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La figlia del capitano, Sintesi del corso di Lingue e letterature classiche

analisi libro la figlia del capitano

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019
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Caricato il 23/05/2019

elisa-rossi-7
elisa-rossi-7 🇮🇹

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Scarica La figlia del capitano e più Sintesi del corso in PDF di Lingue e letterature classiche solo su Docsity! AUTORE : Puškin, Aleksandr Sergeevič TITOLO La figlia del capitano EDITORE Fabbri NUMERO PAGINE 232 GENERE NARRATIVO –Romanzo Storico Riassunto : CAPITOLO I – Il sergente della guardia Pëtr Andreevič Grinëv è il figlio di Andrej Petrovič’ Grinëv ex ufficiale ora a riposo di nobili origini, mentre sua madre di Avdotja Vassiljevna Ju., è originaria di una nobile famiglia decaduta in disgrazia. Vivono a Simbirsk.Il capitolo narra dell’istruzione di Pëtr, in un primo momento affidata allo staffiere di famiglia Savelic , che gli insegna a leggere e scrivere, successivamente all’insegnate francese Beaupré, che deve insegnarli tedesco, francese e scienze ma non fa nulla, il suo passatempo sono l’alcool e le donne, dopo aver avuto una storia con due serve viene dal padre di Pëtr: A sedicianni compiti , il padre decide che è giunto il momento che Pëtr intrapenda la carriera militare . In un primo momento ne è molto felice , poiché la sua maggiore aspirazione era divenire ufficiale della guardia a Pietroburgo, ma ne resta profondamente deluso quando il padre lo manda a servire sotto gli ordini di un suo ex camerato e amico a Orenburg. Pëtr, accompagnato da Savelic’ si mette in viaggio, all’inizio sostano a Simbirsk, dove conoscono il capitano di un reggimento degli ussari Ivan Ivanovič Zurin, che gli insegna a giocare a biliardo e Pëtr perde e deve pagargli cento rubli, cosa che scatena una discussione con Savelic’, che è contrario, ma che alla fine acconsente al pagamento. CAPITOLO II – La guida Dopo aver lasciato Simbirsk e aver fatto pace, i due si rimettono in viaggio, ma vengono sorpresi da una bufera di neve e vengono portati in salvo da un uomo, che li conduce a una locanda. Durante il viaggio verso questa, Pëtr fa un sogno in cui, tornato a casa, trova suo padre a letto sul punto di morte, ma quando gli si avvicina scopre che questi non è suo padre, bensì un contadino che inizia a brandire una scure e a uccidere tutti quelli nella stanza. Il mattino dopo Pëtr vuole ringraziare l’uomo dandogli dei soldi, ma Savelic’ è fortemente contrario sospettoso. Alla locanda, l’uomo racconta al locandiere dello Jaik (riferimento alla rivolta dei cosacchi nel circondario del fiume Jaik, fatto realmente accaduto; Pëtr sul momento non capisce però a cosa si riferisce l’uomo). Pëtr decide di recalargli il suo pellicciotto di lepre e l’uomo lo saluta dicendo che mai scorderà il suo gesto. Pëtr e Savelic’ giungono arrivano a Orenburg, dove incontrano il generale. Questi (dallo spiccato accento tedesco) lo manda alla fortezza di Bielogorsk, ai confini dell’Impero, al servizio del capitano Mironov. Pëtr è profondamente deluso all’idea (qui vengono mandati soprattutto soldati rei di atti di insubordinazione o delitti) ma deve obbedire, e finalmente giunge alla fortezza; CAPITOLO III – La fortezza Il racconto inizia con la descrizione della fortezza che altro non è che un villaggio circondato da un recinto. Nella fortezza, Pëtr incontra Vassilissa Jegorovna, la moglie del capitano, e di Švabrin, ufficiale escluso dalla guardia a causa di un duello, per il quale nutre un’immediata simpatia. Il giorno dopo, a pranzo, Pëtr incontra il resto della famiglia: il capitano Ivan Kuzic’ e sua figlia Mar’ja Ivanovna (Maša), ragazza timida e paurosa . Inizialmente Pëtr non prova per lei alcun interesse, ma presto questo sentimento cambierà completamente e sconvolgerà le loro vite. CAPITOLO IV- Il duello Pëtr pian pian inizia ad abituarsi alla sua nuova vita , si impegna nella letteratura e viene promosso a ufficiale. Anche i sentimenti di Pëtr per Maša cambiano , egli compone dei versi dedicati a lei senza tuttavia nominarla in modo diretto. Li legge poi a Švabrin, il quale,intuisce immediatamente che sono versi dedicati a Maša, esprime il suo parere in modo molto negativo, arrivando a criticare Maša stessa, cosa che spinge Pëtr a sfidarlo a duello. I due si danno appuntamento per il giorno dopo, Pëtr si rivolge al tenente Ignatic’ chiedendogli di fargli da padrino. Ignatic’ tenta di fargli cambiare idea , ma Pëtr si presenta comunque al duello il giorno dopo. I due duellanti vengono però fermati da alcuni messaggeri che gli comunicano che debbono recarsi dal capitano, che, deluso dal loro comportamento, decide di ritirare le loro spade d Pëtr e Švabrin fingono di tornare amici come prima , ma decidono segretamente di fare lo stesso il duello non appena possibile. Maša, appena ricevuta la notizia del duello e sospettando di esserne il motivo, si reca da Pëtr e gli rivela