell'attenzione ai colori, è stato presentato dalla Galleria Lia Rumma nel 2005, nella sua sede napoletana. Infatti, nel video della performance appaiono trentadue commensali donne, appartenenti alla nobiltà sabauda, alla famiglia dell'artista e modelle, che prendono parte per sette ore di seguito a un ricco banchetto. Con un atteggiamento distaccato, che contraddistingue le figure femminili scelte dall'artista, Ie donne si muovono con gesti lenti, hanno sguardi persi nel vuoto e assaggiano con aria distratta i cibi che vengono serviti. È evidente l’attenzione dell’artista verso la scelta dei colori: le portate e le bevande entrano in scena seguendo una successione di toni monocromatici che vanno dal bianco, al rosso, al verde, all’arancio, al viola, al marrone. E, quindi, un alternarsi di colori tenui e colori forti. Quest'opera è uno dei tanti esempi che testimoniano il rapporto conflittuale dell’artista con il cibo. VB65 Questa non è una semplice opera d’arte, ma una vera e propria performance. In mostra al PAC (Padiglione d’arte contemporanea) di Milano nel 2009. Attraverso questa performance l'artista è riuscita ad inserire l'arte, ispirata alla cultura antica, nel sociale. Infatti, iltema principale di quest'esibizione sono i drammi relativi all'immigrazione. Venti immigrati africani stavano seduti a una tavola trasparente di dodici metri, come rimando all’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, con abiti da sera, ma a volte fuori misura, strappati, impolverati o vecchi. Di fronte a un pubblico di invitati mangiavano carne e pane nero senza piatti, senza posate, e bevevano acqua e vino. I commensali sedevano silenziosamente durante la performance. Il pubblico appariva come ospite non invitato alla loro cena. L'immagine ha una sacralità ben evidente e chiari riferimenti pittorici, ma rimanda anche alla cruda realtà che questi uomini vivono ogni giorno nel nostro Paese. Questi uomini erano veri immigrati che arrivarono dall'Africa a bordo di una barca, a cui è stato chiesto di prepararsi e di comprendere il concetto che questa immagine fosse una finzione, una metafora, che doveva comunicare un certo messaggio al pubblico. Era importante, quindi, che i performer non rompessero il silenzio e la tensione tra loro e il pubblico, affinché l'immagine rimanesse intatta. VB-handmade Una splendida donna, la top model Karlie Kloss, è distesa su un tavolo da laboratorio. Quattro artigiani cuciono sul suo corpo un abito in pelle che aderisce perfettamente alle sue forme, esaltandone la figura. Con VB Handmade, presentata al Museo PAC di Milano, Vanessa Beecroft interpreta la maestria e il virtuosismo degli artigiani italiani, protagonisti spesso ignorati nella storia di successo del Made in Italy, acclamato in tutto il mondo. VB83 La ricerca artistica di Vanessa Beecroft è attraversata per intero da un riferimento al classico, in modo particolare alla tradizione rinascimentale italiana. C'è un altro aspetto essenziale e ricorrente, anch'esso testimoniato in intervista. Le modelle a cui la Beecroft ricorre, e con assai inferiore frequenza i modelli, hanno come precetto basilare il distacco da chi guarda, l’elusione di qualsiasi coinvolgimento con il pubblico. Il loro comportamento, pur all’interno di una partitura d’azioni predeterminata, dovrebbe infatti risultare naturale nello svolgimento: come se non ci fosse nessun altro ad assistere. - descrizione: In quest'opera Sofonisba Anguissola ritrae sé stessa ma non è la prima volta che ciò avviene. Ci sono infatti altri autoritratti tra le sue opere, In particolare, in questo quadro la pittrice si ritrae intenta a dipingere un quadro devozionale che rappresenta la Madonna che