Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

La figlia del capitano; riassunto dettagliato, Sintesi del corso di Letteratura Russa

Riassunto dettagliato, capitolo per capitolo, della figlia del capitano

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 03/04/2021

anastasiabon
anastasiabon 🇮🇹

4.5

(37)

22 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica La figlia del capitano; riassunto dettagliato e più Sintesi del corso in PDF di Letteratura Russa solo su Docsity! LA FIGLIA DEL CAPITANO (PUŠKIN) CAPITOLO 1 Pëtr Andreevič Grinëv è il figlio di Andrèj Petrovič Grinëv. All’età di cinque anni fu affidato alla sorveglianza del bracchiere Savel’ič, con il quale imparò a leggere e scrivere in russo; in seguito, il padre assunse un giovane francese, Monsieur Beauprè, con il compito di insegnare al figlio discipline come il francese, il tedesco e le scienze. L’uomo, però, aveva una particolare passione per le donne e per l’alcool, e invece di insegnare a Pëtr ciò per cui era stato assunto, dedicava il suo tempo libero ai propri interessi e lasciando che fosse Pëtr stesso a insegnargli il russo. All’età di 16 anni il padre lo costringe ad arruolarsi, nonostante l’opinione contraria della madre, ma per Pëtr quella era la perfetta occasione per godersi la libertà e i piaceri della vita a Pietroburgo; Andrèj Petrovič ha piani diversi, difatti decide di mandarlo a Orenbùrg, dove si trovava un suo amico. Partì, dunque, con il servo Savel’ič e poco tempo dopo si fermò in un villaggio dove fece la conoscenza di Ivàn Ivànovič Zurin, che lo convince a giocare a biliardo scommettendo del denaro e facendolo ubriacare, perdendo la partita e cento rubli che gli aveva promesso. CAPITOLO 2 Dopo aver lasciato il villaggio ed essersi scusato con Savel’ič per il suo comportamento, Pëtr si rimette in cammino verso Orenbùrg, ma lui, il servo e il vetturino vengono interrotti da una tempesta di neve che non permette di continuare il viaggio. A un tratto notano la presenza di un uomo nelle vicinanze che gli consiglia la giusta via per arrivare in un villaggio nelle vicinanze. Giunti lì, si rifugiano in una locanda. Il giorno dopo saldano i conti con il padrone e Pëtr decide di regalare all’uomo che li aveva aiutati un pellicciotto, nonostante le proteste del servo. Arrivati a Orenbùrg, si dirigono subito dal generale che decide di mandare Pëtr a Belogòrsk, ai confini dell’impero e ricca di soldati che avevano commesso un reato in passato. CAPITOLO 3 Belogòrsk si rivela essere un piccolo villaggio circondato da un recinto e incontra subito la moglie del capitano, ovvero Vasilisa Egòrovna, che insieme al marito si occupava dell’intero regimento del villaggio. Viene fatto alloggiare a casa di Kuzov, dove incontra Švabrin, un ufficiale escluso dalla guardia per duello. Pëtr si dirige a casa di Vasilisa Egòrovna, che lo aveva invitato a pranzo, e lì incontra la figlia del capitano, Mar’ja Ivànovna (di cui Švabrin aveva parlato male), e Ivàn Kuzmìč. CAPITOLO 4 La vita a Belogòrsk non era così male per Pëtr, in quanto si trovava d’accordo con la famiglia del capitano e con Mar’ja Ivànovna, con la quale fece amicizia e a cui iniziò ad affezionarsi. Al contrario, l’amicizia con Švabrin iniziava a divenirgli antipatica, dati i suoi sgradevoli e ironici commenti sul capitano, la moglie e la figlia; la situazione si aggravò quando gli mostrò una canzone che aveva scritto per Mar’ja e Švabrin la criticò duramente, offendendo anche la figlia del capitano. Pëtr si arrabbiò molto per questo e decise di sfidarlo a duello, ma per farlo aveva bisogno di qualcuno che assistesse alla lotta e chiede, dunque, a un altro ufficiale, Ivàn Ignat’ič, di fare da testimone. L’ufficiale, però, non avrebbe fatto niente senza il consenso di Ivàn Kuzmìč, e quindi Pëtr decise di lasciar perdere. Quella stessa sera si reca dal capitano per la cena, dov’era presente anche Švabrin, e l’ira tra i due scoppiò nuovamente; pertanto si accordano per il giorno dopo per sfidarsi a duello, ma vengono sorpresi da alcune guardie e obbligati a chiarire da Vasilisa Egòrovna. Parlando con Mar’ja Ivànovna, che si era dimostrata molto preoccupata per l’avvenimento, Pëtr scopre che Švabrin le aveva chiesto di sposarla, ma lei aveva rifiutato, e comprende il perché di tutti quei commenti negativi. Deciso a combattere, i due si incontrano il giorno dopo per il duello che viene interrotto da Savel’ič e, approfittando del momento di distrazione di Pëtr, Švabrin riesce a ferirlo. CAPITOLO 5 Pëtr è allettato per via della sua ferita, ma sente la presenza di Mar’ja che si occupa di lui. Una volta svegliatosi chiede di sposarla, ma la figlia del capitano lo convince ad aspettare che sia completamente guarito; una volta tornato in salute (e aver chiarito con Švabrin) Pëtr rifà la proposta e Mar’ja afferma che lo sposerà solo se i suoi genitori saranno