che ella rifiutò Švabrin quando questo la chiese in moglie. Questo spiega il risentimento di Švabrin nei confronti di Maša. Pëtr e Švabrin finalmente si sfidano a duello e Pëtr, a causa di una distrazione per l’arrivo di Savelic’ che lo chiama a gran voce, rimane ferito e perde i sensi. CAPITOLO V- L’amore Pëtr dopo alcuni giorni si riseglia e con grande piacere scopre che al suo fianco c’è sempre stata Maša ad assisterlo. Appena ristabilitosi chiede a Maša di sposarlo, ma questa gli dice che è meglio che sia guarito del tutto. Alla fine acconsente, in cambio però di ottenere la benedizione dai genitori di Pëtr che, speranzoso, decide di scrivere una convincente lettera al padre. Ben presto riceve la risposta (negativa) a causa della rabbia del padre, che ha scoperto del duello, Pëtr incolpa subito Savelic’, ma scopre poi che anche lui ha ricevuto una lettera in cui il padre è furioso perché non lo ha informato del duello. Non ricevuta la benedizione dal padre, Maša dice a Pëtr che non potrà sposarlo. CAPITOLO VI- La rivolta di PUGAČËV Il capitolo inizia con una breve narrazione storica sulla situazione di Orenburg nel 1773, La regione era abitata da popoli semiselvaggi, in maggioranza cosacchi, popolazioni bellicose e pericolose, che spesso creavano pericolosi disordini. Una sera del 1773 al capitano Mironov arriva la notizia che il cosacco Jemelian Pugačëv, autoproclamandosi imperatore Pietro III, al comando di un numeroso gruppo di uomini ha conquistato alcune fortezze, compiendo omicidi e saccheggi, e si sta dirigendo verso la fortezza di Bielogorsk. Il capitano capisce subito che sono in inferiorità numerica e che fra i suoi uomini vi sono r anche dei cosacchi. Dà disposizioni per la difesa e intordina a tutti di mantenere il segreto. Allontana inoltre la moglie e la figlia, spingendole a fare visita al “pop”. Questo tuttavia non serve a tenere la notizia segreta alla moglie, che viene ben presto a sapere del pericolo imminente. La rivolta si avvicina sempre di più alla fortezza , e la paura ed il terrore aumentano tra la popolazione, Un baschiro che faceva propaganda cosacca viene catturato e torturato. Alla fortezza viene consegnato un messaggio di Pugačëv , che ordina di arrendersi , e di riconoscerlo come sovrano senza opporre resistenza. Presa coscienza della possibile sconfitta, viene deciso di mandare Maša lontano, a Orenburg, mentre Vassilissa decide di restare e morire col marito. Pëtr e Maša si dicono addio. CAPITOLO VIII- L’assalto La notte i cosacchi a sorpresa attaccano la fortezza di notte, Maša quindi non può lasciare la fortezza come deciso, ma sua madre riesce ad allontanarla dal luogo della battaglia, Pugačëv ed i suoi ribelli attaccano la fortezza , riescono a conquistarla senza fatica , dato la poca resistenza trovata. Nella piazza viene issata una forca , e chi non riconosce Pugačëv come legittimo imperatore viene impiccato. Il capitano si rifiuta e viene impiccato; così pure Ignatic’, mentre Vassilissa viene trafitta da una spada. Al momento del giuramento di Pëtr, Savelic’ supplica Pugačëv di impiccarlo al posto del suo padrone. Questi concede la grazia ad entrambi, avendoli riconosciuti come i due che aiutò nella tempesta e che gli diedero il pellicciotto di lepre. CAPITOLO VIII- L ospite non invitato Pëtr viene a conoscenza dalla domestica Palaska che Maša è viva ed è ospite da Akulina Panfilovna, moglie del “pop”. Decide di recarsi nel luogo dove si trova la sua amata, e trova , Pugačëv che sta festeggiando con i suoi seguaci. Da Akulina scopre che ha presentato a Pugačëv Maša come una sua nipote malata e debole , e che quindi questa è fuori pericolo. Pëtr si ritira nei suoi alloggi, dove trova Savelic’ e dove passa la notte. Il giorno dopo un messaggero dei cosacchi, gli che comunica che Pugačëv lo vuole alla sua presenza. Pranza quindi con Pugačëv e alcuni cosacchi che poi li lasciano soli quando decidono di parlare. Pugačëv gli chiede se lo riconosce come grande imperatore di tutte le Russie, Pëtr riesce ad eludere la domanda, dicendogli che ha giurato fedeltà all’imperatrice, e che se necessario su ordine di lei marcerebbe anche contro di lui. Gli comunica inoltre di voler andare a Orenburg e Pugačëv, colpito dalla sua fedeltà alla zarina, acconsente, dicendogli però di avvertire dell’imminente arrivo e intimando quindi la fortezza alla resa. CAPITOLO IX- La separazione Pugačëv consegna la fortezza in mano a Švabrin, suo seguace, e se ne va. Prima di lasciare la fortezza però, Savelic’ gli presenta una lista delle cose che i suoi hanno rubato a Pëtr, denaro che Pugačëv decide inizialmente di non pagare, scherzando anzi il vecchio. Pëtr scopre che Maša si è ammalata e decide di partire per Orenbùrg per affrettare la liberazione della fortezza e lascia l’amata alle cure di Akulina. Quando si accinge a partire , un cosacco gli consegna un cavallo ed una pelliccia, doni da parte di Pugačëv, che ha quindi deciso di pagare parte del suo debito.
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