abbraccia e bacia il Bambin Gesù. In questo dipinto la punta del suo pennello lambisce il braccio del Bambino; sulla tavolozza, appoggiata sopra la mensola del cavalletto, è pronta una miscela di colori; il merletto inamidato del collarino e dei polsini risalta sulla severa veste color morello, con maniche arricciate alle spalle, perfettamente in sintonia con la moda del tempo; sull'abito la pittrice indossa un grembiule da lavoro nero; i suoi capelli sono spartiti da una riga centrale e poi raccolti in una treccia che le gira intorno al capo, come un diadema. Dolcissimo e tenero è l'abbraccio e il bacio della Madonna, il cui profilo ricorda quello delle sorelle di Sofonisba Anguissola. La datazione giusta di questo Autoritratto al cavalletto potrebbe essere il 1565, anno della morte di sua sorella Lucia Anguissola, che fu anch'essa pittrice. Questo spiegherebbe anche l'idea di quadro devozionale, dedicato alla Madonna con Bambino. - biografia: Sofonisba fu una delle prime esponenti femminili della pittura europea e è considerata da molti rappresentante della pittura italiana rinascimentale al femminile. Nasce a Cremona il 2 febbraio 1532 dalla famiglia aristocratica piacentina degli Anguissola. Si formò alla scuola del pittore lombardo Bernardino Campi che aveva uno stile che si rifaceva al manierismo in voga nell'Italia settentrionale tra Cinquecento e Seicento. Lo stile di Bernardino ha influenzato molto quello di Sofonisba, che ne tradusse i tratti essenziali nell'ambito da lei prediletto: la ritrattistica. ha partecipato alla vita artistica delle corti italiane. Intrattenne una fitta corrispondenza con i più famosi artisti del suo tempo. il Fanciullo morso da un gambero, nel quale l’allora giovane Sofonisba aveva colto l’espressione del dolore infantile in un modo che piacque molto al grande artista fiorentino. Disegno che ispirò poi nel 1595 il “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio. Visse per tredici anni a Madrid (dal 1559 al 1573) come dama di compagnia della regina Elisabetta di Valois (alla quale poi dedicò un ritratto. Presso la corte spagnola la giovane artista aristocratica italiana era apprezzata per le doti creative e musicali. Sofonisba fu ritrattista reale fino alla morte nel 1568 della sua protettrice, Elisabetta di Valois, che rappresentò nel ritratto appunto “Elisabetta di Valois” nel 1561. La pittrice sposò poi nel 1571 Fabrizio Moncada, nobile siciliano e fratello del viceré, e successivamente si trasferì in Sicilia nel suo palazzo a Paternò. molto attiva anche dal punto di vista politico. Nel 1936 in Spagna scoppia la guerra civile e se, Tina Modotti, l'amica di Frida, lascia immediatamente Mosca per andare in Spagna, lei si impegna a distanza nella lotta per la difesa della Repubblica Spagnola Muore per embolia polmonare la notte del 13 luglio 1954 CORONA DI SPINE Frida Kahlo durante la sua carriera pittorica dipinse moltissimi autoritratti come forma di catarsi per esorcizzare la sofferenza causata dal tragico destino. L'artista diceva infatti di voler dipingere sé stessa perché era il soggetto che conosceva meglio. L'Autoritratto di Frida Kahlo è un dipinto ad olio su una tela di 61.25 x 47 cm. L'immagine è prevalentemente di tonalità fredda e chiara in primo piano. Sul fondo prevale il verde e lo scuro delle foglie e delle ombre che si confondono con gli animali di colore nero. Invece Frida presenta un incarnato molto caldo in ocra-arancio. Frida Kahlo si raffigurò in primo piano molto vicina al fronte del dipinto. In secondo piano si trovano i due animali alla sua destra e alla sua sinistra. Lo sfondo è rappresentato dal fogliame che occupa quasi interamente la parte superiore del