d’accordo. Scrive loro una lettera ma non riceve la risposta sperata: il padre rifiuta la sua richiesta di matrimonio, arrabbiato a causa del duello a cui aveva preso parte, e Pëtr accusa subito Savel’ič di aver detto tutto ai suoi padroni. Il servo gli mostra la propria lettera che aveva scritto ai genitori del suo padrone e Pëtr capisce che non era stato lui ad avvisarli. Mostra la lettera a Mar’ja e propone di sposarla anche senza il consenso dei suoi genitori, ma lei rifiuta, confessandogli che senza la loro benedizione non sarebbe stata felice. Da quel giorno in poi la situazione tra i due iniziò a mutare, con un graduale allontanamento da parte di Mar’ja, e la sua vita lì iniziò a trasformarsi in una tortura. CAPITOLO 6 Nel 1773 la provincia di Orenbùrg era abitata da molti popoli semiselvaggi che non riconoscevano del tutto la signoria dei sovrani russi, organizzando continue ribellioni; in particolare, i cosacchi del Jaìk erano divenuti irrequieti e pericolosi. Una sera giunge a Belogòrsk una lettera da parte del generale, che informava i soldati del villaggio dell’arrivo di Emel’jan Pugačëv, che si era precedentemente autoproclamato imperatore Pietro III. La notizia della sua lettera circolò in tutto il villaggio, con molti cosacchi che disertarono in favore dell’impostore e un generale senso di preoccupazione tra gli abitanti; il comandante Ivàn Kuzmìč aveva tentato di tenere all’oscuro la moglie, così sedeva sul pavimento magra e pallida; Pugačëv le restituisce la libertà, ma quando egli si presenta come imperatore e Mar’ja capisce che si trattava dell’assassino dei genitori, sviene, e viene soccorsa sia da Pëtr sia dalla serva Palaša. Intanto Švabrin, con l’obiettivo di salvarsi, confessa a Pugačëv che Pëtr gli aveva mentito e che quella era la figlia del vecchio comandante, ma Pëtr si difende dicendo che sapeva che se i suoi soldati avessero saputo la sua vera origine non l’avrebbero risparmiata. Lo prega di lasciarli andare, affidandosi alla sua coscienza cristiana e con la promessa che avrebbero entrambi pregato per lui; Pugačëv accetta. Poco dopo Pëtr e Mar’ja si rincontrano e iniziano a parlare di quanto accaduto, felici di essersi finalmente riuniti, e alla fine le propone di recarsi dai suoi genitori in campagna così da poter vivere serenamente, convinto che suo padre non si sarebbe opposto alla presenza della figlia di un militare morto per la patria. CAPITOLO 13 Durante il loro viaggio la compagnia fu sorpresa da alcuni soldati che, credendoli disertori e seguaci di Pugačëv, li condussero nel loro villaggio. Lì Pëtr scopre che il comandante è Zurin che lo salva dalla prigione, ma lo convince a restare nell’esercito e di non sposarsi, e decide di mandare Mar’ja Ivànovna dai suoi genitori così da farla restare al sicuro, mentre lui sarebbe rimasto nell’esercito. La mattina seguente Mar’ja partì, accompagnata dal servo Savel’ič. Entrambi riconoscevano la saggezza nella sua decisione, ma Pëtr era comunque rattristito dalla partenza dell’amata e nemmeno Zurin riusciva a distrarlo. Pugačëv nel frattempo aveva minacciato di attaccare Mosca e questo aveva costretto tutti i generali a entrare in azione, pertanto Pëtr fu costretto a incamminarsi con l’esercito per tutti i villaggi devastati dai ribelli; infine l’impostore fu preso. Pëtr era felice che la guerra fosse finita, perché questo significava che poteva recarsi dalla sua famiglia e Mar’ja, ma provava allo stesso tempo una sorta di tristezza per Pugačëv, che dopotutto lo aveva aiutato diverse volte. Il giorno fissato per la partenza Zurin fu costretto ad arrestare Pëtr per ordine dell’imperatrice, in quanto accusato di aver collaborato con Pugačëv. CAPITOLO 14 Pëtr sapeva che le accuse non erano del tutto infondate, in quanto i suoi amichevoli rapporti con Pugačëv potevano essere scambiati per altro e comprovati da molti testimoni. Ciò nonostante, si limitò a dire la verità alla corte ma, decidendo di omettere il nome di Mar’ja per tenerla fuori dai guai, la sua testimonianza non risultava del tutto convincente alle accuse di Švabrin (di essere una spia), e fu quindi portato in carcere. Nel frattempo Mar’ja, che ormai viveva con i genitori di Pëtr, sapeva che il motivo per cui Pëtr si trovava in prigione era che lui non avesse voluto fare il suo nome, e decide quindi di recarsi a Càrskoe Selò (dove si trovava la corte) per risolvere la questione, nonostante il padre di Pëtr fosse contrario, una volta ricevuta la notizia che il tradimento del figlio sembrasse essere vero. Mar’ja si ritrova a parlare con una sconosciuta di quanto accaduto e lo stesso giorno viene invitata a corte dove incontra nuovamente la donna, che scopre essere Caterina II, la quale decide di liberare Pëtr e permette ai due di vivere felicemente insieme. Poco dopo Pëtr e Mar’ja si sposano.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved