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La figlia del capitano (Aleksandr Puskin), Appunti di Letteratura Russa

Riassunto e analisi dell'opera e dei personaggi

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 12/04/2020

AndreaTermite
AndreaTermite 🇮🇹

3.7

(4)

3 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La figlia del capitano (Aleksandr Puskin) e più Appunti in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! LA FIGLIA DEL CAPITANO La figlia del capitano (titolo originale in russo: Капитанская Дочка, Kapitanskaja dočka) è un romanzo storico dello scrittore russo Aleksandr Sergeevič Puškin, pubblicato nel 1836. -LA TRAMA Pëtr Andréevič Grinëv, il protagonista del romanzo, è l'unico figlio maschio di un nobile ufficiale a riposo e perciò destinato sin da prima della sua nascita alla carriera militare come sergente nella Guardia imperiale. Cresciuto nella residenza di campagna della famiglia a Simbirsk, viene educato prima dal fido stalliere Savél'ič e poi affidato ad un francese, Beaupré. All'età di quasi diciassette anni suo padre decide di inviarlo a servire come soldato. Ritenendo la Guardia imperiale e Pietroburgo non abbastanza formativo, suo padre decide di inviarlo a servizio a Orenburg, presso un suo vecchio compagno d'armi. Seguito dal suo vecchio precettore, Pëtr intraprende il viaggio che lo porterà alla sua destinazione, la fortezza di Belogorsk, un viaggio sia fisico che di crescita personale. Durante una sosta in una locanda Pëtr Grinëv fa la conoscenza di Zurin, un capitano del reggimento degli ussari a cavallo e del suo gruppo di soldati, e sfuggito al controllo del vecchio Savél'ič, perde con loro al gioco cento rubli; resosi conto dell'errore e dopo aver rimborsato il suo debito, nonostante il tempo inclemente Pëtr Grinëv e Savél'ič si mettono di nuovo in marcia per Orenburg. Nel mezzo della steppa li sorprende una bufera che rende loro impossibile l'orientamento, ma fortunatamente incontrano un "vagabondo" che li guiderà in un villaggio vicino, dove troveranno un riparo. Il giorno seguente, prima di proseguire per Orenburg, per ringraziare il "vagabondo", Pëtr Grinëv gli regala una pelliccia di lepre, nonostante le proteste del vecchio Savél'ič. Giunti ad Orenburg, vengono ricevuti dal governatore Andréj Kàrlovič, cui Pëtr mostra una lettera del padre, vecchio camerata di Andréj, in cui lo si sollecita a non dare « troppa libertà » al giovane. Andréj dispone allora l'invio di Pëtr Grinëv alla Belogórskaja, una fortezza nella steppa distante poco più di quaranta verste da Orenburg. Pëtr e Savél'ič si mettono in marcia. Al loro arrivo la fortezza si presenta loro come un piccolo villaggio di izbà nel fondo valle, nella steppa polverosa; tuttavia vengono accolti con calore da Vasìlisa Egórovna la moglie del capitano della fortezza, Ivàn Kuz'imič, e perciò detta la capitana. Dopo essersi sistemati Pëtr viene invitato a cena dal capitano e qui fa la conoscenza della giovane Mar'ja (chiamata spesso col diminutivo Maša). Dapprincipio la vita nella fortezza trascorre tranquilla senza scossoni, e Pëtr lentamente sente crescere in sé un nuovo sentimento nei confronti di Maša, la figlia del capitano, alla quale dedica delle canzoni e delle poesie; decide di rendere partecipe di questo suo sentimento un ex ufficiale della Guardia Alekséj Ivànyč Švabrin (che aveva conosciuto nella fortezza e con il quale, inizialmente, aveva intrattenuto ottimi rapporti di amicizia) il quale lo deride e insulta Maša (quello che Pëtr ignora è che Švabrin stesso è innamorato di Maša). Ne segue un duello nel quale Pëtr viene gravemente ferito ad una spalla. Grazie alle cure di Maša, Pëtr si rimette e viene così a conoscenza che il suo amore è corrisposto dalla giovane; decide allora di scrivere al proprio padre per ottenere il permesso di sposarsi, ma suo padre glielo rifiuta fermamente ritenendolo una bravata giovanile e pretendendo addirittura che sia spedito in un'altra fortezza per allontanarlo da Mar'ja, ritenendola solo una fonte di distrazione dai doveri del proprio figlio. Nel contempo alla fortezza arriva la notizia che le fortezze vicine sono tutte cadute sotto gli assalti di un gruppo di ribelli guidati da Emel'jan Pugačëv, deciso a portare avanti il suo rivoltoso piano di farsi passare, agli occhi della gente, come lo zar Pietro III. Le notizie sono sconfortanti: i ribelli sono in marcia verso la Belogórskaja; nella fortezza stessa, fra i cosacchi e i kirghisi presenti, si respira aria di rivolta. Non sorprende allora che la fortezza, assalita dai ribelli di Pugačëv cada facilmente. Pugačëv fa sommariamente impiccare il capitano e gli ufficiali che non gli dichiarino fedeltà, e quando Pëtr si rifiuta anch'egli di dichiarare fedeltà all'impostore, questi dapprima lo condanna, ma poi misteriosamente, anche grazie alla supplichevole richiesta di Savél'ič, lo grazia. Dopo essersi ripreso, Pëtr riconosce in Pugačëv il vagabondo a cui aveva regalato la pelliccia di lepre e capisce le ragioni della grazia; invitato da Pugačëv a cena, Pëtr chiede e ottiene di poter raggiungere
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