dipinto. Compare solamente in alto e ai bordi un piccolo accenno di cielo. L’Autoritratto di Frida presenta una struttura strettamente simmetrica. L'inquadratura è centrale come l'immagine di Frida rigorosamente frontale e ancorata alla verticale. Il busto di forma triangolare con le spalle leggermente ricurve verso il basso sembra creare un basamento che mette in evidenza e valorizza il viso. L'immagine assume quindi un aspetto monumentale e scultoreo. Le curve che si ripetono nel dipinto creano forme morbide come la figura di Frida, gli animali e lo sfondo con foglie insetti. LA COLONNA ROTTA "La colonna rotta", realizzato da Frida Kahlo nel 1944 e vuole raffigurare le sofferenze che gli interventi le avevano causato dopo l'incidente. Nell'opera il corpo di Frida è squarciato in modo violento dal mento fino all'inguine e dentro questo squarcio possiamo vedere una colonna di ferro che è rotta in più punti. La colonna vuole rappresentare la sua spina dorsale che, ormai, non riesce più a sostenere il corpo di Frida, che, infatti, nel periodo dopo l'incidente è costretta a rimanere sdraiata e non può muoversi. Numerosi chiodi sono conficcati nel corpo di Frida e, secondo alcune interpretazioni Come per molti suoi autoritratti, il dolore e la sofferenza sono al centro del lavoro, e a differenza di altri suoi lavori, nei quali sono presenti animali come pappagalli, cani, scimmie e altre persone, in questo dipinto Frida è sola. La sua presenza solitaria e il paesaggio arido e desolato simboleggiano sia il suo isolamento sia le forze esterne che hanno influenzato la sua vita. Secondo Frida la sofferenza è il modo migliore per rappresentare il suo dolore che si trasforma nel suo martirio, non inteso come sacrificio, e quindi come conseguenza della fede e dell'amore per Cristo, ma per ricordare le sofferenze dei martiri. Una curiosità di questo quadro è che Frida Kahlo non era credente e appoggiava le posizioni anticlericali della maggior parte dei messicani, nonostante ciò sapeva quanto fosse diffusa la fede cattolica tra la popolazione messicana, anche dopo la chiusura di tutte le chiese avvenute durante la rivoluzione. Per questo Frida nella sua opera usa dei simboli e linguaggio figurativo del cristianesimo, al fine di esprimere il suo dolore e la sua sofferenza (esempio sono i chiodi/sudario bianco). Peggy Guggenheim è per certo una delle collezioniste d'arte più celebri del secolo scorso. Peggy Guggenheim nasce a New York l’agosto del 1898. Figlia di genitori facoltosi, Peggy dispone sin da giovane di un patrimonio smisurato tale da poter permettersi numerosi investimenti in campo artistico. Nel 1921 approda in'Europa, irasferendosi presso Pafigi. Qui conosce colui che diverrà suo marito, Laurence Vail (pittore dadaista), per mezzo del quale comincia a frequentare importanti salotti dell'epoca dove conosce molti intellettuali e artisti. la sua prima galleria a Londra.WAll'età di 39 anni dà così inizio ad una carriera che influenzerà significativamente l’arte del dopoguerra. la sua collezione arriva ad ospitare le opere di molti degli artisti più influenti delle Avanguardie novecentesche: Kandinskij, Picasso, Boccioni, Brancusi, Sebbene il patrimonio della Guggenheim fosse senz'altro molto vasto, non era di certo smisurato: si è stimato che per la sua collezione avesse speso in tutto solo 100.000 dollari, attestazione della straordinaria lungimiranza di Peggy. Oggi, infatti, quei soldi non basterebbero a comprare un solo quadro di Picasso, Boccioni, Pollock, Kandinsky o Modignani. Nel 1939 abbandona l'ambizioso progetto di costruire un museo a Londra e fa ritorno a Parigi, dove si dedica all'ampliamento della sua collezione mediante l'acquisto di numerose opere. In un momento storico di grandi difficoltà economiche quale il secondo dopoguerra, la Guggenheim continua la sua opera di collezione di veri e propri capolavori. Acquista alcuni dei quadri di Salvador Dalì, Piet Mondrian e Francis Picabia, dando la possibilità a molti artisti di essere riconosciuti dal panorama artistico europeo e mondiale. Solo nel luglio del 1941 prende la decisione di lasciare la Francia occupata dai nazisti per fare ritorno a New York. Peggy è infatti di famiglia ebrea (originaria della svizzera tedesca) e rimanendo a Parigi sarebbe andata incontro ad un rischio indeliberato. Museo Art of This Century. Il centro diviene subito una delle esposizioni di arte contemporanea più importanti della città, per via degli spazi espositivi innovativi organizzati all’interno dell'edificio. Le proposte della galleria spaziano dall'arte surrealista a quella astratta, e solo in un secondo momento Peggy integra la mostra con la sua collezione di arte cubista. Promuove, oltre alle opere di artisti affermati, anche quelle di artisti più giovani, all'epoca BRANGCUSESUBISMOI Negli stessi anni in cui sorge il cubismo, opera a Parigi uno scultore rumeno, Constantin Brancusi, il quale persegue fini analoghi di essenzialità volumetrica, ma in maniera più distaccata, cercando la forma nella sua purezza, in un processo continuo che dura tutta la vita e che lo conduce a raggiungere l’assolutezza, servendosi di un modulo per lo più ovaleggiante e allungato realizzato in un materiale di politezza totale (marmo, bronzo). RANDINSRY{(cavaleraazzimo)EASTRAMMISMO: personalità centrale e determinante per lo sviluppo dell’arte moderna. Dopo aver compiuto gli studi giuridici a Mosca, si trasferisce nel 1896 a Monaco di Baviera per dedicarsi interamente alla pittura. Giù conosce gli impressionisti per averli veduti in una grande esposizione tenuta a Mosca l’anno precedente e per essersi recato due volte a Parigi. Con lo scoppio della guerra torna in Russia dove prende parte a movimenti artistici d'avanguardia, che operano come lui nel campo dell’astrattismo. MONDRIAN'ASTRATTISMO! inizia la sua attività nell'ambito di una pittura realistica di ascendenza genericamente postimpressionista,, con tecniche complesse e con riferimenti alla tradizione paesistica olandese. Negli anni intorno al 1910 comincia un processo astrattivo della realtà, graduale ma continuo. BOCGIONIEUTURISMOA maggiore artista del futurismo e uno dei maggiori italiani, malgrado la brevità della vita gli abbia impedito l’approfondimento della propria personalità. Dal 1901 vive a Roma, dove conosce pittori di avanguardia, come Severini e Balla e dove ha inizio il suo distacco dalla cultura tradizionale, preferendo apprendere il disegno da un cartellonista, piuttosto che nelle scuole d’arte. Nel 1907 si trasferisce a Milano. POMOCRESPRESSIONISMOMSTRATIO! per raggiungere il massimo dell'espressione soggettiva e della gestualità, Pollock abbandona la stesura del colore con il pennello e preferisce la cazzuola, i bastoncini o addirittura il gocciolamento, lasciando gocciolare il colore, o dal pennello sospeso e vibrante, o da un barattolo, sulla tela, non più appoggiata verticalmente al cavalletto ma adagiata in terra. VANESSA BELL DIPINTI * Bell accoglie nella sua pittura l'influenza delle avanguardie francesi e del Cubismo. La pittrice inizia, così, a sperimentare: usa il colore in maniera non naturalistica, dipinge ritratti senza volto, dal 1914 approda persino all’astrattismo (quadro). Ha sintetizzato le tecniche e le esplorazioni dei pittori post-impressionisti, come Cézanne, Matisse e Gauguin (si legge goghen), per creare composizioni moderne con forme e colori audaci. Ha semplificato le figure umane nelle loro forme costitutive, ha appiattito lo spazio pittorico e ha usato colori saturi per creare modelli di oggetti e forme, creando dipinti che all'epoca erano tra i più radicali (essenziali) in Gran Bretagna. Lo stretto gruppo di familiari e amici coltivati da Bell e la sfera domestica non tradizionale che ha promosso hanno fornito ispirazione e argomenti per tutta la sua carriera pittorica. In questo spazio tessuti astratti, ceramiche fatte a mano, dipinti astratti e ritratti dei suoi cari si sono mescolati per creare un nuovo modo di vivere sorprendentemente moderno. Sebbene forse non fosse un modernista rigoroso, il suo atteggiamento parlava di una posizione anti-autoritaria che sfidava i vincoli e i limiti di ciò che ci si aspettava da un pittore. L'arte della Bell è figurativa, ma l'artista, sempre pronta a sperimentare, ha anche incorporato elementi dell'arte astratta nei suoi quadri ma soprattutto nelle sue opere grafiche, come i disegni per le copertine delle prime edizioni dei libri della sorella. Le sue tele sono semplici con pochi dettagli usati per disegnare ciò che vuole rappresentare. STUDLAND BEACH - 1912 Il quadro è considerato un capolavoro, geniale riduzione di un paesaggio marino agli elementi essenziali di forme e colore, ma con un senso di mistero quasi mistico. Paesaggio notevolmente semplificato con due gruppi di persone. Le figure accovacciate, le case sulla spiaggia e il paesaggio marino sono raffigurati come forme appiattite e larghe bande di colore. Le figure in primo piano a sinistra sembrano essere quasi fuori dalla tela e guardano quelle nell'angolo in alto a destra, portando l'attenzione sulla parte focale del quadro. ABSTRACT PAINTING — 1914 Dipinto astratto a olio e tempera. E' un quadro che apre il periodo del movimento astratto internazionale, acquistato nel 1974 dalla Tate. Si compone di sei blocchi di colore su uno sfondo giallo. Quattro dei blocchi - rettangoli orientati verticalmente in rosso scuro, verde-acqua, azzurro e blu - sono presentati sovrapposti dall'alto verso il basso a sinistra della tela, mentre un piccolo rettangolo rosso si trova nella sezione centrale e un quadrato rosa solitario risiede a in alto a destra. Per decidere l'orientamento dell’opera, è stata utilizzata la direzione delle pennellate. CRISANTEMI Fanno parte del suo periodo della Natura Morta. Ne dipinge diversi Antecedenti alla mostra su Monet. Il vaso di ceramica sembra vero. Il quadro è molto realistico. Si evidenzia il contrasto tra il vaso, molto armonico, ed i fiori ormai molto sciupati. Virginia Woolf ad Ashenam - 1912 In questo quadro la Bell colse sì la somiglianza della sorella, ma incentrò tutto sui contrasti di tonalità, tra l'arancione acceso della poltrona e i tenui grigi e blu degli abiti di Virginia e dello sfondo. Dietro all'uso del contorno liberamente tratteggiato, si intuisce traccia di Van Gogh. RITRATTO DI VIRGINIA WOOLF 1 Anche questo quadro fa parte del periodo dei ritratti, in cui l’artista si dilettava principalmente a ritrarre la sorella. Rispetto al precedente, sono molto più definiti i tratti del viso che riconducono in maniera ben distinta a Virginia. Anche qui sono evidenti i tratteggi tipici di Van Gogh. | colori sono più neutri, c'è solo una vivacità nel verde e azzurro della parte centrale del quadro. THE BLUE ROOM - 1916 Il quadro post impressionista colpisce per i contrasti vivaci dei colori. Le pennellate di blu sulle pareti mettono in risalto tutti i componenti della stanza. Le forme sono armoniche. Del cestino e della la brocca si percepisce quasi la trasparenza.
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